Nato sbagliato
Coerenza, solidarietà e autodeterminazione. Armi indicate, queste sì, per una pace autentica. Non per una guerra camuffata.
Non bisogna essere navigati studiosi di geopolitica per comprendere il senso profondo di questa campagna occidentale in terra libica. Un’altra scelta becera, che sentiamo lontana, oltraggiosa e sbagliata.
Proclamarsi per la pace è rivoluzionario: le cosiddette opposizioni, invece, concordano con gli strateghi del piombo, facendosi testimonial delle bombe intelligenti e umanitarie. Un vero strazio.
Difendere l’autodeterminazione, l’unanimità del giudizio e l’indipendenza degli organismi internazionali dagli interessi dei soliti noti non è “pacifismo della prima ora”, è umanità, analisi dei fatti.
L’ipocrisia che si respira e si fatica a digerire è il risultato di decenni di propaganda, fatti di dittatori con la data di scadenza, torture ingombranti abilmente taciute, regimi foraggiati e poi scaricati, guerre spacciate per aiuti umanitari, sangue su sangue trasformato in funzionali relazioni internazionali.
Se Gheddafi è – e lo è – un dittatore efferato, allora non andava finanziato. Chi l’ha fatto – Francia, Italia (Trattato di Amicizia), Stati Uniti su tutti – non ha la tranquillità e la credibilità necessarie per decretarne la fine. Tantomeno con le bombe.
E’ pensando ai morti di serie b – tra cui i topi in gabbia della Striscia di Gaza – che esprimiamo la nostra rabbia e il nostro profondo disprezzo dinanzi a chi – all’epoca di Bush e Blair – sventolava bandiere arcobaleno ed oggi prende la mira.
“Abbiamo sentito tanti bei discorsi sul valore della pace. C’è voluto niente per tornare in guerra”, Giorgio Bocca.
“Non c’era una terza via, c’erano ventimila autostrade che nessuno ha voluto imboccare”, Gino Strada.