L’Isola che non c’è

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Dal giorno dopo l’insediamento della Giunta Brivio, l’associazione culturale/lista civica Appello per Lecco -per mezzo del suo animatore, Corrado Valsecchi- ha fatto dell’Isola Viscontea la sua principale battaglia politica. E cioè rendere remunerativo uno spazio privato, travestendolo da interesse pubblico. Una bella operazione di marketing, che le ha permesso di confondere i vincoli paesaggistici correttamente opposti dalle Soprintendenze a meri capricci burocratici. Ieri (sabato 27 luglio) Apl ha fatto sapere che senza l’ok al ponticello di collegamento che vogliono realizzare (per far rendere un bene privato, e del bilancio ad oggi di quel luogo chissà) se ne laverà le mani.

Ecco quindi un’improbabile delegazione che parte verso la Soprintendenza, con tanto di presidenti di commissioni consiliari e nominati in Cda in quota Valsecchi. Dove ruolo pubblico e fine privato si sovrappongono, confidando nella confusione dei cittadini. Cui basta dare in cambio qualche iniziativa patinata per captar benevolenza. Se Apl vuole essere credibile, smetta di amministrare, ritiri gli assessori e i consiglieri comunali, e si occupi del bene di chi è proprietario dell’Isola. Come una qualunque agenzia. Se non volesse farlo, renda almeno pubblico il contratto di comodato con il privato e il bilancio dell’attività sull’isola di questi anni. Costi e ricavi.

Qui Lecco Libera

Un pensiero su “L’Isola che non c’è

  • 31 Luglio 2013 in 11:17
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    Mi ha sempre stupito questo grande impegno , fin dall’inizio, per l’isola viscontea.
    Non mi è mai capitato di leggere, forse per mia distrazione, analoghe prese di posizione per realtà del Patrimonio Culturale e Naturale di Lecco più importanti. C’è solo l’imbarazzo della scelta: dai luoghi manzoniani alle , ormai poche, realtà di Archeologia Industriale, dalla Valle del gerenzone ( l’unico sito produttivo del ferro, in europa, durato oltre 2.000 anni ) agli archivi storici ( Lecco è l’unico capoluogo italiano senza Archivio di Stato ) alle ville . Ponchielli, Eremo ecc…
    Nessuna presa di posizione , forse me le sono perse, per realtà uniche a livello europeo: Villa Manzoni, il sito archeologico di S. Stefano, gli opifici del ferro, il capannone neo gotico della Badoni e così così via… Molto interessanti e significative le modalità di coinvolgimento dei volontari e della comunità, carenti un poco le competenze nelle normative sui B.C. Rimane il quesito : perchè l’isola viscontea e non altre realtà, e sono tantissime, più importanti, del Patrimonio culturale lecchese ?

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