Come e perché salvare Villa Manzoni

Ecco la nostra lettera inviata agli organi di informazione locale sullo “stato di salute” e di mantenimento di Villa Manzoni a Lecco.

Egr.Direttore,

vorremmo riproporre una possibile strada per salvare Villa Manzoni, come già fatto al tempo delle precedenti elezioni comunali (nel contributo de “L’Altra Via”) e più di recente all’interno delle osservazioni al Piano delle alienazioni degli immobili del Comune di Lecco.

Villa Manzoni cade sempre più a pezzi, aveva ragione Gianfranco Scotti: alla faccia di chi, (In Comune) per presunzione o miopia rispondeva all’epoca in maniera piccata.

Per questo riteniamo utile (ri)parlare di due strumenti: la Leva tributaria “a tempo” e la Fondazione.

Fatto scontato è che l’attività di recupero e potenziamento di Villa Manzoni oltre al pregio e lustro che dà alla Città, permette di svilupparne un più adeguato ritorno economico frutto della valorizzazione del Bene e delle sue potenzialità, meglio se supportate in questo dalle associazioni degli amici di villa Manzoni. Mecenati, esperti d’arte, uomini di cultura locale ect.

Per avviare tutto questo una strada esiste: la Leva tributaria “a tempo”, cioè la destinazione di parte della rimodulazione dell’Irpef comunale, possibile fino allo 0,8 per mille, al fine di finanziare, per lo stretto tempo necessario all’investimento di restauro e valorizzazione, il rilancio di Villa Manzoni. Terminato questo, si provvederà poi alla riduzione dell’imposta.

L’Art.13 del Decreto Monti, con la re-introduzione dell’Ici/Imu, permette di modulare tale tributo con le stesse caratteristiche di temporaneità finalizzate a un investimento che i lecchesi potranno, con “programmata facilità”, misurare e controllare.

Una tassa di scopo, prevista già nel decreto sul federalismo municipale ma ancora carente del regolamento attuativo. Tali azioni, è bene ricordarlo, permettono di fare investimenti che non fanno sforare il Patto di Stabilità.

Un’ipotesi più a largo respiro, da valutare però anche in termini di vincoli e normative, è la creazione di una sorta di Fondazione dove vien messa in capo alla stessa non solo l’attività di recupero e potenziamento di Villa Manzoni ma anche dello stesso Teatro della Società, e ancor più, per un respiro Provinciale, la gestione e valorizzazione anche di Villa Monastero di Varenna e del Monastero di S. Maria del Lavello a Calolziocorte.

Stiamo infatti perdendo, senza battere ciglio, la storia di Villa Manzoni non di qualche isoletta locale sovrapubblicizzata più per il vanto di qualche manager che per chissà quale altro motivo.

Ritardando i tempi del suo recupero aumenteranno inoltre i costi e quindi i soldi necessari per salvarla. Vogliamo abbatterla?

Qui Lecco Libera

Un pensiero su “Come e perché salvare Villa Manzoni

  • 11 Luglio 2012 in 15:25
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    Carissimi, sono completamente d’accordo con Voi nell’affermare che si debba fare qualcosa per tutelare i beni culturali e artistici. Non sono un esperto di amminsitrazione pubblica; non so confermare se le Vostre proposte possano essere efficaci o meno. E’ certo che il problema è strutturale: i beni artistici, i monumenti hanno bisogno di tutela e valorizzazione ma le prime cose che si tagliano sono proprio quelle inerenti i beni culturali. Riguardo la polemica accennata alla valorizzazione dell’Isola Viscontea,lasciatemi dire: ogni azione volta alla valorizzazione di qualsiasi bene culturale nell’interesse di una fruizione pubblica è benvenuta. Sono veramente poche le persone che hanno a cuore la tutela dell’ambiente e della cultura. Io non sono di Appello per Lecco ma ho apprezzato la loro attività in favore dell’isola Viscontea. Ci sono forse interessi “extra-culturali” che non conosco? Non lo so. Lavoriamo insieme, se possibile, per la valorizzazione del territorio. Nanni Moretti, in un famoso film, diceva che apparteneva ad una minoranza. Io direi, invece, che apparteniamo alla minoranza della minoranza. Cordiali saluti e grazie per il contributo che date al nostro territorio e alla nostra comunità Paolo Barbieri

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