‘Ndrangheta a Lecco: chi è Angelo Sirianni (parte 1)

Tutte le persone coinvolte e/o citate a vario titolo, anche se condannate nei primi gradi di giudizio, sono da ritenere innocenti fino a sentenza definitiva.

Angelo Sirianni, nato a Petronà nel maggio del 1955, è stato imputato e condannato a 12 anni in primo grado nell’ambito del processo Oversize in quanto parte della “Maggiore” (‘ndrina di riferimento per quelle meno influenti, dette “minori”), soggetto attivo nelle operazioni di affiliazione e promozione di nuovi adepti, cervello “delle attività delinquenziali più importanti quali il compimento di attentati e di gravi fatti di sangue” oltreché del “controllo in genere delle attività economiche del territorio“. La sua zona prediletta d’influenza è stata senza dubbio Calolziocorte.

Alcuni compagni di avventura gli hanno affibbiato un nomignolo curioso: “Buccilongo”, cioè “tasche lunghe”. I primi riscontri certi  della carriera criminale di Sirianni cominciano ad aversi negli anni ’80. E’ la sentenza Oversize a testimoniarlo. Sostengono infatti i giudici del Tribunale di Lecco che, “nel periodo compreso tra la fine degli anni ’80 ed i primi anni ’90”, agì come “soggetto dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti nel territorio lecchese”. “Buccilongo” rappresenta un vero e proprio trait d’union tra l’associazione mafiosa “Flachi-Trovato-Schettini” – capeggiata da Franco Trovato e sgominata nei primi anni ’90 – e la rigenerata cosca dei consanguinei (Emiliano Trovato, Giacomo Trovato). E’ l’imputato stesso ad ammetterlo durante una nostalgica conversazione con Giovanni Marinaro (detto “Gianni, già condannato per mafia nel processo Wall Street degli anni ’90 con il fratello Salvatore Marinaro). E’ il 29 agosto del 2003, entrambi sono a bordo dell’auto di Angelo Sirianni. Prima di ricordare con amarezza il processo “Wall Street”, i tre – perché in auto c’è pure Giuseppe Elia (12 anni per mafia in Oversize) – parlano “dell’installazione di una macchinetta videopoker“, attività cara ai mafiosi nostrani di cui Sirianni stesso si occupava direttamente (“ruolo attivo assunto da Sirianni per il conseguimento di una posizione dominante sul mercato dell’installazione dei videopoker”, scrivono i giudici). Basti citare un passaggio della chiacchierata in questione; “Buccilongo” e Gianni Marinaro stanno ragionando a voce alta su come fare per recuperare dei crediti maturati con un ritardatario: “Gli ho detto senti… mi pagate e ci penso io a quel bar lì… vi mettete d’accordo…poi partiamo io e Martino… piccola bombettina e via…”, come fosse una raccomandata. Spicciate le faccende e sbrigati gli affari, Sirianni ripensa al passato e racconta a “Gianni” Marinaro quando aveva rischiato la gattabuia nel procedimento “Wall Street”. “Se qualcun altro faceva il mio nome, io ero condannato…”. Quel nome, il suo, non fu fatto.

Nel 1988, però, le rivelazioni d’un tale “Peppinello” gli erano costate la galera per droga. Ancora una volta è il diretto interessato a parlarne. E’ il 27 dicembre del 2003, Angelo Sirianni discute sulla sua Mercedes con un certo “Antonio” a proposito di quell’infame: “Pepè mi ha fatto andare in galera a me nell’88”, e poi ancora: “pure a me Franco (Franco Trovato, nda) me lo aveva detto che Pepè era…”. Il suo interlocutore annuisce: “Sì sì, se lo voleva fare Franco (Franco Trovato, nda), ti ricordi? Ha detto questo qua campa poco un giorno lì al bar… quando lo ha visto entrare ha bevuto e se ne è andato e ha detto questo qua ci ha poco da campare”, e Sirianni: “Franco (Franco Trovato, nda) quando puntava uno…“. Dunque Angelo Sirianni e il superboss Franco Trovato si conoscevano, anzi di più, si stimavano reciprocamente. E’ il compare Antonio a rinfrancare il dispiaciuto Sirianni: “Franco (da intendersi Franco Trovato, nda), per dire, quando c’era fuori parlava bene di te… di te per dirti ti voleva a fianco, per dirti, e preferiva a te che altri, o te o anche Pierino”. “Tasche lunghe” del resto ha tutti i requisiti del buon mafioso. Dal canto suo infatti è “l’unico che si fa i cazzi suoi”, “uno tranquillo”, uno che “se può mettere una pace la mette”. Ancora Antonio: “Tu sei un tipo come Franco, te lo ricordi Franco? Franco rispettava anche i ragazzini”. La conversazione del dicembre ’03 per alcuni tratti tocca corde ghandiane. Sirianni si lascia andare: “Cioè non ho capito perché ti devi approfittare dei deboli, è sbagliato, perché lì vuol dire che umiltà non ce n’è, capito? Quando io vado da uno che so che lo picchio tutti i giorni e quando lo vedo gli do un calcio nel culo […] sono un fetente io sono, capito Antonio?”. Antonio sentenzia commosso: “come Angelo non ce n’è”. Dell’umiltà e delle buone maniere di Angelo Sirianni ne sanno qualcosa il titolare del Bar Splendid di Calolziocorte o quello del Bar dei Tigli del viale Turati di Lecco.

Come detto, Angelo Sirianni “faceva parte” dell’associazione mafiosa “Flachi-Trovato-Schettini”. La sentenza Oversize ritiene che l’imputato “fosse intraneo al gruppo già alla fine degli anni ’80”. E’ il collaboratore Giuseppe Di Bella, ritenuto pienamente attendibile dai giudici, a ricostruire passo per passo il rapporto di collaborazione tra “Buccilongo” e Franco Trovato. Tra l’82 e l’83 – sostiene Di Bella – Sirianni avrebbe frequentato il “bar della lupara”, chiamato così dagli stessi mafiosi, nella titolarità della famiglia Bongarzone e “noto ritrovo dell’organizzazione” poco distante dalla pizzeria “Wall Street” di via Belfiore. Nel 1985, sempre secondo il collaboratore, Angelo Sirianni avrebbe poi gestito e controllato la discoteca al Lavello, di Calolziocorte, “svolgendo anche compiti di ordine pubblico insieme ad altri affiliati della ‘Ndrangheta, quali […] Tonino Romeo”. A detta di Giuseppe Di Bella, Danny Esposito e Paolo Fortunato Cusumano, quando il boss Franco Trovato fu arrestato, alla fine dell’agosto del 1992, Sirianni fu promosso al vertice dell’associazione in quanto persona di fiducia. Incarico complesso, specialmente quando hai a che fare con un boss come lo “zio Franco”, uno che, a detta del collaboratore Vittorio Foschini, era “cattivo”, molto più feroce di Antonio Papalia: “con Franco non potevi sbagliare una virgola che venivi eliminato”.

Un altro collaboratore di giustizia, Mecaj Giok, racconta ai magistrati per filo e per segno la lottizzazione del territorio lecchese. A proposito della zona di Calolziocorte (comprese Vercurago, Montemarenzo, Rossino), Giok conferma il potere dell’imputato: “E’ sempre stato saputo da zio Angelino e zio Pierino, di cui Angelino Sirianni e Marchio Pierino”. L’italiano non è il massimo ma il senso è chiaro: Angelo Sirianni, Giuseppe Elia (12 anni in primo grado in Oversize), Pierino Marchio (13 anni e 3 mesi), Carlo Mazzei (9 anni per mafia in primo grado), sono questi i nomi dei componenti della “Maggiore” (una sorta di prima squadra) della ‘ndrina di Calolziocorte. “Buccilongo” vi resta al timone nonostante un altro periodo di detenzione, questa volta tra il ’95 e il ’99. Sul punto la sentenza Oversize precisa che Sirianni “ha conservato, una volta tornato in libertà, il ruolo di responsabilità precedentemente ricoperto in capo alla stessa”.

E pensare a quello smemorato Claudio Acquistapace, avvocato con studio in Erba, già coinvolto in un brutto giro di concussione, estorsioni e rapine nel 1995, che negò in aula, “in modo peraltro assai poco credibile” secondo il collegio di Oversize, d’aver mai conosciuto o sentito parlare di Angelo Sirianni. Il giurista nato a Valbrona, è bene precisarlo, non è imputato nell’inchiesta Oversize. Ciononostante i giudici gli riservano un giudizio molto severo: “I legami tra l’Acquistapace e l’organizzazione emersi nel corso del presente processo sono infatti plurimi”. Addirittura il suo studio sarebbe stato “eletto a sede per la commissione di attività truffaldine” del gruppo facente capo a “Buccilongo”. Claudio Acquistapace, ancora cinquantanovenne, è “socio accomandante” dell’inattivo “Centro Ippico Tiro a Segno di Rigamonti Enrico” di Erba, “amministratore unico” della “Webco Srl” di Cosio Valtellino e presidente de “La Stringa” di Airuno.

Paolo Fortunato Cusumano, collaboratore di giustizia nel processo Oversize, racconta ai magistrati il 30 luglio 2007, che Angelo Sirianni e Antonio Pronesti imposero agli esercenti del Bar Splendid e del Bar Tori di Calolziocorte nonché del Circolino di Foppenico, l’installazione delle proprie macchinette videopoker. Pietro Gatto nel 2003 è titolare del Bar Splendid di Calolziocorte ed è recalcitrante all’idea d’installare le macchinette del clan. Sirianni ed Elia non se ne capacitano e il 13 dicembre 2003 confidano in un suo ripensamento: “Perché questo qua Gatto, no… una volta che lo vede piazzato da Pino e da Cenzo vedrai che lo vuole anche lui, vai tranquillo… comunque noi dobbiamo vedere come si deve…”, e l’altro: “dobbiamo vedere come dobbiamo fare… come dobbiamo fare”. Alla fine Pietro Gatto verrà costretto ad accettare.

Il 4 dicembre 2003, sempre a bordo della sua auto, è la cognata Rita a ricordare i fasti di qualche tempo prima, certamente dopo la scarcerazione del ’99 ma prima del 2002. Erano andati a Rimini nascondendo stupefacenti nel cofano “del Golf”. “Certo, mi metti tutta la droga nelle tette… ah no l’avevi messa nel cofano… chissà cosa abbiamo rischiato ostia lì!”, sorride divertita la cognata. “Eravamo matti dai… pensa, eravamo matti”, riflette Sirianni. “In corsia di sorpasso, a quanto andavo? 140-160… tu che preparavi la regina lì”, rincara la signora Rita.

Un’altra conversazione ricca di spunti è anche quella del primo marzo 2004. “Tasche lunghe” è seduto a bordo della sua solita Mercedes e parla con un non identificato “Clà”.

Clà: “…e lì gli passa la droga… ci ha un giro della Madonna questo qua… ci ha tre uffici eh, Como, Erba, Lecco… però è un bravo ragazzo”.
Sirianni: “Ma qual è, il cicciottello?”.
Clà: “No no”.
Sirianni: “Gliel’ho già data a quello…”.
Clà: “No no, sarà Pino che gliela da… quello gliel’ha data a Giuseppe… di Olginate”.
Sirianni: “Boh”.
Clà: “Ma chi è sto cicciottello…”.
Sirianni: “E’ passato una volta, dice che si conosce bene con quell’architetto che dicevi tu”.
Clà: “Campione”.
Sirianni: “Con Campione”.
Clà: “Come fa ad essere cicciottello, quello non è cicciottello…”.
Sirianni: “E’ un ragazzo alto…”.
Clà: “Quello alto…eh…ha un’Audi”.
Sirianni: “E’ lui, è lui… l’ha già vista lui”.
Clà: “Sì?…gliel’hai data?”.
Sirianni: “Eh l’ha già vista lui, ha detto che portava un po’ di gente a vedere”.
Clà: “Adesso glielo diciamo allora…c’è bisogno di prendere sta cazza di… qui non si capisce niente caro Angelo cosa cazzo sta dicendo al processo… ah?”.

Intimo di Franco Trovato, gradito ai più per la capacità di mediazione, partecipe in prima persona in trame di spaccio e controllo del territorio, protagonista del controllo del racket delle macchinette video-poker e, immancabilmente, imprenditore. “Buccilongo” è infatti “amministratore” della Edil Siria Srl, società di costruzione di edifici residenziali e non, con sede legale nella centralissima via Aspromonte 13 a Lecco. Società attiva ancora oggi con “Tasche lunghe” al timone. E’ proprio vero: “Come Angelo non ce n’è”.

Duccio Facchini

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