Democrazia transennata
La risposta è no. Roberto Maroni non si può avvicinare, figurarsi interpellare, immaginarsi contestare. A Lecco hanno trovato l’escamotage. Basta con manganelli, spintoni, colpi proibiti: benvenuta “Convention su inviti”. Ora è il tempo della transenna e del “cono di sicurezza”. E’ successo martedì con Pier Ferdinando Casini ed è capitato ieri sera con Roberto Maroni. In proporzioni diverse, s’intende. Per il prestafaccia di Cuffaro hanno isolato l’accesso di Palazzo Falck, per il Ministro delle Impronte hanno addirittura chiuso un tratto di strada. Misure rigorosamente ad personas; martedì pomeriggio, ad esempio, tra la trentina di curiosi che attendevano l’uscita dell’ex Presidente della Camera, gli unici ad esser allontanati per evidenti motivi di sicurezza siamo stati Nicola ed io. Per l’arrivo del Ministro degli Interni, il Questore Bocci – supponiamo – ha dato ordine ad una quarantina di uomini in divisa di disporsi all’ingresso e all’uscita della via Ongania. Poliziotti super impegnati – con il gentile apporto degli ufficiali Digos – a far selezione di chi potesse o meno entrare. L’odierna selezione all’ingresso. Il requisito è la sudditanza. Per i giornalisti l’importante è stare quieti e concentrati sul comunicato stampa inoltrato qualche giorno prima. Lo spettacolo non prevede fuori programma. Non si venga poi a raccontare che s’è rispettato l’iter di protezione cui è sottoposto l’esponente di Governo: comportamenti come quelli di ieri sera ricordano soltanto una cosa. E non è certo la difesa di un’Istituzione democratica. Anzi.
Qui Lecco Libera
Ieri sera io e altri 5 “sediziosi comunisti” abbiamo provato a raggiungere il ministro anti-rom e l’adorato concittadino candidato sindaco.
Il risultato è stato l’incontro con le transenne della polizia che ci pregava garbatamente di andarcene altrove perhè non graditi.
La nostra opinione probabilmente non era richiesta. Più facile per i 2 Roberti parlare coi loro amici e camerati. Sia mai che qualcuno esprima opinioni differenti dalle loro.
Il nostro allontanamento era legato al fatto che non potevamo partecipare essendo l’incontro in sala Ticozzi definito come “comizio privato”.
Ovviamente non abbiamo creduto all’assurda motivazione e abbiamo chiesto a Giulio Boscagli, che passava alla fine della serata, la motivazione del nostro allontanamento, dato che invece un centinaio di persone erano assiepate al di fuori della sala sventolando bandiere della Lega per applaudire i servi del caudillo.
La risposta? “Non vi avranno fatto passare perchè avranno riconosciuto il vostro passato”, ovviamente con un ghigno denigratorio sulle labbra.
Io ho almeno l’onore di avere un passato e un presente puliti, di cittadino libero e incensurato.
La stessa cosa non si può dire per alcuni influenti amici dei difensori della libertà che ieri sera hanno limitato la mia libertà, che a quanto pare finisce dove inizia una transenna.
Minchia faceva paura lo spiegamento di forze di ieri sera…