Trattamento Maroni
Sostituzione. Entra il Ministro, esce il Diritto. Gestiscono le operazioni alcuni solerti tutori dell’ordine. C’era pure il solito costituzionalista, sempre pronto con le mani e con gli ordini.
C’erano anche il Ministro dell’Interno Maroni, il Capo della Polizia di Stato Manganelli, il Ministro del Turismo Brambilla e un folto gruppetto di “autorità”. Poteva mancare il Capo di Gabinetto della Prefettura, Stefano Simeone? Certamente no.
Tutti in Camera di Commercio per il quindicesimo anniversario della Questura. Cerimonie, cortei, auto blu, tartine, concerto, conferenze stampa su misura e un po’ di repressione. Il menù è fisso, c’è poco agio. L’acqua ha fatto il suo. Più di un’ora sotto la pioggia per aspettare un uomo delle “Istituzioni”. Avremmo voluto porre delle domande, articolare anche delle critiche, esercitare i nostri diritti di cittadini consapevoli e attivi.
Perché, ci chiedevamo, si è così inflessibili con i poveri cristi e così compassionevoli con gli amorini del Padroncino? Vale per tutti la regola delle telefonate in Questura nei momenti più difficili? Siamo tutti nipoti di qualche capo di Stato?
C’è stato fornito il solito, antidemocratico e vergognoso trattamento autoritario. “E’ una questione di sicurezza”, ci diceva a mò di barzelletta il funzionario incaricato dello sgombero. “Via Tonale è chiusa, dovete andarvene”. Notare che si stava in pubblica strada, dinanzi alla cancellata della Camera di Commercio. Ma come, soltanto noi? Sì. Nicola ed io, pericolosi incensurati, non eravamo previsti. Oggi, come sempre, eran ben accetti tifosi e fedelissimi.
C’era pure il Senatore del Pd Antonio Rusconi. Non ci ha sentito, non ci ha visto. Già che c’erano han pensato bene di abbassare pure le tende del buffet. Le critiche era meglio non vederle, non sentirle, non subirle.
Così ci siamo presi con le corde vocali un pezzo di strada, un pezzo di quartiere. Qualche cittadino si affacciava alla finestra, incuriosito più che altro dalla mole di lampeggianti e dalla quantità di gente in divisa a spasso per la strada. Una grande festa, un rinfresco a base di servilismo ed omertà. Quand’è uscito Maroni eravamo lontani. A fatica la voce debolissima è riuscita a scalfire minimamente il gommoso strato di silenzi e sorrisi sarcastici. Per il resto soltanto l’acqua gelida sopra le divise obbedienti.
Per quanto ancora dovremo sopportare questo spettacolo indecente?
Foto da MerateOnLine
Duccio Facchini