Lo sterminio di Gaza
DOMENICA 11 GENNAIO DALLE ORE 17.30 PIAZZA XX SETTEMBRE A LECCO: PRESIDIO DI PACE
LA VIOLENZA NON FA CHE GENERARE ALTRA VIOLENZA.
CESSARE IL FUOCO NELLA STRISCIA DI GAZA.
Ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza in questo momento non è che l’ultimo di innumerevoli episodi di violenza efferata figlia di politiche sconsiderate e di un doppiopesismo ingiustificato.
Il silenzio americano e l’inazione europea – nonché lo scarso potere dell’ONU – non fanno che acuire e peggiorare lo status quo mediorientale. Israele sta portando avanti bombardamenti feroci.
Bambini, donne e anziani stanno morendo sotto bombe o missili lanciati da aerei o carri armati. Scuole, ospedali, gallerie, dighe, centrali elettriche sono sotto attacco da diverso tempo. In questi giorni particolarmente.
Le violenze di Hamas non hanno motivo per esser giustificate. La reazione sconsiderata di Israele va condannata pubblicamente e ne va richiesta l’immediata cessazione. L’odio non lo si combatte con le bombe. L’odio lo si sconfigge con la politica matura di un paese veramente capace di affermare i propri valori democratici e liberali.
La Democrazia non si esporta con le bombe. Tanto meno col fosforo bianco o con le cluster bombs. Nell’area mediorientale urge un confronto serio e volto sinceramente alla risoluzione del conflitto. Le guerre del ’48, del ’67 e del 1973 hanno visto il commettersi di violazioni non ancora sanate nonostante risoluzioni ONU incontrovertibili.
Affermare tutto questo non è antisemitismo. Anzi. Rispettiamo il popolo d’Israele così come il popolo palestinese e proprio per questo chiediamo ad alta voce un gesto di maturità nonché di civiltà: cessare il fuoco.
ADESSO E PER SEMPRE
Scarica e diffondi il volantino.
Per informazioni su quel che sta accadendo nella Striscia di Gaza vi consigliamo questo sito: guerrillaradio.iobloggo.com
Ottima iniziativa, non si può stare a guardare e basta…
Vero, le violenze di hamas non possono essere giustificate in alcun modo, ma trovo che saremmo ciechi se non ammettessimo che esse sono state pungolate da anni e anni (quasi 50 ormai) di assurde politiche internazionali più che israeliane, le quali non hanno fatto altro che spingere molti palestinesi a mettersi dalla parte di hamas; su questo a mio parere bisogna riflettere più che da che parte stia la ragione,che nella violenza non sta mai da nessuna parte.Ad esempio mi pare d’ uopo ricordare come le ultime elezioni palestinesi siano state forzatamente anticipate dalle pressioni degli U.S.A. , che subito dopo la vittoria di Hamas(abbastanza scontata dato il clima che si respirava)hanno ufficialmente non riconosciutol’ esito di tali “libere ” elezioni: ma allora mi chiedo, perchè anticipare così forzosamente le elezioni, forse per avere un appiglio in più per generare disordini???..beh secondo me inequivocabilmente si.Perchè noi piccoli e umili cittadini possiamo anche dire che la guerra è ingiusta da ambo le parti, indipendentemente dai motivi che l’ hanno causata, possiamo appellarci al buon senso, ma finchè chi ha il potere di prendere decisioni a riguardo e di essere influente strizza l’ occhio ad uno dei due contendenti i nostri rimangono appelli al vuoto(si, siete liberi di leggere anche la critica nei confronti di Barack”ponzio pilato” Obama, ma daltronde non mi aspettavo tuto sto cambiamento solo perchè è di un colore diverso rispetto agli altri presidenti che l’ hanno preceduto)
Mauro
Denaro e potere, potere e denaro: i veri motivi per i quali si fanno le guerre.
Star qui noi a discutere chi ha più torto o ragione su uno scontro che dura da decine e decine di anni, che senso ha?
Tanto sappiamo che le vittime da una parte e dall’altra verranno fatte tra i civili, mentre i leader prezzolati stringono mani e partecipano a riunioni con i politici stranieri di turno.
Bè dire che le politiche assurde sono state più di tipo internazionale che israeliane penso che come frase debba essere rivista. Se proprio parliamo di “assurde (in senso di terroritische e omicide) politiche israeliane appoggiate dalle quelle internazionali”. Israele a tutte le sue colpe e quindi dobbiamo stare molto attenti anche nella dialettica a dare il giusto peso a ogni cosa. Lo stesso andrebbe detto per gli atti di Hamas. A livello istituzionale tale e quali a quelle del governo Israeliano, Usa (in Iraq), Russo (Cecenia): ossia leggitimate a livello democratico. Non voglio giustificare le guerre, anzi, lungi da me, le odio, ma semplicemente cerchiamo di vedere il movimento di Hamas non solo come un semplice gruppetto terroristico contro uno stato intero. Magari a livello di risultati e mezzi sì, ma non di certo per il peso interno che ha.
Seconda cosa, le guerre e la violenza di certo sono inumane, ma purtroppo bisogna comunque attentamente andare a vedere bene la situazione: cosa vuol dire essere palestinese oggi, cosa vuol dire vivere chiuso da un muro invalicabile e soprattutto nel silenzio generale e quindi e nella totale iimpotenza.
Le guerre sono sbagliate certo, ma distiguiamo perchè comunque anche la guerra di Liberazione italiana è stato un atto di violenza, e al di là dei bui che l’hanno aimè caratterizzata, va detto che anche nei più semplici ed eroici esempi di partigiani che combattevano SOLO per la libertà (penso ad esempio ai numerosi preti), si trattava lo stesso di una guerra e di scacciare un oppressore in senso fisico e politico/morale.
Anche di fondo la guerra partigiana può essere detta sbagliata, ma di fronte alle motivazioni legate ad essa, oltre a comprenderla e inserirla in un preciso quadro storico, bisogna dire perlomeno che non lo era del tutto.
Non so se dicendo così ammetto comunque una giustificazione alla violenza. So di certo che io non ho alcun motivo per praticarla, alcuna motivazione valida e la credo controproducente. Ma per un ventenne, con il padre morto 10 minuti fa dall’ultimo bombardamento e che mentre tu stai leggendo è ancora sotto le bombe ed è in preda alla disperazione, al pianto e alla rabbia, a quel ragazzo io credo che non direi nulla riguardo ad un suo gesto violento, almeno fino a quando i terroristi, che stanno dall’altra parte e che hanno in mano ogni decisione di questo conflitto, sia propria sia (tramite i rapporti dei servizi segreti con i terroristi palestinesi) sia del fronte avversario, non avranno finito di sparare. FIno ad allora io non condannerò un ragazzo palestinese che si fa saltare in aria ma solo le armi e i voti elettorali del potere sionista israeliano.
Purtroppo c’è da chiedersi a quale tipo di pace vuole arrivare Israele. Perché quì non si capisce.
Siamo abituati a pensare che sia giusta la via di “due popoli, due stati”, ma purtroppo temo che questa sia solo un sogno occidentale, non molto condiviso dalle classi dirigenti Israeliane.
Negli articoli sul mio blog spiego meglio la mia posizione, che non riporto per motivi di lunghezza, tuttavia è pensabile che Israele goda dell’instabilità politica palestinese e del governo di Hamas più di quanto non sembri. Forse perché in questo modo può giustificare di fronte all’elettorato e all’opinione pubblica internazionale le occupazioni dei territori in nome della sua sicurezza.
E’ chiaro a tutti che nel momento in cui la pace si facesse durevole, partiti politici palestinesi più moderati vincerebbero le elezioni e potrebbero stringere relazioni internazionali con altri stati arabi ( come l’Egitto, su cui hamas non può fare affidamento, in quanto distaccamento palestinese della Lega dei fratelli musulmani ) e combattere con la forza della legge i gruppi estremisti interni.
Data la conduzione della guerra o le cose stanno così, oppure hanno in mente di eliminarli tutti.
L’interpretazione data che Israele voglia solo mostrare le unghie e i denti per dimostrare di non essere debole di fronte a tutto il medio-oriente non mi pare che stia in piedi, in quanto sa bene che in questo modo alimenta i gruppi più radicali della zona, da Hamas a Hezbollah, portando nei fatti un aumento ( almeno nel medio periodo ) degli attentati terroristici ( o atti di guerriglia ).
Ci vorrebbe che le forze internazionali scegliessero i confini e ci piantassero gli eserciti per garantire ad Israele la sicurezza e ai Palestinesi la vita. Tuttavia Israele non vuole l’internazionalizzazione della guerra, perchè ?
Ma va bé, domande troppo grosse per chi, come me, di politica internazionale non ne sa troppo.
Speriamo in Bene
“Ma per un ventenne, con il padre morto 10 minuti fa dall’ultimo bombardamento e che mentre tu stai leggendo è ancora sotto le bombe ed è in preda alla disperazione, al pianto e alla rabbia, a quel ragazzo io credo che non direi nulla riguardo ad un suo gesto violento”
è esattamente ciò che stavo dicendo:essendo già il popolo palestinese pieno di rabbia(non tocca a me poi pronunciarmi sulla legittimità o meno di tele rabbia)trovo davvero ASSURDO giusto per ripetermi che questa rabbia sia costantemente e sadicamente pungolata, quando poi esplode……ecco I TERRORISTI !
Israele (inteso come i governi che si son succeduti) sta conducendo questo sterminio e questa resa in campo di concentramento allo scopo unico di fomentare l’odio ancora di più nella zona mediorientale. L’obiettivo principale è quello di radicalizzare il confronto così da poter far leva sulla paura dei cittadini e sul comodo escamotage del nemico vicino ed efferato.
Se davvero volesse ribaltare Hamas lo farebbe mostrandone la violenza gratuita e ingiustificata restando disarmato e richiedendo soltanto una pace vera e conforme alle risoluzioni ONU degli anni passati (come minimo).
Le violenze di Hamas – che ha vinto elezioni democratiche – non vanno giustificate. Altro discorso è il comprenderle. Non vanno giustificate perché s’ama la pace tra i popoli. Possono esser comprese per il principio di sovranità e d’ingiustizia subita.
Dal 1948 il popolo palestinese non trova giustizia. Israele s’è visto riconoscere uno stato che i palestinesi ancora non possiedono.
La comunità internazionale, Obama (detto amichevolmente “a ridatecè il cambiamento”), l’ONU stesso, l’UE son solo ridicoli attori di uno spettacolino di cui ormai si conosce bene il canovaccio. Israele è la vittima e Hamas il carnefice. Quanto di più sbagliato. Il silenzio o peggio ancora le bugie da tiggì son la regola.
Ma non perchè i ruoli siano invertiti. Quanto perché la logica “partito preso” è il miglior sostegno dei fautori di odio e di guerra.
Aver l’onestà di riconoscere i comuni errori (di entità molto diverse però) e rivendicarne la risoluzione pacifica è l’unica strada percorribile per chi ha a cuore le sorti di migliaia di persone innocenti.
Mi riservo però di riflettere sulla maturità d’un paese che si proclama baluardo di democrazia. Come Israele. La maturità di intavolare un serio banco di pace non c’è mai stata. Una trattativa ferma ma con le armi deposte non c’è mai stata.
Bombardare pescherecci, scuole, asili, gallerie, ospedali, lanciare cluster bombs o utilizzare il fosforo bianco è da criminali di guerra. Specie se nel bel mezzo d’una tregua. Nel momento in cui poi ci si serve dell’informazione di regime per pararsi le spalle ci si pone ancor più in basso degli attacchi missilistici di Hamas.
Il popolo israeliano e quello palestinese non meritano questa strage continua. Gli israeliani non meritano di passare tutti come carnefici o criminali. I palestinesi non meritano di crepare o bruciare vivi nella propria terra.
“Fermatevi ora, fermiamoci tutti”, così recitano alcuni foglietti appesi alla Casa sul Pozzo.
Guardatevi il sito di Vittorio Arrigoni. Guardate i bambini morti ammazzati. Bruciati o arsi vivi.
La guerra è questa roba qua. guerrillaradio.iobloggo.com
Duccio
è triste vedere un popolo fiero come quello arabo essere calpestato ancora una volta dalla forza delle armi occidentali.
questo è stato l’ultimo tiro mancino di bush.
il suo tempo è finito speriamo cambi qualcosa…
ho visto le foto e letto le parole di arrigoni e, unite alla forza che quel popolo che veste colorato con kefiaah nere e rosse ha su di me,
ho scoperto che solo noi con la nostra denuncia possiamo mantenere viva l’attenzione
e il ricordo di quei martiri che lottano e muoiono per un ideale e si uccidono per proteggere le loro famiglie da quelle truppe armate fino ai denti con armi di ultima generazioen mada in usa.
ricordo solo un dato, che è testimone di uno strazio infinito.
220 bambini uccisi dalle mire espansionistiche di un popolo che sicuramente in passato ha sofferto, ma che adesso sà
solo far soffrire, senza ricordarsi ciò che significa.
m’importa.
“… il giorno che il fratello / disse all’altro fratello: andiamo / ai campi…/ t’ho visto: eri tu / con le tue meridiane di morte…” (s.q.)
DOMENICA 11 GENNAIO DALLE ORE 17.30 PIAZZA XX SETTEMBRE A LECCO: PRESIDIO DI PACE
speriamo di essere in tanti … anche se l’aria puzza un pò
Bella l’iniziativa di oggi, ben riuscita. Non era tanta la gente, o almeno, era il numero di persona che c’è di solito ad iniziative del genere. Lecco dorme, ormai lo sappiamo. Il che vuol dire che l’adesione è stata buona… E poi questa cosa doverosa è stata fatta, questo è un messaggio importante. Lecco dorme, ma non tutta la città. Peccato solo per il mancato collegamento con Gaza…
Alla prossima, bravi gli organizzatori!
Ciao, il tuo blog aveva aderito alla catena di blog contro l’art 29 del decreto 185/08, ci sono belle notizie, sembra che abbiamo vinto: http://blog.libero.it/KudaBlog/6288993.html
Kuda
bella iniziativa, mi è parsa riuscita e le persone, considerato il contesto, non erano poi poche, anzi!
E’ stato buffo e “agghiacciante” vedere i sindaci in fascia tricolore: agghiacciante a confronto con il pensiero dominante del sindacume lombardo. In effetti rispetto alle manifestazioni con corteo alle quali siamo abituati nelle città metropolitane quella di domenica marcava la coesione tra persone fatta di conoscenza e stima reciproche, tensione solidaristica mediata da questi dati biografici coniugati con sentire comune sia a livello etico che politico.
A me ha dato uno stimolo importante. Tant’èvvero che sto registrando con precisione sempre maggiore gli atteggiamenti pregiudiziali, ideologici, in ultima analisi ciechi e anzi evidentemente in malafede, di quanti portano acqua – e sono tanti – alla corrente di pensiero principale, che è arabofoba prima che xenofoba, integralista prima che confessionale, opportunista, certo!, prima che campanilista.
Purtroppo ho grossi problemi di concentrazione, quindi leggo soltanto un giornale (peraltro di poche pagine: forse anche perchè non le riempie di pubblicità).
estraggo da 2 articoli qualche esempio:
G. Vernetti (PD) “israele non ha compiuto nessuna spedizione punitiva ma ha fatto ciò che avrebbe fatto qualunque paese democratico dopo mesi di incessanti lanci di missili sul proprio territorio: garantire il diritto alla sicurezza dei propri cittadini”
M. Boniver (PdL) “ovvio che il fondamentalismo di Hamas sia il primo responsabile del massacro di tanti innocenti e che vada combattuto con le armi, come legittimamente sta facendo israele”
S. Bondi (PdL) ” se un esponente politico come d’Alema si avventura sul terreno del radicalismo in politica estera e abbandona il realismo nella politica interna, ciò significa che la crisi della sinistra stessa è giunta a livello di allarme per l’intera democrazia”
Mi unisco – pur dal comodo del mio tavolino – all’esortazione di Arrigoni “restiamo umani” : ma non posso fare a meno di riverberare un motto di un grande piemontese: “se questo è un uomo”.
In effetti tifare in una guerra è sbagliato, oserei dire immorale e irrispettoso. Sia dalla parte di una fazione che un’altra.
per favore ascoltate questa testimonianza
http://it.youtube.com/watch?v=AzQ3uu5HSwg