La demonizzazione dell’avversario

Siamo abituati a vivere film, libri, fumetti, favole, cartoni animati e quant’altro come una eterna attesa della sconfitta del Cattivo di turno.
Che siano mostri, persone, dinosauri, streghe o chissà chi altro, vivendo una avventura si sta irrimediabilmente dalla parte del Buono e ci si identifica in esso pressochè totalmente, identificando così il nemico del Buono come il nostro Nemico.
Ora non dico certo che in film, libri ed affini non ci siano lezioni, spunti interessanti e principi morali, però va detto che nella stragrande maggioranza dei casi c’è sempre un nemico. Tutto si riduce all’eterna lotta tra il Bene ed il Male.

Bisogna sottolineare che questo aspetto è da sempre penetrato anche nella “normale” vita quotidiana del cittadino. Tra partite di calcio, lavoro, rapporti sociali e molte altre cose si riscontra sempre più la cosiddetta “Demonizzazione dell’avversario” e la competitività è alle stelle. E finchè si tratta di sport non ci vedo nulla di male. Tuttavia ultimamente si nota con disgusto che la nostra politica è uno sport. Senza offesa per lo sport.

Pensiamoci bene: a cosa si riduce ultimamente (ma neanche troppo) l’immagine che il cittadino italiano ha della classe politica italiota? Ogni esponente di partito non fa altro che sparare sentenze solamente sulle forze avversarie, sul Nemico. Autocritica? Macchè! Si contesta solo “per partito preso”, non si cerca compromesso, ci si dimentica che si dovrebbe agire nell’interesse dei cittadini. Questo aspetto è considerato da molti scienziati politici come uno dei requisiti per una buona accountability, cioè un buon livello di legittimazione della classe politica da parte del popolo elettore. Alla luce di ciò, possiamo forse considerare accountable la nostra èlite politica? Ai posteri l’ardua sentenza…

Ogni volta sentiamo dire da portavoce e parlamentari: “questo è un classico esempio di ciò che la sinistra pensa”, “la destra sta distruggendo tutto”. Frasi trite e ritrite, sentite milioni di volte che si risolvono sempre senza un nulla di fatto, visto che cadono nel vuoto essendo reciproche ed identiche. Se scambiassimo le parole Destra e Sinistra, così per gioco, ci accorgeremmo che le frasi sono assolutamente intercambiabili. Eccola la Demonizzazione, ecco l’incredibile agonismo che caratterizza la banda sgangherata che ci rappresenta. Si cerca sempre qualcuno con cui prendersela e contro cui legiferare piuttosto che impegnarsi seriamente per ottenere qualcosa di buono. Lo dimostrano le numerosissime leggi “ad hoc”.

Ripensiamo ad un importantissimo esempio di mediazione e compromesso politico in Italia: la nostra Costituzione. Nel lontano 1946, all’epoca della Costituente, assemblea fortemente frammentata, fu redatto questo documento straordinario, proprio frutto della mediazione tra le diverse forze politiche (a titolo di esempio cito il voto favorevole del PCI alla costituzionalizzazione dei Patti Lateranensi) e tutt’ora documento di estrema attualità. Se la nostra Carta Costituzionale fosse amata, seguita ed applicata magari non si risolverebbe tutto, ma buona parte dei problemi odierni. Perchè? Perchè ricerca un Interesse con la I maiuscola, perchè non persegue un interesse di parte. Un insensato interesse di destra o di sinistra.

Perchè demonizzare il Nemico? Perchè non tentare di scavalcare gli ostacoli anzichè sbatterci contro fino a travolgerli? E’ necessario qualcuno con cui prendersela sempre e comunque?

La politica non è uno sport. E’ tutt’altra cosa. E se questa è l’attività nobilitante di Cicerone e di Machiavelli, beh, credo che questi ultimi si stiano rigirando nella tomba. C’è ben poco di nobile nella politica attuale.

Detto questo, che si può fare? Noi, pesciolini nell’oceano alle prese con squali enormi, come possiamo dire che non ci stiamo? Come possiamo aspirare a qualcosa di meglio? La soluzione è una sola: farsi sentire, farsi sentire con argomentazioni ragionate, farsi sentire in modo tale che chiunuqua condivida la nostra idea si possa aggregare a noi per farla crescere. In tanti deboli contro pochi forti, se si è uniti, qualcosa si può fare.
Mi si può ribattere che ho detto la parola “contro” e che ho individuato un avversario.Tuttavia noi non siamo in situazione di parità con i nostri fantomatici rappresentanti-banderuola. E se vogliamo esserlo un pò bisogna lottare.
Senza però mai arrivare al paradosso latino: “se vuoi la Pace, prepara la guerra”.

Nicola Fumagalli

13 pensieri riguardo “La demonizzazione dell’avversario

  • 30 Dicembre 2008 in 10:17
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    L’accusa all’avversario è una tecnica fondamentale per mantenere inalterata la risposta elettorale e per fomentale gli elettori, spingendoli verso l’individualismo, a discapito della collaborazione con gli “avversari”.
    Vi riporto uno stralcio dell’intervista a “Orlando Prina” (classe 1919, di Canzo) tratta dal libro “Taccuino degli anni difficili in Alta Brianza e Vallassina”; credo metta in luce la capacità di cooperazione per l’interesse comune anche fra persone di indirizzo politico diverso.
    […]
    Nella primavera del 1944 abbiamo costituito il CLN di Canzo. Eravamo in quattro, cioè io Prina Orlando, Pellizzoni Romeo, Raverta Giuseppe e Castellazzi Armando. Ci trovavamo in casa del parroco o nelle varie abitazioni dei partecipanti.
    In queste riunioni si preparò la Giunta della Liberazione. Fu designato come sindaco il prof. Manzoni (liberale). Ponzoni Luigi doveva essere vice-sindaco (democristiano), assessori Zappa Carlo (comunista), Corti Alfonso (socialista, zio di Remo Sordo), io Prina Orlando (rappresentate del CLN)
    […]
    Il 25 Aprile, al suono delle campane di mezzogiorno, noi del CLN salivamo le scale del comune di Canzo. Dicemmo al segretario che da quel momento il comune sarebbe stato sotto la nostra amministrazione.
    Il pomeriggio ci fu la prima riunione di giunta.
    Per approvvigionare il paese decidemmo di andare a comprare della farina con i soldi della vendita dei cavalli lasciati dalle SS.
    La “Giunta della Liberazione” ha governato il paese per un anno, la sua composizione era stata stabilita dal CLN.
    Questa fu la prima “Giunta della Libertà”.

  • 30 Dicembre 2008 in 21:23
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    Attaccare una persona un gruppo di persone perchè si pensa che faccia qualcosa di sbagliato è giusto… E’ sbagliato quando si degenera e lo si fa per altri fini non giudati dall’onestà intellettuale ma solo dalla sete di potere o di diffamare chi si ha di fronte. Quindi sì alle accuse precise motivate, No alle frasi generichè false in cui chi parla può essere complice di chi viene accusato .
    alex

  • 31 Dicembre 2008 in 13:04
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    Non è che la demonizzazione dell’avversario è il modo più facile che i politici hanno di fare visto il vuoto di idee e, in molti casi, l’incompetenza che li caratterizza?
    Oppure è un semplice siparietto dato in pasto ai media e servito al popolo bue?
    Non potrebbe essere il modo di agire più efficace che i vari consulenti di comunicazione hanno trovato loro per interagire con gli spettatori?

  • 1 Gennaio 2009 in 23:54
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    Peccato che anche Quileccolibera cada nella rete del buonismo d’accatto.
    A destra siamo abituati ad essere “demonizzati”e mai abbiamo fatto un piega.

    O forse solo contro di noi la demonizzazione è lecita e consentita?
    Fatevi un esame.

  • 2 Gennaio 2009 in 17:30
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    Ah, voi siete al riparo sempre? Si voleva criticare la posizione di qualsiasi parte, componente o partito della classe politica di Bananas.
    Come voi siete oggetto di demonizzazione, così perpetrate questo fatto anche nei confronti di chi vi ha demonizzato. Che magari vi ha demonizzato perchè voi lo avevate demonizzato. e così via.
    E visto che mi sembra stupido sapere se è nato per primo l’uovo o la gallina, facciamo che la piantiamo di morderci la coda a vicenda.
    Riprendendo l’intervento di Alex Buzzella si possono fare critiche certo, la demonizzaizone è un’altra cosa. Guarda qualsiasi TG e la vedi in qualsiasi affermazione, si cerca solo di screditare l’avversario. Questa la chiameresti forse “sana competizione”? Io direi invece che sembra di assistere ad un asilo nido. Ci manca solo che qualcuno dica “ora ce lo vado a dire alla maestra” e il quadro sarebbe completo!

  • 3 Gennaio 2009 in 12:11
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    Giusto per confermare che si demonizza la giovane destra
    segnalo che loro, veramente, non fanno una piega. Fanno un reset e cancellano i post di chi – con nome e cognome – li accusa con prove inconfutabili e oggettive della loro pochezza e cialtroneria.
    Loro censurano perche sperano che chi legge il loro blog li veda come dei buonisti

    Questo di seguito è il post che hanno censurato gia’ 10 volte. Demonizzante?

    “Solo per segnalare, per chi avrà la rapidità di leggere questo messagio prima della prossima censura, che i retaggi del passato emergono con forza nei gestori di questo sito che hanno censurato PER LA DECIMA VOLTA, un messaggio di un utente registrato e quindi conosciuto, solo perchè esprimeva, con correttezza ed educazione, un opinione diversa ed invitava a chidere info sull’oggetto del post all’ex collega di partito e presidente di linee Lecco Fabio Dadati dadati@promo.it

    Avendo torto avete preferito censurare cancellando il messaggio
    non vi fa onore. E vi delegittima davanti agli avversari e davanti a voi stessi se avete un minimo di dignità.
    Non pote accuasare gli altri di essere furbie di fare i loro interessi quando, nel vostro piccolo, usate gli stessi metodi per trarre vantaggi (piccoli o grandi che siano).

    Suggerisco di mettere un pre-filtro per i msg. E’ più dignitoso.
    Evitate di fare domande se non siete in grado di capire le risposte.

    ugomoi. paolo trezzi

  • 3 Gennaio 2009 in 14:26
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    La questione è spinosa e rischia, a mio parere, di esser un pò travisata.
    Un conto è la distinzione ideologica che deve esserci nello scontro politico; un altro conto è invece il ricorso alla miope opposizione formato “spam” per cui ogni leader di partito vomita sentenze ottuse per ben figurare e ben ridurre a paccottiglia il tiggì di turno.
    Un conto è l’esser su posizioni differenti e combattersi, anche aspramente (ovviamente in metodi democratici e liberali); un altro conto è esser su posizioni somiglianti (affaristiche, lobby, interessi comuni) e finger di combattersi con frasi fatte e concetti da bambini delle elementari.
    La Politica italiana merita un discorso tutto particolare. La classe politica media è composta da personaggi che di ideologico han ben poco. Piuttosto si ritrovano uniti su questioni a tinte fosche e che al cittadino elettore interessano ben poco.
    In sintesi: davanti alla telecamera del Tg di regime simulano un duello duro che poi all’interno della stanza dei bottoni evapora magicamente.
    La demonizzazione che Nicola lamenta è, secondo me, una fictio bella e buona. Ovviamente esistono partiti e singoli uomini politici che credono nella loro battaglia e son ridotti a doverla esprimere in quei tragici 5 secondi da informazione all’italiana; sta di fatto che nella maggior parte delle ipotesi il ricorso alla demonizzazione serve solo per gettar fumo negli occhi dell’elettore.
    Fingo di esser così fortemente difforme per potermi poi ritrovare concorde nel più inaspettato dei silenzi.
    Penso alla questione Giustizia, Legalità, antimafia e via elencando.

    In linea generale però non credo che il problema della politica nostrana sia la demonizzazione. Ritengo invece che il cancro sia la complementarietà taciuta che puntualmente riemerge e il totale appiattimento ideologico delle formazioni partitiche nonché la scelta (anche del vecchio PCI) di barattare la formazione intellettuale della base elettorale in favore – invece – dell’unica regola accettata da questa politica formato catino: i voti.
    Per procacciarsi voti è più facile produrre pochi e generali concetti. Magari pure fasulli o mistificati. Rincorrersi lungo finti scontri per poi potersi sostenere quando si tratta del proprio orticello.

  • 4 Gennaio 2009 in 12:59
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    Nicola, rinnovo i complimenti che t’ho fatto ieri sera. Prossimamente, come t’ho detto, ti risponderò, magari ci provo anche io sotto forma di articolo.

  • 4 Gennaio 2009 in 14:46
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    Secondo me i politici della casta (i protagonisti della scena, quelli che si vedono sempre in tv, quelli che da decenni son sempre lì) sono ormai “solo” degli abilissimi comunicatori, degli uomini di marketing con il compito di vendere delle “idee” a sostegno del loro potere e del tornaconto economico loro e di chi li sostiene. Per questo, come scrive Duccio, sono interessati solo al voto: è la loro moneta. Abbiamo esempi su esempi ogni giorno con i servizi dei tg nazionali dove gli onorevoli di turno vanno di botta e risposta.
    Quanto mi piacerebbe essere smentito…

  • 6 Gennaio 2009 in 16:56
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    E’ vero, la demonizzazione agisce quasi solo in apparenza, nel nostro paese.
    Lo scontro ideologico sta inevitabilmente scadendo a favore di un connubio basato su sordidi interessi, quale fu la fase finale di convivenza tra Dc e il Partito Socialista e rivelatosi nei recenti scandali di abboccamenti e passaggi di partito.
    Ma non si tratta solo di voti, l’ attuale fenomeno di compiacenza extra-partitica trascende i pur numerosi accordi tra gli inconciliabili Dc e Pci e la stessa buona volontà della redazione costituzionale. Si deve infatti ricordare l’ intenzione di Togliatti di fare aperta battaglia, poi sconsigliata da Stalin, conciliante con gli Alleati e incapace di offrire appoggio, data l’ inaffidabilità di Tito.

    Quello in corso in Italia è un semplice fenomeno di uniformizzazione ad un modello vincente, quello di Forza Italia.
    L’ attuale Pdl dalla sua nascità è sempre stato un confuso coagulo di anime diverse : comunisti, radicali, democristiani, fascisti … tutti uniti nell’ unico interesse di costruire una lobby inattaccabile, processo esemplificato dalla presenza tra loro di agenti addirittura apparentemente apolitici, miranti solo alla conquista di più potere : Ghedini, Previti, Dell’ Utri …
    La politica italiana ha quasi totalmente perso la concretezza dello scontro, injfluenzata dal questo sciagurato modello di convivenza politica. La demonizzazione è ridotta a puro strumento per spettacolarizzare la politica agli occhi dei cittadini.

    Non auspico certo un ritorno, se ce mai stato qui, ad un modello a blocchi contrapposti, ma invito ad impegnarci all’ eliminazione di un’ anomalia capace di infettare l’ intera classe politica italiana, rendendo vani i distinguo di sorta e imponendo la logica del puro interesse.

  • 6 Gennaio 2009 in 23:56
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    Nessuna demonizzazione da parte del PD verso Craxi? Dopo lo scandaloso servizio di canale 5?

  • 7 Gennaio 2009 in 21:27
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    “Per procacciarsi voti è più facile produrre pochi e generali concetti. Magari pure fasulli o mistificati. Rincorrersi lungo finti scontri per poi potersi sostenere quando si tratta del proprio orticello.”D.F.
    Hai detto bene! E credo si sappia chi è il più bravo a farlo, il signor Silvio 72% .

    Ma questa situazione di “falsa” politica può accadere quando un altro strumento democratico non funziona …
    L’ Informazione, quella che bacchetta chi dice cavolate e prende in giro gli italiani , non quella che assorbe come una telecamera tutto quello che si trova davanti senza ragionare e poi la ripropone agli altri, almeno fedelmente si spera. Può sembrare un tema scontato per quanto sia fondamentale … ma per esperienza ho capito che il legame informazione politica viene sottovalutato o addirittura ignorato ! Una cosa strana, perchè a portarli in questa situazione è proprio l’informazione di massa che loro sottovalutano .

  • 7 Gennaio 2009 in 23:47
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    Pur ritenendo la tesi generale dell’articolo – ovvero la necessità di rifiutare la demonizzazione dell’avversario fine a se stessa – totalmente condivisibile, ritengo anche che questo problema sia l’ultimo dell’Italia di oggi (e di sempre: chi ha illusioni sul nostro passato – esclusa la costituente – e eccessivo ottimismo verso il futuro si legga Il Ritorno Del Principe di Scarpinato). Perchè la nostra è un’Italia di inciuci e di accordi sottobanco, di finte divergenze tra governo e opposizione, di finta dialettica politica, dove il dialogo è più che altro un monologo (di chi ha il potere mediatico e politico a cui quasi tutta la casta deve qualcosa: Berlusconi), in cui perfino il linguaggio viene coniato e stabilito da un’unica parte politica e poi ripetuto dall’altra (e qui sappiamo tutti a chi ci stiamo riferendo) a pappagallo. Il termine “antiberlusconismo” è l’esempio lampante di questo meccanismo: nato nei giornali e nei circoli “culturali” (molto tra virgolette) Berlusconiani per delegittimare e far apparire demonizzante anche le più logiche osservazioni sull’incompatibilità tra il sopra citato e la democrazia, viene ora usato a piene mani (o bocche) dalla sinistra stessa, che non fa che auto zittirsi e spingere verso un appiattimento ideologico sul modello del suo avversario. Ora, le possibili spiegazioni di questo atteggiamento politico della sinistra nostrana sono due: o è masochista (e sì, forse lo è sempre stata un pò) o anche lei, da questo comportamento, trae dei vantaggi, ha un tornaconto. E dal momento che non è certo elettorale (è evidente che questa strategia non è vincente e non convince l’elettorato: è una strategià suicida da questo punto di vista) deve essere di qualche altro tipo (e di che tipo lo lascio immaginare a voi). In conclusione, pur essendo d’accordo con l’articolo di Nicola e non desiderando affatto una politica sul modello rissa da bar, spero davvero che un giorno ci sarà maggiore “scontro” nella nostra politica: certo uno scontro rispettoso, intellettualmente onesto ed argomentato (in una parola democratico), ma pur sempre uno scontro, nel quale si possano individuare differenze, pluralità di vedute e di soluzioni, e quindi alternative vere per noi elettori.

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