Giordano Bruno
https://www.youtube.com/watch?v=Etp7MdvVDQU
Il Sindaco di Milano, Letizia Moratti, l’ha paragonato a Giordano Bruno, definendolo un “grande innovatore” ed un convinto “riformista”. La figlia, Stefania, ha parlato addirittura del buon padre paragonandolo ad un martire mandato (ingiustamente) al rogo. Piero Fassino (per chi non lo ricordasse milita nel Partito Democratico), idolo di troppi smemorati dall’applauso incondizionato, ha detto che “Craxi fu un capro espiatorio”.
Nella sua città, la “Milano da bere”, vogliono dedicargli una via. Un riconoscimento. Qualche bontempone moralista ancora si stupisce e s’indigna. Roba da pazzi!
Dal sito di Alessandro Robecchi:
Ad Hammamet, per la cerimonia in onore di Bettino Craxi, sono disponibili solo posti in piedi: i biglietti per poltrone e poltronissime sono andati a ruba, tanto per rispettare le tradizioni del craxismo. A Milano sembra deciso che gli si dedicherà una strada. Una via, riflettono in Comune, senza numeri civici. Spiega il Corriere della Sera: “per evitare fastidi ai residenti alle prese con eventuali modifiche d’indirizzo”. Ben pensata anche per evitare imbarazzi. Dove abiti? In via Craxi al 12, meno il 5 per cento… Una via per Bettino Craxi, comunque, perché no? Qualche spiritosone suggerisce la tangenziale. Oppure si potrebbe chiamarla Via la scala mobile, e far pagare il pedaggio. Al momento, dicono le indiscrezioni, si penserebbe di ribattezzare con il nome di Craxi via dell’Innovazione, che sta al quartiere Bicocca. Spiega ancora il Corriere: “Un tempio della Milano operaia che fu, prima di diventare un quartiere residenziale con case di pregio”. Ecco: una luogo operaio trasformato in speculazione edilizia come vorreste chiamarlo, se non Bettino Craxi? Non è da tutti proporre una metafora senza capirla. Pochi sembrano serbare il ricordo di cosa fu quella Milano da bere su cui Craxi regnava sovrano. Non gli addetti al Minculpop di Arcore, che allora tuonavano nei loro tg “Di Pietro vai avanti!”. Non i fu-comunisti, tanto che a dare il la alla Moratti ci ha pensato Piero Fassino con un’intervista a La Stampa: se c’è in giro una zappa figurarsi se loro non se la danno sui piedi. Di certo se ne ricorda la popolazione (un sondaggio a Sesto San Govanni ha ferocemente sbertucciato la proposta di una via Craxi), che in cambio di quegli smottamenti tangentizi non ebbe nemmeno il bene di una piramide a un congresso. Zelo commovente, anche se non si capisce la nostalgia per quei soldi facili quando, per citare i classici, Cuore titolava: “Scatta l’ora legale, panico tra i socialisti”. Altri tempi. O no?
Ieri sera al TG3 della Lombardia Paolo Pillitteri, cognato di Bettino Craxi ed ex sindaco di Milano, era sorpreso di come ci sia ancora della gente che odia Craxi a 10 anni dalla sua morte.
Ridurre a questa affermazione patetica le critiche mosse all’idea di intitolare una via al segretario del PSI è il tipico esempio di depistaggio mediatico dei nostri professionisti della politica.
Semplicemente i tempi non sono ancora maturi per formulare un giudizio condiviso su una tal figura della nostra storia recente, condizione necessaria per dedicargli istituzionalmente una via o altro, e solo il passare degli anni ci permetterà di soppesare aspetti positivi e negativi del politico Craxi (e sottolineo politco, non stiamo parlando della sua persona ma del suo ruolo nelle vicende del Paese).
A me questo processo di revisionismo storico (esaltare alcuni aspetti tralasciandone volutamente altri) sembra più il tentativo degli attuali politicanti di legittimare il proprio presente fatto ancora di scandali, mazzette, affari sporchi, inciuci… L’importante per loro è dimostrare di aver avuto sempre ragione