Il tabù è caduto?
Quasi non ci credevo, ma nei TG della sera del 30 gennaio ha fatto timidamente capolino l’espressione più censurata dall’inizio della questione rifiuti: “raccolta differenziata”.
Un brivido mi ha percorso la schiena… ma e’ passato quasi subito, infatti, per non turbare troppo l’animo di nessuno, la presenza è stata molto discreta, se n’è parlato per pochi secondi e senza spiegare nulla in concreto, ma è pur sempre un inizio!
Interessante il fatto che, per non rompere quella che sta diventando un’altra tradizione italiana, è servito l’impegno in prima persona di un comico. Tranquilli, tranquilli, è non Beppe Grillo, ma il simpatico napoletano Lello Arena.
Adesso non resta che continuare a parlarne a costo di mandare in strada a Napoli tutto lo staff di Zelig!
Da notare inoltre come forse comincia a funzionare anche la protesta dei singoli cittadini e/o comitati; come ad esempio la lettera inviata al TG5 dal Comitato per l’ambiente di Gualdo Cattaneo che protestava contro un indegno servizio del TG5 stesso (1). Lettera che e’ stata avvalorata da un intervento del già citato Stefano Montanari (2).
I rifiuti hanno un valore e bruciarli (grazie ai contributi cip6) non fa altro che sottrarli al riciclaggio e di conseguenza aumentare il costo delle materie prime e dell’energia.
Esatto: “cornuti e mazziati”: oltre a pagare per lo “smaltimento” dei rifiuti, paghiamo il 7% della bolletta dell’Enel e così finanziariamo i “cancrovalorizzatori”. Grazie a questi contributi bruciamo inutilmente materie prime facendone alzare il costo. Costi che poi paghiamo ancora noi quando facendo la spesa compriamo più imballi che alimenti, geniale no?
Non capisco come solo i comici possano arrivare a fare questi ragionamenti. Giornalisti “seri” e iscritti all’albo dove siete?
E’ imperativo quindi non fermasi qui e continuare a dimostrare che l’informazione al servizio degli interessi altrui non ci sta più bene.
Per questo motivo invito tutti coloro che hanno a cuore un’informazione corretta e pluralista, a sottoscrivere la petizione on-line “per il rispetto del principio di pluralità di informazione” destinata al Garante per l’Informazione della Repubblica Italiana. (3)
Nel frattempo informiamoci per conto nostro e informiamo gli altri grazie alla rete. Ad esempio informiamoci sulla strategia “rifiuti zero 2020” cercando le conferenze di Paul Connett su google o Arcoiris TV (4).
Maicol Bonfanti.
(1) http://comitatoambientegualdocattaneo.blogspot.com/2008/01/limportanza-di-essere-clemente.html
(2) http://comitatoambientegualdocattaneo.blogspot.com/2008/01/stefano-montanari-ci-scrive.html
Purtroppo in televisione si da voce a certe opinioni
http://it.youtube.com/watch?v=HRLe-E75WAs&NR=1
Mi piacerebbe vedere le inchieste di cui parla Veronesi… Mi sembra una persona molto DISinformata sui fatti.
Come può una persona di cultura definire in tono utopistico, se non quasi canzonatorio, la raccolta differenziata come una “grande speranza”? E definire i cancrovalorizzatori come una strada possibile? Ma per favore…
In ogni caso oltre al primario aspetto della salute c’è quello economico! Recuperare, riutilizzare e riciclare comporta un notevole vantaggio economico e sociale (nuovi posti di lavoro, veri, non i finti netturbini napoletani pagati per non far nulla).
Ma è così impossibile da capire? Bah
ho linkato la petizione sul mio blog e l’ho mandata anche via mail ai membri di Renzo e Lucio e del Movimento Umanista. speriamo che qualcosa ne esca.
Come la vedo. Raccolta differenziata spinta e massima. I residui, piuttosto che portarli in discarica, è comunque meglio termovalorizzarli. Il problema imballaggi in Italia è notevole, ma si risolverebbe con un decreto che vieta entro sei mesi il doppio o triplo imballaggio (per esempio il dentifricio nel cartone, non basterebbe il tubetto col tappo cellophanato in un cesto? etc.) Occorre rivedere la logistica, ma forse il problema sta proprio qua…
Come la vedo. Raccolta differenziata spinta e massima. I residui, piuttosto che portarli in discarica, è comunque meglio termovalorizzarli. Il problema imballaggi in Italia è notevole, ma si risolverebbe con un decreto che vieta entro sei mesi il doppio o triplo imballaggio (per esempio il dentifricio nel cartone, non basterebbe il tubetto col tappo cellophanato in un cesto? etc.) Occorre rivedere la logistica, ma forse il problema sta proprio qua…
perfettamente d’accordo!
se poi il tubetto fosse fatto di alluminio come una volta sarebbe riciclabile molte più volte di quello in plastica..
Gg
Grazie Enrico! e mi raccomando, tu hai firmato la petizione vero? ;-)
Giovanni,
hai ragione sul lato legislativo e sugli imballaggi. Infatti e’ fondamentale che i prodotti siano progettati dall’inizio in modo da non produrre scarti non riutilizzabili.
Permettimi pero’ di non essere d’accordo sul “termovalorizzare” gli scarti. Ti ricordo anzitutto che anche bruciando si producono scarti (N.B. in percentuale tanto piu’ alta quanto piu’ spinta e’ la differenziata all’origine) con in piu’ il fatto assolutamente non trascurabile che gli scarti di un inceneritore diventano tossici e vanno quindi sotterrati in discariche speciali con costi ambientali ed economici molto elevati.
Quindi, in attesa di metodi produttivi migliori che riducano i rifiuti stessi, e assodato che una prima raccolta differenziata porta a porta e’ fondamentale per ridurre la massa iniziale di rifiuti, si passa a decidere come sia meglio smaltire la restante parte.
Se si vogliono mettere delle cifre si finisce un po’ nella speculazione e nel fare a gara a citare la “fonte piu’ autorevole”. Sentendo un po’ di campane diverse io mi sono fatto l’idea che alla fine, stando alla caratteristiche attuali dei rifiuti urbani, una buona raccolta differenzia permetta di smaltire il 70/75% della massa iniziale. Del residuo, sia che si proceda con l’incenerimento, sia che si usi il trattamento meccanico biologico o altre soluzioni, rimane comunque un 10/15%.
La differenza e’ che se hai usato un inceneritore (spendendo un sacco di soldi e piu’ energia di quanto ne ottieni) ti ritrovi con un 10/15% residuo fatto da polveri tossiche, mentre se usi altri sistemi risparmi soldi e hai un rifiuto sostanzialmente inerte.
Qual e’ la scelta migliore, continuare a costruire inceneritori (che poi dovranno essere alimentati in un modo o nell’altro) o cercare di usare sempre meno quelli che già purtroppo abbiamo, e implementare scelte piu’ convenienti sia economicamente che ecologicamente?
ai posteri l’ardua sentenza! anzi no, a noi la sentenza e ai posteri le conseguenze della nostra sentenza!! ;-)
Maicol
Maicol ha molte ragioni e le articola con convincente chiarezza
qui su http://it.youtube.com/watch?v=WYYUK004BhE l’esempio, concreto, di Montebelluna
Forse servono si decreti e direttive Governative per dare la spinta definitiva a percorsi e processi virtuosi.
Però con una modulazione della Tarsu locale ci si può avvicinare a quel punto di soddisfazione che come segnalava appunto Maicol è del 70-75%. E con il far pagare i rifiuti a peso e non a metri quadri di casa che si promuove l’accelerata di educazione ambientale ed il ragguingimento di obiettivi che però gli Enti bisogna che si diano (e non si sono ancora dati)
perchè non promuovete come QLL e con l’adesione – condivisione – degli enti locali (e di Silea, vedo che ci legge anche un bravo consigliere di Silea) anche una campagna per la riduzione degli imballaggi e in primis l’uso del contenitore del riutilizzo alla spina nei supermercati locali (shampoo, detersivi, latte…)
la logistica poi – che è un capitolo della mobilità sostenibile – può trovare soluzioni locali praticabili o almeno sperimentabili senza attendere Governi amici o responsabili.
Pensate quanti mezzi girano vuoti o semivuoti solo a Lecco e nel circondario per consegna e ritiro merci
non è fattibile persuadere – con ordinanze e decisioni condivise – i corrieri a condividere le merci per lo stesso percorso creando un punto di smistamento comune così da ridurre i mezzi in giro a peregrinare come trottole?
In attesa della lecco bergamo così decantata non è possibile ridurre inquinamento e traffico facilitando ed incentivando il car pooling (l’auto condivisa) almeno sulla tratta calolzio Lecco?
Dove sono i mobility manager nelle realtà anche pubbliche (penso alla Provincia, penso al Comune capoluogo, all’azienda ospedaliera…) che aiutanoa ridurre inquinamento e ad accrescere benessere e consapevolezza civica?
ma forse per questo servirebbe un altroèpost
A Maicol: non tutto ciò che esce dal forno è rifiuto. Le ceneri di combustione, inertizzate, vengono utilizzate per i prefabbricati. Restano invece le polveri intercettate dai vari filtri dei fumi. Comunque migliorando gli impianti esistenti (come si sta facendo in Provincia di Lecco) e potenziando ulteriormente la differenziata le cose potrebbero andare ancora meglio. Ho sentito la scorsa settimana che a Brescia per esempio riescono a recuperare dalla terra proveniente dallo spazzamento strade (che oggi va in discarica) circa 2/3 di sabbia da riutilizzare per edilizia.
A Paolo un saluto.
Giovanni,
personalmente non vorrei abitare o lavorare in edifici che nei muri contengono chissà quali residui chimici, metalli pesanti, etc.. anche se inertizzati. Purtroppo pero’ e’ possibile che io lo faccia già senza saperlo (visto quello che si sente dire si bruci nel cementificio di Merone).
Per quanto riguarda le sabbie recuperate dalle strade, non lo sapevo, e penso possa essere una cosa buona, sempre a patto che non si passi attraverso un inceneritore.
Infatti è fondamentale porre l’attenzione sull’aspetto economico e sulla semplificazione del ciclo del rifiuto.
Complicare troppo il riciclaggio o inserire troppi passaggi non può fare altro che aumentare i costi e diminuire le rese. Se ad esempio i rifiuti “stradali” passano dall’inceneritore (magari per seccarli o inertizzarli, ma non conosco il processo, sto solo ipotizzando) dovremmo spendere più energia. Infatti questo tipo di materiale, di per se inerte, abbasserebbe la resa dell’inceneritore stesso costringendo ad usare energia aggiuntiva.
L’incenerimento costa enormemente di più di molti altri sistemi (e questo è sicuramente uno dei motivi per cui e’ molto sponsorizzato in italia, dove i soldi non mancano mai se li si deve sprecare) e una volta costruito ti vincola ad usarlo per molti anni.
Non a caso a Brescia il riciclaggio non supera il 35%.
Quanti soldi si sprecano in questo modo?
Dobbiamo smettere di pensare al “rifiuto” come qualcosa che non esiste o che dobbiamo nascondere sotto il tappeto senza preoccuparci troppo di che fine faccia (per poi ritrovarlo nelle discariche abusive, nei nostri muri e nell’aria che respiriamo).
In natura non esistono rifiuti, quello che e’ lo scarto per qualcuno e’ risorsa per altri. Dobbiamo tornare ad affrontare il problema con questa logica; ripeto: anche, o anzitutto, per motivi economici. Per creare posti di lavoro “sostenibili” e dignitosi, togliere sostentamento alla corruzione.
Dopotutto anche noi normali cittadini possiamo solo guadagnarci, anzitutto risparmiando sulle bollette, e, fatto non trascurabile, in salute.
Maicol