Metastasi, tanto gentile e tanto onesta pare

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Le minimizzanti analisi di questi giorni a proposito dei fatti di Metastasi, in particolare rispetto alla questione “Lido di Parè”, non ci convincono affatto. Per un motivo molto semplice, che poi è il punto centrale della rilevanza politica dei comportamenti (a vario titolo) tenuti da Marco Rusconi, Virginio Brivio o Mario Anghileri. Se davvero si è trattato di una semplice bagatella amministrativa, se davvero il controverso appalto del Lido non è stato che una banalità poi gonfiata e travisata dai pubblici ministeri, perché agitarsi tanto?

Perché il sindaco di Lecco è arrivato a interessarsi presso il prefetto di Lecco della situazione e ne ha dato conto il giorno stesso (18 luglio 2011) all’ex consigliere comunale Pd Ernesto Palermo, il quale, resosi conto della gravità del momento, scrisse a un presunto sodale “Siamo nella merda se vengono lì non ci fanno respirare finito di parlare adesso con Virginio”?
Perché Brivio ha ricevuto in municipio un rappresentante della società Lido di Paré ritenuto da lui stesso ”prestanome” per conto terzi (23 luglio 2011)?
Perché il sindaco di Lecco ha provato fino all’ultimo a far raggiungere un “compromesso economico” dal valore di decine di migliaia di euro (120mila, 140mila euro) tra la società e il Comune di Valmadrera per poter “metterci una pietra sopra” e non invece la “revoca” che ha dichiarato di aver in tutti i modi perorato?
Ancora su questo: l’11 aprile 2014 Brivio ha riconosciuto davanti ai pm milanesi di essersi speso per “trovare una soluzione nel senso di una transazione economica tra il Comune e la società Lido di Pare al fine di evitare ripercussioni ancora più negative sull’amministrazione comunale”? Tutto ciò equivale a consigliare “senza remore” la revoca di una concessione e andare dinanzi al Tar? Non ci sembra.
E di nuovo: perché ha suggerito all’amico e collega sindaco Rusconi di scongiurare l’ipotesi che qualche consigliere comunale interessasse la Corte dei Conti del caso, sostenendo -come sintetizzato dagli operanti- che fosse “importante che non ci sia qualche consigliere del comune di Valmadrera che non faccia cazzate, Corte dei conti eccetera”?

Oppure, nel caso di Mario Anghileri, ex presidente della Provincia di Lecco, perché “sconsigliare” addirittura ogni tipo di rettifica in merito al “caso Paré” -stando a quanto ha scritto chi ha ascoltato una sua conversazione con Rusconi nell’ottobre 2011- dal momento che “così facendo si tornerebbe a parlare della cosa”? Era così limpida, perché tacerne il ricordo?
Perché, condividendo sostanzialmente l’orientamento di Brivio, Anghileri ha suggerito a Marco Rusconi di “andare a parlare con questi (i soci della Lido di Paré, ndr) dicendo loro (Comune di Valmadrera, ndr) che ci hanno provato e che se non si fossero accorti di nulla avrebbero chiuso non uno ma tre occhi ma visto che la Prefettura ha segnalato questa cosa il comune prende in carico le cose e si chiude” (9 luglio 2011)?

Potremmo continuare. Queste questioni verranno mai chiarite in tribunale? Non ci interessa. Qui si tratta di coerenza, onestà intellettuale e credibilità.

L’ultima cosa: stando alla cronaca locale, il capo di gabinetto della Prefettura Stefano Simeone avrebbe dichiarato in aula lunedì che il sindaco di Lecco non si sarebbe mai interfacciato con la Prefettura a proposito del lido di Parè. Qualcosa non torna dato che proprio Brivio ha detto il contrario. L’ha fatto nelle sommarie informazioni testimoniali rese l’11 aprile 2014 davanti ai pm: “Nei giorni successivi (estate 2011, ndr) contattai la Prefettura di Lecco nelle persone del prefetto Dottor Valentini e del vice prefetto Dottor Simeone, e chiesi informazioni sullo stato della istruttoria da parte della Prefettura […] Ricordo comunque che mi venne detto che la istruttoria avrebbe portato a una segnalazione cosiddetta atipica che lasciava valutazioni discrezionali al Comune di Valmadrera”.

Qualcuno ricorda male, molto male. Ma non era limpida la situazione?

Qui Lecco Libera

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