Bodega replica su Sorrentino

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(Daniele Nava, Lorenzo Bodega e Mauro Piazza, foto di Leccoonline)

Il candidato sindaco di Lecco Lorenzo Bodega ha voluto rispondere immediatamente ai nostri interrogativi posti in calce alla ricostruzione pubblicata mercoledì 25 marzo circa i suoi rapporti con l’odontotecnico Francesco Sorrentino nel 2009-2010.

L’ha fatto attraverso un’intervista che qui riportiamo nella sua sostanziale integrità.
Nonostante abbia bollato la nostra iniziativa come una “strumentalizzazione politica”, il candidato sindaco ha infatti affrontato ogni quesito, a differenza di chi, in quest’ultimo anno, ha preferito porte chiuse e dichiarazioni senza contraddittorio. La differenza di stile, in ogni caso, non appiana le contraddizioni e i punti poco chiari, che ognuno potrà liberamente valutare.

Candidato Bodega era a conoscenza del fatto che, nel 2010, Sorrentino pagasse la campagna elettorale dell’ex consigliere regionale Stefano Galli al fine di, come dice lui in una serie di conversazioni, ottenere dei favori?

Premessa: non dobbiamo confondere il ruolo dell’allora Lorenzo Bodega e il ruolo di Stefano Galli. Io ero estraneo a ogni meccanismo regionale e Galli operava da diversi anni nel settore. Non c’era certo bisogno del sottoscritto per far parlare persone tra di loro. A me non interessa che Sorrentino abbia pagato la campagna elettorale di Galli, ognuno fa quello che vuole. E per quanto riguarda le conversazioni tra la mia compagna e Sorrentino sono convinto che queste persone non debbano renderne conto a nessuno, vista la posizione dell’una e dell’altro. Uno peraltro non occupava più alcun ruolo istituzionale.
Sa qual è la vera notizia poi? È che Sorrentino si lamentava di favori richiesti e non ottenuti da parte mia. Ne sono fiero.

Le cose stanno diversamente, guardiamo ai dati di fatto. I finanzieri, ascoltando le conversazioni tra lei e Sorrentino, sostengono che lei abbia suggerito a Sorrentino di sostenere economicamente la campagna di Galli e infatti Sorrentino le dice di aver fatto ciò che lei gli aveva consigliato. E lei al telefono non lo contraddice.

È chiaro che le campagne elettorali hanno bisogno di qualche finanziamento.

Riformulo la domanda: lei ha suggerito a Sorrentino di sostenere la campagna di Galli?

Non è che io ho suggerito. Nei ragionamenti generali che allora si facevano è chiaro ed evidente che se uno può dare un aiuto economico è ben accetto. I soldi mica son buoni per far nulla. Lo dico senza problemi, non ho chiesto solo a Sorrentino di dare una mano economica.

Sorrentino non si lamenta del fatto che Galli non abbia corrisposto ai suoi desideri ma teme che Galli possa essere bocciato alle elezioni perché estromesso dal listino. E la sua compagna -e a lei chiedo se fosse a conoscenza di questo ragionamento- lo tranquillizza citando la fattispecie della riconoscenza di Galli nel caso della promozione di Carlo Malugani a presidente delle Ferrovie Nord. Come interpreta questo ragionamento della sua compagna?

Ricollochiamo nel tempo la questione. All’epoca avevo pessimi rapporti con la Lega Lombarda. Le conversazioni della mia compagna con l’amico Sorrentino non mi venivano riferite anche perché io spesso troncavo i discorsi che non rientravano nelle mie competenze. Se nel mare magnum delle intercettazioni raccolte per vagliare notizie di reato ci fosse stato qualcosa di illecito io e lei non saremmo qui a parlarne al telefono questa sera.

Infatti la questione è politica, non penale. Ma non mi ha risposto: la sua compagna dice a Sorrentino che Galli si era dimostrato riconoscente nel caso di Malugani, che essendogli stato “vicino” era stato nominato presidente delle Ferrovie Nord. O lei smentisce la sua compagna o deve spiegare come la questa possa essere giunta a fare un ragionamento politico con un ex consigliere comunale da lei in passato “tutelato”.

Ritengo che il ragionamento in oggetto sia stato campato per aria, anche se non le nascondo che l’avevo sentito fare anche da altre persone che erano nella Lega. Malugani è sempre stato un fedelissimo di Galli, è evidente che uno al di là della meritocrazia ma guardando anche alla meritocrazia nomina la squadra che tifa per lui.

La sua compagna in più di un’occasione dice a Sorrentino di non parlare di certe cose al telefono perché a “Lorenzo” gli darebbe molto fastidio. Come se ci fosse la consapevolezza che trattare di certe questioni di natura politica, di nomine, di affari e campagne elettorali, fosse un po’ problematico. Ricorda di aver detto alla sua compagna “guarda che di queste cose al telefono non ne dobbiamo parlare”?

Non parlare al telefono di certe questioni è la regola fondamentale da rispettare. Si possono interpretare in malo modo le cose che si dicono, ad esempio. Da parte mia non c’è mai stata questa consapevolezza. La mia compagna non è un personaggio pubblico o esposta politicamente: quello che si dicono con gli altri, magari ne abbiamo parlato ma io non gli assegno peso. Io commento le cose che dico io, non che dicono gli altri. Se si spettegola senza conoscere a fondo le cose ci si male interpreta al telefono, tutto qua.

Torno ai suoi rapporti con Sorrentino. L’anno scorso, quando fu arrestato, lei ci disse che dal 2013 i rapporti erano stati interrotti. Le chiedemmo allora se questa decisione di non frequentarsi fosse solo di natura politica o frutto di un qualche sentore del “destino” segnato del Sorrentino.

Faccio un’altra premessa: io non ho mai spinto Sorrentino in passato. Sorrentino, come altre persone che in passato ho conosciuto, mi confessò che aveva voglia di impegnarsi. Lo invitai ad iscriversi alla Lega e a raccogliere i suoi voti, ma senza alcun favore da parte mia. In Lega, dove io ho subito numerosi attacchi personali, quando Castelli sollevò i dubbi sui suoi voti fui costretto a riflettere. Chiesi conto a Sorrentino circa la sua totale estraneità a qualsiasi tipo di sodalizio. Lui mi disse che era molto amato dai pazienti e questo mi fu confermato da chi lo conosceva.
La mia rottura fu soltanto politica per il mio allontanamento dal movimento Siamo Gente Comune di Rosy Mauro.

Lei descrive Sorrentino come un militante pari a tutti gli altri. Non credo però che tutti i candidati in Lega vicini a lei avessero il rapporto che è emerso con lei e con una sfera a lei molto vicina.

Sono stato il primo che ha conosciuto e penso che ci sia stata una simpatia reciproca. Non c’è altra motivazione alla base di questo rapporto.

Ritiene che la “questione Sorrentino” possa rappresentare -o sia già divenuta- una macchia sulla sua capacità di selezione del personale politico?

No. Il Sorrentino che ho conosciuto io era una persona disponibile, affabile, che ci sapeva fare attraverso il suo lavoro, con i suoi pazienti. Poi si è rivelato una persona che non faceva le cose perbene e per fortuna che dal 2013 non ho avuto più nessun tipo di contatti. Ringrazio il cielo.

Questo lato poco trasparente e poco coerente con una corretta gestione della cosa pubblica di Sorrentino emerge dalle conversazioni con la sua compagna, penso ai favori che diceva di attendersi da parte di Galli. Lei mi vuol far credere che ci sia stato un difetto di comunicazione tra lei e la sua compagna che non le raccontava il Sorrentino che usciva da quelle conversazioni? O più probabilmente lei lo sapeva perfettamente che Sorrentino era un personaggio del genere…

Non erano questioni cui io davo peso. Quello che mi veniva detto e che non riguardava la mia sfera di competenza non volevo neanche saperlo. Vuoi per la Regione o per le nomine sanitarie.
Ripeto: la notizia è che io me ne sono stato al mio posto e ho scatenato la lamentela di qualcuno.

No però guardi che non c’è nessuna lamentela. Se mai avesse sentito parlare al telefono la sua compagna con Sorrentino pronunciando quella frase-promessa sulla questione Malugani…

Sono parole dette a vanvera, punto.

Lei pensa che “Metastasi” debba essere un argomento della campagna elettorale?

No, assolutamente. Gli argomenti sono i problemi della città. I problemi della sicurezza sì, sono problemi, ma non sono i primi. Non sono di competenza dell’amministrazione comunale: riguardano la magistratura, gli inquirenti, le forze dell’ordine. Se il Comune può trovare delle sinergie ben venga, ma non è una competenza dell’amministrazione comunale.

Che idea si è fatto della questione che ha riguardato il sindaco Virginio Brivio?

Non conosco le cose. Posso farmi un’idea nel momento in cui le so. Per sentito dire non ho alcuna opinione da esprimere nel merito.
L’impressione che avete su di me, e che emerge dalla conclusione del vostro scritto di ieri, è completamente sbagliata. Fare il sindaco oggi è una missione e un sacrificio, vuol dire amare la propria città e caricarsi un fardello pesantissimo. Altro che proposta “gattopardesca”. Posso dire di più? Al netto della strumentalizzazione politica che avete fatto in questa occasione, a me l’operato di Qui Lecco Libera sta benissimo.

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