Mafia in Lombardia: le ultime due udienze del processo “Infinito-Tenacia”

Le udienze procedurali del processo milanese “Infinito-Tenacia” sono giunte a conclusione. I 39 imputati, accusati di aver fondato ed organizzato la “locale” mafiosa di stampo ‘ndranghetista chiamata “Lombardia”, torneranno in aula il prossimo 23 settembre, data della ripresa del dibattimento. Le udienze di martedì 19 e giovedì 21 luglio hanno visto in azione gli avvocati difensori. A detta dei legali, infatti, non tutte le prove richieste dal Pubblico Ministero potevano essere accolte. Oggetto del contendere alcune intercettazioni telefoniche non depositate nell’udienza preliminare del settembre scorso. Il rigetto di questa tesi – dichiarata di fatto pretestuosa e infondata dalla Corte – ha conseguentemente aperto la strada alla fase più interessante del procedimento: il dibattimento vero e proprio. Gli elenchi dei testimoni sono stati depositati dalle parti. Tra gli imputati spunta anche l’impresario brianzolo Ivano Perego che, stando alle carte dell’accusa, avrebbe “favorito” l’ingresso nel gruppo del boss Salvatore Strangio, intrattenuto rapporti “privilegiati” con esponenti politici della zona e – tra gli altri – dato “direttive” ai dipendenti per lo smaltimento “illecito” di rifiuti, anche tossici. Strangio – per cui il Pm Alessandra Dolci, nella requisitoria del rito abbreviato, ha chiesto 16 anni di carcere – sarebbe stato “l’anello di congiunzione tra le famiglie calabresi e la Perego”. Un “biglietto da visita” insolito per qualsiasi imprenditore che Ivano Perego riteneva “garanzia” per buoni affari. Si riprenderà dunque il 23 settembre sotto la lente del Tribunale di Milano. Occhi e orecchie aperti, visto che la mole di intercettazioni telefoniche e ambientale fa impallidire. Il perito della Corte ha 60 giorni di tempo per trascrivere e “tradurre” le conversazioni. Il maxi-processo sta per iniziare. La “colonizzazione” della Lombardia, invece, è cominciata da decenni.

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