Fiat Dux – Modello Marchionne
VENERDI’ 11 MARZO, ORE 21
L’OFFICINA DELLA MUSICA – VIA PLAVA 5, LECCO
FIAT DUX – MODELLO MARCHIONNE
dibattito con GUIDO VIALE – economista e scrittore
Il mercato, l’auto e il consumo nel Terzo millennio.
Tra chi vuol “tornare all’800” e chi più semplicemente “modernizzare il Paese”, Guido Viale ci aiuterà a far luce sui dettagli ancora oscuri del progetto strettamente politico costruito dal partito trasversale di Sergio Marchionne.
Milioni di vetture da produrre, diritti barattati per un posto di lavoro tutto da discutere, Mirafiori, Pomigliano, fino al Brasile. Passando per Torino, la Fiom, la “crisi” e la ristrutturazione del mercato.
Senza sconti, senza incentivi.
E’ un modello appena uscito. I produttori son certi che, indipendentemente dalle vendite, sarà un successo. E voi?
Qui Lecco Libera
GINEVRA – “Quest’anno venderemo oltre 4 milioni di auto e dovremmo farcela nel 2014 a raggiungere l’obiettivo di 6 milioni”. Lo ha detto l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, rispondendo ai giornalisti al Salone dell’auto in corso a Ginevra. Il Ceo del gruppo ha parlato un po’ di tutto, dallo sbarco in Russia all’integrazione con Chrysler, fino alla nuova Ferrari FF: “Mi piace molto – ha detto Marchionne – . Ne ho già ordinato una bianca. E’ una vettura bellissima, con quattro ruote motrici ed è un simbolo sul mercato Usa. La prendo bianca per risparmiare sul metallizzato: non voglio passare per sborone.”
Purtroppo non ho avuto la lucidità per chiederlo ieri durante l’incontro con Guido Viale, spero di non aver compromesso la possibilità di avere una risposta; comunque, visto che qui è più facile esporsi, faccio una piccolissima riflessione: c’è un problema che riguarda il settore automobilistico -italiano-, in sintesi, marchionne propone di barattare i diritti per essere competitivi, mentre Viale suggerisce di non usare più l’automobile, o comunque di limitarne drasticamente l’uso. Ecco, questo non riguardava il tema della serata, che pare fosse improntata a criticare la proposta di marchionne, più che a svilupparne altre, ad esempio quella di Viale. Arrivo al punto. Tra i principali fattori del successo estremo che ha avuto l’automobile, il primo è senza dubbio la “comodità”. La domanda è, saremmo davvero in grado di rinunciare a questa comodità? Intendo proprio a livello mentale, anche con tutta la buona volontà del mondo, sopporteremmo tutti questi impedimenti, che senza ombra di dubbio, porterebbe QUALSIASI alternativa all’automobile privata, o comunque, a come la utilizziamo adesso? La tecnologia colma le necessità; questa non sarebbe una sorta di regressione? Non è meglio puntare su altri tipi di alimentazione invece che non usare, quindi non produrre, più l’auto?
Già che ci sono volevo fare un’altra domanda: (mentre la prima non l’ho esposta perchè avrei avuto un attacco di tachicardia alla terza sillaba, questa non l’ho esposta per paura di contestazioni) Finché non infrange la legge, per quale motivo Marchionne dovrebbe fare gli interessi degli operai, o comunque di chiunque altro che non è lui stesso o chi lo paga, invece che i suoi o quelli di chi lo paga? Al di la dell’aspetto etico-morale, non è di certo lui che deve garantire i diritti ai lavoratori. Personalmente se possedessi un’azienda sarei ben contento se fosse amministrata da lui. Ok grazie dell’attenzione e complimenti per ieri!
Caro Stefano, ti potrei rispondere come farebbe Pococurante.
Non sottovalutare la forte valenza simbolica del referendum Marchionne. La vera posta in gioco era, è, ben altra. Si tendeva e si tende ad estorcere ai lavoratori l’assenso per introdurre il peggior autoritarismo in fabbrica e poi in ogni altro luogo di lavoro. Il vero quesito non era, è: volete voi l’investimento a Mirafiori?
Ma bensì, volete voi una vita di merda, un mondo di merda? Sì o no?
Perciò Stefano dovresti aiutarmi ed aiutarti a rispondere prima alla domanda.
Intanto provo a rispondere anch’io ai tuoi quesiti.
Partendo dal tuo ultimo. Quando dici: ” Se fossi un imporenditore e avessi un’azienda la affiderei a lui, Marchionne”
Conosci i precedenti Piani Fiat ed il loro sistematico fallimento?
In maniera grezza e sintetica, ma oggettiva si deve affermare
che se si dovesse giudicare Marchionne come imprenditore, sarebbe da licenziare
in tronco. Prorpio per questi fallimenti.
Solo che qui c’è una variante.
Nel bel paese si è scelto di far pagare la crisi
a chi lavora, i famosi imprenditori a investire
solo soldi pubblici, a evadere il fisco, a cimentarsi
nella finanza creativa, altri soldi nei paradisi fiscali (scudo insegna).
Poi hai ragione: il padrone fa il suo mestiere. Infatti è dai lavoratori e dai sindacati che ci si aspetterebbe, ci si aspettava, maggior coerenza e tutela.
Vogliamo metterla in termini socio-economici?
In fondo preme anche a me esprimere la mia solidarietà a quell’autentico Fantozzi del terzo millennio che è quel povero (povero davvero, a dispetto del cachet) Marchionne, il quale non è altro che un servo, benché ben retribuito, adibito a fare da parafulmine umano (e lo fa molto bene) di un sistema asservito al capitale, al mercato, alla proprietà.
Il nemico, per i sindacati, non è Marchionne: costui è solo un facente funzioni, un mero esecutore, colui che non può fare altrimenti. Il nemico è il mercato, che viene accettato con fatalismo e rassegnazione come se fosse una legge della fisica, la forza di gravità, una calamità naturale, mentre il mercato è un’invenzione dell’uomo; è qualcosa deciso dagli speculatori finanziari, i soli a guadagnare da ‘questa’ globalizzazione.
Fammi capire Stefano a chi altri porta vantaggi, dove stanno gli aspetti positivi di questo ‘cambiamento’ che promette il portavoce Marchionne. Si schiaccia, si umilia, si ricatta una classe lavoratrice che già ora fatica a mettere insieme il pranzo con la cena, viaggiando intorno ai mille euro al mese, minacciando di farla finire sul lastrico se non si piega, se non mette nero su bianco: signorsì padrone. Una classe lavoratrice costretta a condurre un’esistenza reificata, pura protesi di macchinari, che le spezza la schiena, le braccia, i muscoli in cambio di un assegno che le consente a malapena di sopravvivere, che per il tempo ‘libero’ non le lascia risorse per libri, cinema e teatro, ma le consente solo un giro all’hard discount e la televisione (la televisione! con quei bei programmi che fanno!).
Sul tuo primo quesito, che merita altro spazio e per esplictarlo appieno altri interlocutori (piu seri di me) posso dirti che il problerma non è cambiare la fonte energetica per il movimento del mezzo perchè, simoa giunti quasi alla soglia.
Saremo in macchina e staremo fermi.
Troppe già in strada che non è l’iquinamento il problema ma il muoversi.
E per questo, togliendo l’aspetto ambientale, non hai risorse e capitali per costruire nuove strade e tempo.
Il togliere le auto private dalla strada porterà un beneficio ed uan maggiore comodità alla collettività e al cittadino.
E’ solo una questione di tempo.
Dev solo scegliere Stefano se vuoi arrivarci preparato o allo sbaraglio.
Oggi prendi la macchina e passi diverso tempo a raggiungere il luogo di destinazione, abbastanza realisticamente ci impieghi una vita a trovare dove lasciarla e come minimo hai cumulato stress latente, inconscio.
Non è più comodo avere un efficiente e serio trasporto pubblico e collettivo?
Strade più libere, anche per gli automobilisti e più comodità.
Per esempio. Per entrare in Lecco centro il Comune ti obbliga a lasciare l’auto al Bione o comunaue in periferia. E’ una scomodità maggiore se ci devi arrivare a piedi da là, è ua comodità, anche economica, se invece c’è affiancato un serio, comoso, economico, efficiente bus-navetta che fa da spola.
Servono politiche di incentivo e disincentivo.
Se tu pagassi con adeguato esborso il parcheggio sotto casa ti serviresti più coletiri di un bus che sostituisce le ragioni per cui usi l’auto?
Se sul tragitto casa-lavoro-casa avessi un servizio serio di autocondivisa – carpooling -per tutto o parte dello stesso viaggio forse saresi più propenso e comodo a usare un mezzo di trasporto non solo tuo.
L’auto ed il suo sviluppo è stato imposto. Peggiorando, eleminando il servizio pubblico o collettivo che avrebbe – può – rispondere ai bisogni e alle comodità collettive e non solo di quelle di Stefano Piras
Ti ringrazio dell’attenzione! Ora ho le idee più chiare ma solo leggermente.
Tu hai sottolineato in che modo il progetto della Fiat nuocerà ai lavoratori della fiat e non, ma non hai parlato dei vantaggi che potrebbe portare all’industria dell’automobile italiana, o alla classe imprenditoriale in generale. Purtroppo no, non conosco i precedenti fallimenti della Fiat ma mi sembrerebbe strano che comunque questo piano in particolare, sia stato appoggiato da tutti coloro che fanno gli interessi delle “partite iva” e non solo loro. Non voglio credere che effettivamente Marchionne & co. mirino a “un mondo di merda” ma a una maggiore ricchezza per gli imprenditori, tramite i sacrifici dei dipendenti. Però qui si ritorna alla prima domanda che ho fatto: finché non infrange la legge, perché Marchionne non deve fare i SUOI interessi ma quelli dei suoi dipendenti? Perché chi difende i lavoratori dipendenti non è riuscito a impedire che venissero fatti quei referendum? Se le proposte di Marchionne fossero contro la legge non sarebbe bastato un referendum per approvarle. E’ questo che non capisco. E’ la legge giuridica a non tutelare a sufficienza i diritti dell’uomo? Voglio sperare di no.
Quello che penso io, è che la sua è l’unica soluzione per impedire che crolli definitivamente la Fiat, e visto che le prospettive di innovazione paiono essere allettanti, altri settori dell’industria addirittura vorrebbero seguirne la scia. Un governo attivo potrebbe impedire ciò? E quale sarebbe la contro proposta?
A proposito di idee alternative, torno brevemente sull’altra questione. Per quanto riguarda lo “spazio” fisico occupato dai veicoli, scusate il termine ma mi sembra una sciocchezza. Non sto promuovendo l’urbanizzazione ma l’uomo e la sua civiltà sono tutt’ora insignificanti rispetto alla terra, quindi abbiamo tranquillamente ampissimi margini per ritagliarci il nostro spazio senza distruggere il pianeta. Secondo me il problema principale è l’inquinamento e penso che bisognerebbe concentrarsi su questo punto. Se secondo te invece non è questo il problema, tanto meglio! Comunque no, nel modo più assoluto non è più comodo il più efficiente dei trasporti pubblici, rispetto all’auto privata. L’automobile secondo me è il bene materiale più prezioso seconda solo alla casa. E’ appunto una sorta di casa ambulante, che ci da anch’essa una discreta sicurezza, una distinta intimità e soprattutto la possibilità di movimento.
Cercando di sintetizzare, io sono convinto che bisogna investire pesantemente sul trasporto pubblico, a scapito di quello privato, ma visto che ne stiamo parlando in merito al “Piano Fiat”, non penso che sarebbe una valida alternativa.
Grazie di nuovo per l’attenzione e per la risposta!
Il problema è stato a monte. per anni i sindacati hanno difeso più i fannulloni che i lavoratori. L’accordo Marchionne è un ricatto, una sola, una fregatura. I sindacati, come la piazza (scesa troppo spesso con inutilità assurde e senza argomenti) non hanno potere oggi. E per concludere: chi padre, o madre come me, pur di dar da mangiare ai suoi figli non avrebbe abbassato i pantaloni a Marchionne??? Chi comanda i sindacati… con o senza Fiat… Mangeranno comunque.