Stefano Gugliotta
Cambiano gli attori, ma il film è sempre lo stesso.
Dopo il vergognoso caso di Stefano Cucchi, massacrato di botte e lasciato morire il 22 ottobre 2009, ci risiamo. E’ successo a Roma, viale del Pinturicchio, all’esterno dello Stadio Olimpico, durante la finale di Coppa Italia. Stefano Gugliotta, come testimonia il video girato dai vicini di casa, è sul suo motorino. Viene avvicinato da un primo agente che tenta di colpirlo con schiaffi e pugni. Qualche istante dopo è accerchiato da un gruppetto di poliziotti che, previo violentissimo massacro, lo traggono in arresto. Stefano Gugliotta ora è in carcere: le accuse a suo carico sono di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. E’ persino riuscito a collezionare un dente rotto, sei punti di sutura alla testa e diversi ematomi al braccio e alla gamba sinistra. Mentre la Procura di Roma apre un’inchiesta e il capo della polizia Antonio Manganelli dispone “una rigorosa attività ispettiva” per verificare la correttezza dei suoi agenti, si alza il coretto unanime di “sdegno” da parte di quelle stesse istituzioni che, tutto questo, lo hanno permesso. Stefano Gugliotta, dopo un primo periodo di isolamento, è stato trasferito nell’infermeria di Regina Coeli. La madre, disperata, annuncia “gesti estremi” qualora il figlio non torni in libertà. Nella Roma sicura di Alemanno, succedono anche queste cose.
«Con i tifosi della Roma non c´entro niente. Sono uscito di casa quindici minuti dopo l´inizio del secondo tempo della partita. Col motorino, insieme a un mio amico che ha il tutore alla gamba, sono andato a vedere in viale del Pinturicchio se era aperto un pub per festeggiare il quindicesimo compleanno di mio cugino. Quando ho girato lo scooter per tornare indietro sono stato avvicinato dalla polizia»
Nicolò Zangari
Una vergogna, Spero che non venga insabbiato tutto come al solito…