Mobilità sostenibile

traffico

Dagli anni del boom economico, degli slogan ”un’auto per tutti”, l’automobile è entrata nella nostra vita modificandola drasticamente, cambiando il concetto di spazio, di tempo, di distanza.
Ci ha permesso di viaggiare, di accorciare le distanze, di muoversi ci ha risparmiato fatica e sudore, insomma ci ha cambiato la vita.
Le nostre città, la nostra società e il nostro stile di vita sono pensati in funzione dell’automobile, ma se ciò per molti anni ci ha garantito un miglioramento della nostra qualità di vita oggi non è più così.
Gli effetti collaterali di questo sistema, anni fa solo intuibili, oggi si manifestano chiaramente e stanno arrivando a superare i benefici.
Pensiamo alla congestione delle città, alla mancanza di parcheggi, agli incidenti stradali e allo smog.
Il fatto è che per anni abbiamo abusato di questo mezzo, diventandone talmente dipendenti da non vederne gli effetti negativi che limitano e danneggiano la nostra vita.
Tutti siamo preoccupati ora dallo smog, dall’effetto serra, dalle polveri sottili, però avvertiamo il problema come se fosse generato da non si sa bene chi.
Siamo consapevoli che ogni volta che saliamo in macchina e giriamo la chiave siamo noi stessi a produrre inquinamento?
La quantità di gas nocivi e polveri che inquinano l’aria rovinandoci la vita e il pianeta sono prodotte da noi, da ogni singolo individuo giornalmente in ogni sua attività.
Le case automobilistiche, giustamente vincolate da leggi internazionali, stanno producendo auto sempre meno inquinanti.
Ciò è sicuramente un buon contributo alla diminuzione del problema, ma non alla soluzione, se un sistema non funzione se ne deve trovare un altro migliore.
Dobbiamo avere il coraggio di cambiare, di uscire dallo schema mentale che vede l’automobile il mezzo adatto per ogni spostamento sia 500 m per andare a comprare il pane o 500 km.
Dobbiamo ritornare all’idea naturale che il primo mezzo di trasporto sono i piedi, dove non arrivo con i piedi posso andare in bicicletta, dove non arriva la bicicletta ci devono essere i mezzi pubblici e solo come ultima scelta l’automobile.
Si ha la necessita di avere una mobilità cittadina sostenibile che sia progettata in funzione del cittadino che deve muoversi e non della macchina.
Una mobilità pensata e integrata nella pianificazione della città, con mezzi pubblici che servano ogni quartiere, con scambi intermodali treno-bus-bici.
Dobbiamo poter lasciare la macchina in garage ed usarla solo quando necessario, muoverci liberamente e in sicurezza per la città.
Tutto questo non è utopia ci sono i mezzi di pianificazione necessari per pensare la città in questo modo, ci sono iniziative concrete come piste ciclabili e pedonali, bike-sharing e piedibus che le amministrazioni locali possono promuovere.
Ma soprattutto serve la consapevolezza di ognuno di noi, la voglia di cambiare iniziando dal basso dalle nostre scelte quotidiane, dal ritornare ad usare la testa per pensare e i piedi o la bici per camminare.
Forse muovendoci in città a piedi, con i mezzi o in bici avremo la possibilità di salutare e scambiare due chiacchiere con qualcuno, cosa impossibile se viaggiamo a 80Km/h nella nostra scatoletta di metallo, di riacquistare spazi, luoghi e tempi di socialità e ripensare la nostra città.

Giovanna Ripamonti

15 pensieri riguardo “Mobilità sostenibile

  • 25 Febbraio 2008 in 15:16
    Permalink

    Concordo con la riflessione e aggiungo un particolare secondo me molto importante e che a volte sfugge: l’automobile non è solo consumatrice di petrolio e produttrice di smog e congestione, è anche un mezzo che pretende, sottolineo pretende, strade su cui correre, e le strade costano.
    Il trasporto pubblico e la mobilità ciclabile hanno solo le briciole dei bilanci pubblici, tutti orientati a dare nuove strade alle automobili e alle persone che le guidano, un bel serbatoio di voti.
    Veltroni direbbe che si può essere pedoni pendolari e ciclisti ma anche automobilisti! Io credo che bisogna scegliere perchè se stai dalla parte degli automobilisti, stai dalla parte di chi si prende il grosso delle risorse per la mobilità e agli altri restano le briciole.
    Senza risorse la mobilità ciclabile e il trasporto pubblico faranno sempre schifo, e più faranno schifo più gente passerà all’auto privata…. non vi viene il sospetto che dietro ci sia una strategia precisa nel lasciare andare allo sfascio il trasporto pubblico?

  • 25 Febbraio 2008 in 18:29
    Permalink

    mi trovate pienamente d’accordo! vorrei aggiungere qualcosa. le automobili inquinano ma potrebbero anche non farlo. negli anni settanta la fiat aveva un prototipo che faceva più di 90 (e dico 90) km con un litro. che fine ha fatto? sarebbe ora di afre delle convenzioni e delle leggi che veramente servano alla diminuzione dell’inquinamento e non buffonate come l’euro 1-2-3-4-5-ecc. ho l’impressione che questi servano solo a favorire il ricambio di auto a tutto favore del mercato, non della gente. se poi consideriamo l’ipotesi di motori alternativi come quello ad aria compressa o quello a idrogeno…

  • 26 Febbraio 2008 in 10:29
    Permalink

    Nell’esempio di Lecco sono i soldi dei parcheggi e degli ausiliari a pagare i nostri pullman.
    Questo permette a Linee Lecco di essere in attivo, ma è quello che vogliamo???
    Io sarei felice di pagare una tassa per avere un servizio di trasporto efficiente, sapere quanti soldi risparmieremmo e quanta co2??

    Giovanna, l’articolo è bellissimo !!

    L’immagine a fumetto qui è REALE !!!
    Saluti dal Cairo…

  • 26 Febbraio 2008 in 11:55
    Permalink

    Condivido l’intervento di giovanna dove dice:
    Dobbiamo ritornare all’idea naturale che il primo mezzo di trasporto sono i piedi, dove non arrivo con i piedi posso andare in bicicletta, dove non arriva la bicicletta ci devono essere i mezzi pubblici e solo come ultima scelta l’automobile.
    epperò l’automobile come ultima scelta andrebbe meglio sezionata. nel senso che dovremmo analizzare gli usi dell’automobile.
    l’automobile dovrebbe rispondere a bisogni di personalizzazione della mobilità. da qui il suo successo. oltre che ahimè essere uno status simbol che veicola l’idea di libertà (per semplificare. ma tra un’automobile ben stipata e un’auto con un singolo viaggiatore c’è una bella differenza. quella di un fattore quattro di riduzione di congestionamento, di inquinamento, di tempo di movimento, di libertà per biciclette e bus o tramwai. e quindi come ultima scelta ci metterei l’automobile non condivisa (singola).
    per dire che nel frattempo mentre si attendono (o si lotta per) le risorse per il pubblico su gomma e su ferro per l’intermodalità, mentre ci diamo da fare per aumentare gli spazi pedonali e per nuove piste ciclabili, magari recuperate in città già dall’esistente, sulla base di un progetto condiviso di piani della mobilità che devono essere prodotti per legge ma che giacciono nei cassetti degli uffici comunali o provinciali senza essere discussi con i cittadini, pedoni in primis, …..nel frattempo dicevo dovremmo e potremmo spingere per misure che promuovano il car sharing, l’auto in locazione , che per esempio potrebbe sopprimere l’esistenza della seconda auto in famiglia, e il car pooling l’auto condivisa per chi fa abitualmente lo stesso tragitto (pensate alla lecco calolzio e viceversa) il mattino e la sera. riduzione di un fattore 4 vorrebbe dire non avere necessità di spese faraoniche come a rivabella e in un futuro per una nuova lecco bergamo. che si sa, ma si sa quando partono e però non quando finiscono…con tutto il carico…di denaro che cola a rimpinguire bocche fameliche…. il car pooling non costa niente….. o meglio costa il tempo di mettere assieme domande e offerte di comuni viaggiatori……ma in internet si può fare……e se fosse lecco libera a cominciare a mettere nel sito un luogo di incontro ….per viaggiatori/lavoratori…. l’altro giorno mi è capitato di vedere in tv un servizio in cui si premiavano a fior di quattrini , c’era la ministra melandri, giovani che avevano prodotto idee da tradurre in iniziative….il primo premio con quattrini al seguito era appunto un progetto di car pooling per studenti che dovevano recarsi nella stessa università…..rilancio se qui lecco libera, liberamente riprendesse l’idea……sarebbe anche un messaggio. che altro si può fare.
    sandro magni

  • 26 Febbraio 2008 in 15:04
    Permalink

    Ho il piacere e l’onore di lavorare a stretto contatto anche con Magni (fra poco solo con magni) e ricordo che ormai oltre 4/5 anni fa propose all’allora ass. ai Trasporti del Comune di Lecco, Chirico, un rpogetto, un ragionamento sul car-pooling ed il car sharing che aveva bisogno di intelligenza amminitrativa. Così fece anche con la Comunità Montana della valle san martino per un car pooling Calolzio Lecco non se ne fece nulla.
    Propose, con i mezzi scarsi del Centro Khorakhanè, poco dopo un ragionamento di car pooling all’Amministrazione Provinciale ed all’azienda ospedaliera, primi approcci, questionari in Provincia con seguiti, restati lettera morta.
    Sulla stampa ed ad un Convegno ACI LECCo abbiamo proposto di strutturare un sito internet che mettesse in rete la domanda che sicuramente c’è di condivisione dei percorsi.
    Bene tale proposta vedo ora che l’ha rilanciata a QLL, è più probabile che abbia più gambe e testa di essere ragionata, discussa e forse accolta.
    qualcuno l’ha già fatto in Spagna e da pochi giorni – pochi giorni – a BOLOGNA http://www.autocondivisa.bo.it/
    (questo mi fa incazzare, giuro)

    potrebbe essere il giusto complemento alla critical mass di domenica

    paolo

  • 26 Febbraio 2008 in 23:37
    Permalink

    nicola sei davvero al cairo? che invidia! anche il traffico di addis abeba era assurdo e ingolfatissimo. il nostro in confronto è calmo e sereno. questo non significa che non bisogna far nulla.

  • 27 Febbraio 2008 in 10:19
    Permalink

    Davvero un bell’articol Gio’!!!
    Renderci conto di quanto siamo “impattanti”e’ il primo passo,lottare affinche’ le politiche cambino il secondo.
    Sono due aspetti che rendono una “protesta”critica e costruttiva,e’ la strada giusta da seguire!!!

  • 27 Febbraio 2008 in 11:01
    Permalink

    …si lo scopo dell’articolo voleva essere proprio quello..cioè mettere in luce la necessità di un cambiamento culturale anche nell’affrontare temi ambientali..
    cioè la necessità della conspevolezza che i problemi ambientali sono generati dal nostro stile di vita, di tutti noi..
    ..dunque la soluzione sta nel richiedere (e lottare per avere) politiche ed interventi da parte delle autorità compententi ma con la disponibilità e l’interesse da parte di tutti noi di comincire a cambiare le nostre abitudini quotidiane…
    …in questo discorso sicuramente rientra l’idea del car-sharing e car-pooling propostsa da Sandro Magni..io non le avevo citate nell’articolo ma sono due iniziative sicuramente valide che portano ad un utilizzo più razionale dell’auto e che non richiedono(soprattutto il car-pooling) infrastrutture o eccessive difficoltà di realizzazione..
    Ho dato un’occhiata al sito dek car-pooling di bologna segnalato da Paolo Trezzi…sembra davvero un’iniziativa ben fatta…ci si potrebbe certo informare se a Lecco pensano di fare qualcosa di simile ed eventualmente proporre..

  • 27 Febbraio 2008 in 22:14
    Permalink

    Giovanna e tutta QLL
    io rpopongo, sulla base dell’esperienza del car pooling di bologna che ho segnalato nel precedente mio intervento – in virtù anche del tuo parere (…sembra davvero un’iniziativa ben fatta…ci si potrebbe certo informare se a Lecco pensano di fare qualcosa di simile ed eventualmente proporre..) di chiedere a Sandro Magni che ha competenze ed idee sul tema di stilare una bozza di ODG
    da far firmare con autentica ai cittadini (ne servono 100) così da presentare il progetto, o al bozza del progetto, all’Amminsitrazione Provinciale dandogli poi 6 mesi 6 per renderlo operativo e casomai condividerlo con altre realtà comunali.
    Khorakhanè anni fa lo faceva spesso ma le bocciavano tutte (mi ricordo banche e tesorerie armate, bilancio contabilità ambientale, software libero, finanza etica….)

    si potrebbe annunciare il 2 alla critical mass e poi poi raccogleire le firme qualche settimana piu avanti dopo che QLL al suo interno l’ha approvata.

    Perchè aspettare che a Lecco facciano auaòlcosa di simile credo sia tempo perso, purtroppo

    paolo

  • 28 Febbraio 2008 in 12:23
    Permalink

    secondo me però la questione “usare meno l’auto” e in particolare fare un car sharing dipende al 90% dalla mentalità delle persone.
    un’istituzione ha il compito principale di sensibilizzare la gente sul tema, ma penso che l’organizzazione centralizzata della cosa sia abbastanza irrealizzabile… sono le persone che devono sforzarsi e fare ognuno il proprio piccolo sforzo per rendere operativa la cosa, magari tramite un portale informatico che renda il tutto più snello…

  • 2 Marzo 2008 in 21:50
    Permalink

    no. no. no.
    la mobilità è un DOVERE delle amministrazioni.
    Che poi lo perseguano mobilitando privati, associazioni, quant’altro; oppure assumendone in proprio gli oneri, poco cambia.
    La “mentalità delle persone” NON ESISTE, esiste soltanto un indirizzo dell’Esecutivo che, nel bene e nel male, la cittadinanza si trova a condividere, o a subire.
    Scusate la durezza, se vi sentite offesi. Ma ne ho abbastanza di privatizzare i guadagni e socializzare le perdite.
    Vogliono governare, hanno voluto il maggioritario nominale secco, o quello che è: adesso si assumono l’onere dei fallimenti e dell’incapacità di comunicare efficacemente, non siamo noi quelli che “non capiamo”.

  • 3 Marzo 2008 in 12:04
    Permalink

    la mentalità delle persone non esiste?!?
    se a me sta a cuore inquinare il meno possibile, rendere la mia città più vivibile, sprecare meno tempo possibile mi do da fare per cambiare le cose, senza aspettare che lo faccia per me qualcun altro, fosse anche l’amministrazione pubblica…
    se invece me ne sbatto (come succede in italia su quasi tutti i temi), non rinuncerò mai a un pizzico di comodità in più per queste cose e nessuno mi può forzatamente caricare in macchina con 3 estranei, nemmeno l’amministrazione pubblica più fascista del mondo.

  • 3 Marzo 2008 in 21:01
    Permalink

    quindi, Gil?
    Non ti pare che la conclusione sia che soltanto un’Amministrazione degna di questo nome, cioè che non pensa al quinquennio come “dopo di me il diluvio”, possa attuare delle politiche di medio periodo? e non convieni forse con me – tu stesso/a lo affermi – che il singolo oggi giustamente può e vuole, domani vuole ma non può; dopodomani potrebbe ma non vuole…
    Lo Stato, costituito da Regioni, province, comuni! lo Stato (nelle sue emanazioni di potere locale, certo) ha il dovere di pensare al Bene Pubblico.
    E se i cittadini aderiscono, bene, altrimenti SANZIONI

    “ducunt volentes fata nolentes trahunt”

  • 4 Marzo 2008 in 11:12
    Permalink

    cosa affermerei io?
    ma che sanzioni!?!? al massimo un’amm pub può proporre incentivi o disincentivi, sanzioni perchè uno gira da solo in macchina non mi sembra una grande idea… e nemmeno realizzabile

  • 4 Marzo 2008 in 22:35
    Permalink

    mi incentivassero allora all’uso della cintura di sicurezza, anzichè sanzionarmi se non l’allaccio all’uscita del box! (e la finiamo qui, se sei d’accordo)
    Ma le regole, le regole sono fatte da chi amministra, in quanto ORA e spero per sempre ci sta una democrazia delegata.
    Pure, ha ragione Gil. Incentivi, disincentivi cioè sgravi e tassazione.
    Dal Manifesto di martedì 4 marzo ’08 – rubrica TerraTerra, articolo di Marinella Correggia:

    “Nel suo recentissimo rapporto ‘Good product, bad product? Making the case for product levies’ scaricabile dal sito http://www.greenalliance.org.uk, l’organizzazione di ricerca ambientale inglese Green Alliance sfida il governo a dare chiari segnali fiscali su prodotti come pile usa-e-getta, imballaggi non riciclabili, apparecchi elettronici a stand-by obbligato e altri. (…) Green Alliance propone di sostituire l’IVA con tasse proporzionali all’impatto ambientale di un prodotto, esentando quelli più puliti. (…) Intanto il ‘Christian Science Monitor’ ci informa che la provincia della Columbia Britannica, in Canada, è diventata la prima giurisdizione nordamericana a varare una vera tassa al consumatore basata sulle emissioni di carbonio. Obbiettivo: contribuire a cambiare i comportamenti. (…)”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *