Uso Criminoso dell’intelligenza
Dal blog di Marco Travaglio,Peter Gomez e Pino Corrias www.voglioscendere.it
Questa gigantesca stupidaggine che le telefonate tra dirigenti Rai e Mediast (per concordare, ripulire e moltiplicare le inquadrature del Cavaliere) equivarrebbero a quelle fatte tra loro dai direttori dei giornali (per esempio negli anni di Tangentopoli), si configura come un uso criminoso dell’intelligenza di chi legge e di chi ascolta.
Siccome conosco da molti anni il diabolico Mauro Crippa, responsabile dell’informazione Mediast, sospetto che quella equivalenza sia farina del suo sacco. Ne ha ideate parecchie di analoghe. Per esempio quella multiuso che equipara qualunque inchiesta della magistratura sul Cavaliere (in qualunque centimetro del calendario) a una trappola studiata per tempo (“ecco un’inchiesta a orologeria!”) finalizzata a interferire con qualcosa di molto cruciale: un’elezione politica, una elezione amministrativa, una legge, una scadenza politica, un summit, un compleanno (“ecco un’inchiesta a orologeria per rovinare il compleanno del Dottore”). Maledetti magistrati.
Ci sono frasi speciali – di paradossale non sense – che una volta coniate dalla casa madre vengono ripetute per sempre in tutte le succursali, in tutte le circostanze, da tutti i suonatori. “Vittorio Magano era uno stalliere”. “Cesare Previti è una vittima di certa magistratura”. “Ho dovuto cedere la Standa perche’ i comunisti me l’hanno boicottata”. “Le mie televisioni mi danneggiano”. “Non ho mai chiesto la testa di Enzo Biagi”. “Sono un liberale”. “Che male c’é se due aziende televisive si telefonano?”.
Si da’ il caso che le note consultazioni tra i direttori ai tempi di Tangentopoli riguardassero notizie e nomi che viaggiavano tra una fonte e l’altra, la verifica dei fatti, la rete di controlli reciproci per non cadere in trappole avvelenate. Si da’ il caso che i suddetti dirigessero aziende private (molteplici, non duopolistiche) e che ognuno preservasse la propria. In un quadro di reciprocità orizzontale, tu mi confermi, io ti confermo. Il contrario di chi da un’azienda pubblica svela al proprio (e unico) concorrente le intenzioni di imminente palinsesto.
Deve essere sfuggito alle microspie degli inquirenti, ma in queste telefonate Rai-Mediaset non risulta mai il flusso contrario. Un dirigente di Canale 5 (uno solo, magari mezzo) che abbia mai chiamato in Rai per chiedere più attenzione a Prodi, offrire una controprogrammazione per oscurare il Cavaliere, chiedere una raccomandazione, infiltrare un ragazzo biondo, arrogante, e scioccamente comunista tra gli arcoraiani.