Giustizia, questa sconosciuta
Venerdì 10 ottobre, alle ore 21, presso la sala conferenze della Banca Popolare di Sondrio, in via Amendola (angolo di via Previati), ci sarà la presentazione di “Toghe rotte”, con l’autore Bruno Tinti.
La parola giustizia è tra i vocaboli più usati dalla nostra classe politica, solitamente associata ad un altro abituè dei lor signori discorsi: emergenza.
Leggiamo e sentiamo di emergenza giustizia quando qualche caso giudiziario tocca la casta, ad esempio se un presidente di regione viene accusato di tangenti nella sanità o qualche ministro compare tra gli indagati di presunte frodi ai danni dei finanziamenti dell’unione europea. E tanto più sono in alto le cariche dello stato accarezzate dalle indagini tanto più si innalzano i cori di chi vorrebbe riformare la giustizia, magari separando le cariche dei PM e dei magistrati (soluzione tra le più gettonate) o sospendendo le pene per le quattro più alte cariche dello stato (per fortuna ogni uomo dovrebbe essere uguale davanti alla legge).
Mai nessuno però che prenda seriamente in considerazione il fulcro dell’inefficienza della nostra giustizia: i tempi dei processi sono lunghissimi, biblici, facilmente sfruttabili per arrivare all’agognata prescrizione.
Le lungaggini, come ci racconta Bruno Tinti in Toghe Rotte, sono frutto di tutta una serie di norme che di volta in volta hanno complicato la vita a che amministra la giustizia, andando più verso la tutela del presunto colpevole che non verso l’accertamento della colpevolezza.
La vera emergenza forse sta nelle attenuanti e nei riti abbreviati che generano sconti di pena eclatanti, nella macchina polverosa e arrugginita della burocrazia, nei giudici di buona volontà che fanno il loro lavoro ma vengono lasciati soli a combattere… tutto sembra allontanarci da uno stato di diritto e di certezza della pena dove viene garantito il rispetto delle regole.
Ed anche le varie “riforme” introdotte negli anni dai governi non hanno mai affrontato il nocciolo della questione. Però i politici hanno affrontato i loro di problemi: come nel 2002 quando sono state introdotte delle novità sul falso in bilancio che praticamente lo rendono un reato faticosamente perseguibile e con pene irrisorie. Come stanno facendo ora con il lodo Alfano e la riforma delle intercettazioni.
Toghe Rotte inizia come diario di esperienze e riflessioni di un giudice, facendoci partecipe dei conflitti di uomini e donne che devono amministrare un bene prezioso come la legge e poi vedono annullare i loro sforzi dal sistema.
Prosegue poi con esaurienti analisi sul funzionamento del nostro sistema giudiziario, spiegando ad esempio come si passi da un indagine al processo, facendo chiarezza su i tre gradi di giudizio (quasi quattro), illustrando i vari metodi per vedersi scontare la condanna.
Alessandro Riva
Toghe rotte
La giustizia raccontata da chi la fa
A cura di Bruno Tinti
Ciao QLL andate avanti così!. Se vi serve qualche vignetta satirica o fotomontaggio per sfottere il potente di turno contattatemi pure. Darò il mio contributo con piacere.