Due domande al Dg dell’Ospedale
(A destra, Mauro Lovisari, Dg dell’Ospedale di Lecco)
Il direttore generale dell’Ospedale Manzoni di Lecco, Mauro Lovisari, ha ricevuto un’informativa di garanzia per l’ipotesi di reato di turbativa d’asta nell’ambito della maxi operazione che ha toccato anche l’Expo 2015. Secondo i pubblici ministeri della Procura di Milano, Lovisari avrebbe partecipato al condizionamento di una gara d’appalto dell’aprile 2013 a favore della Servizi Ospedalieri Spa di Ferrara che concorreva a Lecco per il servizio di lavanderia.
Secondo l’accusa, ancora, Lovisari sarebbe venuto meno al suo dovere di pubblico ufficiale a fronte di un’assicurata assistenza e tutela delle sue prospettive di carriera all’interno del sistema delle aziende ospedaliere lombarde da parte di Gianstefano Frigerio, presentato nelle carte quale “intermediario tra pubblici ufficiali ed imprenditori in relazione a procedure di pubblici appalti nel settore sanitario e non solo” nonché “amico” dell’assessore e del direttore generale alla Salute delle Regione (Mantovani e Bergamaschi). Frigerio il quale -come pure l’associazione a delinquere ipotizzata- teneva come base operativa per i suoi incontri gli uffici del “Centro culturale Tommaso Moro Onlus” in viale Andrea Doria a Milano.
Come abbiamo fatto per la questione di Metastasi, anticipiamo sin da ora il nostro disinteresse nei riguardi dei rilievi penali correlati alla vicenda. O meglio: su quell’aspetto faccia chiarezza la magistratura. Ma da cittadini di questo territorio ci chiediamo e chiediamo all’interessato -e indirettamente al personale del Manzoni che ha ricevuto venerdì 9 maggio una lettera dal Direttore generale– l’opportunità di alcune conversazioni riportate nell’ordinanza di custodia cautelare in capo anche a Lovisari.
Ad esempio il 4 aprile 2013 Mauro Lovisari, convocato al Centro culturale da Frigerio non si sa bene perché, discute con quest’ultimo di nomine pubbliche dei vertici delle aziende ospedaliere. E dice a Frigerio: “Ecco a proposito di Lecco perché vale la pena già, tu sei uno che guarda molto avanti, Lucchini è uno dei tuoi?”. “Sì è un mio amico”, la risposta di Frigerio. E Lovisari, più avanti, “esatto, allora Lucchini secondo me è ottimale, come mi muovo io, lui va all’Ospedale di Lecco lo trova in ottima salute”. Che cosa intendeva il “nostro” Dg con l’espressione “è uno dei tuoi”? Lo chiediamo perché ci pare strano come criterio quello della “proprietà” in vista di un’eventuale nomina quello apparentemente impiegato da un esponente del merito e dell’eccellenza lombarda.
E ancora, questa volta ancor più inquietante. L’11 aprile 2013 Lovisari torna da Frigerio, sempre in via Doria e sempre al Circolo Tommaso Moro. Parlano ancora dell’appalto della lavanderia. Ad un certo punto, secondo un “ndr” degli inquirenti, Frigerio direbbe che “io faccio fare pulizia (bonifica microspie ndr) ogni sei mesi”. E Lovisari: “bene bene”. E Frigerio: “Io c’ho un mio amico carabiniere”. E Lovisari: “No bisogna esser cauti sì sì”.
A che cosa si riferiva il Dg Lovisari a proposito di quella “cautela”? E che cosa pensò quando il tal Frigerio fece riferimento ad un “amico carabiniere” che si occupava della “pulizia” degli ambienti dove conversavano?
E, infine, a che cosa faceva riferimento Lovisari quando, con Gianstefano Frigerio, ragionava a voce alta (6 giugno 2013) di un “accordo” da proporre ai “secondi” classificati a quell’appalto teoricamente -secondo i Pm- pilotato, per “scongiurare” il “ricorso” che “ci bloccherebbe per sei mesi, otto mesi, un anno”?
Nella lettera rivolta ai membri del personale dell’Ospedale, Lovisari chiede loro di continuare a operare con professionalità, entusiasmo e generosità. Quegli ingredienti che, stando alle sue parole riportate in ordinanza, appaiono molto lontani.
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