Il dovere di reagire

Venerdì 21 novembre. Quattro colpi di pistola esplosi dopo una discussione accesa. Due proiettili a segno.
Un uomo che s’accascia esanime ed un rumore sordo per tutta la via. Due uomini che saltano su un’auto che s’allontana a folle velocità.
Catanzaro? Reggio Calabria? Crotone? San Luca? No: Lecco. La ricca ed opulenta Lecco. Nel suo centro. In una zona abitata e frequentata.

Il fatto che un commando composto di tre persone, probabilmente provenienti da fuori città, si sia permesso di portare a termine un’esecuzione di questo tipo è paradigmatico. Qualsiasi sia stata la matrice dell’accaduto, questi figuri si son ritenuti padroni del territorio. Intoccabili.

Nonostante il piccolo calibro utilizzato per freddare la vittima (calibro 22), tutto si può pensare fuorché l’avvertimento. Il “sta in guardia”.
Questo tipo di “lavoretto” (la minaccia) lo si lascia fare a qualche sgherro in cerca di “promozione” ed affermazione all’interno del clan. Magari in un luogo fuori mano. Da soli con l’interessato. A tu per tu. Non alla luce della mattina nel centro città. Con magari qualche telecamera intorno.
Gli individui che han sorpreso ed ucciso la vittima l’han fatto per ammazzare. Freddare. Avvisare sì, ma non lui.
Avvertire le forze dell’ordine ed i contendenti circostanti: “noi possiamo sparare il venerdì mattina in centro; questo è il minimo”.

Francesco Poerio era un uomo chiacchierato. Arrestato nel lontano ’91 per estorsione. Poi più nulla. Nemmeno un lavoro riconosciuto ufficialmente.
E’ morto ammazzato con due colpi di pistola. Uno al polso sinistro e l’altro dritto al torace sin dentro al cuore. Il secondo è stato mortale.
Aveva 38 anni ed una famiglia. Ed un legame di parentela che non può esser ignorato, anzi. Deve esser analizzato. Sviscerato. Interpretato.
Era cugino della moglie (Simona) di Emiliano Trovato. Coco Trovato. Titolare (lei) del bar Plaza nel centro della cittadina nostrana.

La storia dei Coco Trovato nel lecchese merita un approfondimento tutto particolare.
In sintesi si potrebbero definire come la famiglia della ‘Ndrangheta più potente e operativa del nostro territorio.
Il capostipite, Franco, è stato beccato all’inizio degli anni novanta grazie all’inchiesta “Wall street” e condannato a 4 ergastoli. Gestiva locali in centro, appalti, traffico di droga e giri loschi di auto rubate. Aveva commissionato omicidi e sequestri di persona. Aveva piazzato bombe nei locali dei clan invisi e richiesto il pizzo ad alcuni commercianti.
Emiliano, il figlio di Franco, marito di Simona, la cugina di Poerio, è stato recentemente (2003) arrestato per importazione e spaccio di droga. Insieme ad altre 27 persone.
Nel 2006 è stata la volta dell’inchiesta “Soprano”. A Milano. Ancora i Coco Trovato di mezzo. La nuova reggenza. Si è scoperto che alcuni prestanome facevano i soldi riciclando frutti di traffici sporchi (anche di sangue a volte). Finirono sotto i riflettori – tra i locali “bene” – il Cafè Solaire, la discoteca Madison ed il ristorante Bio Solaire.
I Coco Trovato si conoscevano in città. Come i De Pasquale di Calolziocorte.
Nell’agosto del 2006, quattro dei sette fratelli della cosca sono usciti dal carcere grazie all’indulto.
Questo ha portato ad una decisa accelerata del potere criminale del clan di Peppino De Pasquale, compagno di spartizione territoriale insieme ai Coco.

Nel novembre del 2007, 19 persone legate alla cosca dei De Pasquale son state arrestate. Le accuse vanno dal compiere nel territorio lecchese molte attività illegali, fra le quali traffico d’armi e di droga, ricettazione di veicoli ed assegni, estorsione a danno di imprenditori, truffe alla falsificazione di documenti, recupero violento dei crediti, usura, corruzione, favoreggiamento di latitanti, induzione in errore di pubblici ufficiali, danneggiamento a seguito di incendio, violenza privata e minacce di morte.
L’operazione è stata chiamata “Ferrus Equi”. Durante quest’estate, 8 imputati hanno chiesto il rito abbreviato. Così si sono visti condannare prima ma con uno sconto di pena.
Uno tra questi, l’ex finanziere Pietro Sgroi, è stato condannato ad 8 mesi per favoreggiamento. Mentre sedeva negli uffici della Guardia di Finanza, Sgroi – secondo l’accusa – informava i De Pasquale di ogni passo o decisione delle forze dell’ordine.
I restanti 15 imputati, tra cui il capo Peppino, Ernesto e Salvatore De Pasquale hanno scelto di intraprendere il percorso del processo ordinario. Starà ai futuri avvenimenti certificarne la colpevolezza (o l’innocenza).

L’Ndrangheta c’è e se ne sentiva già da tempo l’asfissiante oppressione. In città però questo non fa molto scalpore.
E se a sparare fosse stato un romeno esagitato e non un commando di killer prezzolati? E se il movente fosse stato passionale e non dettato da logiche di spartizione del terreno d’affari? La reazione sarebbe stata eguale? Non credo proprio.

Lecco è piena zeppa d’Nrangheta. L’Ndrangheta che s’alimenta di estorsioni, appalti, droga, prostituzione, caporalato, sfruttamento del lavoro nero, pizzo e tanto altro ancora. Un’Ndrangheta che può far affidamento sull’indifferenza e la sottovalutazione del fenomeno da parte dell’opinione pubblica e dei giornali.

Ma ciò che la mafia preferisce è il silenzio. Il silenzio della politica, della stampa e della cittadinanza. Il silenzio permette di razzolare nel bel mezzo del buio.
Agevola l’oppressione e reprime il rivolgimento.

Francesco Poerio è stato ucciso dall’Ndrangheta? Secondo me sì. La dinamica è sin troppo chiara. Le finalità pure. Mi auguro, nel mio piccolo, di sbagliare. Spero sinceramente che le indagini possano svelare ben altri scenari. Tutto questo non deve e non può però impedire di parlare del fenomeno mafioso.
In questi casi è doveroso sopravvalutare il problema piuttosto che ridurlo a poca cosa, sminuirlo o paragonarlo alla rapina finita in tragedia. Il senatore della Lega Lorenzo Bodega ha dichiarato (cito dal Corriere della Sera): “Penso che quello che è accaduto venerdì e negli ultimi tempi costituisca un fenomeno isolato perché questa non è Gomorra e il tessuto economico è sano. Continuo a pensare che la vera sensazione di insicurezza sia trasmessa non da crimini di stampo mafioso ma dalla microcriminalità”.

Parliamo dell’Ndrangheta. Denunciamone la presenza e l’infiltrazione. Invochiamo maggior trasparenza e rivendichiamo il sacrosanto principio della lealtà contro l’omertà. Del coraggio dell’onestà contro la vigliaccheria mafiosa. Della legalità contro la corruzione.

Scendiamo in piazza tutti insieme, al più presto. Per dimostrare che Lecco non è indifferente. Che Lecco ripudia e respinge al mittente l’Ndrangheta. Che Lecco sa ancora discernere il giusto dal disonesto. La luce dal buio. La bellezza dalla “montagna di merda”, come la chiamava Peppino Impastato.

L’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura. F. D. Roosvelt

Duccio Facchini

17 pensieri riguardo “Il dovere di reagire

  • 24 Novembre 2008 in 15:44
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    Davvero brutto sapere che viene uccisa la gente nella nostra città.
    Ok, fa brutto che avvenga ovunque, ma COSI VICINO fa strano… fa pensare.

    Non so se si tratti di un evento legato al fenomeno dell’associazione mafiosa, tutto lascia pensare che sia così. Il fatto è che bisognerebbe fare qualcosa.

    Cosa?

  • 24 Novembre 2008 in 16:37
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    Sveglia Lecco!
    Sveglia!
    Non bastano gli abusi edilizi,fiorenti palazzine, non bastano i porti, non bastano le vetrine che esplodono di notte.
    non bastano nemmeno i morti per strada?
    Di che avete bisogno per aprire gli occhi?
    Sveglia!
    Gg

  • 25 Novembre 2008 in 00:40
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    Che dire, ben tornati nel mondo reale (non a voi, parlo dei giornali). Non è da quì che si parla di infiltrazioni mafiose o ‘ndranghetiste nelle nostre zone, pensate che in quei del mio paese (Capriano di Briosco) una decina di anni fa ci fu una sparatoia a colpi di mitragliatore … Il fatto è che siamo abituati all’immagine del mafioso in coppola e lupara, quando in realtà le cose sono ben cambiate ( almeno al nord ), e non vedendo in giro stereotipi di questo tipo, non ce ne accorgiamo.
    Poi scopriamo che la cocaina è la BigBuble della gioventù contemporanea, cocaina che ovviamente è smazzata dalla mafia ( del resto non la si può mica coltivare sul balcone ).
    Non sono d’accordo con Duccio quando dice che è meglio sovradimensionare il problema che evitare di parlarne, nel senso che è meglio comprenderlo nella giusta dimensione. Il rischio è che la gente non ti prenda sul serio e che la questione non venga compresa, o che addirittura non attecchisca il dubbio.
    Credo che sia necessario cominciare da dove cominciarono le black panthers, lottando contro il degrado creato dagli eccessi di alcool, droghe che stanno diventando un cancro; non da bacchettoni ma da persone serie. Cominciando da quì, forse, potremmo aprire una breccia verso le persone e erodere quel pezzo di mercato mafioso che si riferisce ai clienti futuri, ovvero i giovani.

  • 26 Novembre 2008 in 21:49
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    Come avrete notato alcuni commenti sono stati ritirati. Nessun rigurgito censorio, solo buon senso.
    La legislazione, in materia di diffamazione mezzo blog (o rete) è carente.
    A volte il proprietario del sito vien paragonato all’editore responsabile di ogni virgola pubblicata, a volte invece no.
    Vige un’insostenibile nebbia d’incertezza che è ingenuo sfidare.
    Vista l’eccezionalità dell’accaduto e le frasi (di cui per alcune parti non si possiedono riscontri oggettivi e quindi risultano potenzialmente diffamatorie) espresse in più d’un commento a questo articolo abbiamo deciso di intervenire togliendoci da possibili impicci futuri.

    A futura memoria: cominciare a firmare col proprio nome di battesimo le proprie riflessioni sarebbe un normalissimo gesto di maturità intellettuale e rispetto per coloro che leggono.

    Qui Lecco Libera

  • 27 Novembre 2008 in 13:25
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    ci siamo sempre sentiti al sicuro da quello che sentivamo succedere “giù al sud”… e invece ecco che scopriamo che pure qui ci sta brutta gente.
    cosa si può fare?

  • 27 Novembre 2008 in 16:03
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    Indifferenza,Ignoranza,Incapacità e mancanza di voglia di prendere posizioni.Questo è quello che ci sta intorno.Questo è quello con cui conviviamo!è giunto il momento di dire basta!senza alzare le mani o peggio combattere con le armi(ci abbasseremmo al livello degli innominabili!)No denunciando la condizione della nostra città,apriamo le menti a tanti che ora vivono nell’ignoranza.Insomma:Mettiamoci in gioco.

  • 27 Novembre 2008 in 18:58
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    vengo da quella terra che fin troppe volte è stata macchiata
    e che purtroppo è ancora sporca di gente come i coco o i de pasquale
    e ritrovarmi con un’ammazzatina a mò di montalbano nella
    città dove studio mi lascia molto a pensare…
    fà male pensare che oltre a queste poche persone che
    scrivono e che si espongono nessuno
    ha il coraggio di denunciare a voce alta
    quello che realmente stà succedendo.
    parliamo chiaro per una volta:
    la ‘ndrangheta è qui, in mezzo e noi e non ha paura
    di esporsi..
    facciamo qiulcosa
    denunciamo e per una volta urliamo….

    “Chi ha paura muore ogni giorno” Paolo Borsellino

  • 28 Novembre 2008 in 15:57
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    Perché certi personaggi strani girano con macchine da miliardari?
    Perché ci sono negozi che aprono e chiudono nel giro di un anno o meno?
    Perché alcuni bar e altri esercizi cambiano gestione senza una motivazione plausibile?
    WHY?
    Qualcuno lo saprà!
    E perché nessuno denuncia?
    E il caso del benzinaio ucciso? Vi ricordate?

  • 28 Novembre 2008 in 21:35
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    Ma cosa stai dicendo? Il benzinaio è stato ucciso da un tizio per una rapina, la mafia non c’entra. A meno che stiamo parlando di due benzinai diversi.
    Se uno c’ha la macchina magari ha fatto il pezzente una vita per comprarsela.
    I negozi chiudono anche per fallimento, non facciamo di tutta l’erba un giun… ehm fascio!

    Il problema c’è, ma indaghiamolo in maniera un po’ più approfondita, vi va?

  • 1 Dicembre 2008 in 12:54
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    “Se uno c’ha la macchina magari ha fatto il pezzente una vita per comprarsela.”

    beh Zic, non saranno tutti stupidi che risparmiano una vita per una macchina costosa….non saranno tutti così imbecilli…chi gira con macchine costose è perchè può permettersele, sia economicamente che al limite con scarichi fiscali…ma comunque i soldi li tira fuori.

    “I negozi chiudono anche per fallimento, non facciamo di tutta l’erba un giun… ehm fascio!”

    i negozi invece è molto difficile che chiudano o cambino gestione dopo un anno o meno.
    per il semplice motivo che il ciclo di un negozio/attività (nuova) è praticamente di 2 anni, tempo con cui iniziano a pagare le spese reali.

    basiamoci sulla norma e non sulle eccezioni.
    Gg

  • 1 Dicembre 2008 in 15:44
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    Appunto, quindi andiamo a vedere nella REALTA quelle situazioni, senza essere così pateticamente riduzionisti.
    Ad esempio di ciò: perchè citi le mie frasi e le commenti? Sono esempi ipotetici e provocatori, non te ne sei reso conto?

  • 1 Dicembre 2008 in 19:22
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    Non so fino a che punto siano provocazioni.
    Ormai giornali e articoletti su riviste specializzate ad hoc hanno convinto la gente che le tue provocazioni, chiamale così, siano una condizione reale e largamente diffusa.
    Mentre resto convinto che gli stupidi siano pochi, ritengo giusto ribadirlo perchè non è proprio così scontato il passaggio.
    Detto questo, io non conosco tal Madamebovary ma le sue obiezioni e segalazioni non credo siano prive di fondamento e se così fossero è giusto che creino sospetto, veniamo alla realtà, iniziamo dal certo e non dal sospetto.
    Parliamo della Wall stret e cerchiamo di muoverci in quella direzione, come si discuteva in quel pomeriggio autunnale.
    Gg

  • 2 Dicembre 2008 in 10:34
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    Esatto, muoviamoci verso Wall Street e altre cose CONCRETE, l’hai detto! ;-)

    Fidati, le mie sono provocazioni, so benissimo quello che stanno facendo tuttte le organizzazioni mafiose da decine di anni a questo Paese, non ti preoccupare…

    Ripeto, volevo solo cercare di far capire una cosa: quelle storie di cui sopra sono solo “sospetti da nordici spaventati”, i problemi vanno affrontati concretamente, cercando di cambiare la mentalità di questo Paese. Non cercando la mafia ovunque ad ogni costo.

    Per esempio con occasioni come quella di ieri sera in Sala Ticozzi, di cui, nonostante il mio ritardo cronico, sono stato molto soddisfatto.

  • 7 Aprile 2010 in 23:21
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    merdosi ipocriti siete e sarete una citta’ di merda con la mentalita’ contadina che si scandalizza per le esteriorita’ pensando di rendersi evidente su scala nazionale e ignora consapevolmente il merciume che ha al suo intrno franco e’ e sara’ sempre il mio migliore amico

  • 8 Aprile 2010 in 08:08
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    Sarà sicuramente lo scherzetto di qualche simpatico burlone. “Simone Creoci”. Franco è e sarà sempre il suo migliore amico.
    Perché? Ha modo di sentirlo ancora? Come mai avverte l’esigenza di specificare (con nome, cognome – sempre che siano autentici) il suo affetto e stima per il boss in carcere su un sito sicuramente non blasonato e relativamente frequentato e a commento di un articolo scritto più di un anno fa?

    E poi ancora. Non per violare la sua privacy. Ripeto: sarà uno scherzo di qualche bambino che si diverte nel diffamare gli assenti divertendosi un po’. Mi si permetta però l’insolenza. Piuttosto che “Simone Creoci” non è che voleva firmarsi “Simone Croci”. Senza “e”? Lo dico perché mi risulta che esista tal “Simone Croci” titolare della “Lario Immobili” di Lecco in via Fratelli Rosselli 5.
    E’ lei? Se sì, può spiegarci cosa intende per “merciume interno” di cui noi “merdosi ipocriti” parleremmo? Come ha conosciuto Franco Trovato?

    In attesa di sue notizie, la saluto

    Grazie per i complimenti.
    Duccio Facchini

  • 24 Novembre 2010 in 15:17
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    io sono un amico di entrambi,simone croci e francesco poerio ,rispondo a te duccio facchini sicuramente anzi sicuro che simone parlava di poerio e non di cocco trovato anche se e come dici tu di conoscere il croci visto che sai anche l’attivita che svolge saprai anche la differenza di eta tra il croci e il trovato franco e cuindi il giorno dellarresto di trovato franco,simone era troppo piccolo per essere il suo migliore amico non facevi meglio a domandargli di cuale franco stava parlando anziche dare delle affermazioni???
    comuncue sia il simone che il poerio erano veramente dei buoni amici come cuelli che sene vedono pochi pultroppo. erano dei bravi ragazzi con tanta voglia di vivere,di ridere e di scherzare e tu caro duccio non puoi farli passare x quelli che non sono e non lo sono mai stati,dei mafiosi.
    franco poerio io l’ho visto crescere e osservato non aveva niente a che fare con la mafia si era un po violento ma mai mafioso.
    è morto per una stupidità,x una lite,ti ricordo che franco non a mai avuto un arma,anzi,le odiava.
    faresti meglio a parlare di chi ha ucciso franco e perchè era in giro armato pronto a sparare a chiuncue lo contradiva. poteva capitare anche a te o a me,allora la legge non esiste piu??? uno non puo farsi giustizia da solo andando in giro armato,qualunque sia il movente,non credi???

    ciao franco ciao simone

    ah! intendo poerio e croci non riina e alcapone

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