Non dimentichiamoci del porto
Era la sera del 19 Luglio 2007 di quella che fu una tiepida giornata estiva.
In quel di San Giovanni suonavano gli amici dei Gipsy Kings mentre in Sala Ticozzi veniva presentato un mio lavoro, il documentario “portoCEMENTO” prodotto da DS e Margherita lecchese e realizzato con il contributo artistico di Francesca Arrigoni.
Quella fu la prima ma anche l’ultima, per ora, proiezione pubblica di un video che cercasse di spiegare le numerose criticità di un progetto, il porto di Le Caviate, di cui tanto si era discusso.
Finalmente è disponibile per la visione in streaming e il download a questo indirizzo:
http://www.500production.org/portocemento.html
Capisco che molti di voi quando leggono che il lavoro è stato pagato dai partiti – oltremodo di sinistra – siano un po’ diffidenti, ma non fate come il nostro Sindaco che senza averlo visto lo giudicò “strumentale e falso”. (la provincia di Lecco, 19 luglio 2007).
Almeno provate a darci un’occhiata.
Questo documentario, a mio parere, rappresenta un buon punto di partenza per cercare di capire la dimensione di un mostro che ancora oggi può incombere sulla nostra cittadina. Ammetto la difficoltà di alcuni termini tecnici, ma credo che le animazioni aiutino molto nella fruibilità del prodotto.
Oltremodo questo documentario è anche un buon punto di partenza per non dimenticare.
La regione NON si è ancora pronunciata !
Il comitato nato per salvaguardare Lecco dall’ennesimo scempio, continua costantemente la sua battaglia. E non perde un colpo!
Sicuramente li ricorderete in barca a raccogliere firme per le spiagge lecchesi oppure davanti al comune a richiedere un incontro con il sindaco Faggi,
oppure quando in autunno con in mano oltre 4000 firme – che per Lecco sono una enormità – sono andati prima in regione e poi dal il Sindaco di Lecco (quando quest’ultima s’è degnata di riceverli).
In ottobre hanno organizzato una serata dai contenuti esaustivi per mostrare come nell’altra Europa, quella davvero intenzionata ad incrementare il benessere della popolazione, dove quando si discute di “costruire” (in acqua poi) si parla soprattutto di sostenibilità.
Occhi aperti quindi, sono state vinte tante battaglie, ma la guerra, purtroppo, è ancora ampiamente combattuta.
Questo è il primo articolo di una serie legata a Lecco e alla sua urbanizzazione selvaggia fatta di colate di cemento, annullamento delle aree vivibili e sprechi della cosa pubblica.
Nicola Rota
Il sonno della regione genera ecomostri… Insistimo
Complimenti sinceri per la completezza degli argomenti descritti.E’ pazzesco un porto del genere alle caviate,quando ne esiste uno identico a Parè semiutilizzato distante 800 metri.Il raggiungimento del potere fa perdere la testa a TUTTI i politici.Un Piero Ricca in ogni città.
Personalemente ritengo che un modo per riuscire ad attirare un significativo flusso finanziario in grado di poter trasformare in meglio Lecco e la sua provincia è lo sfruttamento delle evidente potenzialità turistiche che il territorio offre. Un attento sfruttamento / valorizzazione (con valorizzazione = salvaguardia) di queste potenzialità e l’uscita da un’usurata visione economica della provincia basata su una moribonda attività industriale a basso valore aggiunto potrebbe instaurare il circolo virtuoso afflusso turistico-afflusso finanziario-investimenti di valorizzazione/salvaguardia. E in questo senso è sentitissima la mancanza di posti barca per promuovere un turismo generalmente capace di muovere discreti capitali e a bassissimo impatto ambientale come quello della nautica da diporto.
Puntare sul turismo per Lecco? Giusto!
Puntare tra le altre cose sulla navigabilità del lago? Rispettando l’ambiente (il lago è una delle principali risorse idriche del nostro territorio), sviluppando un turismo “dolce” ed eco-sostenibile, non guardardando soltanto ai facili guadagni.
Il progetto del porto delle Caviate e dell’albergo annesso non ritengo rientri in queste linee guida. E non si venga a dire “la solita politica del no”: il comitato a suo tempo ha fatto diverse proposte e portato molti esempi pratici di quello che si può e quello che non si deve fare.