Questione Leuci
Alcuni provano ancora a negarne l’esistenza, eppure la crisi economica c’è e continua a mostrarsi. Più volte abbiamo pubblicato e dato voce ai lavoratori della Leuci. Lo facciamo anche oggi dato che ci sono alcuni “sviluppi”.
Qui Lecco Libera
“E’ con piacere ma anche con sano realismo che vogliamo aggiornare tutti coloro che da tempo stanno seguendo e sostenendo la nostra delicatissima situazione aziendale a rischio di chiusura.
In vari modi registriamo il sentito interessamento di molti : vuol dire che in tanti hanno capito che la vera posta in gioco nella nostra vertenza riguarda tutti.
Prima però di riferire sui contenuti dell’ultimo incontro svoltosi il 25 novembre presso l’Unione Industriali di Lecco,vogliamo vivamente ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile la riuscita della nostra recente ed “estemporanea” iniziativa di “pressing via mail” nei confronti di Pisati, nostro datore di lavoro. Proprio lui ci ha consentito di averne un diretto e significativo riscontro quando ha affermato ai giornali : “Non se ne può più,ogni giorno ricevo via mail una serie di messaggi in cui mi si addita come un mostro,uno speculatore che vuole il male dei dipendenti,tutto questo non è vero…” .
Niente di più impreciso ! Infatti sul breve testo del messaggio ,che perlomeno 600 persone gli hanno indirizzato in pochi giorni, semplicemente gli si chiedeva di qualificarsi come vero imprenditore o come speculatore sociale,salvando concretamente i posti di lavoro. Lo ribadiamo ancora : è lui che deve dimostrare nei fatti la volontà di assicurare il futuro a tanti lavoratori ed alle rispettive famiglie, investendo e facendo la sua parte. Solo così potrà fugare le ipotesi di molti sulla natura speculativa(sul marchio e sull’area immobiliare) alla base della sua acquisizione di Leuci di 3 anni fa.
Certo lui sta giocando una sottile partita mediatica tesa all’autoaccreditamento ma noi continueremo a ribattere colpo su colpo anche sui media fin quando non vedremo segnali tangibili,che comunque continuiamo ad augurarci.
Sinteticamente poi informiamo sulle ultime nostre varie iniziative di massima visibilità mediatica ma anche di significativi contenuti sociali . Dalla nostra “provocatoria” presenza nel Teatro della Società di Lecco,in occasione del Premio Internazionale Alessandro Manzoni – Città di Lecco, alla dedica riservataci prima dello spettacolo di Ascanio Celestini promossa dall’Arci ,con la nostra colorata presenza. Dall’intervento sul palco offertoci dal “movimento per la libera espressione” e “Quileccolibera” prima della riuscitissima serata su Pasolini all’approfondimento sui temi della crisi coi Giovani Comunisti e Rif.Comunista. Dall’intervento dal palco della piazza del Castello Sforzesco davanti a 50.000 manifestanti del riuscitissimo corteo sindacale, di cui tra l’altro ci hanno schierati alla testa, al proficuo incontro col Commissario facente funzione di sindaco di Lecco, come tante altre varie iniziative ed occasioni .
In sostanza stiamo, assieme a tanti altri, ricordando a tutti la “centralità” del Lavoro e di come su certe questioni non si possa “menare il can per l’aia”.
Sull’ultimo incontro vertenziale del 25 : Abbiamo registrato qualche “passettino” in avanti dell’azienda che ha innalzato a circa 50 i posti di lavoro “garantiti”(??) per il futuro (dai 30 iniziali dichiarati). Ricordiamo che gli attuali occupati sono circa un centinaio. Quindi le distanze sono ancora marcate. Si sta anche discutendo di un ulteriore periodo degli ammortizzatori sociali (contratti di solidarietà) che prevederebbe secondo l’azienda “l’impegno temporaneo” per circa 80 lavoratori (50 presenti ogni giorno al lavoro di cui 20 fissi + 30 che “ruoterebbero” : 20+30×2=80). Per la rimanenza, su base volontaria, l’azienda propone un “distacco temporaneo”(??) nella sede di Buccinasco (80 km circa – 2 ore all’andata,come 2 al ritorno, circa) + il ricorso all’”accompagnamento alla pensione” per chi ne avesse i requisiti.
Su questo,senza dilungarci molto su altri particolari,occorre fare chiarezza per rendere bene la nostra “posizione”.
Come doveroso,si è assicurata la massima informazione e trasparenza ai lavoratori a cui compete la eventuale scelta sulla “quota volontaria”,come su tutte le altre questioni che abbiamo davanti.
Ma tutti assieme siamo convinti di alcune cose che qui vogliamo evidenziare :
1)Ci sarebbe comunque una ulteriore riduzione dei posti di lavoro. Dopo una serie di altre precedenti contrazioni,quest’ultima porterebbe oltretutto ad un numero di operatori assolutamente sproporzionato “all’impegno dell’area” su cui grava l’attività. Una vera e propria pre-chiusura,secondo noi.
2)Non si creano posti di lavoro sottraendoli ad altri lavoratori,magari precari (gli operatori delle cooperative attualmente impegnate nella logistica a Buccinasco).
Da sempre poi crediamo che la sola “strategia del contenimento del danno”(ammortizzatori sociali, pur necessari in alcune fasi)sia riduttiva : la vera questione è quella di mettere seriamente in discussione le “logiche” di pura e costante riduzione della forza lavoro e di non impegno effettivo per la tenuta occupazionale favorendo tutti assieme (imprenditori e cosidetti ”attori sociali”) concrete “politiche attive industriali”.
Ecco perché il nostro obiettivo rimane il mantenimento di tutti gli attuali occupati,salvo gli eventuali volontari di cui prenderemmo atto, secondo quella che ormai un po’ tutti conoscono e ci riconoscono come la strategia delle “2 gambe” : 1)Non si deve consentire all’attuale proprietario di “sfilarsi” dalla sua responsabilità sociale “mettendoci del suo” ; 2)Occorre creare le basi,stante le pubbliche dichiarazione di disponibilità ad affittare parte degli immobili di Pisati, per un affiancamento di altri imprenditori orientati ad attività a forte e qualificato contenuto innovativo(green economy).
Per implementare quest’ultima “gamba”,ben si comprenderà,occorre il concreto e fattivo contributo di tutti. In primis dell’Unione Industriali, ma anche di Istituzioni,forze sociali e politiche e di chiunque possa svolgere un ruolo attivo in questa direzione:
Riteniamo non sfugga ormai a nessuno che è qui il “cuore” della nostra “sfida” all’intero Territorio ed oltre: la capacità di tradurre roboanti paroloni di interminabili convegni e dibattiti(ricerca ed innovazione) in concrete realtà rinverdendo così nei fatti la tradizionale capacità, ora sopita, di rinnovarsi del nostro manifatturiero oltretutto in mirate direzioni a forte valenza innovativa, oltre che qualificate ambientalmente e socialmente. Solo così anche gli ammortizzatori sociali passano da una funzione di tutela-parcheggio ad una di “tempo attivo” orientato alla creazione di alternative praticabili ed alla riqualificazione “intelligente” dei lavoratori.
Del resto noi, da “lavoratori pensanti” e con l’aiuto del sindacato,stiamo seriamente dandoci da fare nella ricerca di qualificati e sensibili interlocutori imprenditoriali. Tutto ciò non è assolutamente facile né immediato ma qualcosa di interessante stiamo raccogliendo.
Non andiamo oltre perché,come si dice, “se son rose fioriranno”. Certo, come andiamo dicendo da tempo, questa “sfida” si può vincere solo col contributo qualificato di tutti e con un’assunzione generale di responsabilità. Lo dobbiamo perlomeno ai lavoratori di tante altre realtà territoriali in difficoltà fornendo loro un “modello” di reindustrializzazione possibile e realmente praticabile.
Vi terremo informati, grazie ancora !
La lotta dei lavoratori della LEUCI va ben aldilà della propria vicenda. Può e deve rappresentare un esempio, anche per tutte le altre realtà territoriale in difficoltà, di non rassegnazione e di non impotenza.
NOI NON MOLLIAMO ! CONTIAMO SULL’AIUTO DI TUTTI ! C’INVENTEREMO DI TUTTO !
I LAVORATORI DELLA LEUCI”
OT
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