Schedateci tutti

Il Governo del Nano, attraverso il pregiudicato Ministro dell’Interno Bobo Maroni, intende prendere le impronte digitali dei bimbi rom.

Bloccano 100.000 processi, ammazzano la capacità d’inchiesta dei magistrati, levano fondi alle forze dell’ordine, imbavagliano la stampa libera, candidano condannati per corruzione o per altri reati censurabili. Ne combinano di tutte questi liberali del terzo millennio. Una cosa però non sopportano: l’altro. Possibilmente l’immigrato, il senza tetto, il clandestino. L’ultimo anello della catena. Il più debole. La “tolleranza zero” vien spolverata solamente verso costoro. 

Le televisioni padronali, alcuni giornalisti a libro paga ed un’opposizione confusa e priva di credibilità hanno fatto credere che il problema “sicurezza“, nel nostro Paese, dipenda addirittura dai piccoli rom. Non si parla di mafia, corruzione, bancarotta, reati fiscali, estorsioni e traffico di rifiuti. Hanno contribuito a costituire un clima di odio e tensione nei confronti di zingari ed immigrati. La responsabilità personale scompare. Non esiste distinguo. Un rom ruba? Tutti i rom sono spregevoli accattoni. Un immigrato violenta una ragazza alla fermata del tram? Gli immigrati, possibilmente romeni, vanno cacciati a pedate. Un italiano evade il fisco, corrompe giudici, allunga stecche alla guardia di finanza, frequenta mafiosi, piazza vallette? E’ l’uomo giusto per guidare il Governo del nostro, ridicolo, Paese.

Il Paese va allo sfascio. I responsabili, come sempre accade, sono gli ultimi. I diversi. Un istinto atavico che fa paura. Molta paura. 

Domenica 6 luglio, dalle 16 alle 18, presso il Lavello di Calolziocorte (Lecco), la Casa delle Sinistre organizza una provocatoria iniziativa dal nome “schediamoci tutti”. Un atto di sensibilizzazione e informazione riguardo ai temi dell’immigrazione, della solidarietà, del rispetto della dignità umana e della cultura della diversità. Per chiunque lo volesse ci saranno dei simbolici moduli dove poter lasciare le proprie impronte digitali ed esser successivamente “schedati”. Personalmente ci andrò. 

 

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi erano antipatici. Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi nulla perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendermi e non c’era più nessuno a protestare…

B. Brecht

 

Duccio Facchini

 

24 pensieri riguardo “Schedateci tutti

  • 5 Luglio 2008 in 17:26
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    Personalmente, penso che ti seguirò. Che paese di dchifo, non capisco più nemmeno se val la pena sbattersi per lui…

    A domani.

  • 5 Luglio 2008 in 19:05
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    Io come ho già avuto modo di parlarne con gli organizzatori, sebbene comprendendo il valore simbolico e di provocazione, non sono d’accordo su questa modalità di iniziativa. Cioè schediamoCI tutti.
    Ste para di palle. Io le impronte mie non gliele do.
    E’ riconoscere la validita dell’operazione le prendono a tutte e a tutti e poi usano quelle che gli servono.
    Le impronte si prendono di fronte ad un reato e quando andavi a fare la visita a militare. (che è l’inizio di un possibile reato pure quello) punto.
    sebbene è evidente sia una provocazione io non ci sto.

    La scheda poi dell’iniziativa di calolzio cioè una dettagliata fotografia di chi sei cosa fai e quanto porti di scarpe mi sembra
    eccessiva cioè facciamo il lavoro per loro. se lo sognano.
    tantopiu Oggi dopo la requisitoria del PM sulla scuola diaz: “è stato un massacro”
    (a proposito QLL perchè non intervistae sul tema Questore e qualche membro del sindacato di polizia?)

    NO IO CREDO CHE SIA MEGLIO GIU LE AMNI DA QUESTE MANI
    cioè un’iniziativa di denuncia perchè non si prendano le impronte
    ho postato del materiale fotografico piu completo ad un vostro componente, Duccio.

    un abbraccio
    paolo

  • 5 Luglio 2008 in 19:05
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    Dedicata a chi non c’è spiegazione che gli possa far intendere che è sbagliato, che è solo l’inizio di una brutta storia, la solita, fatta di uomini che pretendono di essere migliori di altri uomini con le conseguenze tragiche che già mille volte si sono compiute.

    Ma davvero possiamo credere che archiviando i segni delle mani dei bambini figli di chi non ci piace, macchiandole con inchiostro rubato ai calamai, potremo vivere meglio e sentirci più sicuri?

    Non verrebbe da sé un mondo migliore e giusto da una società che fosse in grado di legiferare a beneficio di tutti gli uomini sapendo poi farle rispettare quelle stesse leggi?

    Senza magari sospendere processi in corso che danno fastidio a chi non ha bisogno di sporcarsi le mani per rubare la democrazia e la dignità?

    O è meglio forse mettere avanti le mani sporcando piccole mani innocenti ree unicamente di aver preso forma dentro una roulotte o sotto ad un ponte?

    Giù le mani da queste mani!

  • 5 Luglio 2008 in 19:08
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    Contro la legge Bossi-Fini
    SIAMO TUTTI CLANDESTINI!!!

  • 6 Luglio 2008 in 00:51
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    Mi pare che QLL stia prendendo una deriva pericolosa, anche se prevedibile.
    Nata come movimento di denuncia transversale e apartitico è via via scivolata sulle posizioni massimaliste dell’ultra-sinistra, fino a confondersi con essa.
    Più o meno è la stessa dinamica che seguì il movimento studentesco a partire dal ’68.
    Sebbene questo vi permetta di colmare un vuoto politico-culturale, dall’altra parte vi costringe alla marginalizzazione, ma cosa ancora più grave comporta una progressiva perdita di autorevolezza presso l’opinione pubblica. Autorevolezza che invece vi derivava dall’essere voce “non politica” e “non politicizzata” al servizio dell’uomo qualunque.

  • 6 Luglio 2008 in 11:21
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    Grazie per l’interessamento Giovane di Destra, o de La Destra o fan di Almirante o chicchessia.
    Siamo via via scivolati in posizioni di solidarietà sociale e difesa dei diritti della dignità umana. Questo significa essere distanti da Lei e dal suo ideale “politico”. Non esser lontani dalla nostra strada principale.
    Prendere posizioni nette nei riguardi di situazioni così gravi è doveroso e responsabile.

    Se fossi in Lei parteciperei questo pomeriggio e approfitterei per scoprire che cosa significhi la parola “tolleranza”.
    E magari pure l’8 luglio suvvia…

    Duccio

  • 6 Luglio 2008 in 11:50
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    Io verro’ senz’altro.
    Ma dov’e’ di preciso?

  • 6 Luglio 2008 in 12:34
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    Nel cortiletto antistante il monastero del Lavello di Calolziocorte.
    Dove hanno suonato i balli popolari proprio ieri sera.

  • 6 Luglio 2008 in 13:03
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    Anche io non gliele do le mie impronte, non mi stanno simpatici.

    Il fatto però rimane, e pure grave: i media ci bombardano in modo tale da indicarci il Capro Espiatorio.
    I Rom sono i Goldstein di questa realtà, è incredibile.

    Parte tutto dai titoli di tg e giornali: “Rom uccide ragazza”; “Zingaro violenta signora”.
    E quando è un Italiano a compiere il delitto che si dice? “Stupro a Milano”, senza specificare la provenienza del reo.
    Sembra una cosa da poco, ma rimane in testa ai fruitori meno attenti…

  • 6 Luglio 2008 in 14:01
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    Egregia giovane destra Lecco,

    La prego di voler riconsiderare le Sue posizioni rispetto ai partecipanti di questo Forum libero, o quantomeno di fermarsi a pensare all’errore che ha commesso generalizzando il tutto senza un minimo di analisi critica. Parlo a puro titolo personale, ma la mia presenza alle manifestazioni organizzate da quest’associazione non ha basi politiche ma basi ideologiche e di buon senso. Mi sento obbligato a partecipare a presidi contro le leggi vergona e “ad personam”, così come mi sento in obbligo nel partecipare a marce antifasciste e antitotalitariste, ma questo non significa che non parteciperei ad una manifestazione critica da Lei organizzata, ad esempio, sulla lotta alla mafia (non se ne parla mai abbastanza, e a sentire Saviano un po’ di mafia ce l’abbiamo anche in casa nostra, nel produttivo “nord”) oppure sugli errori del CSM che elegge un giudice con conoscenze terribili a pg della corte di appello di Messina.
    Tutto questo però richiederebbe da parte Sua una richerca di notizie che evidentemente è al di là delle sue capacità, e se quindi Lei non propone nulla io, che mi ritengo sempre a-politico e a-partitico nonostante le Sue approfonditissime analisi, non potrò avere il piacere di confermarLe una presenza attiva ai Suoi raduni.
    Infine, tengo a sottolineare che non è colpa di nessuno se il pensiero ideologico a cui Lei fa riferimento contenga al suo interno una volontà di totalitarismo e un odio atavico verso il dialogo. Se le uniche soluzioni ai problemi italiani che Voi prospettate si basano su di un’assenza di confronto e sulla chisura violenta nei confronti del “diverso” o del migrante, non Vi aspettiate altro dalla mia persona che una contrapposizione durissima basata però sul ragionamento e non sulla violenza.

    Cordialmente

  • 6 Luglio 2008 in 23:47
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    mi dispiace non aver potuto essere a calolzio. sarei venuto molto volentieri ma il lavoro incombe… è un problema sicuramente grave quello del razzismo. chiunque viva una situazione di diversità lo subisce: neri, rom, arabi, ma anche italiani “diversi” come trans e omosessuali. è brutto sentirsi trattare come diversi, ve lo assicuro. spero che un giorno il nostro paese ricominci a fare scuola di civiltà come faceva nei secoli passati.

  • 7 Luglio 2008 in 08:35
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    La mia modesta opinione è esattamente opposta alla vostra. Mi spiego: siamo tutti d’accordo sul fatto che in Italia gli immigrati (non solo i rom) sono in una condizione di sfruttamento e sottomissione da parte di italiani senza scrupoli e stranieri sfruttatori? Bene, se la risposta è sì ne consegue che bisogna fare qualcosa per cambiare lo status quo. Come? Io non ho ben chiare quale siano le vostre proposte (non ho avuto modo di leggerle), ma ho sotto gli occhi tutti i giorni a cosa ha portato il vostro modo di pensare. Tolleriamo tutti, siamo generosi e magnanimi, apriamo le frontiere. In linea teorica si potrebbe anche essere d’accordo (almeno, io lo sono, essendo cattolico). Ma, c’è un ma. Si chiama REALTA’. La realtà di tutti i giorni ci evidenzia come l’aver accolto tutti indistintamente ha finito per nuocere proprio a costoro. Perché a tutto c’è un limite, una soglia di sopportazione, oltre la quale il sistema non regge ed è pericoloso andare. I campi nomadi attorno a Milano sono un numero spropositato, idem a Roma. Si sono creati dei ghetti culturali – sociali dove forse (non ne ho la certezza), i primi a soffrire sono proprio gli immigrati. Prendiamo l’esempio dei bambini rom: vengono sfruttati tutti i giorni da DELINQUENTI (alias genitori), i quali per guadagnarsi la pagnotta mandano un bambino di 7-8 anni a mendicare in metropolitana spesso da solo! Ebbene io di fronte a simili immagini mi indigno, ma non col bambino, che non ha colpe, con i genitori e con chi sfrutta i genitori stessi! Da qui nasce l’idea del ministro Maroni di provvedere anzitutto ad una identificazione di tutti i nomadi (che in realtà sono stanziali) che sono sul nostro territorio. Io non capisco dove sia il problema! Sei in Italia, dici di volerti integrare, che male c’è se vieni identificato dallo Stato? E’ un modo efficace per combattere lo sfruttamento dei minori, la PREVENZIONE del crimine e così via. Perché nessuno nega che l’Italia sia un Paese corrotto, con disonesti in Parlamento e così via…ma questo non giustifica l’illegalità e lo sfruttamento diffusi ad opera di immigrati stranieri. Sono due problemi diversi, che vanno trattati SEPARATAMENTE. Non mischiamo sempre tutto allo scopo di dare addosso a qualcuno. I mafiosi, corruttori, assassini vanno messi in galera, gli stranieri vanno identificati, controllati e rimandati a casa se delinquono o non sono in grado di vivere decentemente nel nostro Paese.
    Per concludere, un po’ meno buonismo (che non ha fatto altro che portare alla pessima situazione attuale) e un po’ più di realismo. Siamo padroni a casa nostra e abbiamo il diritto di sapere chi sta in Italia e come si procura un reddito. Non mi sembra una posizione fascista o da dittatura.
    Saluti (e scusate per la lunghezza)

  • 7 Luglio 2008 in 11:21
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    Ma in effetti qualcosa per sapere chi c’è sul nostro suolo dovremmo farlo…
    Hanno mai pensato di controllare meglio le frontiere? Ad esempio, se si vuole entrare dalla Slovenia… sapete che lo si può fare A PIEDI per un bel boschetto senza che nessuno venga a chiederti nulla? Iniziamo a sistemare questo fattore, poi magari ci accorgiamo che si può fare a meno di prendere le impronte…

    A proposito della vostra iniziativa, mi piacerebbe chiedervi: ma poi le impronte che fine hanno fatto? Le avete date alla polizia? :-)

  • 7 Luglio 2008 in 14:33
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    Ti rispondo, dove riesco.
    Se in Italia gli immigrati sono sfruttati, la questione non è di essere magnanimi o tolleranti, è quella di colpire chi sfrutta, semplicemente, cosa che ovviamente sarebbe possibile se funzionasse megli ola giustizia in Italia, o almeno la si facesse lasciar fare per una buona volta. Il sitema ha un limite, ed è vero, ma non si capisce perchè questo limite si affronti solo quando si parla di: costi degli immigrati sulla spesa pubblica, reati che alcuni commettono, ecc… e non si affronta invece quando dobbiamo assumerne in quantità industriali per far andare avanti le nostre fabbrichette del Nord. Ricordiamoci che il mercato nero ricopre circa il 30 % dell’economia italiana, non fuffa.
    Se prendiamo i dati alla mano, poi, i reati di cui tanto si parla sono diminuiti, è questa la cosa assurda. In condizioni simili a quelle di tanti immigrati italiani, io veramente mi stupisco di cio, si parla di una diminuzione del 1,9% dal dal 13 a circa 11%. Poi è vero che di questi ci siano impuniti all’80%, ma è evidente che si tratti di un’altro problema.
    Per quanto riguarda i ghetti social, prima di tutto sottolineo che non sono un conoscitore della questione rom (separata da quella di immigrazione ocmune ed attuale), ma so che i campi rom o sinti, in Italia, ci sono da anni ma, chissa il caso i problemi saltano fuori sempre insieme…caso. Comunque, se si stanno creando dei ghetti sociali, allora, la soluzione non sono le impronte, ma sono manovre sociali! Come in Inghilterra che la soluzione alla grossa vioenza minnorile sono i giubbotti anti-taglio! (tg di ieri…)
    Dato che credo sia un problema delicato, a maggior ragione dovremmo ascoltare esperti, e non i soliti titoli giornalistici. Almeno sta volta.
    Poi sono d’accordo che le PERSONE che commettono crimini vadano punite, ma è quello il vero prblema dell’Italia e anche di questa situazione!
    Poi, non sono d’accordo che una persona si DEBBA integrare. Sta a lui fare cosa gli pare. La lega difende le culture locali ecc… loro non possono seguirle. E comunque, se consideri l’identificazione come un mezzo di prevenzione alla criminalità, mi chiedo perchè anche a me non chiedono pure le impronte oltre ad accontentarsi della mia carta d’identità.
    E’ un problema più delicato quello dei rapporti con i “nomadi” (stanziali praticamente) italiani, che non si risolve con delle impronte digitali o imputandogli crimini generalizzati. Sono d’accordo che bisogni fare qualcosa per la situazione dei campi, ma comprendiamo che si tratta solo di misure per cavalcare l’onda della FOBIA “sicurezza” e non per risolvere o affrontare davvero la cosa.
    Sbagli sul finale del tuo commento. Prima di tutto, riguardo al fatto di conoscere il reddito, pensa soltanto che ci sono stati casini e agitazioni per la pubblicazione dei redditi on-line e sono stati poi ritirati, e noi pretendiamo di conoscere quello degli immigrati……non comprendo queste due misure. Non sarebbe, come è stato detto, anche questa una violazione della PRIVACY. Se lo consideri un metodo di prevenzioen dal crimine, starà comuque, per lo stesso ragionamento, alla finanza avere quei dati, mica a te.
    Inoltre, se qualcuno commette un crimine, è sbagliato dire li rimandiamo a casa. Aldià del senso del gesto è illegale, in Italia c’è la certezza di pena, e prima di mandare all’estero qualcuno che delinque, prima devi condannarlo e fargl iscontare la pensa in Italia.
    Il padroni a casa nostra è una frase stupida. Non ci sono padroni della casa, e soprattutto se una persona lavora, soprattutto se poi delinque, è comunque a casa sua.
    Scusate la lunghezza ma ho cercato di non tralasciare nulla.
    Alla prossima.

  • 8 Luglio 2008 in 13:22
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    E’ ovvio Zic! La Slovenia fa parte dell’Unione Europea!

  • 10 Luglio 2008 in 11:50
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    Sì Maicol, ma se ti lamenti degli immigrati clandestini, devi mettere in conto che possono arrivare in Italia tramite un altro Paese.
    Un modo come un altro per dire che il problema è più complesso di quanto ci fanno credere, e che delle impronte non è che risolvono poi molto…

    Comunque sia sembra che il Parlamento Europeo si sia opposto a questa legge da brivido. Meno male.

  • 13 Luglio 2008 in 08:18
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    Non capisco cosa ci sia di tanto sbagliato… Anche noi siamo schedati e registrati (vedi “Carta d’identità” !!! ), sarebbe una sorta di documento di riconoscimento per chi, credo, non sia in possesso di una C.I. come noi, ma che vive comunque in Italia ed è tra l’altro un minore.. Poi, a quanto detto da Maroni – ovviamente non so quanto sia veritiero – ,schederebbero solo quelli non altrimenti identificabili, non tutti indiscriminatamente. Boh…Vedremo.
    Saluti

    R.R.

  • 13 Luglio 2008 in 13:45
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    C’è di sbagliato che lo fanno con (contro?) una sola etnia, i ROM.
    Non TUTTI, ma I ROM.
    Un Capro Espiatorio, non sono nient’altro che questo.

    Il tuo sarebbe un bel ragionamento se schedassero TUTTI.

    E poi, siamo seri: i ROM sono NOMADI, e i NOMADI vagano. I NOMADI non vogliono essere schedati da nessuno stato.
    E, comunque sia, hanno il diritto di vivere così, come vogliono.

  • 13 Luglio 2008 in 23:53
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    Rispondo a E.M.
    Una persona si deve integrare nel senso che se va a vivere in un Paese che lo ospita deve accettare la cultura di quel Paese, e, casomai, cercare di far conoscere la sua cultura agli abitanti del territorio che lo ospitano. Non deve essere un’integrazione forzata, ma un rispetto condiviso di regole e costumi. Faccio un esempio: il fatto che i musulmani preghino tutti i venerdì sui marciapiedi in viale Jenner bloccando il traffico e invadendo i marciapiedi è una forma di violenza verso gli abitanti di quel quartiere. La soluzione? Andargli incontro, cercare un luogo più adatto che possa accoglierli e fare stare meglio sia loro, sia i cittadini che spesso non riescono nemmeno a varcare la soglia del portone. E’ un semplice esempio per far capire che non solo so gli immigrati ad aver problemi; anche i cittadini italiani hanno numerosi guai a causa di un’immigrazione senza regole e controlli. E non è facile a chi vive in una città violenta o in cui si delinque tutti i giorni dire che i reati sono calati dell’1,9%. Non solo non è facile, non ha proprio senso. Uno potrebbe ricordare che il 50-60% dei carcerati al San Vittore sono extracomunitari. Come la mettiamo? Probabilmente i problemi sono 2: gli italiani spesso rimangono impuniti, gli stranieri commettono reati maggiormente percettibili dalla popolazione e vengono incarcerati più spesso.
    Il reddito: è chiaro che a me non frega nulla di quello che guadagna il rom, l’albanese o il pakistano. Non sono io a doverlo sapere, ma lo Stato, in modo tale da avere con se la prova (o meno) di come riesce a vivere quella persona e la sua famiglia. Perché se sei in Italia, vivi in un appartamento in nero e non hai il becco di un quattrino come puoi pensare di sopravvivere? Lavorando in nero? Rubando? Una soluzione va senz’altro trovata.
    Chiudo dicendo che il messaggio che alcuni hanno voluto far passare è sbagliato: non si vogliono criminalizzare i rom e schedarli perché cattivi, ma procedere ad una loro identificazione, in modo tale da sapere chi sono, dove e come vivono. Dopodichè saranno informazioni custodite dalla Pubblica Amministrazione, riservate, ed utilizzate nei modi ritenuti opportuni e consentiti dalla legge.
    Io sarei il primo ad andare a depositare le mie impronte digitali; negli Stati Uniti se non dai le 10 impronte digitali non scendi neanche dall’aereo e torni da dove sei venuto nel giro di pochi secondi. Un minimo di controllo è opportuno! Poi se le prendono anche a me e te non vedo quale sia il problema; nulla da temere, forse servirebbe per aiutare le Forze dell’Ordine a risolvere molte indagini in modo rapido ed efficace.
    Saluti

  • 14 Luglio 2008 in 12:08
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    Ma infatti qui si discute per prima cosa che si parla ANCHE d’impronte digitali SOLO per i Rom. Perchè? Sinceramente non lo capisco. Ed è questa la questione raziale di cui si parla. Poi non capisco perchè uno debba accettare la cultura del territorio in cui si trova. Una persona deve seguire le regole, non violare le leggi e i diritti degli altri come in uno stato sociale, e questo basterebbe; poi uno decide cosa fare della propria e della altrui cultura. I casi dei musulmani che pregano per strada, se causa problemi non lo è perchè qualcuno non accetta una cultura, ma perchè causa dei problemi di convivenza reale (per risponderti sulla questione dei reati maggiormente recettibili dalla popolazione, guardiamo i problemi reali e sgomberiamo il campo da problemi secondari o semmai conseguenze di altri). Poi se ci sono di questi problemi perchè in Italia le moschea ufficiali sono 6 (!) e appena si parla anche solo di spazio di preghiera (che è diverso da mosche) si apre contemporaneamente un fascisolo su Al-Qaeda, bè lì si che è un problema di cultura (ma non degli immigrati) ma anche dello stato di diritto (diritto alla proria confessione), per rimanere nell’esempio della religione che purtroppo in uno stato laico incide così tanto. E partendo dal fatto dei problemi reali e non solo da quelli che percepiscono i cittadini, se l’immigrazione è senza regole o controlli, la colpa non è degli immigrati, ma di chi fa le regole, e dato che l’attuale legge sull’immigrazione è la bossi-fini, e dato che il governo prodi non mi apre abbia fatto molto meglio, e dato che adesso salta fuori questo provvedimento, la piantiamo di NON dare regole all’immigrazione, la piantiamo di notare problemi e non fare nulla o (meglio se parlo al plurale, anche se comunque in parte mi sento giustamente coinvolto) iniziamo a rispondere ai nostri problemi!?

  • 14 Luglio 2008 in 12:36
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    Per Trezzi: sicuro? Io so esattamente il contrario… Non è che alcuni Rom lo sono e altri no? Mmm…

  • 14 Luglio 2008 in 17:55
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    ZIC provo a risponderti provando a far emergere che i ROM non sono nomadi tranne alcune eccezioni
    mi avvalgo delle parole di un docente di etnia Rom.

    Spero questo sia utile per ribaltare il concetto:

    Esiste una discriminazione contro di noi che ha profonde radici culturali. Da sempre i rom sono un popolo perseguitato come lo sono stati gli ebrei. Ma per gli ebrei, dopo l’Olocausto che ha sconvolto l’opinione pubblica civile, qualcosa per loro è cambiato. Invece contro di noi rom vengono usati ancora pregiudizi ormai molto radicati, come quello del nomadismo.
    Ma noi non siamo nomadi.
    Se vuoi un esempio di un vero popolo nomade, posso citare i berberi.
    Noi siamo solo degli immigrati costretti a fuggire. Siamo dovuti scappare da tanti paesi perché ci perseguitavano.
    E oggi trionfano i pregiudizi.

    Per rendersene conto basta pensare che in Italia solo il 20% dei rom vive nei cosiddetti campi nomadi.
    Tutti gli altri vivono in case normali, hanno lavori normali, sono spesso professionisti o gente inserita nel mondo artistico.

    E poi io inviterei a riflettere anche sul concetto, sulla parola «campi nomadi».
    In realtà sono luoghi di segregazione. Campi-nomadi sono due parole dense di contenuti visto che campo ricorda molto i lager nazisti, mentre nomadi continua ad attribuirci una caratteristica che non è nostra.

    L’errore di fondo sta proprio nel considerare le popolazioni rom e sinte come popolazioni nomadi, che vogliono vivere nei campi nomadi e che non vogliono inserirsi nel nostro tessuto sociale
    I Rom e sinti, sono casomai nomadi per forza

    paolo
    http://www.esserevento.it/old/
    (leggi il pdf il rispetto è il primo dovere)

    già lo conoscete:
    http://www.osservazione.org/immagini/posterPDponticelli.jpg
    qualcuno prende pubblicamente le distanze?

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