Testamento biologico, Dat e libertà di scelta: ennesima promessa, ennesimo rinvio
“Nella prossima seduta il punto verrà ripresentato e discusso. Personalmente sono rimasto perplesso di fronte alle dichiarazioni dei capigruppo e, a mio avviso, rischiamo di portare al prossimo Consiglio la proposta tale e quale a quella che avremmo dovuto discutere lunedì. L’impegno che mi sono preso, ma che si è preso tutto il gruppo del PD nei confronti dei cittadini, va rispettato, quindi nella prossima seduta quel punto dovrà essere all’ordine del giorno, discusso e votato”.
Parlava così il consigliere Pd Stefano Angelibusi lo scorso Consiglio Comunale, lunedì 14 novembre. La testata locale Lecconotizie aveva riportato fedelmente le dichiarazioni apparentemente perentorie di chi, cosciente d’aver tirato per troppo tempo la corda, s’era ormai reso conto della presa in giro colossale ai danni di 1.119 cittadine e cittadini lecchesi in prima istanza e a tutta la Città di Lecco di riflesso.
A fronte di un’imponente partecipazione popolare, incanalata attraverso strumenti normati dallo Statuto del Comune di Lecco, l’Amministrazione aveva infatti reagito con fastidio. Si chiedeva un registro comunale che raccogliesse le dichiarazioni anticipate di trattamento di ciascun lecchese, indipendentemente dal contenuto e dalla scelta. In cambio, oltre a trattative sottobanco con alcuni membri (inattivi) del comitato promotore volte ad indebolire l’effetto della raccolta, il ceto politico non sapeva far altro che respingere, in malo modo, una proposta ritenuta “illegittima” e persino “ingannevole”.
Ne avevano in mente una “migliore”, ci assicurava il Segretario cittadino del Pd, Mario Tavola. Risultati? Nessuno.
Salvo quella promessa fatta dal primo firmatario di un Ordine del Giorno “sostitutivo e non alternativo” della proposta di iniziativa popolare: le parole che sancivano “l’impegno” in prima persona di Stefano Angelibusi e del Partito Democratico, tra gli altri.
Leggendo dal sito del Comune di Lecco scopriamo invece che quella discussione nel “prossimo Consiglio” è stata, per l’ennesima volta, rimandata. L’Odg del Consiglio Comunale, infatti, non reca alcun riferimento al tema dell’amministratore di sostegno (motivo per il quale era stata bocciata la proposta dei cittadini). Delle responsabilità nessuno vuol sentir parlare. La “colpa” è sempre altro. Il Segretario Tavola, riconoscendo a nostro parere un fallimento, ci ha fatto sapere di “non avere parole ma soltanto pensieri”. Le dimissioni? Non per sfiducia nostra (che contiamo nulla), quanto per la sfiducia – questa sì – mostrata dai quadri dirigenti del partito di cui dovrebbe esser Segretario cittadino…
Sei mesi fa 1.119 firme venivano protocollate presso gli uffici del Comune di Lecco. Solo questo dato restituisce il quadro triste e desolante di un muro di gomma che respinge tutto ciò che, per presunzione o incompetenza, non può e non vuole accettare.
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