La contestazione a Marcello Dell’Utri

Marcello Dell’Utri contestato duramente al “Parolario di Como”. Poveretto, han denunciato i vermi.

Non si fa!, ciascuno ha diritto di esprimersi. Che sia poi un cultore dell’omertà e un falsario poco importa. Ha detto bene il fine moderatore dell’incontro: “L’altro giorno ho presentato un libro con Capanna (Mario Capanna, ndr) e non è successo nulla, di cosa vi lamentate?”. Bel paragone, chissà come si sentirà l’interessato. Dinanzi alle critiche furiose, Marcello, che è uomo di mondo, ha fatto spallucce. Fosse stato per lui, uomo di un certo mondo, avrebbe continuato sereno ad insultare la Resistenza, elogiando mafiosi e furfanti.

Ci avvicina un questurino, particolarmente manesco, e ci fa: affari vostri, avete parlato con il voto. Un giurista di scuderia con il marsupio ed il prurito alle mani, che spettacolo! Che lo si paghi di tasca nostra è affar secondario. Da un lato, però, ha ragione: ce lo meritiamo.

Como pareva altrove, non l’Italia che ci sbatte in faccia tutti i giorni. Ragazzi come noi, senza bandiere dietro cui nascondersi, con la testa e la faccia, in prima linea ad affermare un principio sacrosanto: adesso basta! Loro occupano i media, facendo a brandelli concorrenza e pluralismo? E noi ci prendiamo il diritto di dirglielo in faccia quanto fetore emanano le loro coscienze.

Un giovane berlusconiano, avrà avuto vent’anni, se l’è presa: la fate troppo semplice, voi e i vostri libretti. Quale libretto?, un po’ di riguardo. “Dossier Mangano”, Kaos edizioni, è un presente per il Senatore. E’ autentico, potrebbe persino completarlo – data l’esperienza. Nulla di fatto, un cagnetto ci rifila pure un colpo alle spalle per farcelo cadere.

Oltre al metà-poliziotto-metà-guardaspalle, il personaggio più gradito è stato un signore distinto, avanti con l’età, con un foulard, a braccetto con figlia e nipoti. Al termine della gazzarra ci si avvicina, quasi intimidito. Aveva con sé degli appunti sul fascismo, probabilmente vissuti oltreché riassunti. Le leggi razziali, la guerra, Matteotti, la marcia su Roma. In primis ci ammonisce: avrei preferito un dibattito più tranquillo, mi ero preparato delle domande. Poi ci sorride: meglio così, avete fatto la cosa giusta.

Un applauso anche alle “forze dell’ordine” comasche. Non vorrei che il Questore si trovasse domattina gli scatoloni sulla scrivania. Altro che “trattamento Bocci”. Nicolò, Ago ed io abbiamo svolto lo striscione (e che striscione) recante “Marcello, baciamo le mani”. Ce l’hanno levato (con le brutte) ed è finita lì. Identificazione? Manco per sogno. Dritti in questura? Nemmeno.

Per chi s’è fatto qualche altra immersione nell’onorevole guano, questo trattamento è sembrato pure troppo soft. Ma come?, niente colpi proibiti?

C’è stato spazio anche per il rituale insulto alla Dell’Utri: sei solo un coglione. Per adesso ho accumulato un debito con il Senatore a due “coglione”. Al terzo potrei vincere un soggiorno a casa Verdini, magari si parlerà di legittimo impedimento.

Duccio Facchini

14 pensieri riguardo “La contestazione a Marcello Dell’Utri

  • 31 Agosto 2010 in 00:33
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    La verità gli sommergerà e spariranno questi miseri uomini senza dignità.

    Grande ammirazione per Voi.
    (E’ stato bello sentire finalmente che le voci di sdegno e di riscatto
    aumentano.)

  • 31 Agosto 2010 in 10:56
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    Ragazzi i miei complimenti più sinceri !!! Ho avuto dei sani brividi di emozione a guardare i vostri video, per il modo in cui avete incalzato senza sosta questo delinquente mafioso che custodisce alcuni tra i segreti più tragici degli ultimi 20 anni della nostra storia.
    Spero che la vostra protesta dia di esempio per gli Italiani con la schiena dritta. Grazie davvero di cuore
    Cece

  • 31 Agosto 2010 in 18:05
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    Buonasera a tutti.

    E’ una vergogna che si dia un palco a un condannato per mafia, uno che pagava 50 milioni annui a Cosa Nostra per piazzare i ripetitori di Canale 5 e per amicizia, uno che è stato al matrimonio e a feste di boss mafiosi e trafficanti di droga, uno che ha messo in contatto Berlusconi con la mafia di Stefano Bontade e che mandava boss mafiosi a fare estorsioni a imprenditori (caso Garaffa). e’ uno schifo!

    Credo però che allo stesso tempo si debba prendere le distanze da taluni “professionisti dell’antimafia” nel campo sinistrorso che ieri hanno cantato all’uscita di Dell’Utri la canzone partigiana “BELLA CIAO” come se i valori della legalità, dell’antimafia siano solamente valori degli antifascisti. Come al solito alcuni strumentalizzano la lotta alla mafia per farsi propaganda

  • 31 Agosto 2010 in 18:28
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    ragazzi siete fantastici !!! ogni provincia dovrebbe avere un gruppo cosi,decisi ma allo stesso tempo molto seri e tranquilli. grazie per questa iniezione positiva.

  • 31 Agosto 2010 in 19:03
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    sei il solito comunista che fa casino :D

    pure in camicia nera s’è presentato quello stronzo

  • Pingback: Khorakhanè | Azione di RESISTENZA

  • 1 Settembre 2010 in 12:05
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    Giovani spietati e senza cuore, ma non lo sapete che le parole fanno più male delle pietre?
    Le parole colpiscono, feriscono. Lacerano l’anima di un uomo troppo orgoglioso per mostrare la propria sofferenza. Un uomo che esibisce in pubblico la sua maschera impassibile, ma dentro soffre per le quelle accuse ingiuste, oh se soffre! Soffre l’onore tradito di un uomo d’onore. Un uomo di cultura, sensibile, romantico, che venera i suoi eroi!
    Le parole irrispettose che avete rivolto a quest’uomo di rispetto lo tormentano più delle pietre.
    Mi appello al vostro buon cuore, giovani irriguardosi verso il potere costituito (non dimentichiamo che quest’uomo d’onore e di rispetto è pur sempre un ex bancario e attualmente membro del Senato della Repubblica!): la prossima volta siate meno spietati e crudeli. Risparmiategli le parole.
    Tirategli solo pietre.

  • 1 Settembre 2010 in 19:59
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    A Daniele Basso

    Cantare Bella Ciao in quel momento non è stata una strumentalizzazione ma un gesto di resistenza. E le uniche azioni di resistenza che ci rimangono (si intende nei limiti della legalità) sono queste: esprimere il nostro dissenso fino a zittire questi individui che di spazio per parlare ne hanno già troppo. Intonare un canto di resistenza come Bella Ciao in quel momento aveva un senso preciso.

    Invito chiunque sia interessato ad alzare la testa e ad attivarsi (e le due cose si auspica vengano fatte contemporaneamente) a contattare QuiLeccoLibera per partecipare alle nostre riunioni.

  • 1 Settembre 2010 in 20:43
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    Che camicia oscena!

  • 1 Settembre 2010 in 21:35
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    Chi parla di censura e libertà di parola negata travisa il senso della protesta: come ha detto Claudio Fava andatevi a leggere di che nefandezze è accusato (e condannato per ora in secondo grado) Dell’Utri e fatevi un giudizio etico di cosa rappresenti questo personaggio.
    In un Paese normale un personaggio del genere sarebbe scomparso dalla ribalta della politica e forse lo avrebbero invitato a qualche reading a Casa Pound.
    Gli organizzatori dell’incontro di Como sono così stupidi da non aspettarsi una protesta? Porti un personaggio condannato per associazione mafiosa a parlare di un argomento scottante come i diari fascisti di Mussolini: che immaginavano?
    Ha ragione Duccio: li sopportiamo silenti dall’altra parte dello schermo, ma quando scendono in mezzo alla gente è giusto far sentire le nostre voci di protesta

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  • 6 Settembre 2010 in 18:16
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    Dell’Utri fischiato a Como, Letta fischiato a Venezia, Schifani fischiato a Torino…. forse di fronte al continuo scempio istituzionale e costituzionale portato avanti da questa gentaglia si sta iniziando a muovere qualcosa.
    Speriamo bene!

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