Giuseppe Crippa e l’onorificenza
Questa sera all’“Infedele” abbiamo dovuto ascoltare una versione più che imprecisa del Sindaco Brivio sull’onorificenza che negli anni ’90 i Commercianti lecchesi riconobbero a personaggi legati alla cosca Trovato. Per tutti coloro che necessitano di un ripasso della vicenda di Giuseppe Crippa e del rapporto controverso con Franco Trovato, pubblichiamo un articolo scritto nel lontano agosto ’09. A quanto pare i tempi trascorrono, le ipocrisie no.
Qui Lecco Libera
Giuseppe Crippa è un imprenditore conosciuto del panorama economico lecchese.
Dal 1976, quasi cinquantenne, ha guidato l’Unione dei Commercianti della città.
Nel 1997, durante l’ennesima corsa a Palazzo Falck, sede dell’Associazione, fu battuto da Massimo Sesana.
L’estate appena trascorsa ha visto Crippa aggiudicarsi il prestigioso incarico di Presidente Onorario della squadra di pallone cittadina: la “Calcio Lecco 1912”, dopo che per circa sei anni ne è stato vice-presidente o presidente di transizione (come nel 2003). La sua “Officina Metalmeccanica” di Olginate (via Spluga, 60) figura tra i “gold sponsor” della squadra bluceleste.
La pagina on-line del Comune di Lecco riporta nella voce “associazioni multiarea” quella della Anmi, Associazione Nazionale Marinai d’Italia, di cui in città Giuseppe Crippa è il “responsabile”. A Lecco l’Anmi risulta esser attiva nella “divulgazione di usi e costumi marinareschi” e collaborare con “associazioni di militari in congedo, enti pubblici, autorità locali e mezzi di informazione provinciali”.
Sia la “Calcio Lecco 1912” che la Anmi – la prima all’interno del “progetto scuola” datato 2007, la seconda nel proprio statuto – si fregiano d’esser portatrici di sani valori e retti principi. La prima: “creare nei ragazzi lo sviluppo di un sano interesse nei confronti dello sport e un approccio a quei valori educativi e a quei significati culturali che il rapporto con lo sport può favorire”. La seconda: “tenere vivo fra i Soci il culto della Patria, il senso dell’onore e l’attaccamento la Marina Militare”.
Giuseppe Crippa, parte integrante di entrambe (specie della società calcistica lecchese), non ha però brillato in passato per condotte ineccepibili, anzi. E’ necessario quindi effettuare un piccolo excursus.
Nel 1988 sei consiglieri dimissionari dell’Unione Commercianti denunciarono Crippa per truffa e peculato. Secondo l’accusa, Crippa aveva creato un conto parallelo al fondo di garanzia dell’Associazione con cui “faceva beneficienza con soldi altrui per fini politici”. Nel ’93 uscì assolto dall’accusa di truffa per l’insussistenza del reato; nel caso del peculato fu graziato dal momento che – derubricato in appropriazione indebita – il presunto reato cadde sotto la mannaia dell’amnistia.
Nella metà del 1991, le forze dell’ordine decisero di porre l’utenza telefonica di Crippa sotto intercettazione. Lo fecero perché insospettite dai rapporti tra l’allora Presidente dei commercianti e l’allora boss mafioso Franco Trovato, capo del “locale” di Lecco (ancora oggi molto potente nonostante il regime di carcere duro a cui è sottoposto).
Il “caso” Crippa saltò fuori nel processo “Wall Street”, uno tra i primi e più importanti squarci di luce sull’allora quasi sconosciuta ‘Ndrangheta operante nel distratto Nord Italia. E’ doverosa una precisazione: il “caso Crippa” fu trattato dalla sentenza di primo grado dell’aprile ’97 nell’ambito della cosiddetta “presenza ambientale” nel lecchese della ‘Ndrangheta capeggiata da Trovato.
Pochi anni prima del processo, intorno ai primi ’90, Crippa si spinse a concedere, e a far concedere, l’onoreficenza e la medaglia del Cavalierato di Betlemme a due imprenditori “modello”: il boss mafioso, Franco Trovato (attraverso la moglie di questo, Eustina Musolino), e l’uomo dedito al riciclaggio dei proventi mafiosi in città, Vincenzo Musolino.
Il Commissario di Lecco al tempo delle prime indagini sui rapporti tra Crippa e Trovato, Letterio Schippilliti, spiegò così all’artefice dell’inchiesta, Armando Spataro, nell’udienza del 2 maggio 1996, perché si decise di intercettare l’odierno Presidente Onorario della “Calcio Lecco 1912”:
“Beh, lo intercettammo in quanto acquisimmo elementi per ritenere che fosse in qualche modo collegato al gruppo in questione, al gruppo Coco Trovato. Avendo in più di una occasione non osannato, ma fatto le lodi pubbliche a queste persone per l’imprenditoria, per le attività commerciali che aprivano in Lecco. E quindi, in sostanza, lo ritenevamo appunto il… il personaggio pubblico molto noto nel Lecchese che dava un accredito per noi quantomeno dubbioso e incominciammo a fare queste intercettazioni”.
E poi ancora:
“In sostanza, il Crippa, che ha una ditta di serramenti in alluminio fece gli infissi al “Wall street” o al “Portico” (due delle pizzerie controllate da Franco Coco Trovato, ndr), non vorrei sbagliarmi, a una delle due pizzerie, in sostanza, sempre di Coco Trovato Franco. Ci furono dei problemi, si ruppe un vetro, eccetera, e ci fu una telefona tra Coco Trovato Franco e il Crippa dove il Coco Trovato Franco addebitava questo guasto al Crippa. Il Crippa, in sostanza, diceva: “No, è il vetro che si è rotto e non l’infisso”. Tanto è vero che Coco Trovato Franco si arrabbiò e si arrabbiò in modo un po’ pesante: “Adesso vengo lì dove sei tu, eccetera”. Ci fu un’ulteriore telefonata, quindi in pratica il Coco Trovato Franco stava andando dal Crippa e dalla precedente telefonata andava sicuramente non con… Cioè, andava per arrabbiarsi o per concretizzare questa sua rabbia che aveva palesato alla precedente telefonata. A una seconda telefonata, probabilmente perché il Coco Franco non riesce a trovare dov’è la ditta o… C’è una sorta di riappacificazione (sic) e i due si scambiano amicizia, rispetto reciproco: “Io rispetto te, tu rispetti me eccetera, eccetera”. E c’è stata questa sorta di (…) (parola inintel., pronuncia non chiara)… però entrambi e, quantomeno Crippa, ha manifestato in quell’occasione rispetto e considerazione e memoria dell’amicizia che correva tra entrambi”.
Spataro, il 15 e 16 maggio del ’96, volle sentire la versione di Giuseppe Crippa sulle presunte relazioni intrattenute con Franco “o calabrese” Trovato. Ecco la parte del verbale dell’interrogatorio riguardante l’onoreficenza assegnata ai due “modelli” Trovato e Musolino e il rapporto tra il “Commendatore Grande Ufficiale” Giuseppe Crippa e i due calabresi. Crippa riconoscerà d’aver insignito Musolino negando piuttosto goffamente d’aver provato poi lo stesso con il boss “imprenditore”. Mentendo.
P.M. – Dunque, Le faccio presente che, durante il periodo in cui è stato sottoposto ad intercettazioni telefoniche anche il Suo telefono, la Sua utenza, perché Lei è stato sospettato di collusioni con l’organizzazione mafiosa diretta dal Franco Trovato, sono state registrate delle telefonate in cui direttamente Lei parla con il Trovato Franco, cioè il proprietario del “Wall street”, il marito di Musolino Eustina, quella che dice che adesso Lei non si ricorda che fosse il proprietario. In questa telefonata, in particolare, Lei conversa con il Franco Coco e parlate anche di pagamenti per dei serramenti che sono stati, evidentemente, collocati nei locali del “Wall street”; vi è una discussione relativa alla rottura di alcuni infissi con, evidentemente, delle lamentele da parte del Franco Trovato. Ad un certo punto questa lite, chiamiamola lite, questa discussione si placa e Lei personalmente manifesta amicizia rispetto a Franco Trovato che, a sua volta, ricambia queste manifestazioni di amicizia e di rispetto nei Suoi confronti. Vuole Lei spiegarci quali rapporti aveva con Franco Trovato tali da indurla a manifestargli stima, amicizia e considerazione?
Crippa – Che… se… se per amicizia s’intende… normale amicizia perché io mi recavo anche… ci andavo a mangiare le pizze, insomma, andavo a mangiare la pizza nella… nelle pizzerie dove c’era anche lui o si dava del tu perché era una cosa normale per lui. Sul fa… sul fatto dei vetri a noi ci aveva telefonato prima il figlio che si era rotto un vetro, non andava mica bene una porta, adesso non… mi pare che era una porta che non andava mica bene. E io dissi che però non era competenza nostra perché noi abbiamo… noi avevamo fornito gli infissi e non i vetri e per tanto per quella cosa doveva… doveva rivolgersi al vetraio, sia pur il nostro vetraio, ma doveva rivolgersi a lui perché se c’era un… una rottura doveva essere lui a intervenire. Eh… so che aveva detto: “No, va beh, ma tocca a voi, perché… – il figlio – tocca a voi perché l’avete fatta voi i serramenti”. “Sì, fatti noi i serramenti, però i vetri non sono nostri”. “E beh, allora io riferirò”. Dopo un paio di giorni ha telefonato, non so per quale motivo, il Franco Coco dicendomi che dovevamo metterla a posto quella porta di vetro. “Io non metto a posto niente, perché non è competenza nostra e per tanto ti devi rivolgersi (sic) alla…
P.M. – Scusi, signor Crippa, a me non interessa il contenuto della contestazione sui vetri e sugli infissi, questo è un fatto che non solo non m’interessa, ma comunque già documentato, quindi non Le chiedo di ripetere parola per parola… Io Le chiedo quali rapporti Lei aveva con Franco Trovato… rapporti tali da indurla, in quella telefonata, ad assicurargli la stima, il rispetto e l’amicizia, la stessa stima, rispetto ed amicizia che, Le leggo un rapporto del Commissariato della Polizia di Stato di Lecco, del 28 giugno ’91, quanto sono stati richiesti i decreti di autorizzazione ed intercettati i Suoi telefoni, hanno indotto il Commissariato di Lecco a indicare in Lei una persona che svolge un ruolo di appoggio nei confronti del Franco Coco tale da elogiarlo pubblicamente, in più circostanze. Quindi Lei è una persona che nell’ambiente di Lecco, oltre a conferire onorificenza, è persona che ha elogiato più volte, pubblicamente, il Coco Trovato e in quella telefonata di questo vi è traccia perché Lei personalmente le manifesta stima, amicizia e considerazione. Vorrei capire com’è che il Presidente di un’Associazione Commercianti, come quella di Lecco, che quindi ha un ruolo nella città, ha questi rapporti con il principale capo di un’associazione mafiosa che tutti in Lecco, o buona parte della città, conosce come tale al punto da rinunciare persino a farsi pagare i conti del panettiere, ha capito?
Crippa – Sì, sì.
P.M. – Lei deve spiegare quali rapporti ha con Coco Franco che La inducono a questi atteggiamenti.
Crippa – Io, come rapporti, Le ripeto, non… eh… non ne avevo con lui perché non ho mai avuto rapporti.
P.M. – Lei sto dicendo che Lei gli ha manifestato, telefonicamente, stima, considerazione e amicizia.
Crippa – Eh, appunto, rapporti non ne ho mai avuto, perché i rapporti li avevo con altri. La manifestazione di… di stima, questo mi giunge nuovo perché non so se io mi sia permesso di dire queste… queste cose con una persona che conoscevo così, perché si andava a mangiare le co… Per la… perché Lei ha detto che io… in quanto organizzazione mafiosa, in quel momento credo che, almeno da parte mia, ma da parte della maggioranza dei lecchesi non sapevano chi erano questi personaggi, tanto è vero che perché noi non andiamo… almeno io non vado a fare negli… delle indagine, però che io… che io abbia manifestato, come dice Lei, eh… giudizi positivi proprio, realmente, non… non mi ricordo e non, diciamo, non è del mio… del mio carattere elogiare delle persone, anche quelle…
P.M. – Ma gli ha dato addirittura un’onorificenza Lei, come sarebbe a dire?, Le ha dato addirittura un’onorificenza, dice che non è nel Suo carattere.
Crippa – No, onorificenza…
P.M. – Lei ha dato un’onorificenza…
Crippa – Onorificenza… onorificenza l’abbiamo dato a Musolino, non…
P.M. – No, l’ha data anche a Coco, perché lo ha detto anche il Musolino, questo.
Crippa – No, no…
P.M. – E risulta anche dagli atti di Polizia Giudiziari.
Crippa – Mi dispiace, ma io non ho dato nessuna onorificenza.
P.M. – Va bene, questa è la Sua versione.
Crippa – No, cioè non ho dat… perché sono… ci sono dei documenti, io non… non ho neanche proposto...
P.M. – Sa cos’è?, nei documenti Vostri non c’è traccia di niente, ha capito signor Crippa?
Crippa – Sì.
P.M. – Lei non si rifugi nei docu… perché nei documenti non c’è traccia manco di quel riconoscimento che Lei afferma essere avvenuto al Musolino, ha capito?…
Crippa – Sì.
P.M. – … non c’è traccia. Quindi questa è una cosa che viene data, questo riconoscimento, al di fuori di ogni regola formale e di rispetto delle procedure ed è a Lei, singolarmente e soggettivamente, imputabile questa scelta di elogiare queste persone e di conferire a loro una credibilità commerciale a cui essi stessi, come ci ha detto Musolino in quest’aula, ambivano, va bene? Quindi Lei costituisce il passe-partout per cui queste persone possono accreditarsi come imprenditori onesti e, anzi, tali da essere, come dire?, benvoluti e ringraziati dalla cittadinanza di Lecco. E’ Lei il tramite di questi passaggi. Ha capito Crippa?, è Lei personalmente.
Crippa – Sì, sì e Le ripeto ancora che io ho saputo di questa… di questa, diciamo, ehm… indicazione di proposta che era… che ha riferito qui, perché ho letto sui giornali che io avevo proposto anche suo cognato a questa onorificenza, ma Le ripeto eh… sinceramente che da parte mia non… non mi risulta, ma non… ma neanche è stato fatto questa indicazione.
P.M. – Lei ha avuto richieste da parte del Musolino, e di qualche altro, perché vi fosse questo riconoscimento pubblico?
Crippa – No.
P.M. – No. Si è indotto, quelle parole, chiamiamole persino di circostanza, magari per timore che questi potessero farle qualche cosa… che queste persone potessero, come dire?, farLe qualcosa, sì,
Crippa – Farle?
P.M. – Qualcosa, temeva queste persone?
Crippa – No, eh, non… cioè non capivo perché doveva… cioè dovevo temerli perché io non avevo niente da…
P.M. – Non ho capito.
Crippa – … da nascondere e poi anche loro per me non sono mai stati… non mi hanno mai dato fastidio per queste cose.
La Corte di Milano, è il 1997, pur non ravvisando alcun reato a carico di Giuseppe Crippa, stigmatizzò pesantemente il comportamento tenuto da colui che all’epoca ricopriva – e che, essendo ora Presidente Onorario della “Calcio Lecco 1912”, ricopre tutt’oggi – una carica importante all’interno del tessuto sociale ed economico della città. In conclusione, Crippa, a detta della Corte, “ebbe rapporti di fornitura con Franco Coco-Trovato per la realizzazione di lavori presso i locali Wall street e Il Portico” e che “la scelta dell’impresa di Crippa fu attuata non in base a criteri economici di convenienza (perché il preventivo proposto era superiore a quello di altri artigiani), ma per il rapporto di amicizia che intercorreva tra Franco Coco-Trovato e lo stesso Crippa”. Inoltre, sempre secondo la Corte di Milano, il “rapporto” tra Crippa e Trovato era “fondato, più che su un’amicizia vera e propria, sull’interesse reciproco di Crippa e Coco-Trovato di instaurare rapporti cordiali” arrivando persino ad affermare che “nessuna giustificazione può essere riconosciuta al comportamento tenuto dal presidente dell’Unione commercianti lecchesi (Giuseppe Crippa, ndr)” per aver sdoganato di fronte alla città – con titoli formali – personaggi a dir poco controversi.
Penalmente nulla di rilevante, è opportuno ripeterlo. Moralmente il discorso cambia, ed in modo piuttosto squalificante. Il Presidente Onorario della squadra di calcio di Lecco s’è reso responsabile, al di là dell’aspetto penale che non è in discussione data l’estraneità di Crippa a qualsiasi sentenza, d’aver intrattenuto con uno dei più potenti boss della ‘Ndrangheta in Lombardia – Franco Trovato – rapporti quantomeno da cartellino rosso.
Duccio Facchini
San Nicolò 2000 – Comune di Lecco – monocolore Bodega – civica benemerenza (argento) !!!!!!!!!!!!!
Pingback: Qui Lecco Libera