“Il bike sharing sarà sempre in perdita”

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“Il bike sharing sarà sempre in perdita ed è  l’assessore Campione a sostenerlo e, per una volta, non possiamo che concordare.

Dovrebbe essere Tutto un altro film come promette la nuova campagna pubblicitaria del servizio di noleggio bici Blubike presentata in municipio lunedì 14 ottobre. In sostanza, però, cambia poco. Si propone il tesseramento online, un miglioramento che l’Amministrazione ha presentato come una mossa innovativa quando invece è inverosimile ritenere che sia questa una aggiunta in grado di dare nuova linfa ad un progetto che per troppe ragioni non ha autonomia.

La “rivoluzione” auspicata anche da nostri articoli precedenti non è affatto arrivata. Niente tessere nelle edicole, all’ufficio turistico o alla hall del centralissimo Palazzo delle Paure; le informazioni sulle colonnine cambieranno sì, ma non si sa quando e il contenimento dei costi è più una speranza che una reale strada delineata.

Il vicesindaco e assessore competente Vittorio Campione ha ammesso che “il servizio non è [stato] compreso fino in fondo” e forse per un momento ha riconosciuto di avere delle responsabilità precise per non essere riuscito a gestire in maniera sostenibile il servizio di bike sharing ed aver ridotto il tema a mere iniziative spot, fallimentari anche nel coinvolgere la cittadinanza (che continua a dimostrare indifferenza).

Il servizio di Blubike a Lecco mostra delle evidenti e oggettive difficoltà, si pensi alla scarsa distribuzione delle stazioni, alle condizioni geografiche e meteorologiche del nostro territorio, aggravate dalle scelte miopi dell’amministrazione comunale come  chiudere le porte del servizio al settore turistico e votandolo quindi al fallimento; così com’è strutturato il servizio non può decollare, ma nemmeno camminare visto che sembra lontana la possibilità di una sostenibilità economica.

Con i soli 200 tesserati si ha un introito di 4.000 euro a fronte di una spesa di circa 50.000, con una perdita quindi di 46mila euro, che non sono briciole, specialmente se si pensa a come potrebbero essere meglio investiti in interventi minori, certo meno spot ma di maggior sostanza, che veramente potrebbero cambiare il volto della città.

Arrivati a questo punto le strade che si dovrebbero aprire sono due, proviamo a declinarle sia per suggerire spunti ad un’Amministrazione “pigra”, sia per provare a proporre un’alternativa che dovrebbe essere presa seriamente in considerazione.

L’alternativa drastica è la chiusura del servizio Blubike al termine del contratto con Bicincittà:
  • farebbe rimanere nelle casse del Comune di Lecco circa 46mila euro all’anno
  • si potrebbero investire quei soldi in infrastrutture per l’utilizzo quotidiano delle bici.
    • Rastrelliere (circa 600 euro più installazione per 10 bici)
    • Ricoveri coperti per biciclette (circa 8.000 euro più installazione per un ricovero coperto per 40 bici)
    • Creazione di percorsi protetti all’interno delle vie meno trafficate della città
    • Segnaletica verticale e orizzontale specifici per percorsi e indicazioni ciclabili
    • Stazioni per gonfiare gli pneumatici delle bici
    • Rastrelliere sui mezzi di trasporto pubblico
  • Si potrebbero creare agevolazioni per biglietti ed acquisti
    • Creare un servizio di navetta gratuito dai parcheggi periferici verso il centro città
    • Agevolazioni economiche per l’acquisto di bici e bici elettriche
    • Aumentare le fasce di riduzione dei biglietti dei mezzi pubblici

La seconda via, è che il Blubike sia “tutto un altro film” per davvero però. A questo punto ci chiediamo se non bisognerebbe pensare di cambiare il “regista” e gli “attori” per poter cambiare la “trama” ed il “finale”.

Per cambiare la “trama” bisogna ripensare il sistema Blubike e creare una nuova strategia, basata su statistiche, nuovi metodi di tesseramento (non solo quello online) e “copiare” gli esempi virtuosi e sostenibili che ci sono. Dev’essere svolto un lavoro professionale che, ad oggi, non è stato fatto. Proponiamo di leggere alcune delle indicazioni strategiche, tratte dal manuale dell’OBIS (Ottimizzare i Sistemi di bike sharing nelle città europee), per la realizzazione di un servizio di bike sharing. Queste buone pratiche si sarebbero dovute conoscere prima di “buttarsi magari anche in maniera incosciente” in qualcosa di cui non si sapeva e non si sa nulla, ma vanno bene anche per il “rilancio”.

  • Studiare le necessità e definire gli indicatori di successo

Uno studio di fattibilità realizzato in modo professionale che analizzi altri sistemi di bike sharing, descriva le condizioni locali, indichi diverse opzioni e descriva gli scenari operativi futuri, dovrebbe essere alla base delle decisioni da prendere successivamente.

  • Ricercare possibili finanziamenti (oltre quelli della sola realizzazione) 

E’ necessario fare una ricerca dei finanziamenti disponibili a livello nazionale o regionale per le infrastrutture e i costi di funzionamento. Coinvolgendo soggetti terzi, come aziende locali o hotel, si potrebbero rafforzare le basi economiche su cui poggia il servizio; in questo caso, però, bisogna fare attenzione a non dipendere da questa unica fonte di sostegno.

  • Rendere unico il proprio sistema 

I risultati di diverse città europee mostrano come un buon design distintivo sia di aiuto per il successo del servizio. Tra gli elementi di design si devono considerare le biciclette stesse (colore e logo della città), le stazioni, i totem e il materiale informativo. Non dovrebbe comunque essere necessario ridisegnare un sistema partendo da zero, poichè le esperienze già in essere poggiano, in genere, su buone basi tecnologiche e operative che possono essere riadattate.

  • Conoscere tutto

La chiave per il successo è una buona conoscenza delle prestazioni e dei costi del bike sharing. Perciò, nel primo bando di gara rivolto ai potenziali opera- tori, l’Amministrazione comunale dovrebbe prevedere (per poi inserire nel contratto di fornitura) dei servizi di monitoraggio, raccolta e diffusione dei dati di funzionamento e utilizzo del sistema.

  • Permettere a noi stessi di essere onesti in fatto di costi e benefici  

Dopo un primo periodo di avvio, la situazione dovrebbe essere analizzata nel dettaglio. Se i risultati dovessero essere al di sotto delle aspettative iniziali, dovrebbe essere considerata la possibilità di investire il denaro in maniera più proficua. Nei casi peggiori, ciò potrebbe voler dire spostare il budget su altre misure a favore della mobilità ciclistica. L’esperienza, comunque, dimostra che in molti casi il bike sharing ha le potenzialità per funzionare adeguatamente.

Le indicazione del manuale dell’OBIS, suggeriscono di essere onesti sui costi e benefici e di “considerare la possibilità di investire il denaro in maniera più proficua”, questa onestà non c’è a Lecco, nessuno si è preso le colpe di questo fallimento, per questo chiediamo al vicesindaco Campione di farsi da parte e lasciar fare a qualcuno che possa ricoprire questo ruolo in maniera più adeguata e che sappia decidere se rinnovare il servizio e rilanciarlo o se mandarlo in pensione e sfruttare il risparmio.

Qui Lecco Libera

2 pensieri riguardo ““Il bike sharing sarà sempre in perdita”

  • 23 Novembre 2013 in 20:42
    Permalink

    Sono pienamente d’accordo sull’analisi fatta sul bikesharing voluto e sostenuto dal Vice-Sindaco Dott. Campione. Certi errori vanno riconosciuti e si deve avere il coraggio di tornare sui propri passi dimostrando un minimo di intelligenza e limitando i danni economici a carico dei cittadini. Un conto è fare il segretario di un partito e altra cosa è amministrare una città specie nella qualità di Assessore all’ambiente e alla viabilità cittadina. Basta vedere il caos totale che regna in Piazza del pesce e a Pescarenico, nonchè la mancanza di grinta nel sostenere il senso unico in uscita sul Ponte Vecchio attualmente in atto (23.11.2013).E qui mi fermo. Saluti.

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