E liberaci dal male…
Ormai è fatta. Il principe è stato incoronato, le pedine sistemate al loro posto, il gioco può finalmente avere inizio. Difficile è indovinare chi vincerà la partita, ma sicuro è che le regole cambieranno strada facendo. E molto probabilmente non proprio a favore di tutti. Pazienza. Qualcuno dice: ce la siamo cercata! Così è se vi pare, e poche storie.
Certo, cercata o meno, vien da chiedersi come si sia arrivati a questo punto. O meglio, più che come, perché (il come, purtroppo, lo si conosce fin troppo bene). E’ il perché che lascia un po’ perplessi. Almeno a quelli come me, gentaglia di sinistra ormai extraparlamentare per forza. Perché così tanta gente ha votato come ha votato? Che per noi è male ma per loro è bene, anzi, benissimo? Difficile rispondere. O forse no. Molti ci hanno comunque provato, formulando ognuno la sua diagnosi: gli anatomopatologi di sinistra hanno sezionato il cadavere iridato sostenendo una morte per autosoffocamento; i cannibali democratici hanno cominciato ad azzannarsi i polpacci a vicenda. Insomma, ognuno ha dato la sua interpretazione dei fatti per come meglio la intendeva o gli conveniva. Ma la ragione forse non è così complicata. E la si potrebbe riassumere in una singola, breve parola. Quale parola la si deduce da un libricino interessante che è stato presentato qualche giorno fa dall’Istat, l’istituto nazionale di statistica – quelli che fanno i sondaggi seri, per intenderci – facilmente scaricabile da internet e a cui vale la pena dedicare un attimo di attenzione. In realtà non si tratta di un libro vero e proprio, ma di una raccolta di statistiche che un manipolo di maniaci delle percentuali ha effettuato tra il 2005 e il 2007 sull’intero territorio nazionale, ognuno dedicato ad un argomento diverso. Il titolo completo è “100 statistiche per il Paese. Indicatori per conoscere e valutare”, dove i due termini “conoscere” e “valutare” sono finalmente messi in ordine consequenziale, a sottintendere una deduzione del secondo dal primo. Ma vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta.
Sfogliando le 105 pagine del volume si passa da questioni legate alla macroeconomia, ad altre di finanza pubblica, di istruzione, salute, trasporti, mercato del lavoro… Ce n’è per tutti i gusti. Ma due, su tutti, sono i settori che presentato i risultati più sfiziosi. Si chiamano Popolazione e Sicurezza, e sono messi uno verso l’inizio del libro e uno verso la fine, ma sono due argomenti strettamente correlati. E insieme indissolubilmente connessi ad un terzo, che potremmo chiamare Attuale Governo, ma che nel libro non c’è quindi non mettetevi a cercarlo. Ma cosa si legge di così interessante? Nulla di nuovo, a dire il vero. I dati che emergono dalle statistiche in questione sono noti ed arcinoti. Il primo dato è riassumibile così: l’Italia è un popolo di vecchi. Nel 2006 in Italia ci sono 142 anziani (di 65 anni e più) ogni 100 giovani (che non hanno ancora compiuto i 15 anni), ponendo la popolazione italiana al primo posto per anzianità in Europa. Il rapporto è di quasi 3 a 2. L’indice di dipendenza (ovvero il carico sociale ed economico sulla popolazione attiva, ovvero quanto io devo lavorare per pagare la pensione di mio nonno, o di mia mamma, nel mio caso) ha superato nel 2006 la soglia critica del 50%. Detto in toni goliardici, i vecchi non schiattano e i giovani non trombano. O meglio, lo fanno con più malizia. L’aumento demografico della popolazione, che pure è presente, è dovuto in prevalenza agli immigrati che tra il 2001 e il 2006 sono stati regolarizzati, hanno messo su famiglia e, almeno loro, dato vita a qualche figlio (è aumentata l’incidenza delle nascite di bambini stranieri sul totale dei nati).
Eppure, per la gioia del carroccio, nonostante il forte incremento della presenza straniera in Italia, rispetto agli altri paesi europei il fenomeno risulta assolutamente contenuto (gli stranieri residenti sono poco meno del 5% del totale della popolazione), mettendo l’Italia al quindicesimo posto nella graduatoria UE. Ma l’aspetto più interessante lo troviamo nella sezione Sicurezza, cavallo vincente della destra e tallone d’Achille della sinistra. In realtà, vero e proprio cavallo di Troia per tutti e basta. Il tanto sbandierato anatema del “cittadino italiano che non si sente più sicuro in casa sua”, cavalcato – giustamente, chi non lo avrebbe fatto? – da politici di ogni fazione, si basa per l’appunto su un sentimento. Una percezione. E non su dati di fatto. Dagli anni ’90 ad oggi i delitti cosiddetti minori (scippi, furti di veicoli, di oggetti nei veicoli, nelle abitazioni) e contro la persona sono sensibilmente diminuiti (nel 2005 sono stati commessi 10 omicidi per milione di abitanti, contro i 14 della media europea, mettendo l’Italia in ottava posizione dopo Austria, Germania e Svezia). L’unica tipologia in aumento sono gli omicidi che si consumano in famiglia: i vari Cogne, Novi Ligure, Garlasco e via dicendo. Per numero di omicidi commessi, l’Italia è uno dei paesi più sicuri.
Come si spiega, allora, l’aumento al 58,7% della popolazione cittadina, soprattutto nel Nord, che indica la criminalità come principale fattore di preoccupazione? Si spiega in un’unica parola: Paura! Ed ecco la famosa spiegazione alla vittoria schiacciante del centro-destra. Il centro-destra ha vinto grazie alla paura, alimentata da una martellante politica di allarmismo protratta da televisione e giornali. E se per molti tutto questo può essere scontato, come sembra scontato che il “valutare” segua il “conoscere”, a ben vedere, forse così scontato non è. E forse, come sempre, il vero problema sta proprio nel “conoscere”. Conoscere come stanno davvero le cose. Conoscere, non dico la verità, quanto meno i fatti.
Riassumendo, quindi. Il succo di tutta questa pappardella qual è? L’Italia è un popolo di vecchi cacasotto. Vecchi cacasotto, per giunta anche un po’ ignoranti. Un ottimo prospetto insomma. Da andarne fieri. Ma non voglio giocare la parte del D’Alema (leggi: spocchioso) di turno. Né passare per il solito semplicione frustrato di sinistra. No. L’Italia non è – solo – un popolo di vecchi egoisti poco informati. E non si può imputare – solo – alla diffusione di una politica del terrore verso i cosiddetti “extracomunitari” se adesso ci sorbiremo 5 anni di berlusconismo. Ma certo la politica del terrore esiste e non si può nascondere. Va conosciuta, compresa e affrontata. Come scriveva Machiavelli più di cinquecento anni fa: “la libertà è vivere senza paura”. Lo scriveva Machiavelli, non Madre Teresa di Calcutta. Ora. Le risorse per un cambiamento di rotta, che è sempre possibile, sono da cercarsi in quei 2/5 di italiani ancora giovani che hanno le forze e, si spera, l’intelligenza per fare un passo oltre la coltre dei razzismi, della xenofobia, dell’egoismo. Tra quei giovani che avranno la forza di liberarsi dal male, inconscio e incontrollabile, della paura. Un ottimo modo per cominciare lo suggerisce Enzo Bianchi nel suo splendido articolo “La paura fa stranieri”, pubblicato lo scorso 13 aprile: la paura non va derisa né minimizzata, ma presa sul serio e fronteggiata per capirla e vincerla. Questo è possibile solo se siamo disposti ad un incontro sincero con l’altro. Perché, come scriveva Lévinas: “Io sono nella sola misura in cui sono responsabile dell’altro”. Diffondere la cultura del confronto, nel pieno rispetto delle reciproche identità è la sfida che ci aspetta e su cui si basano le sorti del nostro prossimo futuro. Le attuali circostanze politiche certo non danno una mano in questo senso, ma bisogna pur sempre provarci. E’ una sfida impegnativa, ma non impossibile. Basta cominciare. Quindi, cominciamo…
Ormai è fatta. Il principe è stato incoronato, le pedine sistemate al loro posto…
Freuse
I miei complimenti, scrivi molto bene.
Poi citi Lèvinas, che sto studiando per l’università, quindi guadagni altri punti.
Il tutto lo condisco così:
“… l’unità di misura è in paura la storia si confonde la realtà non si comprende…”
solita storia. crea la paura e poniti come soluzione al problema e sarai votato. i nostri politici sono maestri in questo. anche io ho paura: ho paura di un presidente del consiglio corrotto ed ex piduista, di un presidente del senato che ha avuto rapporti con mafiosi, dei cuffaro, dei berlusconi, schifani e delle binetti che propagano razzismo e omofobia. di questi figuri ho paura. speriamo che il medioevo finisca presto!
Il medioevo ha conosciuto Dante e si è concluso con l’inaugurarsi di una nuova barbarie oltreoceano. Non esistono secoli bui e nemmeno illuminati. La storia umana è una perenne commistione di bene e male. L’importante è capire cosa è l’uno, cosa l’altro e cosa entrambi. La paura è il semplice, paralizzante sentimento dell’ignoto. L’impengo di tutti noi, ora, è rendere l’ignoto noto.
Grazie per i commenti. A presto.
Hai messo sul tavolo della discussione vari temi di cui mi interesso molto….e sono felice che tu l’abbia fatto, non fermandoti ai soli dati del problema “Italia” ma arrivando a conclusioni più generali circa l’essere umano (citando la paura…)
proverò a risponderti per punti per essere più chiaro su passi in cui mi trovo d’accordo, e passi in cui il mio pensiero prende un’altra strada:
1) LE STATISTICHE: seguo il primo anno di economia, ho seguito un corso di statistica, e fin dal primo istante si comprende come le statistiche siano manovrabili, nel senso che con gli stessi dati raccolti se ne possono trarre risultati statistici (e quindi conclusioni) differenti….ne parlavo proprio ieri (domenica) vicino al Gazebo che avete allestito in P.za Cermenati…ES: raccolgo i redditi italiani li classifico per classi di reddito: se le classi sono 10-20 migliaia di euro, 20-40, 40-60-60-100, il “reddito medio italiano” sarà differente se invece lo calcolo con classi 0-5, 5-10-10-15 e così via…e questo per ogni risultato statistico….
In conclusione io mi distacco molto quando si parla di “statistiche”…
2)LA PAURA: c’è un bel film di Michael Moore, il ciccione odiato da bush, che si è chiesto, di fronte a una strage in università, come mai molte famiglie americane avessero un fucile o comunque un’arma in casa…E’ andato in Canada, e ha visto che li la gente vive senza portassi appresso armi, tiene ancora le porte chiuse NON a chiave, chiunque potrebbe entrare…facce sorridenti al bar…”come mai” dice Moore “c’è così tanta differenza tra questi due popoli così vicini??” La Paura, dice lui, dici tu, ed è quello che penso anch’io…infondere paure e timori nella gente ha sempre dato più potere di metterli sotto. Moore ha acceso la TV canadese ed ha visto documentari, talk show, e tutto quanto di più tranquillo ci fosse, inimmaginabile in america (come in italia…) dove delitti e violenza imperversano…i TG che non parlano di cronaca nera!? incredibile O_o
Io penso che la paura strumentalizzata da chi comanda sia una delle armi più efficaci contro la razionalità dell’uomo.
3)I GIOVANI: quando si dice che i giovani possono cominciare….ebbè proprio i giovani Lombardi, già accoliti della TV e dell’informazione, sono tra gli elettori-sorpresa della vittoria Leghista (fonte: giornale gratuito: Metro)…questo mi sconcerta.
Piffo
ps: grazie della chiacchierata di confronto ieri pomeriggio con Laura :)
Bravo Piffo, è venuto anche a me in mente il documentario di Moore… Bush in generale, a dire il vero!
Bell’articolo caro Freuse, lo sto facendo girare, merita.
…tutto giusto. Comincio a soffrire di sindrome di werther (nota la doppia vi iniziale e il ti-acca)
tutto come odoardo – o forse era alberto, buono, giusto, paziente.
Purtroppo bazzico i blog da fin troppo tempo (2 mesi) per non rendermi conto che ovunque si sta promuovendo la tesi – anzi le due -tre tesi perdenti.
1 la sinistra non c’è più (menzogna! non è più rappresentata. ma p.es. il sig. grillo non E’ MAI stato rappresentato, nec tamen quamo.
– 2 non ha più senso parlare di destra e di sinistra – ah, no? e come mai muore sempre qualche operaio che magari vota Lega, ma che rusca? fino a giocare la pelle? e a rimetterla? – fintanto che una persona sarà sfruttata, allora “sinistra” avrà un senso antitetico alla destra. Quindi, per inerzia, esisterà-
– 3 dobbiamo collaborare
e a me che viene in tasca? allora facciamo per una volta che i vari zikki-marley e co. collaaborano CON ME. Con un piccolo avvertimeto (allegorixxo, si sa) i grilli parlanti sono finiti spesso. Oggigiorno si sentono sirene di terra, non si vedono grilli parlanti. ciao sarà il clima?
Ziggy Marley al massimo.
Purtroppo, a mio modestissimo parere, la situazione spesso impone di andare oltre un’ottica destra-sinistra, in favore di qualcosa che potrebbe suonare come “legale-illegale” oppure “giusto-sbagliato per il Paese”. Certo, “giusto” e “sbagliato” sono concetti soggettivi. Ecco perchè non è semplice, la cosa.
La sinistra non solo non è rappresentata, ma è rimasta avvinghiata ad idee di sessant’anni fa: il mondo cambia, o ti evolvi o muori. Infatti ora siamo al coma… che sia reversibile o meno, non sta a me dirlo.
Poi il tuo discorso sui Beppegrillici, sinceramente mi sfugge… parliamo più chiaro, se no diventa impossibile capirsi in un forum di questo tipo.
Egregio signore.
Lei ha scritto :“la libertà è vivere senza paura”. Io non so chi lei sia, ma so a quale “persone” ella si ispira, dal punto di vista politico; e cioè al Ricca, a Dipietro Antonio e a Travaglio., tutta gente che si riconosce nal gouverno della magistratura, nella politica delle manette, nello strumento del sospetto e della menzogna e – in buona sintesi – in forme di governo autoritarie degne del miglior stato di polizia e/o regime totalitario (che poi sono la stessa cosa).
Dunque, alla luce di ciò come si colloca l’affermazione “la libertà è vivere senza paura”? Lo chiedo a LEI, perchè, fatta la considerazione di cui sopra, mi sembra che questa descrizione calzi come un guanto alla visione politica di Ricca, Dipietro e Travaglio.
Trovo infatti i su menzionati soggetti, figuri tristi e orrorifici, pienamente in antitesi ad ogni forma di democrazia e degni di quell’antistato di cui spesso si riempiono la bocca (pardon le fauci).
Distinti saluti
A Virga Sardesca :
Che noia queste argomentazioni. Povere e sbagliate. Piuttosto che discutere del pezzo e del tema proposto si preferisce addentrarsi in teoremi di chissà quale “giustizialismo” o “politica delle manette”. Mi faccia capire. Lamentarsi per personaggi legati alla Mafia in posti istituzionali, criticare una classe politica più impegnata in affari che nell’amministrare in favore del cittadino e proporre una serie d’alternative, significa esser “anti-stato”?
Mah, io proprio non riesco a capire sta cosa. Sarà che spendiamo 350.000 euro al giorno per mantenere Emilio Fede, l’abusivo.
Veramente IO il canone (se è ciò a cui si riferisce), lo sto pagando per vedere mio malgrado Santoro, Travaglio & C. in RAI – se questo è ciò che ella intende – Fede, se voglio lo guardo, diversamente NO!
Scusi se liqudo così la faccenda, ma non voglio andare “off topic”.
Per ciò che concerne il resto, non capisco la sua “noia”. Questi sono fati, non opinioni; che i su menzionati signori siano i portabandiera del partito delle manette, scaturisce dalle loro affermazioni e non certo da mie opinioni peregrine. Per avere prova di ciò ascolti i video di Ricca, legga i libri di Travaglio, ascolti le idee (ripetute anche di persona davanti al sottoscritto) di Padre Pintacuda, secondo il quale il sospetto è l’anticamera della verità, mentre secondo Dipietro (parole sue), un po di carcere non ha mai fatto male a nessuno, anzi è uno strumento nelle mani dei PM per arrivare alla verità.
Queste secondo me (e me ne assumo tutte le responsabilità) sono affermazioni da stato di polizia e non di diritto!
Per il resto, molte delle affermazioni dei su menzionati, sono basate su estrapolazioni decontestualizzate di sentenze, processi ancra in corso o su mteriale non pienamente attendibile (non pienamente verificabile) o addirittura inesistente.
Distinti saluti
A Virga Sardesca
sono convinto che lo stato di polizia sia già a pieno regime in questo paese…lo si è visto nei fatti del G8, lo si è visto nei tentativi continui di frammentazione della magistratura, nelle stragi impunite , nella presenza di ordigni atomici in un paese in cui l’atomico dovrebbe essere stato bandito da un referendum, dal sistema elettorale vigente, dai precedenti penali di molti nostri rappresentanti.
e lo si afferra in maniera molto più tangibile se si osa fare una contestazione o solo una domanda al signorotto di turno.
…ma si sa, il sistema ama ribaltare la realtà, il muro di gomma si scaglia con chi cerca di abbatterlo facendolo passare per violento
a tal punto che la realtà è talmente distorta che chi ha una voce realmente libera sembra un antipolitico e addirittura un neofascista, quando poi i VERI fascisti possono bruciare ciò che gli pare e sfilare con stendardi e bracci tesi.
che pochezza di argomentazioni che portate, che bassezza.
rianimate lo spettro del fascismo o vi accomunate al sentimento di anticomunismo a vostro piacimento, l’esigere una classe dirigente corretta e vigilare sui propri operati lo considerate come un giustizialismo…
beh d’altronde è molto più facile fare i giustizialisti con i più deboli…
Gg
Mi scusi: “giustizialisti coni deboli”?
No, no per niente. A parte la visione manichea delle cose che francamente non sta in piedi, qui ci riferiamo a cose reali che sono accadute a persone che conosco anche personalmente; le faccio un esempio.
Quando frequentavo il liceo il padre di un mio compagno, si fece diversi mesi di carcere (preventivo), a causa di un “pretore d’assalto” che guarda un po il caso si chiamava Grillo. Costui, pur di accontentare l’accusatrice (che oltretutto pare fosse anche sua amante) lo tenne in carcere, senza neppure prendersi la briga di fare delle verifiche di base, solo per appurare se il fatto stava in piedi o no.
Passarono le settimane, i mesi e finalmente la verità venne a galla: il padre del mio amico era innocente, ma oramai screditato, rovinato per tutta la sua vita.
Dunque, la fonte del diritto a cui si abbeverano questi soggetti, inclusi Ricca, Grillo e Travaglio, è la stessa, ovvero quella della giustizia delle manette, per cui l’affermazione “la libertà è vivere senza paura”, a chi si riferisce? Al governo dei giudici e della magistratura, o a quello della politica?
C’è da fidarsi di una categoria di persone (i magistrati), che hanno dimostrato più e più volte di essere di parte aggiustando sentenze e processi? Che anche se sbagliano sono intoccabili e quindi non pagano mai per i propri errori ? Che risentono, fin dagli inizi delle loro carriere, di deficit formativi e culturali ? Che impiegano anni per scrivere le motivazioni di una ssentenza ?
Me lo dica Lei.
Distintisaluti
Ma che discorso è?? La generalizzazione è l’argomentazione dei deboli.
Seguendo il suo filone di ragionamento allora tutti i preti sono orrende creature umane perché si sono verificati casi di pedofilia?
Non mi permetterei mai di affermare un’idiozia del genere. Perché? Perché detesto il minestrone di concetti. Bisogna imparare a parlare concretamente e finirla di ripararsi dietro a “una volta un Pm dal nome Grillo”. Ma dai, per favore. Che discorsi sono.
Informiamoci un pò sul perché i tempi della Giustizia italiana son lunghi ed interminabili. Forse perché la classe politica degli ultimi 15 anni s’è preoccupata di sfasciarlo sto sistema?! No?
Una categoria di persone? Ci mette dentro pure Falcone e Borsellino? Anche loro “aggiustavano” sentenze?
Io le consiglio questa ricetta : meno slogan, più fatti. Più informazione, non quella di Rete 4.
Deficit formativi dei magistrati? Ovvero? Ha realizzato uno studio su un campione di magistrati? Sono ignoranti? Lo dice Lei?
Mai quanto i rappresentanti parlamentari…
Seguendo il suo discorso l’Italia va allo sfascio per colpa dei Pm. Giusto? Andreotti era una brava persona? Assolta o prescritta?
Il Nano? Un uomo perbene? Mangano, un eroe?
Mamma mia. La battaglia per la Memoria è un percorso irto e falcidiato da mine di ottusità mai vista!
Povera patria.
Io rimango sconcertato.
Sottoscrivo le affermazioni di Duccio Facchini sulla generalizzazione del suo discorso.
Seguendo il suo ragionamento allora si dovrebbero mettere in discussione tutti gli organi dello stato.
La sanità, l’istruzione, la magistratura appunto…
Io veramente non so che dire, non credo che ci sia nulla da dire perché se non ritiene la magistratura una struttura affidabile è inutile discutere delle prescrizioni di Andreotti, di Berlusconi, e delle condanne ai vari Previti, alle frequentazioni sospette, alle assoluzioni a causa delle leggi ad personam ecc…
Gg
Va bè, vedo che l’aria si scalda e le posizioni da parte vostra riangono preconcette…se a voi va bene così…
Però dovete rendere conto agli italiani (e mi sembra che essi siano maggioranza tanto a destra quanto a sinistra), che non tollerano più lo strapotere dei giudici. Indipendenza vera SI, onnipotenza e asservimento a logiche corporative NO.
Non mi sembra un discorso poi tanto reazionario. Bisogna mettersi in testa che:
a) La politica non si può fare con la politica delle manette e con lo strumento del terrore giudiziario (come avvenuto finora)
b) La magistratura deve essere costituita da elementi equilibrati e di specchiata onestà, e non da appartenenti ad una corporazione che si prende la briga di entrare nel merito politico di determinate questioni.
c) Il giudice che sbaglia, deve pagare. La libertà è un bene non rinnovabile; pertanto deve pagare sia in senso monetario che penale, ossia con il carcere.
d) Non si possono più accettare logiche d aggiustamenti di processi, a favore di una fazione politica o di una altra, ne grossolanerie dettate da comportamenti ignoranti o in malafede, tipo l’aggiustamento di sentenze o – peggio che mai – per non esere riusciti a scrivere una sentenza entro i termini.
Tutte azioni e comportamenti che certi individui, non criticano mai, anzi, le accettano supinamente e in modo acritico.
Misteri della vita. Purtroppo penso che la moralità abbia due velocità; la prima è la morale sugli “altri”, che non ci tocca personalmente se non come pallido riflesso di una moralità per lo più distorta e bacchettona. L’altra è la moralità sperimentata sulla pelle di ognuno di noi; quando il potere giudiziario si accanisce su di te o su qualcuno che ti è vicino. Allora tutto cambia e – se sai di essere innocente – ti poni delle domande che non trovano risposte ne nelle sentenze ne nelle leggi di uno Stato troppo accondiscendente ai capricci del CSM.
Come ho sempre detto mi assumo la responsabilità di queste affermazioni, e le faccio perchè nemmeno dopo 20 lunghi anni nessuno ha dato spiegazioni su casi come quello di Enzo Tortora (e di altri che le cronache non si sognano nemmeno di riportare), vittima proprio della grossolaneria e della malafede dei magistrati.
Questi sono fatti, verificabili in qualunque momento, e non opinoni opinabili. Quindi perchè la magistratura si dovrebbe sentire perseguitata? Forse solo per il fatto che sarebbe da paese civile stabilire che i magistrati sono responsabili anche essi davanti alle legge?
Vi lascio con questo interrogativo. Personalmente non replicherò più a successivi interventi, proprio perchè i battibecchi non sono ammessi.
Distinti saluti
“b) La magistratura deve essere costituita da elementi equilibrati e di specchiata onestà,”
anche i politici.
“c) Il giudice che sbaglia, deve pagare. ”
anche i politici.
quello che voglio dire è: arriviamo da un passato liberale, si sono divisi i poteri? si è deciso che ognuno deve poter avere una forma di controllo verso gli altri ed essere simultaneamente controllato da essi?
bene, allora tutto quello che tu desideri per la Magistratura DEVE essere anche per chi ci rappresenta.penso sia lecito aspettarsi questo
Egr. Virga Sardesca,
mi rammarico di rispondere solo ora al suo commento postato il 19 Maggio scorso. Forse, avessi risposto prima, ci si sarebbe evitati una diatriba che, sinceramente, sfugge al senso del mio articolo. O lo centra in pieno, dipende dai punti di vista. Perché il suo commento, in effetti, rientra nella casistica della misinterpretazione, da cui derivano gli scempi di molta informazione “nostrana”, da cui ancora quella paura ingiustificata di cui tratto.
Ma forse mi sbaglio. Allora, in questo caso le chiedo:
Sulla base di quali elementi lei crede di sapere a quali “persone” io mi ispiri dal punto di vista politico?
E ancora, sulla base di quali elementi ha dedotto la mia adesione al pensiero di Ricca, Di Pietro e Travaglio?
Infine, sulla base di quali elementi lei ritiene che io sia un “signore” e non “una signora”?
Come Peirce ci insegna, l’induzione è metodo di ragionamento altamente rischioso, utile soltanto a creare ipotesi e non certezze. Partendo dalla sua giustissima affermazione “Io non so chi lei sia”, le propongo allora un ragionamento molto più sicuro e che le risparmierà tempo e fatica. Il ragionamento fa così:
Se “Io non so chi lei sia”
Allora “Io non so a chi si ispira, né tanto meno se si ispira”
Quindi “Io me ne sto zitto”
Spero di esserle stata utile per qualsiasi suo futuro commento.
Infine, qualche precisazione per onorare il vero:
1) Come ho scritto, l’aforisma “la libertà è vivere senza paura” non è mio (purtroppo), ma di Machiavelli. Che dubito conoscesse Ricca, Travaglio e Di Pietro. Ma non si può mai sapere.
2) Ricca, Di Pietro e Travaglio sono “extraparlamentari di sinistra”? Lo dicevo che Di Pietro era un personaggio ambiguo…
3) Io respiro, non mi ispiro. Lo dovrebbe fare anche lei, una decina di volte, prima di scrivere alcunché.
Cordiali saluti,
Freuse