Don Quichotte a chi?

Don Quichotte a chi?

La presidenza francese di turno dell’Unione Europea ha chiesto e ottenuto che si ponga più enfasi sull’efficienza ed il risparmio energetico (1). Mi chiedo quanto la stessa “Europa” che propone il trattato di Lisbona possa promuovere una efficace e valida politica di risparmio energetico, e in effetti qualche commento soprattutto sulla “apertura dei mercati dell’energia” si potrebbe anche farlo (2), ma tutto sommato si può considerare la direzione presa come qualcosa di positivo.
E l’Italia? Beh… la reazione di Berlusconi non si e’ fatta attendere (3), infatti dice: “gli impegni che l’Unione Europea si era data sotto presidenza tedesca oggi si confrontano con una crisi nella quale siamo. Non crediamo che questo sia il momento per andare avanti da soli e fare i Don Quichotte”
Apro una parentesi: ma la presidenza attuale non e’ francese? (4) Bah, forse è un refuso di Repubblica.it, ma d’altra parte cosa ci si può aspettare da un primo ministro che in visita ufficiale negli Stati Uniti “turba i mercati azionari con notizie che dice di aver sentito alla radio”, pur di giustificare le sue affermazioni contraddittorie? (5.1) (5.2)
Anche fosse un errore di Repubblica.it la sostanza non cambia: Italia e Polonia (quest’ultima infatti basa il suo fabbisogno energetico sul carbone) non ne vogliono sapere di ridurre le emissioni e/o i consumi.
A detta di Berlusconi (ma non solo) questo porterebbe bloccare la nostra economia che non potrebbe sopportare i maggiori costi. Confindustria si è affrettata a dare manforte al Premier producendo uno studio che quantifica in 180 miliardi di euro fino al 2020 il costo che peserebbe sulle imprese italiane a causa delle nuove misure. (6)
Ed è questo il punto che non capisco. Per quale corto circuito mentale il fatto di aumentare l’efficienza energetica e quindi di RISPARMIARE energia dovrebbe farci spendere di più? Non si chiama risparmio energetico per nulla… significa che possiamo spendere meno, non di più!
In questo credo abbiano una gran colpa le organizzazioni ambientaliste. Con gli anni ci hanno convinto che quello che è corretto per l’ambiente e moralmente giusto deve costare di più. Beh questo è semplicemente una balla.
Anzitutto, come spiegato nel rapporto Stern (7), redatto non da fanatici ambientalisti bensì da economisti, gli eventuali sforzi economici prodotti nell’immediato per ridurre gli effetti dei mutamenti climatici futuri saranno inferiori ai costi che quegli stessi mutamenti, se non contrastati, determineranno.
Soprattutto però sono innumerevoli gli esempi secondo cui investire nell’efficienza energetica non solo darebbe un bilancio costi/benefici positivo, ma addirittura incentiverebbe l’economia stessa.
Ad esempio cambiare le lampadine dei semafori usando la tecnologia a LED ridurrebbe notevolmente i consumi (si parla dell’80%) e i costi di sostituzione delle lampadine che durano 80.000 anziché 2000 ore. Ma questo è solo un esempio banale. Pensate a quanti posti di lavoro “sani” si possono creare costruendo edifici a basso consumo, installando sistemi di micro co-generazione, pannelli solari, etc.-
Si sente anche tanto parlare di concorrenza sleale dei produttori cinesi/indiani. E’ vero ma pensiamoci un attimo: noi non possiamo spedire i nostri tetti in Cina perché vengano coibentati, dobbiamo farlo noi, sul posto! Quanto lavoro possiamo creare in questo modo?
Un’obiezione può essere quella del costo iniziale che verrebbe ammortizzato in un periodo troppo lungo. Beh spesso questo periodo è più breve di quello che si pensa, e poi esistono già società e banche che si accollano il costo dell’operazione per poi guadagnare grazie alle bollette molto meno salate che i cittadini, aziende e pubbliche amministrazioni si vedranno recapitare. Caspita si darebbe lavoro anche alle banche che ora certo non navigano in buone acque…

E in questo panorama come si posiziona Lecco? Beh piuttosto male. Nel 2005 Lecco era al primo posto nella classifica dell’Ecosistema Urbano. Nella stessa rilevazione, pubblicata recentemente sul Sole 24 Ore, nel 2008 è al 44esimo posto su 103. (8)
Beh che dire… dopo tutto siamo in linea con l’andamento del paese: nonostante L’Italia aderisca al protocollo di Kyoto e abbia promesso di ridurre le emissioni del 6,5% entro il 2012, in realtà le abbiamo aumentate del 13% nel periodo 1990/2005, ottimo lavoro!

Maicol Bonfanti

Fonti
(1) ec.europa.eu
(2) decrescitafelice.it
(3) repubblica.it
(4) eur-lex.europa.eu
(5.1) italiadallestero.info
(5.2) bloomberg.com
(6) ilcorrosivo.blogspot.com
(7) ecoalfabeta.blogosfere.it
(8) merateonline.it

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