Metastasi, la “riserva” di contatti della locale di ‘ndrangheta lecchese

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La terza parte della nostra lettura critica dell’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione Metastasi è dedicata ad un altro rappresentante di quello che il Giudice per le indagini preliminari Alfonsa Ferraro ha definito il “capitale sociale o relazionale” cui poteva attingere la locale della ‘ndrangheta lecchese.

Una posizione che penalmente è irrilevante ma non per questo immune da problematicità che impongono necessari chiarimenti.

Il soggetto in questione (non indagato, ripetiamo) è Alberto Invernizzi, ingegnere lecchese in consiglio comunale di Lecco e presidente della Commissione V Urbanistica in quota della lista civica Appello per Lecco, in maggioranza.

La prima volta che Invernizzi entra in scena nell’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione Metastasi -sempre in un’ottica dall’inesistente profilo penale- è il 22 aprile 2011. In quell’occasione, come ricostruisce il Gip Ferraro grazie alle intercettazioni telefoniche dell’utenza di Ernesto Palermo, il consigliere comunale di Lecco nonché presidente della Commissione V Urbanistica in quota Appello per Lecco riceve una chiamata dal “collega”. Anche in quell’occasione, Ernesto Palermo si sta muovendo nell’interesse dell’associazione criminale di cui, secondo gli inquirenti, è ambasciatore ed esponente. Il “settore” è quello del gioco d’azzardo e dell’apertura di sale giochi sul territorio, dove è manifesto il “coinvolgimento di Mario Trovato”.

“PALERMO Ernesto -scrive il Gip Alfonsa Ferraro- sfrutta la sua piena introduzione nella macchina amministrativa per ottenere informazioni sui soci delle attività commerciali di suo interesse: si rivolge ad INVERNIZZI Alberto, consigliere comunale di Lecco, per contattare […] responsabile dell’ufficio Territorio e Ambiente” del comune di Garbagnate Monastero (LC) al fine di accertare se siano state concesse recentemente autorizzazioni all’apertura di locali da gioco e i nominativi dei soci”.

La richiesta di Palermo è chiara: “PALERMO Ernesto chiede se INVERNIZZI Alberto può chiamare […] al fine di sapere se c’è stata una richiesta per l’apertura di una sala giochi sulla superstrada ed eventualmente chi l’ha fatta”. Secondo quanto riportato in ordinanza, Invernizzi si spende, ma il “contatto” di Garbagnate Monastero non è raggiungibile (in quel momento).

Perché un consigliere comunale di Lecco (Palermo), che di mestiere in teoria fa l’insegnante, si preoccupa di raccogliere informazioni così dettagliate riguardanti peraltro un Comune che non è quello dove siede in qualità di amministratore? Una domanda che il consigliere Invernizzi avrebbe dovuto porre a Palermo, visto anche il dichiarato impegno della lista civica Appello per Lecco nella contrasto al diffondersi di ludopatia e gioco d’azzardo.

Dismessi questi panni, Alberto Invernizzi ritorna nell’ordinanza soprattutto per il suo ruolo di architetto (così scrive il Gip, Invernizzi è ingegnere), cui si rivolge proprio Ernesto Palermo per la realizzazione del progetto del “nuovo” lido di Parè a Valmadrera. Un progetto del quale Mario Trovato -confidiamo all’insaputa di Invernizzi- monitora sviluppi e modifiche, grazie al fidato Palermo.

Il 26 aprile 2011 Ernesto Palermo vede il sindaco di Valmadrera Marco Rusconi, ed è allora che avrebbe avuto “la conferma” dal secondo “sulla durata del contratto e soprattutto abbia avuto indicazioni sull’offerta economica da indicare in sede di gara”.
A quel punto rientra in “scena” l’architetto-collega consigliere Alberto Invernizzi. È lui che telefona il 27 aprile mattina a Palermo, che non ha quote nella società, per chiedergli se avesse visto il “disegno” elaborato. Questa la sintesi di un passaggio della conversazione.

“PALERMO Ernesto dice che la casetta poi la vedranno dopo e gli chiede se lui è in ufficio questa mattina.
INVERNIZZI Alberto dice di non essere in ufficio ed aggiunge che “dal bando è vincolante quello che metti su”.
PALERMO Ernesto dice “no va boh! ho parlato ieri con lui!”.
PALERMO Ernesto gli chiede poi quando ci sarà per venire giù anche per dirgli pure ” quello che bisogna mettere all’interno del bando”.
INVERNIZZI Alberto esclama “minchia! tutto io devo fare tutto io il bando ! tu che cazzo fai ? non lo eh!”.
PALERMO Ernesto gli dice che lui non l’ha mai fatto e che se avesse saputo farlo…
INVERNIZZI Alberto gli dice poi che per lui è un po’ problematico e dice che dovrebbe essere lì dalle due alle due e mezza e che dopo sarà via.
PALERMO Ernesto gli chiede se riuscirebbero a fare il tutto.
INVERNIZZI Alberto gli dice di andare lì e che pensa che in mezz’oretta potrebbe dargli una mano… vedrebbero quello che c’è, quello che riusciranno a compilare… ed eventualmente, quello che mancherebbe, poi lo compilerebbe PALERMO Ernesto dopo”.

Due giorni più tardi, il 29 aprile 2011, l’ex sindaco di Valmadrera Marco Rusconi comunica a Palermo “l’esito favorevole della procedura”. Tradotto: la gara è stata “vinta” dalla Lido di Parè Srl. “Abbiamo preso il posto a Parè!”, esulta al telefono Ernesto Palermo, “Il sindaco di Valmadrera mi ha dato una mano!”.

Soltanto il 2 maggio, intercettato al telefono, Rusconi racconta al suo assessore Emilio Zangari -all’oscuro dei contatti continui tra Rusconi e Palermo- che avrebbe successivamente informato “gli intestatari vale a dire il tassista (Redaelli) e l’altra persona (Lilliu) e che prima di confermargli ufficialmente l’aggiudicazione gli faranno un discorsetto chiaro”. È una menzogna, dato che già dalla fine di aprile l’ex sindaco di Valmadrera ha fatto trapelare al “portavoce” Palermo  (privo di quote e titolarità)  i dettagli dell’aggiudicazione.

L’ex sindaco di Valmadrera è però “preoccupato” per il decoro dell’area e il disturbo della quiete pubblica che l’attività potrebbe portare sul pratone e vuole perciò catechizzare -o far credere di farlo- i due prestanome: Antonello Redaelli e Saverio Lilliu. “Strigliali un po’” gli suggerisce Palermo il 4 maggio 2011 al telefono. “Mi sono trovato con Alberto INVERNIZZI a vedere un po’ di cose”, replica Rusconi. Quello stesso giorno, Palermo chiama proprio il progettista, “fornendogli le ulteriori modifiche suggerite da RUSCONI Marco e approvate da TROVATO”.

La conversazione più “pesante” però, e di cui il direttivo di Appello per Lecco è a conoscenza su nostra specifica segnalazione, risale al 20 maggio 2011. Facciamo però prima un passo indietro: il “bubbone Lilliu” è appena scoppiato tra le mani di Rusconi e Palermo. Il prestanome, infatti, ha in casellario precedenti che vanno dal traffico di sostanze stupefacenti al riciclaggio, e tutto ciò vizia l’aggiudicazione. Va trovata una soluzione a questo “grosso problema”, come lo chiama Palermo. E questa soluzione si chiama “trasferimento di quote”. Lilliu esce di scena -strumentalmente- per lasciar spazio alla convivente, che risulta “pulita”. “Tutto ok domani è già apposto” scrive in un sms Palermo a Rusconi il 18 maggio. “Bene, bene!” replica al telefono l’ex sindaco di Valmadrera, denotando secondo il Gip (“incondizionata disponibilità”).

È un cambio in corsa che gli inquirenti bollano come un “retroscena” e del quale Alberto Invernizzi, sempre secondo il Gip, avrebbe avuto “consapevolezza”. “Com’è andata la faccenda di ieri” avrebbe chiesto il progettista lecchese a Palermo il 20 maggio. “No, no tutto bene, se lui non può somministrare… allora fuori dai coglioni! Lo posso assumere (LILLIU Saverio) ma non può nell’azienda… ma non essere… hai capito? No, no, è andata bene, è andata bene! Meno male!”, la risposta sollevata di Ernesto Palermo.

Così come per la questione dell’interessamento circa l’apertura di sale giochi a Garbagnate Monastero, anche la presunta “consapevolezza” dei retroscena relativi all’uscita di scena del prestanome pregiudicato della Lido di Parè Srl rappresenta un punto da chiarire immediatamente.

Cui si aggiunge il fatto che nessuno, compreso Alberto Invernizzi, abbia mai segnalato, sollevato all’attenzione pubblica, denunciato nelle sedi opportune -per quanto è dato sapere- l’atteggiamento di Ernesto Palermo a proposito del Pgt della città di Lecco. Ad esempio, il Gip scrive che Palermo avrebbe “anticipato” a Invernizzi “il suo forte interesse a favorire il cambio di destinazione dei terreni di INVERNIZZI Elena e Michele proponendo anche di fargli conseguire l’incarico di progettazione da parte dei privati”. Al di là dell’esito di questo “forte interesse”, era un comportamento normale? Era normale che un consigliere comunale (Palermo) dicesse -a proposito di una modifica al Pgt- a un collega, suo progettista, presidente della Commissione Urbanistica del Comune di Lecco (Invernizzi) che “Dobbiamo farlo passare Albe’ (INVERNIZZI Alberto ndr) se no che c… mi mangio! Mi mangio la m…”?

Il giorno degli arresti, Appello per Lecco si era detta “in attesa di ricevere al più presto dal Sindaco informazioni dettagliate, al vaglio degli inquirenti, inerenti eventuali condizionamenti che il Palermo avrebbe potuto esercitare all’interno del Consiglio Comunale di Lecco”. Siamo con Appello, certi che vorrà adottare lo stesso rigore anche per chiarire il comportamento (penalmente irrilevante) del proprio associato-rappresentante.

Qui Lecco Libera

PS: Il sindaco di Lecco Virginio Brivio, piuttosto che rispondere nel merito alle nostre documentate richieste di chiarimento (qui e qui) rispetto alle poco credibili ricostruzioni da lui fornite in questi giorni alla cittadinanza, ha fatto sapere ai giornali che “su queste illazioni non ho nulla da dichiarare”, definendo il comportamento di chi approfondisce questo inquietante capitolo della vita cittadina come “deludente”. È un peccato che Brivio reagisca chiudendosi, confidando nel quadrato politico e mediatico costruito intorno a lui. Non comprende, infatti, che chi lo critica, anche aspramente, anche richiedendone le dimissioni per atti che nulla hanno di penalmente rilevante ma che politicamente sono abnormi, ha a cuore la sua credibilità. Gli adulatori lo sorreggono soltanto perché consapevoli che “dopo di lui il diluvio”.

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