Beni confiscati: vittorie sbandierate e traguardi minimi


(fotografia da La Provincia di Lecco di giovedì 27 gennaio)

Destinare un bene confiscato alla ‘Ndrangheta dopo quindici anni di abbandono e – come siamo riusciti a dimostrare – di indebita occupazione è un risultato importante, non una vittoria.
Dispiace dunque che gli organi di informazione si siano “dimenticati” di interpellare anche chi, il vergognoso status del bene di Torre de Busi, l’aveva scoperto e denunciato. Attenzione: non è per protagonismo o qualche flebile ringraziamento formale. E’ per onestà intellettuale. Nessuno elemosina medaglie. Allo stesso modo, però, traguardi minimi non siano spacciati per risultati epici.

Leggere dichiarazioni come quelle del Sindaco Ninkovic, nota per la più desolante indifferenza a riguardo, suona un po’ come una beffa. Invece che una severa autocritica, anche dinanzi ad un risultato positivo (anche se tutto da vedere nella pratica), avrebbe fatto bene. Invece no. L’autore di questo rapidissimo procedimento di destinazione – secondo i giornalisti – è il Prefetto di Lecco, il dottor Valentini.
Nella cronaca di Cristian Dozio, purtroppo, manca l’antefatto. La confisca, l’abbandono, il menefreghismo, le menzogne, l’occupazione, le responsabilità, i tempi. Nulla di tutto ciò. Bisogna sorridere e battere le mani, “ha vinto lo Stato”.

Apprendiamo poi che sull’edificio sarà apposta una targa “a ricordo della storia”.
Ci permettiamo anche in questo caso di fare una proposta, volutamente provocatoria. La targa reciti: “A questo paese non gliene frega niente di quel bene”. L’ha detto il Sindaco Ninkovic nel settembre ’10.
Vittoria mutilata?

Qui Lecco Libera

5 pensieri riguardo “Beni confiscati: vittorie sbandierate e traguardi minimi

  • 27 Gennaio 2011 in 19:17
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    Ha ragione da vendere Qui Lecco Libera.
    Se non ci fosse stata la scoperta e la denuncia, ad opera appunto di Qui Lecco Libera,
    quel bene confiscato era ancora abbandonato dallo Stato e occupato da non aventi diritto con complicità dello stesso Stato. Stato a tutti i livelli.
    Comune, Questura e Prefettura.

    Stesso discorso, va ricordato, vale anche per Wall Street di via Belfiore a Lecco.
    Confiscato e abbandonato dallo Stato. Che solo grazie alla scoperta e denuncia, sempre di Qui Lecco libera, ha costretto e smosso lo Stato a provare a fare lo stato.

    Purtroppo, con arroganza e miopia il Prefetto ha voluto, d’accordo con la politica e con il Sindaco e l’amministrazione Brivio, trasformarlo in poco più di uno scantinato, di un deposito, tutt’altro che a dignitosi e esemplari fini sociali.

    Ma bisogna sorridere e applaudire, va di moda così, essere supini alla nulla trasparenza, all’ipocrisia di stato e ai giornalisti che si ricordano solo quello che il potere gli ricorda.

    Io non ci sto e ringrazio Qui Lecco Libera, la fila che ringrazia il Prefetto è lastricata di leccapiedi

    paolo trezzi

  • 27 Gennaio 2011 in 23:33
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    L’opportunismo delle istituzioni e dei politici lo posso anche capire, ma la superficialità dell’informazione (non volendo pensar male non parlo di “piegatura a 90 gradi”) nel trattare l’evento no: tipico mediocre giornalismo che fa solo un’istantanea del fatto e che raccoglie le dichiarazioni di qualche ufficietto stampa.

  • 1 Febbraio 2011 in 10:32
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    Ma prima o poi qualche istituzione pubblica vorrà dare atto a Qui Lecco Libera della bontà del lavoro che fa anzichè insistere nel dipingerla come composta da giovani rompic…? Mamma mia, ma è così difficile?
    Addirittura inutile dire che il silenzio dei giornali locali è scandaloso.

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