Cronaca del presidio
Il presidio s’è fatto ed è andato piuttosto bene. La temperatura non ci ha dato una mano, decisamente. Intorno alle 15.45 diamo inizio al momento di Memoria, al picchetto di Resistenza. Per prima cosa si riserva ampio spazio alle frasi celebri dei revisionisti contemporanei: Letizia Moratti sul Giordano Bruno degli anni ’90 (Craxi), Silvio Berlusconi sull’eroico comportamento di Mangano, Ignazio La Russa sulla “mai dimenticata” Decima Mas, Marcello Dell’Utri sul suo mentore Benito Mussolini. Grazie ai pannelli (vedi foto sotto) alcuni passanti si fermano incuriositi. Alcuni se ne vanno contrariati, altri provano ad ascoltare: comunque una vittoria. Terminate le citazioni ecco i curricula giudiziari/mafiosi dei modelli berlusconiani (e non solo). Tra le mani ci si passa un volantino: “Memoria Latitante”, in cui è spiegato rapidamente il perché del nostro presidio ed il nostro tentativo di analisi. E’ giusto sopportare la riabilitazione di criminali, latitanti, mafiosi, fascisti, “gabbamondo” (Calvino) etc. etc.? Secondo noi, no.
Un’affermata giornalista lecchese ci dedica qualche secondo del suo prezioso tempo. “Allora voi siete contrari alla via a Craxi!”. Cerchiamo di contestualizzare l’iniziativa in una prospettiva più ampia, al di là dei casi particolari. Di fronte a noi si eleva il gazebo della Lega Lombarda: una specie di Lega Nord tascabile. In fase di preparazione la signora a favore della castrazione chimica e per la “difesa della terra nostra!” si fa avanti alla ricerca di un appoggio ideologico. Staziona per qualche minuto, poi torna alla base: si sa mai pensasse ai cappi sventolati in Parlamento.
Tornando a noi; uno dei pannelli è dedicato a Pier Paolo Pasolini. Sante parole: ci spetta una battaglia di cultura e di civiltà. Ecco allora il momento della lettura di alcuni dei tasselli fondamentali per la coscienza civile di ciascuno. Pertini e la corruzione, Gramsci e l’indifferenza, Calamandrei e Duccio Galimberti, Pippo Fava e il mestiere del giornalismo, Paolo Borsellino e la questione morale, Giorgio Ambrosoli e la sobria devozione al Bene Comune, Mario Luzi e la morte ignominiosa della Repubblica. Per finire: l’apologo sull’onestà nel paese dei corrotti, Italo Calvino. Per motivi meterologici abbiamo rinunciato, purtroppo, a Pasolini, Falcone, Scarpinato, Bobbio ed altri ancora.
Alla fine ci troviamo in cinquanta, infreddoliti ma rinfrancati.
Qui Lecco Libera
PS: Ringraziamo di cuore i due ottimi lettori: Silvia Pirovano e Daniele Cozzi.
Ecco di seguito alcune foto del presidio.