Costituzione? Che schifo…

Bene, nel bel mezzo di questi putiferi parlamentari e del governo, prendo spunto per parlare di una cosa che a volte ci si dimentica di avere. La Costituzione del 1947.
Ultimamente la si gira e rigira come un bambino nella culla, su di lei se ne dicono di cotte e di crude. Si arriva a dire che va cambiata, perchè non è completa, non è efficiente, ha portato solo danni per il Paese.
Vero è che da quando c’è la Repubblica su alcuni aspetti l’Italia non è granchè progredita, soprattutto dal punto di vista della stabilità politica. Basti pensare che prima del secondo governo Berlusconi nessun Presidente del Consiglio era riuscito a portare a termine il proprio mandato elettorale. E adesso pare (forse, e in questo momento speriamo…) che saremo destinati a ripetere la nostra storia, come è del resto avvenuto per il governo Prodi del 2006.

Però mi viene in mente una cosa, da riferirsi soprattutto al periodo recente (anni ’90 e 2000): la si fosse applicata alla lettera, una volta tanto, sta benedetta Costituzione?

Da quando è al governo, Silvio se ne è uscito dicendo più e più volte che la Costituzione va cambiata, che è vecchia, che non è fatta bene, che non è specifica, e ultimamente pare che secondo lui sia addirittura filosovietica. Perchè si, è storicamente assodato che gli sporchi comunisti degli anni ’40 erano la maggioranza della Costituente, e hanno influenzato in toto la Carta. La DC era come se non ci fosse stata. Che Berlusconi, come il duce a suo tempo, si rimetta a cancellare particolari scomodi dalla memoria storica Italiana? Chissà, magari un domani i nostri bambini leggeranno sui sussidiari che un prode e valoroso guerriero ha estirpato tutti i mali ancestrali della Repubblica e, che so, ha colonizzato il Kirghizistan. Ma questa è fantapolitica e non serve a niente. Perdonatemi.

Il concetto che mi pare importante e fondamentale è questo: come si può voler cambiare la Costituzione se neanche la si rispetta? I malfattori che siedono sul velluto rosso potrebbero tranquillamente continuare a fare le loro bravate, tanto in Italia non interessa a nessuno a quanto pare. Non è che, come è già accaduto nel 2008 con lodo Alfano, putiferio Gelmini e l’innominabile decreto sicurezza, si tenti di legalizzare e costituzionalizzare ciò che è invece da estirpare come erba secca e che impedisce il tanto decantato progresso sociale?

Nella Costituzione post-bellica c’è tutto. Leggetela, se non l’avete ancora fatto.
E’ talmente puntigliosa da non lasciare scampo, da non lasciare discrezione a chi si assume il potere. E’ talmente precisa che per modificarla gli iter legislativi sono lunghissimi e complessi. Dei labirinti. Ultimamente la si vìola in un batter d’occhio.
E’ una costituzione solida, completa, precisa e responsabile. Progettata non solo per dare stabilità all’Italia del secondo dopoguerra, ma anche per impostare una linea di progresso per gli anni e i decenni a seguire. Non è una Carta di circostanza come è invece stata quella della Quarta Repubblica francese (che infatti è durata circa un decennio ed è nata con profonde spaccature), è un documento solido ma dinamico, che non si fossilizza sull’antifascismo, deprecandolo e basta, ma ad esso oppone altri modelli, altre istituzioni, altri poteri, altra politica. Non dice: “il fascismo mi fa schifo”. Dice: “il fascismo mi fa schifo. Ecco una proposta articolata per uscirne totalmente”.
Dice chi ha potere di fare questo e chi di fare quest’altro con estrema minuzia di particolari, per l’epoca è la Costituzione più lunga del mondo, superata oggi da pochissime altre, tra cui la monumentale Carta dell’India.

Come è possibile che, pur nei loro mille difetti, gli americani riescano, con una costituzione ancor più vecchia della nostra (1787) e molto meno dettagliata, a garantire nel bene e nel male una incrollabile stabilità nel susseguirsi dei Presidenti? Noi che tanto li eleviamo a mentori della democrazia e a modelli imperituri, non potremmo una volta tanto prendere i lati positivi della società e della politica d’oltreatlantico?

La Costituzione non va cambiata. Prima di venir cambiata bisogna dimostrare che non funziona. Ma non essendo mai stata efficacemente applicata, come possiamo essere certi di questo?
Se i pochi atti costituzionali dell’attuale Presidente della Repubblica vengono aspramente criticati dal governo, che dà quindi prova di non agire secondo regolamento, non è che forse è il governo stesso a doverla smettere? Ha torto, lo dice la legge.

Da parte dei garanti della Costituzione ci vorrebbe un più accentuato coraggio nel denunciare chi non la rispetta. E da parte nostra, dei cittadini che SONO la Costituzione e ne sono i primi e principali interessati, ci vorrebbe un minimo d’indignazione per chi, giorno dopo giorno, la calpesta calpestando, indirettamente, anche noi.
Perchè la Costituzione non è dei cittadini, ma è i cittadini.

Nicola Fumagalli

4 pensieri riguardo “Costituzione? Che schifo…

  • 17 Febbraio 2009 in 19:53
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    mi duole essere daccordo col nanomalefico, anche se suppongo per motivi diversi.

    Il fatto è che la Costituzione formale ( per come è scritta ) è ben diversa rispetto alla costituzione materiale( la forma stato che nei fatti abbiamo ) e per questo i meccanismi di bilanciamento fra i poteri funzionano male.
    Abbiamo assistito nel passaggio fra una supposta vecchia repubblica ed una supposta nuova repubblica ad un cambiamento sostanziale nel ruolo della leadership. Con la legge proporzionale che c’era, i cittadini votavano i partiti che poi si accordavano ed esprimevano un presidente del consiglio, il quale sceglieva poi i ministri che però non dipendevano da lui ma dai partiti in parlamento. Questi ultimi infatti erano in grado di togliere la fiducia o di far crollare governi solo minacciandola. Il potere era insomma nelle mani del Parlamento, e il governo non poteva farci molto.
    In questi vent’anni invece il baricentro si è spostato dai partiti ai Leaders; non a caso assieme al simbolo di partito ora compaiono i nomi dei candidati presidente.
    Inoltre è cambiato molte volte anche il criterio di selezione dei parlamentari che è arrivato al listone di circoscrizione.

    Queste due ( e non solo queste due ) modifiche portano ad avere un Presidenzialismo di fatto, dove ( salvo eccezioni ), il governo può permettersi di obbligare il parlamento a votare quello che vuole – vedi, fra parentesi, l’utilizzo continuo della fiducia come strumento di ricatto – . Noi sappiamo che se un governo viene sfiduciato, il PdR dovrebbe cercarne un altro, tuttavia abbiamo visto con il crollo del governo di Centro-Sinistra che questo non sarebbe stato possibile, perché i parlamentari, e i partiti cui fanno riferimento, sono strettamente legati ai leaders che competono per la presidenza del consiglio.

    Credo che questo sia un processo addirittura culturale, creato da un mondo che chiede sintesi e rapidità, il che lascia poco spazio alle lungaggini ( che anche personalmente non auspicherei ) di una democrazia strettamente parlamentare.

    Partendo da che il Presidenzialismo sia il sistema che abbiamo nei fatti, quello che serve è eliminare la differenza fra presidenza del consiglio e della Repubblica, slegare il leader dal partito di provenienza e soprattutto dai parlamentari, il che è ottenibile attraverso l’elezione diretta dei parlamentari in collegi uninominali.

    La materia è complessa ( e figurarsi!) e scrivere quì tutto quello che ci vorrebbe, occuperebbe troppo spazio.

    L’importante ( e quì sta la differenza col nanomalefico ) è che la stella polare di una riforma costituzionale sia quella di limitare i poteri degli organi dello Stato, e di dare il maggior grado di libertà possibile ai cittadini.

    P.S.

    Dire che la Costituzione degli USA non sia stata modificata è in parte un errore; è stata molto emendata rispetto alla costituzione originaria e, soprattutto, la sua genericità ha permesso differenti interpretazioni che l’hanno resa molto più Presidenzialista di quanto non fosse all’inizio.
    Se vogliamo, il Regno Unito non ha una Costituzione e regge addirittura da più tempo e, anche quì, si sono susseguite una serie di tipologie di governo differenti in base ai cambiamenti nella società; ed es. Tony Blaire è stato il più presidenzialista di tutti i primi ministri, cosa per la quale è stato criticato aspramente

  • 17 Febbraio 2009 in 23:25
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    okkio a non tener presente la Storia! perchè la storia la scrivono i padroni, ma la fanno gli operai!

  • 18 Febbraio 2009 in 23:39
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    io credo che la Lezione all’aperto fatta mesi fa sotto i portici di battistini sul lungolago a Lecco
    sulla Costituzione, tenuta da Alessandro Magni, dovrebbe essere postata su questo sito o dire al Prof. Magni commentare questo post e soprattutto il commento di Andrea…
    Credo ce ne sia bisogno….
    paolo

  • 19 Febbraio 2009 in 02:59
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    Scusi Trezzi, ma se non è d’accordo con quanto scrivo credo sia meglio criticarmi che non rimandare a, sia mai che ogni tanto mi capiti di essere in torto :S

    Tuttavia a livello di analisi direi che ci sono, altrimenti non si capirebbe come si possa sostenere che viviamo in un regime alla sud-americana ( che fra parentesi in alcuni casi, vedi Brasile, formalizza quello che da noi è solo sostanziale ) ;
    che poi la soluzione che auspico io ( che poi è un’italianizzazione del sistema americano ) sia differente dalla sua, bé, viva Iddio, fortunatamente siamo in democrazia e non decido solo io ( o peggio solo lui – con la “l” minuscola, in nome della statura ).

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