Angeli e demoni
Francesco Jovine era uno scrittore molisano. Era narratore, naturalista. Raccontava del suo Molise. Del suo feudo e della sua repulsione nei riguardi del regime fascista che spadroneggiava in quegli anni. Anni bui.
Dal nome di Jovine, prese poi nome, nel 1953, un istituto scolastico. La scuola “Francesco Jovine” di San Giuliano di Puglia. Non fatevi ingannare, è in Molise.
Proprio ieri, Silvio Berlusconi, s’è recato in quel luogo. Ha cantato e distribuito copie della Costituzione ai piccoli della scuola. S’è commosso. Poi, accompagnato dal Ministro Gelmini, è andato in un cimitero. Ha passeggiato e s’è soffermato su 27 piccole lapidi. Piccole perchè appartenenti a piccoli bambini. Piccoli “angeli” li han definiti. Piccole vittime.
Eh già, perchè il 31 ottobre del 2002, una scossa tellurica s’abbatté su quel piccolo paese, San Giuliano di Puglia e sul Molise. In tutta la Regione non cascarono nemmeno gli edifici più antiquati, diroccati o sfatti. Nulla di nulla. Crollò solamente la scuola “Francesco Jovine”. Sotto, nelle macerie, tra polvere e sangue, restarono 27 corpicini. Li dovettero cercare con il fiuto dei cani. Da lì: piccoli angeli. Piccole vittime di un grande disastro.
I genitori delle piccole anime chiedettero immediatamente giustizia. C’era qualcosa di sospetto in quel crollo. In quella “fatalità”. Possibile che il destino avesse scatenato un terribile terremoto solamente al di sotto di quella piccola scuola di piccoli angeli? Possibile che non s’erano lasciate andare nemmeno le cascine abbandonate e danneggiate e che crollò soltanto la “Francesco Jovine”?
Possibile? Sì. Anzi, reale.
S’aprì un processo, portato avanti dal procuratore Nicola Magrone.
Dal 1953, data di costruzione dell’edificio scolastico, c’erano state delle modificazioni, dei lavori ulteriori ed una misteriosa sopraelevazione. Il problema è che quest’ultima non risultò certificata, collaudata, calcolata da nessuna parte. Non esisteva. Eppure c’era. Eppure stava lì. Sulla testa o sotto i piedi dei piccoli angeli.
Nicola Magrone sostenne che “nemmeno un canile si costruisce così”. Che erano state violate almeno 20 leggi dello Stato e che quella scuola avrebbe dovuto restar chiusa. Sigillata.
Il 13 luglio del 2007, per bocca del giudice Laura d’Arcangelo, i piccoli angeli conobbero la seconda tortura. La seconda morte. La sentenza di primo grado condannava un unico imputato: il terremoto. Colpevole d’esser stato crudele. Colpevole d’esserci stato.
La scuola “Francesco Jovine” crollò per “colpa” del terremoto e non “in seguito” al terremoto.
Letta la sentenza ci furono due svenimenti e diversi attacchi di cuore. Alcuni genitori andarono in piazza e bruciarono i propri certificati elettorali. Restituirono pure le medaglie d’oro al Presidente Napolitano. Loro, in quello Stato, non ci credevano più. Le telecamere di Studio Aperto, del Tg5, del Tg1, con le loro colonne sonore commoventi in sottofondo a servizi pattumiera se n’erano già andate via. I piccoli “angeli” ora stavano da soli. Morti ammazzati due volte. La pantomima del dolore, della retorica privazione del figlio, dell’unta cultura del voyeurismo mediatico non poteva più, però, raccontare altro. La sentenza di primo grado passò silenziosa. Come fosse un’altra cosa rispetto alla tragedia. Un capitolo inedito.
Tutti assolti quindi, tranne il terremoto. Assolto il Sindaco Borrelli, il costruttore Giuseppe Uliano, il capo dell’ufficio tecnico comunale, Mario Marinaro ed il progettista direttore dei lavori Giuseppe La Serra. Assolti pure i sopraelevatori Giovanni Martino e Carmine Abiuso. Il fatto “non sussiste”.
Erano stati imputati per omicidio colposo plurimo e disastro colposo, lesioni colpose e concorso in falso ideologico. Nulla di fatto. Il killer è nascosto tra le viscere del terreno. E’ lì che si cela l’assassino dei piccoli “angeli”.
Alla sentenza di primo grado s’è ricorso in Appello.
Berlusconi intanto si commuove. Canta coi bambini della nuova “Scuola angeli di San Giuliano”, inaugurata proprio ieri.
C’è una lapide sul muro della nuova scuola molisana. In ricordo delle vittime. Morte ammazzate due volte. Prima dal terremoto e poi ancora dal terremoto.
Dietro al quid, come al solito, ci stanno loro: i soldi. Il denaro ed il potere.
Il fatto d’asserire che la tragedia è capitata per “colpa” del cattivo terromoto porta fondi. Per la ricostruzione. Porta risorse, sgravi fiscali e decine di milioni di euro da spendere. Stabilire, invece, che la scuola sia di fatto crollata per negligenza dei responsabili spariglia del tutto lo scenario dei verdoni. E’ un altro paio di maniche. Quella che il procuratore Magrone definisce una “impopolare verità”.
Questo però non costituisce più notizia. Non commuove e non rende sgomenti. Non strappa lacrime all’assonnato pubblico televisivo.
Piccoli angeli in un altrettanto piccolo Stato. Il nostro.
Duccio Facchini
dal quotidiano “il manifesto” del 19/09/2008 p. 5
“Berlusconi inaugura scuola da chiudere”
Con una cerimonia inaugurale alla presenza di berlusconi e della ministra Gelmini ieri è stata riaperta la scuola elementare di San Giuliano di Puglia, […] E’ la scuola più sicura d’Italia anche se destinata a una probabile chiusura. Per la riforma gelmini infatti, a causa dei suoi 99 alunni suddivisi in 10 classi è annoverata tra gli istituti che, per l’esiguo numero di iscritti, dovrebbe terminare l’attività didattica. la nuova scuola […] è costata 4 milioni di euro a cui si aggiungono altri 10 milioni per finanziare l’intero polo scolastico […].
Del resto è importante che “giri la lira”, non conta per far che cosa.
Anzichè piccolo, siamo un grande paese: dico paese, non stato; un paese del 1200 con mentalità feudale.