Sicurezza coi Fiocchi
video da MerateOnLine
Sicurezza. E’ la punta di diamante di alcuni. Il punto debole di altri. Per certi ha rappresentato la chiave di volta che gli ha permesso di stravincere le elezioni e di togliere ossigeno ad ogni critica – bollata irrevocabilmente come noioso moralismo. Una sorta di rapina a coscienza disarmata. La rapina delle parole. Un ladrocinio costante, ipocrita, che non guarda in faccia nessuno. Come detto, uno dei pezzi pregiati è proprio la sicurezza. Quella stessa sicurezza che è diventata la persecuzione istituzionalizzata della povertà, nella maggior parte dei casi. La povertà, la diversità, l’essere altro, sono reati insopportabili per i garanti della sicurezza. Quello che in certi film d’azione era chiamato “il piano” è piuttosto rodato: criminalizzazione mediatica, bombardamento culturale, imposizione di un pensiero unico alimentato da menzogne, generalizzazione del caso di cronaca nera (a volte montato ad arte), indifferenza diffusa, violenza verbale. La semplificazione è provocatoria. La realtà però ne dimostra la fondatezza di analisi. Si guardi il circostante; senza andare troppo lontano: Lecco e la sicurezza. L’Inutile ha fatto risultato in parte anche grazie allo slogan “Una provincia Sicura”. Sicura sì, ma da cosa?
Non me ne voglia l’attento Questore di Lecco, Giuseppe Racca, ma ho dato un’occhiata alla notizia della presentazione del nuovo libretto d’istruzioni anti-raggiro dal titolo “Aiutaci a difendere la tua sicurezza”. Autori: la Questura di Lecco, il Comune e la Provincia. Al di là dello sponsor (la Fiocchi munizioni a quanto si legge), l’analisi fornita dalla massima autorità per la Sicurezza cittadina (il Questore appunto) è disarmante. La videointervista di MerateOnLine è un documento autentico e rappresentativo del procedimento che sopra è stato semplificato. Ed è vero proprio perché originato da una fonte inconfutabile: la parola, la voce, le sillabe del Questore Racca. Dunque: bisogna difendersi dalla microcriminalità, preoccupandosi di sbarrare le finestre, portare la borsetta come si deve, avvisare i tutori dell’ordine di qualsiasi diversità inattesa. Di fronte all’imprevisto il cittadino deve lavorare per la sicurezza, avvisando a tempo debito i protettori. Lecco è una città sicura, sembra suggerire il Questore, anche se permangono sparuti fenomeni di piccola criminalità: il borseggio, il raggiro dell’impostore travestito da tecnico del gas, l’ossessiva testardaggine di qualche molesto venditore, la vendita di merce contraffatta oggettivamente “pericolosa” (che però poi torna utile per banchetti di beneficenza).
Assente ingiustificata la solita, sopravvalutata, strumentalizzata, sconosciuta ‘ndrangheta. La mafia degli appalti e dello spaccio che non ha mai destato allarme sociale. La politica locale la tratta come fosse una simpatica teoria di qualche “giovanotto gasato”. Altri addirittura lamentano l’esistenza di una favola costruita sul nulla per delegittimare l’operosità dei lecchesi. Sta di fatto che le sentenze, si pensi ad Oversize (marzo 2009, primo grado di giudizio), ai tre secoli di carcere comminati alla nuova reggenza del clan di Franco Trovato, dimostrano una cosa sola. Non è lo stesso per l’agile opuscolo istituzionale.
Dalla critica alla proposta: per il prossimo anno, insieme alle necessarie istruzioni anti-borseggio, si lavori per un utile, funzionale e doveroso dossier sulla mafia calabrese nella nostra città. Nel marzo scorso abbiamo dimostrato che ciò è possibile. Figurarsi quando a muoversi dovessero essere le Istituzioni (si pensi al lavoro svolto dal Pm Masini con le forze dell’ordine), con i loro archivi, il loro peso specifico. Date, nomi, fattispecie, luoghi, indirizzi, attività economiche, fatti. Il titolo potrebbe essere: “Aiutaci a difendere la tua Memoria, solo allora verrà la Sicurezza”. Sommario: “Fa più paura il venditore di cinture presso piazza Cermenati o decine di milioni di euro ripuliti in totale disinvoltura?”.
Duccio Facchini
per stare in tema al tirolo del post e allo sponsor dell’opuscolo
hai, come sempre del resto, centrato il problema
ora serve che la Questura, sebbene in ritardo, lo metta a fuoco.
dovremmo fare una campagna di mail al Questore di Lecco con le ultime righe del tuo post
indirizzo: urp.lc@poliziadistato.it
Oggetto: c.a signor Questore dott Giuseppe Racca: vogliamo un dossier sulle mafie nel lecchese
Testo:
Ill.mo signor Questore dott Giuseppe Racca;
Per il prossimo anno, insieme alle necessarie istruzioni anti-borseggio, dia mandato e indirizzo per un utile, funzionale e doveroso dossier sulla mafia calabrese nella nostra città.
Nel marzo scorso, cittadini responsabili, giovani e meno giovani, riuniti nel coordinamento antimafia lecchese, hanno dimostrato che ciò è possibile.
Figurarsi quando a muoversi dovessero essere le Istituzioni come quella che Lei rappresenta anche in raccordo con altre (si pensi al lavoro svolto dal Pm Masini con le forze dell’ordine), con i vostri archivi, il vostro peso specifico.
Date, nomi, fattispecie, luoghi, indirizzi, attività economiche, fatti.
Il titolo potrebbe essere: “Aiutaci a difendere la tua Memoria, solo allora verrà la Sicurezza”. Sommario: “Fa più paura il venditore di cinture presso piazza Cermenati o decine di milioni di euro ripuliti in totale disinvoltura?”.
Le saremmo grati e siamo certi che vorrà celermente assolvere anche a questo dovere.
Attendiamo fiduciosi un Suo pronto riscontro e fin d’ora, porgendo i nostri migliori saluti, la ringraziamo
firmato…
Pingback: Khorakhanè | Campagna Dossier: scriviamo al Questore
Beh, in effetti dipende: se la ‘ndrangheta delinque con amore è sicuramente meno grave e rilevante del vu-cumprà che vende accendini, ma con odio.