Sala giochi di Calolziocorte: sviluppi pilateschi

Giovedì 10 marzo, presso la sala civica di Calolziocorte intitolata a Gianfranco Miglio, si è tenuta un’assemblea pubblica in occasione della Commissione consiliare territorio convocata per “dirimere” e “chiarire” il punto “sala giochi” che – stando alle parole del Sindaco leghista Paolo Arrigoni – “sta tanto appassionando la provincia”. Dinanzi ad una platea discretamente folta, la maggioranza brambillian-leghista si è presentata tranquilla. Dopo mesi di incertezza,  questo il ragionamento del capogruppo del Carroccio Ghezzi, si è infatti raggiunto il traguardo della “chiarezza”. In che modo? Grazie ad un parere scritto e firmato dall’avvocato del Foro lecchese Giovanni Liguori.
Parere che si era reso necessario alla luce dell'”incerta” valutazione espressa dallo sportello Ancitel qualche tempo fa, casualmente in contrasto con la posizione dell’Amministrazione calolziese, sulla “sensibilità” della biblioteca cittadina rispetto alla distanza minima dei 300 metri regolamentari.

La biblioteca, secondo il parere incassato con sollievo dal Sindaco Arrigoni, andrebbe esclusa (anche) perché:


Il nulla osta è stato poi camuffato in un doloroso atto dovuto, un passaggio obbligato, quasi quasi nell’interesse delle tasche dei cittadini. “Lo sa bene il consigliere Conti”, ha detto più volte il contrito Ghezzi (favorevole di fatto all’apertura), “sono molto più contrario di lui a questo tipo di attività”. Però? “Però non possiamo fare altrimenti: è una scelta obbligata”. Protagonista della soap anche il Sindaco Arrigoni: decisamente più abile.

Il teatrino è stato interrotto dall’intervento puntuale e costruttivo del consigliere di opposizione Corrado Conti. Potremmo riassumerlo in poche battute: a) il parere dell’avvocato Liguori, al di là di considerazioni contenute nello stesso per alcuni tratti poco condivisibili e traballanti, non è la verità rivelata. Così come quello di Ancitel, anche quello di Liguori non esaurisce affatto la questione; b) la maggioranza torni in Consiglio Comunale e chieda che ciascun consigliere si esprima mediante interpretazione autentica sul requisito di sensibilità della biblioteca stessa; c) sempre applicando il Regolamento, il Consiglio dia alla Giunta il mandato di comprendere tra i luoghi sensibili anche tutti quelli che vedano il manifestarsi di fenomeni di socialità, aggregazione, condivisione.

“Che i consiglieri si assumano la responsabilità, anche in vista di un possibile ricorso al Tar”.


Dopodiché è ripartito lo spettacolo. Il consigliere Rella, del Popolo della Libertà, s’è fatto promotore di una proposta ai suoi occhi risolutiva. Via dal centro la sala giochi: mandiamola “fuori”, in “periferia”. Un’illuminazione, si fa per dire, che ha curiosamente avuto come esito quello di riunire il centro-sinistra e la Lega in un coro di critiche. Da segnalare anche lo screzio da commedia americana tra l’assessore Luca Caremi e lo stesso Rella: “Ci vediamo in Tribunale!”, “Sì, ci rivedremo”.

Ha raccolto consensi anche l’intervento della signora Caroi per conto di un Comitato genitori che pochi giorni fa aveva pubblicamente espresso il proprio sconcerto di fronte alla scelta dell’Amministrazione.
La replica della maggioranza è stata secca: prima di criticare scelte “obbligate”, passate dall’altra parte del tavolo (la loro). Amministrare è complicato, quasi un peso.
Peccato che in campagna elettorale questo fastidio venga negato, seppellito sotto a una montagna di barzellette elettorali (“più sicurezza”, “più disciplina”, “più rigore”, etc. etc. etc.).
Politici quando serve, tecnici quando fa comodo. Amministratori a rate, con una buona dose di ipocrisia.

Le responsabilità politiche, però, piacciono a pochi. Così, messo all’angolo, Arrigoni ha provato a percorrere la solita strada: la faziosità.
“A Lecco non avete il regolamento, non ho visto sul sito di Qui Lecco Libera niente di tutto questo. Non ho visto manifestazioni”. Peccato che il Primo Cittadino dimentichi che proprio noi, come Qui Lecco Libera, abbiamo proposto tempo fa un Ordine del Giorno al Consiglio Comunale di Lecco proprio in materia di gioco d’azzardo. Era talmente stringente che non l’hanno nemmeno preso in considerazione. D’altronde, senza alcuna polemica, su queste materie pare che la linea venga dettata dal duo Pasquini-Volontè.

L’Amministrazione comunale di Calolziocorte, alla fine dell’assemblea, si è detta soddisfatta dell’inequivocabile parere del giurista Liguori.
Ora la palla ritorna al Consiglio Comunale e alla Giunta. Il tutto mentre buona parte della platea rivendicava un principio sacrosanto: la trasparenza è un dovere, così come il coraggio delle proprie scelte.

Il miglior augurio l’ha però espresso Alessandro Trentin, triumviro della Million Dollar che scalpita per l’apertura della sala giochi: “Se togliete le macchinette dai bar di Calolziocorte (il gruppo di minoranza ne ha contate 49, nda) non apro più la sala giochi”. Magari!

Duccio Facchini
Qui Lecco Libera

Un pensiero su “Sala giochi di Calolziocorte: sviluppi pilateschi

  • 17 Marzo 2011 in 19:02
    Permalink

    Sottolineo due frasi: Politici quando serve, tecnici quando fa comodo. Amministratori a rate, con una buona dose di ipocrisia.
    Le responsabilità politiche, però, piacciono a pochi.

    Qui sta tutto il succo del discorso

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