Luce sull’Acqua


>> Il punto della situazione
>> Comunicato stampa sul Referendum Regionale

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In Lombardia, grazie ad una Legge Regionale dell’agosto 2006, il presupposto democratico e simbolico – di un’acqua pubblica e bene comune a tutti – è stato messo in seria discussione e rischia tuttora di esser violentato.

Fortunatamente, l’assonnato Governo Prodi ha impugnato la Legge Regionale (che per facilità chiameremo LR) portando la diatriba in Corte Costituzionale.

Cosa prevede quella LR e su che cosa dovrà esprimersi la Corte Costituzionale?

La legge, presentata dal Bobby nostrano (Formigoni) durante il torrido agosto di due anni fa, ha destato scandalo su due punti particolarmente curiosi:

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– la LR obbliga a scindere in due parti ben distinte le reti e gli impianti idrici dal sistema delle erogazioni (fonte primaria di business nel futuro).
– La LR obbliga in seguito alla messa a gara del sistema delle erogazioni : privatizzarle insomma.

La palese incostituzionalità si basa sul fatto che una qualunque regione non può – come giustamente afferma Fumagalli del Circolo Ambiente Ilaria Alpi – derogare ad una norma nazionale.

La Lombardia e il Governo quindi, come detto sopra, sono in netto contrasto e la LR è finita in Corte Costituzionale per valutarne l’effettiva messa in vigore.

La Corte, ad oggi, non s’è ancora espressa.

Partendo quindi dalla premessa che se dovesse passare la LR gli ATO (Ambiti Territoriali Ottimali, formati dalle Amministrazioni Comunali e Provinciali) sarebbero costretti a privatizzare l’acqua (bene comune) vediamo che cosa potrebbero fare, nell’attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale, gli stessi.

Alcuni Comuni della Provincia di Lecco hanno preso la strada politica della concreta “disobbedienza” ai principi (divisione tra reti e erogazioni e conseguente messa a gara delle ultime) della LR criticata e hanno deciso di indire un referendum abrogativo.

Sull’ammissibilità di questo referendum si pronuncerà la stessa Regione in data 29 gennaio.

Gli ATO di Lodi e Bergamo (i cui capoluoghi hanno votato il referendum abrogativo) hanno avviato la costituzione di enti di società in grado di mantenere unite le reti e le erogazioni cercando di coinvolgere tutti i Comuni del loro ATO.

Il punto d’arrivo di questa mossa è la formazione di una società partecipata dagli stessi membri dell’ATO denominata “in house” che determina il distacco netto dalla logica “privatizzante” della LR.

Per la realizzazione della società “in house”, però, i Comuni dell’ATO devono collaborare nella loro totalità: nessuno escluso.

In questo caso, quindi, il percorso intrapreso (da alcuni Comuni della Provincia di Lecco e dagli ATO di Lodi e Bergamo) è quello della netta presa di posizione critica nei confronti della LR griffata Bobby.

Come s’è mossa Lecco nei confronti della LR e delle conseguenze che questa potrebbe comportare nel caso “vincesse” contro il Governo in sede di Corte Costituzionale?

L’Amministrazione Provinciale – non s’è capito se ricoprendo un ruolo attivo o da spettatrice nei confronti del progetto presentato – è orientata verso un’altra strada, ben diversa da quella palesemente “disobbediente” dei casi prima elencati.

Ufficialmente, quattro società del territorio, 100% pubbliche, operanti nel settore dell’acqua, del gas e dell’energia hanno proposto di fondersi (presentando un progetto) in una nuova società chiamata Lario Reti Holding S.p.a. (LRH).

I Comuni sono chiamati ad esprimersi, in quanto parte attiva delle società pre-esistenti, riguardo la costituzione e la messa in atto del progetto di LRH.

Le società coinvolte nella fusione sono : Acel, Ciab, Ecosystem e Rio Torto.

Nel progetto LRH – nelle eventuali società che ne deriveranno anche totalmente indipendenti – entra direttamente la futura gestione dell’acqua ed è proprio intorno a questo punto che ci sono le maggiori perplessità.

Secondo la posizione dell’Assessore Provinciale Molgora, conoscitore del progetto, da LRH dovrebbe staccarsi una seconda società partecipata dai 2/3 dei Comuni dell’ATO di Lecco (e quindi non il sistema “in house” che sarebbe migliore e più sicuro contro la privatizzazione) che gestirebbe autonomamente il sistema delle reti e degli impianti idrici.

In maniera sospetta, però, si recepiscono i principi dell’orrida LR formigoniana dal momento che si prevede la divisione tra reti ed erogazioni.

Infatti nella patrimoniale (che chiameremo Idrolario) di cui parlavo prima, rientreranno unicamente le reti e gli impianti e non l’erogazione del servizio.

I dubbi non mancano.

Perché non costituire immediatamente una società “in house”, partecipata quindi da tutti e 90 i comuni dell’ATO di Lecco, che si occupi sia di reti che d’impianti che d’erogazioni?

Perché si sono recepiti quei principi della LR (maledetta) così pericolosamente sulla via della privatizzazione del servizio delle erogazioni ?

Se immaginassimo LRH come una madre, secondo il progetto, la patrimoniale delle reti e impianti idrici (Idrolario) coinvolgerebbe 60 comuni (quindi parte dell’ATO ma non la totalità) e taglierebbe il “cordone ombelicale” con la madre, rendendosi “pubblica” ed automaticamente esente da logiche del mercato che potrebbero investire, nel frattempo, LRH (o parti di essa).

A render fondate queste paure sono state recenti dichiarazioni di personaggi “informati” del progetto LRH come Bosetti A.D. di Agam di Monza e Proserpio (Presidente di Acel, una delle società fuse in LRH) che fanno intendere un possibile rapporto futuro tra LRH e A2A la più grande multiutility italiana (nata dalla fusione tra Aem di Milano e Asm di Brescia) fortemente legata al mercato.

Come mai – come giustamente rileva Fumagalli – questi personaggi fanno intendere un percorso radicalmente diverso da quello prospettato dalla Provincia?

Perché non si sono chieste le dimissioni di Proserpio (presidente più “potente” delle quattro società coinvolte) a seguito di dichiarazioni così “improvvide” e ci si è limitati ad accettarne una smentita?

In tutto questo marasma di confusione e inquietante diversità di vedute, come dovrebbero reagire i cittadini?

Perché non si spiega loro come realmente stanno andando le cose riguardo la gestione delle erogazioni dell’acqua?

Perché la Provincia di Lecco ha deciso di lasciarle sospese e non ha invece “disobbedito” concretamente alla Regione e alle sue mire attente al mercato?

Perché non s’è deciso di costituire una società unica per l’Acqua coinvolgendo: proprietà, controllo e gestione?

Le erogazioni, secondo la Provincia, per adesso rimangono sospese in LRH, apparentemente al sicuro grazie alla presenza di partecipazione dei Comuni nella gestione del gas e quindi impermalibili a gare eventuali.

Il sospetto però è che si stia temporeggiando e al momento stesso rischiando troppo.

Riguardo la patrimoniale di reti ed impianti (Idrolario, orfana delle erogazioni) la Provincia afferma (sostanzialmente) che le reti e gli impianti sono al sicuro, con 60 comuni dell’ATO e che si sia in attesa della progressiva entrata dei restanti comuni (rimasti fuori) così da poter formare una società “in house” (soluzione migliore) invece che l’iniziale patrimoniale.

In seguito, sempre secondo la Provincia e l’assessore Molgora, il sistema delle erogazioni si “staccherà” (o si potrebbe staccare) da LRH e confluirà in Idrolario (che nel frattanto sarà “in house” per l’arrivo di tutto l’ATO) così da formare la società 100% pubblica responsabile sia di reti che di erogazioni, il che garantirebbe la gestione pubblica almeno per l’immediato futuro.

Perché i comuni non si coinvolgono immediatamente?

Perché si attendono passaggi così burocratici e poco chiari piuttosto che esercitare una seria politica di “pressione” sui consigli comunali affinché decidano di confluire subito nella società “in house” con entrambi i rami uniti (reti, impianti ed erogazioni)?

Perché si è avuta questa fretta nel costituire la fusione delle quattro società per la costituzione di Lario Reti Holding e non s’è atteso, almeno, di coinvolgere tutti e 90 i Comuni per poter costituire la società “in house”?

La linea dell’Amministrazione Provinciale è poco chiara e, a volte, incomprensibile.

Perché i restanti Comuni – sulla carta rimasti fuori LRH – dovrebbero entrare in società un secondo momento?

Informatevi, lettori, e collaboriamo insieme alla battaglia per mantenere pubblico il bene più prezioso che la natura ci ha donato.

Un bene che non dovrà mai esser dato in mani di pochi, a scapito di molti.

Duccio Facchini

Qui di seguito troverete delle video-interviste realizzate da Qui Lecco Libera che cercheranno di rendere più chiaro il problema dell’acqua.

intervista a Roberto Fumagalli

intervista all’Assessore Provinciale Marco Molgora

intervista al Consigliere Comunale di Calolziocorte Corrado Conti

intervista a Sandro Magni

2 pensieri riguardo “Luce sull’Acqua

  • Pingback: Qui Lecco Libera » Blog Archive » Luce sull’acqua

  • 17 Giugno 2011 in 22:28
    Permalink

    A fronte del risultato del referendum, mi chiedo, a questo punto, perchè i comuni della provincia di Lecco dovrebbero continuare a tenere in piedi 3 organismi aziendali che fanno la stessa medesima cosa? (lario reti holding – idrolario – ato) ame non interessa quale nome avrà, ma dovrebbe essere solo una la realtà di gestione ed erogazione dell’acqua.

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