Metastasi: “Palermo chi?”
La versione del sindaco di Lecco sul caso Metastasi continua a cambiare. Dopo aver sostenuto per anni d’aver agito come irremovibile suggeritore della revoca (ampiamente smentito), in questi giorni ha riconosciuto di aver “suggerito a Rusconi di trattare con i soci della Lido di Paré”. È già un risultato vista la precedente ricostruzione (“avere coraggio”).
(qui sopra evidenziata l’ultima versione del sindaco di Lecco, del 5 marzo 2016)
(qui l’estratto dell’intervista di Virginio Brivio al Giornale di Lecco il 7 aprile 2014, versione opposta)
Peccato che continui a omettere il fatto che alla base della trattativa portata avanti in prima persona con Ernesto Palermo vi fosse il fondato timore che la turbativa d’asta saltasse fuori. A spiegarlo è lo stesso Marco Rusconi proprio a Virginio Brivio, nel luglio 2011: “Il problema è quella roba lì, che… che ti ho detto anche l’altra volta, cioè il fatto di avergli suggerito noi la modifica”. L’ex collega di Brivio, infatti, aveva “suggerito” una strategica modifica societaria ai soci della Lido di Paré Srl: far uscire l’allora amministratore unico Lilliu, dai precedenti invalidanti l’assegnazione, e sostituirlo strumentalmente con la compagna dello stesso Lilliu, incensurata.
(l’estratto della conversazione tra Marco Rusconi e Virginio Brivio del 22 luglio 2011)
Il sindaco di Lecco continuò quindi a consigliare di raggiungere un accordo, a conoscenza del fatto che i soci e il sindaco avessero condotto un’asta a dir poco pasticciata -turbata, secondo il tribunale-.
Affermare poi che “Non sapevo che ci fosse dietro Ernesto Palermo” è un altro tentativo maldestro di cancellare evidenti responsabilità politiche. Il 16 maggio 2011 è Brivio a scrivere di sua iniziativa l’ormai noto sms proprio a Ernesto Palermo (allora consigliere comunale Pd a Lecco, poi arrestato nell’aprile 2014 e condannato in primo grado per turbativa d’asta ed estorsione a 6 anni e 8 mesi): “Ma hai vinto appalto lido a Valmadrera?”. Fa impressione leggere oggi la risposta dell’ex consigliere comunale di Lecco in quota Pd: “Marco (Rusconi, ndr) e stato clemente antonio mi e stato contro da sempre e oggi ha avuto il coraggio di dirmi che lui mi ha aiutato comunque non e mio poi ti spiego”.
(lo scambio di sms intercorso tra Virginio Brivio ed Ernesto Palermo il 16 maggio 2011)
Un’altra smentita risale al 23 luglio 2011, a piena trattativa in corso. Palermo chiama Brivio per perfezionare l’accordo di risarcimento sul pratone: “Ascolta. Facciamo l’opzione B, nel senso quella che avete fatto stamattina con lui, di chiuderla a quella cifra lì”. E il sindaco di Lecco: “Va bene”. Palermo: “Eh, e chiudiamo e ci mettiamo una pietra sopra. Però faglielo fare tutto per iscritto e coso, ed evitiamo il tutto”. Al centro è quell’incontro che lo stesso Brivio aveva appena avuto in municipio a Lecco con uno della Lido di Paré Srl -Antonello Redaelli che Brivio stesso definiva con Rusconi “prestanome” il quale “se non è lui ha dietro gli altri”-.
Come si può sostenere di non aver mai saputo o sospettato che nell’affare di Paré fosse coinvolto anche Palermo quando questi lo confermava con telefonate e sms (figuriamoci gli incontri di persona)? Peraltro, il 4 agosto 2011, Rusconi si sfoga con Brivio dando del “cretino” al “consigliere comunale” di nome Ernesto. Gli racconta di un incontro avuto con Redaelli e riferisce che a proposito di Palermo, Redaelli stesso gli avrebbe detto “Sai, parla poco perché è uno che comunque è sotto controllo”.
(l’estratto della conversazione tra Brivio e Rusconi del 4 agosto 2011)
Più e meglio di Brivio, Rusconi capisce -tardi e dopo aver turbato un’asta, come riconosciuto dal tribunale- che fosse utile evitare quel “giro”: “Spero che finisca tranquillo, senza tirar fuori dei casini di altra natura, se non quelli civili -le parole di Rusconi a Brivio-. E poi da certa gente veramente, tre volte la croce sopra, […] cancello il numero del cellulare”.
(l’estratto della conversazione tra Brivio e Rusconi del 4 agosto 2011)
A quasi due anni dagli arresti, invece, il sindaco di Lecco è tornato al “Palermo chi?”.
Qui Lecco Libera