Salvo il Cornizzolo. E il Magnodeno (Lecco)?
L’abbiamo anticipato sul nostro profilo di Facebook durante la presentazione di “Armi, un affare di Stato”.
Il consiglio provinciale ha deliberato di stralciare nuove cave -tra cui il Cornizzolo. Hanno firmato tutti. Una notizia positiva che non deve illudere. Lecco resta in corsa, essendo da sempre stato il reale obiettivo. Cornizzolo salvo.
Ecco il testo dell’ordine del giorno votato e sottoscritto all’unanimità.
Tra i passaggi salienti segnaliamo:
1) “È emersa dal territorio una tendenziale contrarietà in merito a nuovi ambiti estrattivi”;
2) “L’attuale […] contrazione del mercato edilizio ha causato un calo del fabbisogno di materiale frutto di escavazione”;
3) “Il suolo rappresenta un bene finito e non rinnovabile”;
4) “Le amministrazioni locali […] devono tener conto del bene e delle necessità delle comunità che rappresentano piuttosto che dell’interesse di pochi”;
Quattro semplici punti che, se condivisi senza fini elettorali, avrebbero tranquillamente tutelato anche il già sfruttato monte Magnodeno, nella città di Lecco. Quest’ultimo è invece condannato, visto che la Provincia -prossima alla pensione- concentrerà “le valutazioni su eventuali implementi di escavazione ed estrazione unicamente nei giacimenti già aperti”. Attenzione. Il tutto “tenendo nella debita considerazione il parere e la valutazione delle amministrazioni locali”. Dunque, nel caso lecchese, l’Amministrazione di Virginio Brivio potrebbe avere un peso. Deciderà di averlo?
Magnodeno a parte, è una bella mattinata per il Cornizzolo e per le associazioni che l’hanno difeso -ben più di amministrazioni locali ondivaghe e partiti politici coerenti quanto una banderuola.
Qui Lecco Libera
Credo che la giunta Brivio nella seduta del 19/11/2012, con la delibera n.224, si sia espressa in meniera chiara riguardo l’intenzione di (NON)tutelare le montagne di Lecco. http://www.comune.lecco.it/resources/docinf/N134d7093688f8234eb9/N134d7093688f8234eb9/N._224_del_19.11.2012_proroga_convenzione_unicalce.pdf
Concedere la proroga di validità della convenzione con la società Unicalce non mi sembra gesto di tutela delle nostre montagne.
Se consideriamo poi che Unicalce ha già presentato alla “pensionanda” Provincia autorizzazione per l’esercizio di un SECONDO DECENNIO di sfruttamento della cava “Vaiolo Alta”, le premesse per una tutela del territorio non sono delle migliori.
Era una domanda retorica, dato che già al tempo di “Coltivando cave” l’assessore all’Ambiente aveva fornito un’illuminante interpretazione sui recuperi ambientali avvenuti.
Il rimpallarsi con la provincia l’onere della decisione finale è quanto mai pilatesca.
In data 19/11 la giunta comunale DELIBERAVA di prorogare ulteriormente la validità della Convenzione, fino al 10.02.2014, “a condizione che la Provincia di Lecco accolga l’istanza avanzata dalla Società UNICALCE S.p.A. di proroga di un anno dell’Autorizzazione al Progetto Attuativo decennale di cui all’autorizzazione 70/2003 e successive.”
In data 28/11 la provincia asseriva che nell’ ambito dell’iter procedurale per l’approvazione del Piano Cave chiederà alla Giunta provinciale di concentrare “le valutazioni su eventuali implementi di escavazione ed estrazione unicamente nei giacimenti già aperti, tenendo nella debita considerazione il parere e la valutazione delle amministrazioni locali”.
Cosà farà ora la Provincia con la proroga chiesta da Unicalce? Se terrà in debita considerazione il parere della giunta Brivio l’esito pare scontato…