…Sperando in una nuova Little Big Horn…almeno culturale.
È l’ultimo grido dei nativi americani: i rappresentanti dei popoli Lakota strappano i trattati firmati con le autorità statunitensi più di 150 anni fa, che regolamentavano la convivenza tra le popolazione autoctone e il governo americano. I discendenti di Cavallo Pazzo si ribellano: spiriti liberi costretti a vivere in fasce di terra inospitali (le parti ospitali chiaramente sono già state conquistate),un tasso di suicidio giovanile elevatissimo, una popolazione che pur stando dalla parte del giusto ha perso, una popolazione souvenir chiusa in una teca di vetro ferma ed immobile,pronta ad essere sventolata come “cultura made U.S.A”.
I cowboy dopo aver commesso genocidi di ogni tipo ci riprovano,cercando di rubare terra,di inculcare direttamente ed indirettamente il loro credo.
Circoscrivendoli nelle loro riserve,piccole,”simpatiche” ed inoffensive sono riusciti ad eliminarli insieme alla loro cultura.
Riflettiamo su questi mondi contrapposti, sul vero senso etico, su ciò che è giusto e su cosa invece è conveniente.
Non è possibile un cambio di rotta?
Per quanto potremo andare avanti così?
Un abuso del pianeta Terra atto solo a macinare soldi perdendo di vista qualsiasi velleità di eco-compatibilità…
Cerchiamo di imparare qualcosa,cerchiamo di utilizzare una filosofia corretta nel quotidiano, soprattutto ESIGIAMO una filosofia corretta da chi muove effettivamente le fila, dalla classe dirigente!
Pensiamo a queste popolazioni isolate,con le radici ben avvinghiate nei valori del rispetto della natura, messe alle strette dall’avanzare della “società moderna” e non dimentichiamoci che lo sviluppo sostenibile che tanto viene sventagliato (per ora solo nei cinema) dai premi nobel stelle e strisce è racchiuso in un vecchio detto indiano:“non lasciare traccia che il vento non possa cancellare”.
Ma si sa,ancora una volta al mondo a occidentale conviene vendere solo acchiappasogni….