Alberto Anghileri: intervento su Gaetano Invernizzi

Gaetano Invernizzi nacque a Lecco l’11 ottobre 1899, primo di 6 fratelli, 3 morirono in tenera età.
Il padre Isaia, dopo una negativa esperienza da emigrante in Argentina torno a lecco e riprese il suo lavoro di tappezziere, aveva un obiettivo: “almeno i figli maschi dovevano poter andare a scuola fino alla quinta elementare”.
La sua coscienza politica comincia a formarsi a Torino, era di stanza con il suo reggimento durante la prima guerra mondiale, un suo cugino ferroviere, lo accompagna alle riunioni della Camera del Lavoro.
Nel 1919 torna a Lecco e matura l’opinione che per lottare contro le ingiustizie: “l’unico strumento, per lui, in quel momento, è il sindacato”.
Le testimonianze di familiari e conoscenti, affermano che la partecipazione alla grande guerra fu l’elemento decisivo per fargli maturare “l’animo rivoluzionario e socialista”.
Sempre nel 1919 incontra Francesca Ciceri, divenne la sua compagna, nella vita, in politica e in montagna contro i fascisti.
Partecipò agli scioperi alla occupazione delle fabbriche nel biennio rosso, nel 1924 fu costretto a d emigrare in Francia dove continuò la sua lotta sociale e politica, nel 1925 a Parigi si sposa con Francesca, nota a tutti noi con il nome di battaglia di Vera.
Come dirigente del Partito Comunista conosce Togliatti, Longo, Di Vittorio, viene inviato a Mosca a scuola di marxismo-leninismo.
Nel 1935 torna in Italia, per organizzare la lotta al fascismo, il 13 giugno 1936 viene arrestato a Milano assieme alla moglie, viene condannato a 14 anni di carcere, uscì dal carcere dopo il 25 luglio del 43.
Dopo l’8 settembre, Bruno Buozzi lo indica come “delegato di zona del sindacato”.
Il 9 settembre del 43ai Piani d’Erna, inizia la Resistenza sulle montagne del lecchese, Gaetano, assieme alla moglie Vera è tra i principali protagonisti della lotta partigiana.
Ma in montagna rimane per poco, le sue precarie condizioni di salute non lo consentono, Gaetano Invernizzi ha un tumore e deve tornare in città per essere curato.
Torna a Milano dove nell’inverno del 43 viene operato clandestinamente all’ospedale Niguarda.
Successivamente è tra gli organizzatori degli scioperi del 1944 fino allo sciopero insurezzionale del 25 aprile 1945.
Alla fine della guerra, diventa uno dei dirigenti della Camera del lavoro di Milano, il 4 gennaio del 1947 subentra a Giuseppe Alberganti quale segretario generale della più grande Camera del Lavoro d’Italia.
Nelle prime elezioni politiche dopo l’assemblea costituente, Invernizzi viene eletto alla Camera dei deputati.
Rimane a Milano fino alla fine del 1950, quando Giuseppe Di Vittorio lo chiama a Roma a dirigere il sindacato degli alimentaristi.
Nel 1954 le sue condizioni di salute lo costringono ad abbandonare il suo incarico, per 16 mesi si trasferisce in Bulgaria, entra a far parte della segreteria della Internazionale dei lavoratori alimentaristi, un incarico di prestigio che gli consente però di curarsi.
Torna a Milano, tre anni di sofferenze con il male che progredisce sempre più, fino a quando nel 1957 Di Vittorio lo convince ad andare a Mosca per farsi curare, la diagnosi non lascia speranze: metastasi al fegato e al polmone.
Il 23 marzo 1959 muore a Milano, la cerimonia funebre si tiene alla Camera del Lavoro di Milano, poi la salma viene tumulata nel cimitero di Acquate..
Gaetano Invernizzi dirigente della Cgil e del Partito Comunista, come tanti altri lavoratori ha saputo tenere la schiena diritta, come tanti altri iscritti alla Cgil, non ha esitato ad andare in montagna per riconquistare la libertà e la democrazia.

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