A. Caresana – contro lo sterminio di Gaza
In relazione all’appello di Vittorio Arrigoni, riportato anche sul numero odierno del “Manifesto”, chiedo se non sia ritenuto opportuno l’avvio di una campagna di contro-informazione collegata alla promozione del boicottaggio delle merci di provenienza israeliana (come si faceva 20 anni fa in sostegno della “rivolta delle pietre”). Resto a disposizione per ogni eventuale richiesta o chiarimento. Cordialmente.
ebbravo il caresana! se n’arriva fresco fresco con quest’idea. Già nel 88 era vecchia, figurati ora. Primo, le fabbriche israeliane occupano manodopera palestinese, la pagano un dollaro e venti all’ora e se gli togli la produzione, come dice anche berlusconi, chiudono e buonanotte al secchio. E lo stesso vale per i rari operai israeliani, tipo i “negri” ebrei dell’altipiano etiope che sono considerati “quasi arabi” nella scala delle merde. (oh! non lo sapevi che la società sionista è divisa in caste secondo la provenienza? Europei, russi, marocchini/spagnoli; africani; centrafricani… Ma in cima a tutti ci sono gli Americani!) Secondo, i sionisti non sono soltanto in israele ma ben ramificati – come si vede – in ogni parte del mondo. Con fabbriche e quant’altro. E’ da lì che arrivano la maggior parte delle rimesse, donazioni, sostegni finanziari. Non puoi mica boicottare gli USA!
Al massimo, ti concedo di leggerti l’articolo a pag. 5 del manifesto di oggi: “Boicottaggio, disinvestimenti e sanzioni: ecco perchè li propongo contro Israele”. E’ di Naomi Klein (ricordi “no logo”?) e con quel nome lì certo non è nata a Bolzano!