Bike sharing: “lascia perdere”, la seconda prova su strada

(fotografia tratta da Lecconotizie)

“Quando si dà vita a un nuovo servizio è plausibile che ci possa essere qualche problemino. A me piace guardare le cose dal lato positivo, in questo caso dal fatto che siamo riusciti a far decollare il bike sharing a Lecco e, dopo pochi giorni dall’inaugurazione, già 50 lecchesi hanno acquistato la tessera. Certo che se poi c’è chi vuole stare a guardare il pelo nell’uovo qualcosa che non va troverà sempre…”, Vittorio Campione.

Se dei disservizi totali si possono considerare un “problemino” e testare un servizio si può considerare “guardare il pelo nell’uovo” allora ha ragione il vice sindaco Vittorio Campione. Non ci piace guardare le cose in negativo, ci piace provare a guardare, documentare, raccontare e informare; questo è un metodo di lavoro che usiamo per qualsiasi argomento che trattiamo, dalla colonizzazione mafiosa alla mobilità, mettendoci passione, tempo e amore per la nostra città. Dispiace sempre essere additati come gli oltranzisti, i radicali idealisti, quelli che “non propongono” o quelli che “criticano per il gusto di criticare”; dal nostro precedente articolo effettivamente qualcosa è cambiato: sono state aperte due stazioni (in piazza Diaz e presso il centro sportivo Bione). Di riflesso, come spesso accade, abbiamo registrato la rituale passerella mediatica, in cui le verità del vice sindaco sono state raccolte come fossero un postulato. Dalle “associazioni” alle “cronache locali di mutuo soccorso” (il loro, non quello comune).

Non appagati dalla cronaca di una certa stampa locale o di qualche servizio sulle televisioni nazionali, oggi pomeriggio, 22 novembre, abbiamo deciso di riprovare il servizio di bike sharing “Blue Bike”, testandolo per la città di Lecco. Ci siamo recati alla stazione di piazza XX settembre, il led verde sulla torretta indicava il funzionamento della stessa; al passare della tessera, però, si illuminava il led rosso (fuori servizio) e non c’era modo di staccare la bicicletta. Esattamente come successo il 14 novembre alla stazione della Piccola velocità ed esattamente come allora abbiamo chiamato il numero verde: “E’ proprio la stazione che non funziona in questo momento, ci sono problemi tecnici lì. Deve solo attendere qualche minuto in più, sto facendo il reset dei dati”.

Trascorsi dieci minuti abbiamo riprovato: niente, la stazione non ne ha voluto sapere di liberarci la bicicletta. Abbiamo dunque richiamato il numero verde: “No ci sono dei problemi proprio sulla stazione, si stanno verificando dei problemi persistenti sulla stazione, sta avendo dei problemi sulla ricezione del segnale, ci vuole un po’ più di tempo”.

Ci siamo spostati alla stazione in piazza Diaz, dove finalmente siamo riusciti a ritirare la bicicletta, poi riconsegnata presso la stazione di piazza XX settembre. Dopo 20 minuti abbiamo provato a riprenderla ma niente. Si poteva depositare ma non ritirare. Dopo un’ora e mezza passata tra stazioni non funzionanti, telefonate e momenti morti abbiamo rinunciato a effettuare la prova su strada per cui ci eravamo recati in piazza XX settembre.

Le possibilità sono due: o siamo molto sfortunati (probabile) oppure, nonostante sia passato quasi un mese dall’inaugurazione, ci sono dei problemi non isolati che non si riescono a risolvere.

Si spera che il prossimo passo dell’Amministrazione non sia quello ancora una volta di celebrare un successo che ancora non c’è, ma quello di risolvere i problemi, che “ini” non sono, che non permettono ai cittadini di usufruire del servizio. A meno che l’utilità pubblica sia considerata una variabile dipendente dal ritorno mediatico dei nostri capitani (non molto) coraggiosi.

Qui Lecco Libera

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