Claustrofobia
Impedirci di esprimere per poterci disarticolare senza forza. Lasciarci gironzolare sfaccendati per poterci incancrenire. Approfittare della nostra insipienza per alimentarsi, ancora ed ancora.
I giovani di questi tempi vengono definiti spesso e volentieri apatici e disimpegnati. Premessa doverosa: in gran parte è una tristissima realtà.
Rispetto ad anni passati lo spirito di curiosità e di approfondimento dei ragazzi è sepolto sotto un’indecente cozzaglia di voluttuari bisogni e di aspettative disarmanti. I quotidiani, i grandi classici, la storia, la musica ed i romanzi son oramai prerogativa solo d’una ristretta nicchia di miei coetanei.
I reality dal sapore pornografico, le trasmissioni sadicamente vuote, le canzonette facili facili e la squadra del cuore hanno spazzato via qualsiasi altra cosa.
Persino quel fattore che distingue l’uomo dal pezzo di legno: il cervello. Il saperlo utilizzare a modo evitando l’alienazione che questa società dei consumi comporta.
Saper usare il cervello funziona come la combinazione funziona con la cassaforte. Apre. Apre prospettive e genera in continuazione spunti e vie d’uscita.
Saper usare il cervello è pratica temuta, specie di questi tempi. Tempi grigi d’omologazione ed asservimento al telos dominante d’ogni esistenza: l’interesse proprio.
Indossare lo stesso paio di pantaloni e puntar allo stesso traguardo permette ai vertici della piramide d’affrontar e indirizzare più agevolmente la massa informe di pecoroni ebbri di nullità situati sul fondo. E allora verrà facile parlare di pallone o di storielle studiate a tavolino tra il ladruncolo e la ballerina che tutte le sere occupa i pensieri degli sbarbatelli senza meta. Diverrà invece difficile porsi delle domande. Indagare e sviscerare l’etere circostante.
Porsi delle domande è come saper usare il cervello. Libera dai laccetti dell’unicum e proietta in avanti.
Persone curiose ed intelligenti (nel senso che usano il cervello) incutono timore e son spesso avversate. Criticate e fatte passare come sovversive.
Le domande infastidiscono di per sé, figurarsi se poste da coloro che prima o poi questa società dovranno condurla. Più o meno coerentemente alla routine.
La società dei consumi adora il consumatore e detesta il cittadino. Predilige il suddito e svilisce l’uomo libero.
Il suo peggior nemico è il pensiero senza padroni. La tendenza che sposa più che volentieri è annichilire il funzionamento delle rotelle. Specie quello dei ragazzi.
Prima instilla loro esigenze inutili e speranze di cartone. Poi li zittisce senza nemmeno farsi sentire. Poi li fa disimparare a confrontarsi. Dopodiché li lascia dissanguati nelle loro marchette uniformi a fissarsi senza esser più capaci di parlarsi, di cercarsi e di capirsi. Tanto meno di comprendere il circostante.
Non concede loro spazi d’espressione salvo qualche ottriata soluzione giusto per mostrarsi magnanima. Poi li avviluppa silenziosa.
Genesi dei tonti, dei servi e degli imprigionati. Salvo qualche evasione celebre.
Dopodiché esiste quel nocciolo duro che continua – nonostante la violenza incipriata della società dei consumi – a riflettere con le proprie rotelle. Senza delegare mai a nessun divo costruito nei camerini. Riflette e costruisce. Costruisce idee, pensieri, rivoluzioni, istanze, richieste, esigenze, speranze, battaglie, lotte, pace, scontri e discussioni. Più o meno condivisibili a seconda delle esperienze.
A Lecco son certo che questo nocciolo vi sia e sia formato da diverse testoline pensanti. Magari scisse da steccati ideologici o personali. Però vive. Che resistono stoicamente alle idiozie televisive o alle menzogne di regime. Che leggono e sentono l’esigenza di parlarsi, porsi questioni e costruirne di altre.
Magari persino d’indignarsi, che è altra pratica rara ultimamente.
A Lecco però, ad esempio, uno spazio pubblico d’aggregazione e di ritrovo per queste testoline non c’è.
Non sta nelle agende dei politici e non occupa dibattiti sui giornali locali.
Il suddito lecchese non è molto interessato ai giovani, anzi. Li considera larve (ed in alcuni casi centra il bersaglio) o peggio ancora dei sovversivi rompicapo.
Detesta la loro necessità d’espressione e vorrebbe vederli al lavoro. Senza tante storie o masturbazioni cerebrali.
Per questo motivo – e per mille altri legati ad ignoranza mischiata a progetti politici di tutt’altra resa – per i giovani lecchesi volenterosi e disposti ad offrire un contributo organico non c’è modo e tempo per poterli accontentare. Peccato, si parla così tanto dei giovani. Saranno mica ciance?
Che intenzioni ha la politica lecchese in materia? Quali idee serba l’Amministrazione Comunale di Lecco (targata Lega-Pdl) sulla questione degli spazi per i giovani? Basta un centro “Informagiovani” ed un CAG?
La pizzeria sequestrata ai Coco Trovato, la Wall Street, sembra più un miraggio che una meta raggiungibile. Un miraggio zeppo di ritardi, confusioni e una più o meno ingiustificata reticenza a darsi da fare seriamente per rivalutare il bene confiscato.
Fresca invece è la nuova del restyling del Palazzo delle Paure, in piazza XX Settembre qui a Lecco. Un enorme palazzo sviluppato su tre livelli, interamente svuotato ed in attesa di destinazione. La posizione è splendida. Sul lago e nel centro della città.
Sul tema del Palazzo delle Paure abbiamo per questo deciso di intervenire nella controversia cittadina. Qui troverete la nostra proposta.
Duccio Facchini
Tristissima e deprimente la tua analisi sulla condizione dei giovani oggi. Vera , anche se non so in che misura.
Certo è facile per quelli della mia età dire che ai miei tempi era tutto diverso. C’era una promessa di benessere infinito da conquistare , nuove libertà mai immaginate , diritti da rivendicare .E’ stata la stagione della 600 per tutti e delle vacanze a Rimini , ma è stata anche la stagione delle grandi rivendicazioni sindacali , del sessantotto , del Che , dei cantautori,, delle manifestazioni.
Oggi siamo gli stessi di allora , la mia generazione detiene quasi tutte le leve del potere , ma non mi sembra che le cose vadano poi così bene.
Che ne è stato dei nostri ideali , della “fantasia al potere” ?
Tutto dimenticato? Tutto barattato per un auto più grossa , per la seconda case al mare , per un televisore in ogni stanza?
Eravamo in migliaia alle manifestazioni , in migliaia a gridare gli stessi slogan , ad occupare fabbriche ed università. Eravamo rivoluzionari , eravamo idealisti oppure erano forme di conformismo?
Vedo anch’io quello che vedi tu della gioventù di oggi , la mancanza di spinte idealistiche , interessi vacui , valori vuoti , miti costruiti dalla Tv, dai reality , dal Gran Fratello. Vedo però anche dei ragazzi in gamba e ho speranza.
Io non credo più nel numero , anzi diffido quando in tanti gridano le stesse parole d’ordine . Io ci sono passato , la mia generazione c’è passata, non è così che funziona.
Continuate a battervi per le vostre idee , per le vostre convinzioni e non perdete tempo a contarvi. Le idee hanno un loro modo di viaggiare , di diffondersi che sfugge a tutte le regole e non viaggiano più veloci perché si è in tanti e si ha un posto dove stare , dove incontrarsi. Rivendicate pure degli spazi , è giusto , ma soprattutto continuate a parlare , a scrivere , anche se vi sembra di parlare al vento. Vedrai , forse………………….
…che ci sia molta depressione, molto materialismo e poca creatività è vero; o quantomeno è manifesto. Tuttavia tutto si può fare, cominciando da noi, modificando il nostro linguaggio e migliorandola nostra comunicazione, magari imparando anche ad ascoltare quello che dicono le persone;
Io sto facendolo. Andando verso le comunali del mio paese sto cercando di parlare con i miei coetanei, sfruttando molto facebook, e devo dire che sento cose molto diverse e interessanti.
Ad esempio, la preghiera collettiva dei musulmani in piazza Duomo non è stata gradita da molti, cosa che per quel che mi riguarda mi ha lasciato indifferente.
Questo mi fa intendere che fare nicchia e parlare con chi la pensa come noi…bé, serve a poco se non a niente; come a poco servirebbe uno spazio per i giovani che divenga uno spazio per giovani di sinistra ( anche se non è quella l’intenzione,s’intende ). Forse prima bisognerebbe preparare quel terreno associazionistico che la Rete Antifascista credo abbia mancato, limitandosi ai propri confini, senza la volontà di diventare di tutti.
Molto bella la parte analitica.
Complimenti.
Non trovo però proposte concrete su come la gioventù dovrebbe organizzarsi per combattere il pensiero unico e la cultura di massa.
E su quali basi ideali possa difendere il proprio spirito critico.
La destrutturazione della personalità e l’oblio dell’essere sono il fine ultimo del nuovo ordine globalizzato.
Per quanto ci riguarda a destra abbiamo i mezzi ideologici per portare l’attacco. E voi?
Non capisco la questione riguardo la Rete Antifascista. Che poi si sia spenta in realtà non è vero. Si è solo transformata in altri movimenti e gruppi che hanno messo in atto i caratteri concreti dell’antifascismo. La riforma Gelmini ha toccato anche gli studenti di Lecco, ed erano tanti. La richiesta per gli spazi è pure questo un gruppo che comunque poggia le basi ed è composto da altri ragazzi che hanno convissuto con noi l’esperienza del movimento studentesco. Quindi, se la rete ha fallito nell’associazionismo, non si può dire che abbia però fallito l’associazionismo dei ragazzi. Bisogna anche però esserci sempre per ben alimentare proprio l’associazionismo. Lo scongiurare poi che tale spazio non diventi uno spazio per i giovani di sinistra (e vorrei capire cosa si intende qui), mi sembra solo un modo per rallentare e ostacolare l’espressione giovanile lecchese, oppressa da un vuoto quasi totale in cui ogni singola esperienza dovrebbe comunque essere considerata preziosa.
Non ho detto che si è spenta ma che potrebbe diventare qualcosa di più di quanto non sia ora. Colgo l’occasione che il sig”La Destra” ;) abbia scritto per dire che una rete antifascista che sia moderna dovrebbe essere aperta a tutto l’arco dele idee sullo spazio pubblico, comprese le loro.
Per la definizione che mi sento di dare all’antifascismo rimando ( ancora una volta ) a questa pagina del mio blog : http://andrealongoni.wordpress.com/voglio-essere-libero/
Quì non si tratta di “combattere” ma di discutere e fare, e non si tratta nemmeno di ideologia ma dell’opposto, ovvero di creatività. Accettare finalmente l’esistenza di divergenze senza che queste vengano definite in termini di scontro è il primo passo per costruire un nuovo progetto culturale, uscendo dal fenotipo europeo.
Un esempio che mi sembra forte a livello simbolico e che si caratterizza proprio in questa tipologia, sarebbe fare la manifestazione che celebri il crollo del Muro di Berlino. Se tutti siamo contro la dittatura e per la Democrazia, siamo già uniti da qualcosa.
Sarà che io ho un concetto di pubblico forse un pò particolare, ma se è publico non deve essere di area, altrimenti si prende un posto in affitto, si fa una cooperativa e ci si lavora dentro dando l’indirizzo che si vuole all’attività. Uno spazio pubblico deve essere di tutti e per tutti (i giovani è sott’inteso). Per troppo tempo si è parlato di bisogno di spazi, intendendo nei fatti “bisogno di spazi per noi”; e questo non lo trovo giusto. Dopoiché, se alla concretizzazione delle cose, chi prende in mano atività e organizzazione e chi ci si impegna è di area di sinistra, va benissimo, ma almeno nelle intenzioni credo si debba prendere in considerazione lo spettro più ampio possibile ( se non altro per non cadere nelle solite bagard già vite e già sentite ).
Buona Giornata della Memoria a Tutti; e la auguro buona perché ricordare fa male ma rende anche un pò più liberi
E allora voi aa destra attaccate pure, buone cose.
Ah, e fateci sapere come va a finire!
L’olio di ricino forse….!?
Io penso che pubblico non debba essere imparziale. Perchè? Il pubblico che è di tutti e per tutti deve appunto per questo rappresentare anche le differenze. Il rischio è appunto quello che vada a finire che uno spazio del genere, con lo spettro di questo timore, non diventi realmente vissuto e sentito da nessuno. La responsabilità, il credo e la fede dei politici dovrebbero offrire la possibilità di dare uno spazio senza che venga preservata una fantomiatica imparzialità. La spinta di un buon governante dovrebbe essere quella di permettere che anche le diversità possano crescere e svilupparsi nel suo territorio senza che ciò gli simboleggi solo pericolo, ghettizzazione e intolleranza. Le differenze, tra l’altro, ci sono negli stessi gruppi e nelle stesse singole persone che portano avanti questa richiesta e raggrupparli sotto un’unica bandiera o pensiero lo sento personalmente anche offensivo. Io non sono uguale agli altri, nè loro a me, e probabilmente siamo anche estramente diversi, però sentiamo uno stesso bisogno. Non credo comuqnue che sia tanto importante richiedere uno spazio che non assuma certe posizioni. Ragionare in questi termini è proprio la rappresentazione di come, pure in Lei, sia forte lo scontro ideologico, nel timore che questo spazio possa rappresentare qualcosa in cui lei non si riconosce. Di fatto non riconoscendone più le ricchezze anche nella differenza.
Ma soprattutto quale sarebbe il problema. Nemmeno io mi ritrovo in certe organizzazioni o spazi del pubblico lecchese, e pure per me questo non è un problema.
In secondo luogo, senza dover mettere al centro questo problema del rischio di una non-imparizialità, penso che sia diritto dei giovani autorganizzarsi e decidere nel tempo e nelle continue scelte e posizioni che linea prendere. Penso che sia proprio questo timore, che porta alla soppressione in partenza di queste richieste di spazi autogestiti, che non permetta ai ragazzi di oggi d’incontrarsi e di creare qualcosa di finalmente nuovo. Qualcosa che sarebbe anche prima o poi necessario. Con il timore di riattacarci a passate importanti “ideologie” (parolona sinceramente per i giovani di oggi) non permettiamo al contempo che nuove idee e nuovi pensieri nascano spontaneamente, soffocati da luoghi e non-luoghi in cui manca il momento di fermarsi un attimo nel continuo via vai di oggi. Così, senza nuovi pensieri, i giovani sono proprio costretti ad riattaccarsi a “vecchie” ideologie. Non superandole, non modificandole nè comprendendole davvero. Così non costruiremo mai qualcosa di davvero partecipato, nè tantomeno di utile.
Questo dovrebbe fare un buon governante: credere nei propri cittadini e permettergli la libera espressione.
Purtroppo io non ho i mezzi per aprire cooperative, o associazioni (e so, avendone vista nascere una, che mezzi bisogna avere). Al massimo arrivo ai collettivi. Figuariamoci uno spazio mio o di altri. Inoltre perchè dovrei? Il pubblico è ANCHE mio. Non SOLO mio, ma qualcosa di mio dovrà pur anche esserci! Il pubblico è lì per questo!
Questo dovrebbe fare un buon governante: dovrebbe credere nell’autogestione, e non temerla.
…per non solo ricordare, vediamo di pensare anche ai nostri di Lager. Sapete cosa intendo.
ho 22 anni, non darmi del lei ;)… per altro sono di sinistra, quindi non è che sia particolarmente contrario all’autogestione. Tuttavia voglio chiedermi per quale motivo un comune ( governato dalla destra ) dovrebbe concedere uno spazio a giovani che in un modo o nell’altro si dichiarano di sinistra (o si sentono orientati verso certe posizioni ).
Esiste la possibilità di costruirsi degli spazi privati, basta pensare alle ARCI e vedere tutte le attività che organizzano. Sul fatto che il pubblico sia anche tuo non lo nego mica, anzi, però vorrei capire come vuoi usarlo se è anche tuo e non solo tuo.
Tutto questo sta a dire : se si vuole uno spazio per i giovani, bisogna creare le pre-condizioni per avere uno spazio per tutti i giovani. Se si vuole uno spazio per certi giovani, non si può chiedere al pubblico, poiché chiederesti al pubblico di concederti uno spazio pubblico per avviare un’iniziativa privata e diretta ad una cerca porzione ben definita della società; o quantomeno non mi stupirei se non lo concedessero se non a condizioni che non permetterebbero una buona riuscita dell’esperienza.
Per quel che riguarda la diversità, il punto che pongo non è che siamo tutti uguali e dobbiamo pensarla tutti allo stesso modo ma cercare il condivisibile per riuscire a discutere nel merito il non condiviso.
Facendo così riesco a parlare tranquillamente di politica con persone che vanno da azione giovani fino ai marxisti leninisti, e tutto mantenendo la mia coerenza, l’importante è che l’uno non provi a prevalicare l’altro e che ci sia il rispetto, altrimenti il castello crolla. Questo è quello che intendo come democrazia e quindi come antifascismo contemporaneo, ed è il salto che avevo chiesto alla Rete ( cosa che non è stata per diversità d’opinione ).
Bene, sono contento che vengano fuori dal borbottio generale parole effettive riguardo alla rete. Non capisco comunque i nessi tra la demcorazia che tu intendi con la situazione della rete. Spiegati meglio che vorrei sapere subito il pensiero che circola nei luoghi della giovane politica lecchese (non ho problemi nell’esplicitare che intendo ovviamente il gruppo dei Giovani Democratici) prima di finire come l’ultima generazione di “benpensanti” italiani avvelenati tra di loro.
Chiusa questa questione a parte.
Riguardo al fato che tu essendo di sinistra dovresti essere favorevole all’autogestione (e preferirei che mi dicessi senza mezzi termini solo se lo sei o no, piuttosto che usare strani sillogismi) non capisco proprio allora la tua opposizione a questa richiesta. Sinceramente, l’autogestione del privato…..che autogestione è? L’autogestione è ovvio che sia del pubblico.
Giusto per chiudere la parentesi. TI parlo sinceramente. Sono dentro un sacco di gruppi (C.A.G., Associazioni Musicali, Arci) e ti posso assicurare che le possibilità non sono tutte quelle che sottintendi tu se solo si cercasse meglio. Ti dico solo che per avere un buco per fare una riunione ho dovuto chiedere ai Consigli di Zona, e per avere una sala per un’ora non vogliono mica poco (quando ovviamente ti rispondono i consigli di zona). La provincia ha saputo rispondermi nulla se non appunto chiedete ai consigli di zona. (ops! dimenticavo il mitico centro sociale di Germanedo che per 12 euro all’ora ti da un tavolo e delle sedie) -per informazioni la sala conferenze del centro passa dai 18 ai 40 euro, con l’aggiunta di nulla!-.
Che debbano essere date delle pre-condizioni: Ok! Spero solo che non sia non esprimere la propria idea o orientamento politico la pre-condizione. Spero solo che per poter condividere e coinvivere in maniera attiva non debba svuotarmi della mia personalità e ritrovarmi ad incontrare solo contenitori vuoti. Perchè purtroppo oggi si parla tanto di dover coindividere e di non cercare lo scontro ideologico, ma l’unica soluzione che si da è quella di radera al suolo le proprie posizioni personali invece che avere un’atteggiamento democratico. Pensare che democratico sia smorzare i toni e le tinte personali mi è di difficile comprensione.
Se mi parleranno di regolamenti reali e questioni effettive ok. Di ricevere solo pure indicazioni sono stufo, perchè so benissimo come ti fottono sulle pure indicazioni i politici di oggi. Soprattutto se sei un giovane.
Questo è proprio il sintomo di come oggi la politica (pure quella locale) razzoli male predicando bene. Non dice più nulla di cosa vuole effettivamente, si perde nei suoi giri di parole ipocriti, ma alla fine colpisce sempre e costantemente dove vuole lei.
Punto secondo. Sono allibito solo dal fatto che tu ponga la domanda retorica “Tuttavia voglio chiedermi per quale motivo un comune ( governato dalla destra ) dovrebbe concedere uno spazio a giovani che in un modo o nell’altro si dichiarano di sinistra (o si sentono orientati verso certe posizioni )”!
Sono allibito, perchè spero non sia questo il tuo concetto di democrazia. E se davvero credi nella democrazia e nell’antifascismo non vedo perchè invece di porre una domanda retorica del genere non dichiari apertamente la tua opposizione e accusa. Un atteggiamento del genere indica solo il sintomo di accettarlo. Posso accettare compromessi in una democrazia, ma compromessi sulla democrazia no. E’ proprio questo il problema! Non si può minimamente accettare un atteggiamento del genere da parte di una qualsiasi giunta politica. Non è democrazia questa! E’ solo repressione! A cosa serve un governo per tutelare una maggioranza!? Le maggioranze si tutelano da sole, sono le minnoranze che meritano più delle altre attenzione! E se vogliamo parlare di condivisione e poi abbiamo alle spalle certe giustificazioni invece che accuse dirette e taglient,i è meglio rivedere un pò il concetto di democrazia. Anche se la situazione reale è questa non possiamo cercare di aggirarla, ma bensì più fortemente accusarla. E’ appunto questa una questione di principio, è una questione riguardo che cos’è la democrazia. Parlare di democrazia senza prima accusare dichiaratamente l’atteggiamento moderno della politica significa parlare con parole vuote di valore reale, perchè significa non cercare una soluzione al problema di fondo.
Inoltre sono colpito dal fatto che TU continui ad usare l’etichetta che noi siamo di sinistra (come pure tu tra l’altro)! Ma cosa vuol dire! E sei così sicuro sia vero!? Ci conosci tutti? Ma poi soprattutto, è così importante? Dovrebbe essere un problema richiedere uno spazio in un comune di destra ed essere di sinistra? In una vera democrazia no. Dato che purtroppo non è certo così, è proprio in onore della democrazia che dobbiamo lottare e non svincolarcene.
Chiudendo riguardo alle pre-indicazioni. Se mi si parlerà di vere e proprie questioni cercherò di trovare soluzioni, se mi verranno date solo indicazioni saprò che l’ipocrisia dei politicanti locali mi colpirà da un momento all’altro.
Se vogliamo pre-condizioni che ci si risponda però, perchè per lo meno vorrei che fossere “condivise”. Aspettiamo una risposta.
Un ultimo lacerante dubbio: “Se si vuole uno spazio per certi giovani, non si può chiedere al pubblico, poiché chiederesti al pubblico di concederti uno spazio pubblico per avviare un’iniziativa privata e diretta ad una cerca porzione ben definita della società”
Non intendo questo per autogestione e spero nemmeno tu che sei tanto di sinistra (?). Altrimenti posso solo leggerlo come una tua malfiduciosa considerazione sulle situazioni che vogliamo creare.
sì, scusa, effettivamente sono entrato in un vortice che non porta a nulla ma sai, soffro di incontinenza verbale e non parlando direttamente c’è sempre il problema del non avere tutte le informazioni necessarie a sviluppare un ragionamento che sia attaccato alla realtà. Hai detto un sacco di cose e spero di risponderti su tutte. Parto dall’ultima :
Non preoccuparti, non ho una malfiducia, soprattutto verso QLL (altrimenti non commenterei il blog e non avrei il link sul mio ) , è che sto cercando di proporre uno stile diverso in politica. Non avendo informazioni su cosa di fatto ci si vorrebbe fare, ho espresso un’opinione di ordine teorico e propositivo.
il significato di auto-gestione credo che lo sappiamo tutti ma mi sa che il problema è più sull’utilizzo del luogo che si intende autogestire. Quand’è che posso definire un luogo come pubblico ? lo posso definire in questo modo nel momento in cui è usufruibile da tutti ma per far sì che lo sia è necessario che non sia categorizzato secondo posizioni particolari. Nel momento in cui lo si categorizza, quel luogo non è più pubblico ma diventa di qualcuno, non in termini di possesso in senso giuridico ma di uso di fatto. ( per certi-giovani, termine infelice, intendevo un gruppo determinato di persone).
Io dico di essere di sinistra perché Sono di sinistra e per quanti ho conosciuto in QLL mi pare che l’orientamento sia quello ( non ho conosciuto tutti e non tutti i cigni sono bianchi ma non credo di cadere molto lontano dall’albero =) . Essere di sinistra vuol dire avere dei valori particolari, l’attaccamento ad una storia ed essere antagonosti rispetto ad alcune posizioni “dominanti”,corporative e conservatrici (temo che sia circa l’opposto dell’essere di destra anche se talvolta non ne sono molto certo :S).
La domanda, che è tutto fuorché retorica, del perché un comune governato dalla destra dovrebbe concedere spazi a gruppi di sinistra, ha una base fortemente concreta. Basti guardare quanto sta accadendo ai cs milanesi e romani. Non porsela ad incipit, potrebbe essere un errore (non dico che lo è ma che lo potrebbe essere ).
Le maggioranze si tutelano da sole, verissimo, ma le minoranze devono trovare uno spazio di potere contrattuale per poter ottenere quanto richiesto e, non essendo a Bologna, è difficile pensare che la concessiove avvenga facilmente. Se non trovano questo spazio, procedono verso il lento suicidio (giusto o sbagliato non è rilevante, quello che conta sono i fatti ).
Ho il difetto (e il pregio) di essere un realista ma anche un’ottimista e so che il fatto di essere contrario ad un atteggiamento non lo fa scomparire manifestando la mia contrarietà ma ponendo in essere comportamenti che tendano a persuadere e a far comprendere la mia posizione, aumentando il mio “potere contrattuale”.
Io non sono contrario all’autogestione come concetto, il problema è il metodo con il quale questa viene posta in essere e quali caratteristiche va ad assumere. Se diventasse esclusivista, non sarebbe autogestione perché andrebbe a caratterizzare un uso privato di uno spazio che invece dovrebbe essere pubblico. Ad esempio, se ci si mettesse un crocifisso ad ogni parete, c’è chi avrebbe problemi ad entrarci. Bada, questo è quello che penso, magari il mio ragionamento è sbagliato.
La pre-condizione non è tacere. Gli imbecilli tacciono. Il ragioanmento che faccio è differente e te lo ripropongo arrivandoa parlare della Rete.
Io non parlo e non ho mai parlato a nome dei Giovani Democratici di Lecco; come gruppo non c’è una posizione ufficiale sulla rete, anche perché si era deciso di parteciparci come singoli. Siamo un gruppo molto unito nei valori ma poi nelle scelte e nelle posizioni ognuno ha le proprie, è poi la discussione che porta a posizioni comuni o a leciti distinguo ( per altro questa è la filosofia di fondo del Partito Democratico ).
Quindi, per quel che mi riguarda, la posizione l’avevo espressa fin dalle prime riunioni, la mia intenzione era che si andasse ben oltre le solite barriere per abbracciare il più ampio arco possibile delle idee e dei valori, con uno stile che non fosse d’opposizione ma di dialogo, perché è col dialogo che si formano le idee e si crea cultura ( prenditela con Socrate, non come me :D ). La posizione invece che era stata espressa da un ragazzo dei Giovani Comunisti è stata : noi vogliamo fare una cosa di sinistra per trovare ragazzi. Visto che una rete che fosse longa manus di associazioni politiche mi interessava meno che nulla, e che le modalità che andavano delineandosi nell’azione mi parevano vecchie e non antifasciste (nel senso che preciso quì : http://andrealongoni.wordpress.com/voglio-essere-libero/ ) ho deciso di non partecipare più alle riunioni, almeno finché le cose non fossero cambiate. Non vedendo una comunanza di obiettivi, per quel che mi riguarda, non ha molto senso la collaborazione nella Rete ( purtroppo). Ovviamente se si andasse a ridiscuterne il senso , vi parteciperei più che volentieri.
Mi fermo perché temo di aver già scritto troppo, scusa la lunghezza ;) Spero comunque di poterne parlare ( di avere il tempo per parlarne ) il prima possibile e faccia a faccia perché potremmo andare avanti a scriverci per dei mesi, senza giungere a una conclusione di fatto.
Mmmh ma non sarà sempre stato così ??
Che la maggior parte delle persone non si interessa di pensare da sè ? e sono attratte da tutti i vari tipi di futilità ?
Oggi ci sono più strumenti di distrazione di 45/ 50 anni fà… Ma ci sono anche strumenti in più per informarsi, internet, + canali Tv e anche esteri… Lo squilibrio tra distrazione e informazione utile c’è sempre stata… e prevale la prima.
E’ ovvio che riuscire a riattivare l’attenzione delle persone è un obbiettivo da non abbandoanare .
alex
… riattivare l’attenzione… mi piace, alla fine credo proprio si tratti di questo, siamo (inteso come–> società civile in generale) abituati a far nostri pensieri confezionati da altri, spesso non ci prendiamo nemmeno più la briga di verificare se effettivamente condividiamo il pensiero che eleggiamo a nostro motto. peccato.
Anche se da solo non basta credo comunque che il continuare a mandare input con iniziative varie possa essere qualcosa: la goccia scava la pietra.
Scusate l’intrusione..volevo soffermarmi solo su due concetti espressi dal duo Longoni-Magni durante la loro discussione..
innanzitutto per il fatto dello spazio..noi (visto che anche tanti altri ragazzi, nonostante la lettera si afirmata solo QLL, si stanno interessando alla questione) non vogliamo un luogo che sia solo nostro; naturalmente non vedo cosa ci sarebbe di male se l’idea fosse quella dell’autogestione, perchè penso sia qualcosa di positivo che,oltre a favorire il bisogno d’aggregazione nei giovani, crea anche le condizioni per una loro crescità ed una maturità sociale, di cui Lecco ne avrebbe molto bisogno.
Nonostante questo, ciò che si chiede, sia nella petizione che abbiamo avviato che nella lettera, non è un centro sociale ad hoc per quei 10 antagonisti della nostra città; penso sia ben descritta in entrambi i casi la richiesta di un luogo dove TUTTI i ragazzi interessati, impegnati nel territorio possano organizzare eventi(da presentazioni di libri, a cineforum, a concerti) senza dover sborsare 50-100 euro, o come dice Edo, senza dover chiedere a mille persone una sala privata o autorizzazioni varie.
Quindi tale spazio sarebbe di chi è interessato ad usufruirne e non si può negare che Lecco ne abbia urgente bisogno, una necessità.
Non è così irreale la cosa, a Mandello il gruppo Bazooka(non son certo il nome) ha chiesto al comune una sala e subito gli è stata fornita; non è certo l’esempio più suggestivo ma è solo per far capire che ciò che ci spinge a proseguire la battaglia è proprio nel vedere l’assenza di volontà politica della giunta Faggi di investire per i giovani, di considerarli parte rilevante della città.
Riguardo la Rete è triste addossare differenti visioni politiche,presenti sin dalla sua nascita, per una frase di un nostro compagno (ci si può ancora chiamare così o si è anacronistici?) che diceva di desiderare che la rete antifascista fosse fondata su valori diciamo cari alla sinistra; sinceramente mi ritrovo nelle sue parole, e così penso anche tanti altri, perchè credo che alcuni valori siano imprescindibili e su alcune cose non si può negoziare, nè con i giovani padani o i neofascisti di casa puond; sono d’accordo con Edo che la rete è comunque servita; così come la nascita del movimento no Gelmini a Lecco, essa ha permesso di far nascere un’esperienza importante come il collettivo studentesco e di far conoscere e dialogare associazioni e realtà vicine politicamente, che quando hanno agito insieme, mi sembra, abbiano creato qualcosa di positivo, presentandosi con più facilità ad una più ampia prozione di giovani e di studenti.
Dispiace naturalmente per la Rete, anche perchè credo, che potesse essere utile per tutti, poichè, data la sua eterogeneità, avrebbe potuto parlare a differenti realtà giovanili; questo però, senza prescindere da valori di libertà, uguaglianza,antirazzismo e antisessimo…
Ultima cosa riguarda la frase di Andrea di manifestare insieme per la caduta del Muro di Berlino; spero sia una provocazione; non voglio scendere in analisi politiche, anche perchè non ne avrei le vostre stesse capacità, però mi preme sottolinerae due cose: naturalmente ciò che è stato abbattuto era un simbolo di non libertà, perchè diversi orrori sono accaduti nel regime sovietico e quel muro è stato un bene che sia crollato perchè le persone non erano libere, ma vincolate sul loro teritorio in nome di una ideologia mai praticata.
Ma non mi sembra il che il seguito della storia sia così migliorato; dopo il 1989 lo sfruttamento imperialista delle grandi potenze mondiali si è moltiplicato, così come tutte le gurre, da quelle umanitarie a quelle “giuste”; il sistema economico liberista, affidando tutto al mercato, si è mangiato gran parte delle conquiste che in passato i lavoratori avevano ottenuto, con manager, direttori e banche a capo di ttt il sistema mondiale….
Quindi osannare quest’avvenimento non mi sembra il caso…
Ultimo appunto: secondo me essere di sinistra non vuol dire accontentarsi della politica dell’alternanza, non vuol dire presentare in parlamento un’Ichino che sostiene sia utile eliminare articolo 18, non significa sostenere che l’omossessualità sia una malattia (prendetevela con la Binetti) o che non sia più moderno l’articolo 18 o lo statuto dei lavoratori; secondo me bisognerebbe essere chiari su qeusto: perchè non ci si può dichiarare di sinistra ed avere un partito che sostiene un accordo truffa sui contratti di lavoro che perfino la CGIL (grazie al cielo) si è rifiutata di firmare e, per ultimo, non significa voler eliminare dalla scena politica ttt quei partiti che non si chiamino PD-PDL…
grazie dello spazio,
Alessandro
Caro Alessandro,
la lettera è firmata Qui Lecco Libera per la questione Palazzo delle Paure; come già affrontato di persona, questo non significa che si stiano escludendo gli altri numerosi ragazzi che si stanno interessando per gli spazi. Già nello scritto su Wall Street riportavo il link della petizione.
Duccio
Caro Alesandro,
per quel che riguarda la Rete, credo sia venuta in essere partendo da presupposti un pò vecchiotti, è per questo che prima ho proposto ti cambiare e poi, siccome la mia proposta non era condivisa, mi sono defilato. Ancora parteciperò agli eventi che verranno proposti ma personalmente non credo di poter collaborare, nel senso che spesso gli obiettivi non sarebbero gli stessi, in quanto non condivido la filosofia di fondo. Non ancoro la Rete a quello che ha detto una persona ma a quello che ha espresso una componente della Rete, nè dico che il pensiero non sia legittimo, solo che in quel senso non mi interessa la collaborazione.
Manifestare assieme per il crollo del muro è una provocazione solo in parte. E’ una provocazione perché è una ridefinizione dei significati; se il fascismo è l’antitesi della democrazia, anche il Comunismo Sovietico, in particolare legato ad alcuni periodi come quello Stalinista e Brezneviano-Neostalinista, furono in toto regimi fascisti ( legando l’analisi alla pratica politica e non alla teoria ). Quindi non è una provocazione nel momento in cui da sinistra si è finalmente disposta a dire che il comunismo come il fascismo sono regimi contro la libertà. Per quello che hai detto rispetto al neoliberismo, bé, non so se conoscii persone che hanno vissuto sotto il regime di mosca, magari degli stati che ora sono entrati nell’Unione Europea; credo che chiunque di loro sia disposto a ripagare il prezzo che hanno ceduto per la libertà. Ricordiamo Yan Palak, datosi fuoco a Praga per ribadire la libertà di espreimere la propria individualità, o Dubcek e il socialismo dal volto umano, schiacciato dalla forza dei carroarmati sovietici. Sono felice che il muro sia crollato e che dei nostri concittadini Europei siano liberi da uno stato oppressore.
Non sono rose e fiori ma preferisco essere libero.
Per quel che riguarda le teoria di Pietro Ichino, devo invece dirti che ha ragione. Non è detto che un diritto sia esistente solo quando c’è una legge che lo blinda e il sistema Danese di Welfare e Lavoro ne è l’esempio perfetto. Abolire alcune parti dell’articolo 18 renderebbe le imprese più competitive e gli si darebbe l’opportunità di ridurre i costi di produzione, diminuendo quindi il prezzo di mercato del bene e avviando un’ipotesi di sviluppo e investimento. Questo porterebbe una crescita dell’economia e una maggiore domanda di lavoratori da parte della suddetta impresa. Ovviamente tutto questo porterebbe allo sfruttamento dei lavoratori in modo inumano, infatti la proposta di Ichino è per un welfare che garantisca un fisso mensile per le persone disoccupate. Insomma, butti il diritto di sicurezza del posto di lavoro dalla porta ma lo fai rientrare dalla finestra. Comunque è una materia molto complessa, che non può essere sintetizzata in poche righe.
Per quel che riguarda la Binetti, per favore, prendetevela!!! fortunatamente è una ( o comunque sono pochi ) che nel PD la pensano come lei. Tu addirittura sei stato buono, Lei aveva affermato che l’omosessualità è l’anticamera della pedofilia. Diciamoci pure che se non fosse in casa nostra, sarei molto più contento.
Personalmente, infine, sarei felice se ci fosse una sinistra ma una sinistra non c’è; o meglio, diciamo che avrei preferito che il congresso di rifondazione l’avesse vinto Niky Vendola e spero che dalla scissione possa nascere una partito di sinistra che sia moderno e radicale, sul modello della Die Linke tedesca. L’alternativa è il modello francese, con 6-7 partiti di sinistra radicale e nemmeno uno che raggiunge il 2%.
Il PD poi non vuole eliminare nessuno, mi si dovrebbe spiegare che senso abbia un partito che non rappresenta nemmeno il 5% dell’elettorato. Vorrei ricordare che sommando i voti dei partiti di sinistra “radicale” si arrivava intorno al 13-15% fino alle scorse elezioni. Insomma, che si riconquistino l’elettorato andando incontro alle nuove esigenze della cittadinanza. Se non ne sono capaci, vuol dire che non sono rappresentativi.
Se così non fosse, avrebbero la legittimazione anche quei micropartitini alla Mastella che riescono ad ottenere la loro zona di potere e la cadrega in parlamento e un altisimo potere contrattuale ( tale da valergli il ministero della giustizia, e lasciami dire che è un’ingiustizia).
La domanda che ci si dovrebbe porre è : una sinistra che sia progressista come può riformarsi per vincere le sfide elettorali ?
Ci mancherebbe Duccio..
era solo una precisazione per chi magari non sapeva della petizione..
non volevo attaccare chi si impegna insieme per il raggiungimento del nostro stesso fine…
volevo rispondere velocemente ad Andrea..
spendi 16 righe di intervento per dire gli orrori del regime sovietico..ripetendo ciò che avevo espresso nel mio primo commento…cioè che quel sistema è stato caratterizzato da ingiustizie e crimini orrendi in nome di un’ideologia che tutto rappresentava tranne quella politica illiberale di Stalin e Breznev..
tornando a cose più attuali… mi premeva risponderti riguardo alla legge elettorale a cui tu fai riferimento; ecco, tra di noi, non cerchiamo di fare populismo appelandoci a percentuali di ogni genere..perchè innanzitutto dire che chi rappresenta il 4% degli italiani non può andare in parlamento è anti democratico, secondo poi, la questione della percentuale è solo una scusa perchè in parlamento non vi sono problemi di governabilità, e i gruppi parlamentari sono già fatti; che danno fa un partito al 3%?…
E’ noto, sicuramente tu lo sai più di me, il motivo di questo porcellum europeo, voluto dal Pd: torna in auge VELTRUSCONI, e in cambio di un via libera su nomine Rai e riforma della giustizia il cavaliere accontenta Veltroni che, sempre più in discesa con i sondaggi, non cerca di darsi una sua linea politica, non reagisce con i fatti, ma cerca di rubare consensi alla SINISTRA (di radicale cè la Bonino), come ha già fatto ad Aprile scorso, con la pantomima del voto utile e altro….
Su Ichino sarebbe proprio una bella cosa: indennità per i disoccupati e ttt il resto; a non conoscere la situazione del capitalismo italiano, di quanto la politica sia asservita ad esso, sarebbe realmente da crederci..
l’unico problema è che i capitalisti di casa nostra sono un poco differenti, così come il governo,di quelli danesi….riduzione del costo del lavoro, aumento dell’orario di lavoro e precariato sono state le uniche armi da utilizzate per risollevare la nostra economia…
Non raccontiamoci fantischerie: basta guardare l’accordo SEPARATO sul rinnovo dei contratti di lavoro che la CGIL non ha firmato, ma che Veltroni si è subito prestato ad apprezzare con “ci sono delle cose interessanti”…
cosa?
La riduzione pianificata dei salari dei lavoratori, la mortificazione del contratto nazionale o la soppressione della democrazia sindacale nei luoghi di lavoro??
Un ultima battuta: se la Binetti è nel Pd ci sarà un motivo…
Scusami se ti può sembrare un pò troppo deciso il commento, ma ti assicuro che è solo perchè avviene tramite questo canale di comunicazione…sinceram provo profondo rispetto per chi ha un’idea che, seppur differente dalla mia, porta avanti con convinzione…
Alessandro
figurati, ma anche se fosse accorato non sarebbe un problema.
La Bintti è nel PD, lo so….che posso dirti, io non la vorrei ma sono in molti a non volerla, solo che se lei vuole restare, basta che prende la tessera e ci stà. Poi però non diamole troppa importanza, a parer mio è una somara, ma è una.
Tra dire “ci sono delle cose interessanti”, dire “fa tutto schifo” e “è tutto ‘na buntà”, c’è una gran differenza. Son sicuro che anche la CGIL abbia valutato positivamente alcune misure ma che non abbia firmato perché ne riteneva inaccettabili delle altre, con lo spirito critico che da sempre la contraddistingue come il più grande sindacato d’Italia.
Uso “radicale” ( messo non a caso fra virgolette) perché in un modo o nell’altro dovrò dare un’etichetta, mica posso far la sfilata delle sigle ;) . Durante una competizione elettorale, ogni soggetto agisce come meglio crede per vincere la competizione, l’importante è che stia entro i binari delle regole. Non è la strategia di Veltroni che ha fatto perdere consensi a La Sinistra l’Arcobaleno, semplicemente gli elettori hanno votato altro ( chi Di PIetro, pochi PD e altri la lega – in moo diverso da zona a zona dell’Italia ).
Poi io sono per il maggioritario, il proporzionale ha troppi vizi, inolte non capisco che significto abbia un partito che raccoglie il 3%; soprattutto perché bisogna vedere il 3% dove. Mastella prende più del 3% nella sua circoscrizione ma a livello nazionale si attesta intorno all’1,3 ( mi pare). Se un partito non riesce ad arrivare al 5% in nessuna circscrizione elettorale, guarda che è grave di brutto. Vorrebbe dire che nemmeno nella zona centro ( Emilia-Romagna-Toscana-Lazio e non mi ricordo se ce ne sono altre dentro ) avreste un’elettorato del 5% dela popolazione.
Scusa ma vorrebbe dire non essere nessuno; passi le ultime elezioni dove Ridondazione faceva parte di un governo ma replicare il risultato sarebbe come dire : chiudiamo le sezioni e andiamo a fare altro.
Io resto fiducioso che la sinistra, sperando che si presenti unita visto che non ha senso averne due o tre, ottenga un risultato almeno del 6-7%. Sta a quelli che elaboreranno la strategia sapere che sono loro che devono attaccare alle caviglie la lega e l’Idv, visto che sono due non-partiti pien di populismo e capaci solo di urlare per aumentare il loro consenso (ero contrario anche all’alleanza alle scorse elezioni ).
Dai, le righe erano 13 :D e poi no, non hai detto le stesse cose. Di diverso ho affermato il nostro Essere Europei e la necessità di vivere la storia con una comunanza di valori.
certo che non è co ste sbrodolate che si ravviva l’ interesse dei ragazzi…scusate, ma permettetemelo
E perchè?
Io sono interessatizzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz……
:D Belle discussioni però, quantomeno civili. Bravi ragazzi!
sì, purtroppo quando Dio mi ha dato il cervello si è dimenticato di metterci la capacità di fare sintesi :D
“Caro”Longoni sono“quel ragazzo dei Giovani Comunisti”che nel corso di una riunione della Rete Antifascista aveva espresso l’intenzione di farne”una cosa di sinistra x trovare ragazzi”.
Parto dal fatto che (senza disdegnare i valori della sinistra,anzi!) questa non e’ la frase da me espressa ne letteralmente (passi) ne tantomeno nei contenuti.
Il senso delle mie parole,pronunciate dopo la tua affermazione secondo la quale uno dei fini della Rete fosse quello di convertire Leghisti e destroidi all’antifascismo (questa si che è un utopia,non lottare per spazi socialmente utili!),era l’intenzione di porre come primo obiettivo il coinvolgimento di quelle persone che a Lecco e dintorni hanno a cuore:la difesa della Costituzione;sono contro il revisionismo dilagante;vogliono cambiare se non il mondo almeno qualcosina di tutto ciò che opprime sempre più le nostre vite di cittadini;ma non hanno un punto di riferimento.
Se questi a te sembrano presupposti vecchiotti (per la serie il PD è il nuovo che avanza…?!) e tutt’altro che antifascisti,beh liberissimo di pensarlo!
Andrea Ravasio
D’accordo con “Mauro Anghileri” :-)
non so se fossi tu, non me lo ricordo, ma il senso espresso era ben diverso da quello che hai scritto e me lo ricordo bene visto che era parecchio esplicito, tanto che è stato il punto in cui ho capito che la rete voleva andare a porsi obbiettivi che non mi interessavano ( parlo sempre personalmente e non per i Giovani Democratici ).
Non avevi capito quello che ho detto: Il mio obbiettivo è quello di uscire dai confini soliti della sinistra perché tutti sanno che la democrazia è un valore di tutti. Porsi come difensori dela Costituzione e attribuie agli altri la voglia di distruggerla vuol dire non distinguere il livello dei rappresentanti da quello dei rappresentati e al contempo non comprendere che il rappresentato si sentirebbe fuori dalla sua cerchia se coinvolto da un gruppo i cui membri sono ( palesemente e ci mancherebbe altro ) orientati da parti diverse dalla sua.
Andresti mai te ad un’iniziativa di AN sul fascismo ? oppure, parteciperesti alle “ronde padane” ?
Siccome spesso mi trovo a parlare ( e come farne a meno vivendo in Brianza ?) con persone che votano dall’altra parte della barricata o anche che fanno parte di quei gruppi politici, mi rendo conto che nonostante le differenze ( ovvie e sacrosante ) vi sono dei principi comuni e condivisi. Spesso si tratta solo di smetterla di far processi alle intenzioni o di suppore che dall’altra parte ci stiano quelli cattivi. Insoma, volenti o nolenti viviamo nello stesso territorio, o cerchiamo il condivisibile e ci affrontiamo sul resto, oppure facciamo finta di essere i detentori della chiave del vivere civile e facciamo gli intellettuali nobili che vanno dagli altri a dire come si dovrebbe vivere ( e questo è un vizio non solo di CL ma anche della sinistra tutta ). Poi però non lamentiamoci se non prendiamo voti .
Per questo trovo vecchiotto il guardare a sinistra e non ai cittadini in toto ( pardòn : quelli che vogliono difendere i valori che noi attribuite alla costituzione, che, com’è noto, sono per forza quelli giusti) ; mentre sempre attuale è guardare ai principi fondativi della nostra Comunità Nazionale ( e non alla costituzione che di per sé sarebbe solo un pezzo di carta se non esistesse il significato che noi Le attribuiamo).
Ti ricordo che anche la Bibbia o il Corano o la Torah sono testi scritti, eppure sono interpretati in modi diversi nei secoli dei secoli, tanto che hanno prodotto scismi religiosi. Figuriamoci se non possono esserci interpretazioni contrapposte di un testo che ha sessant’anni ed è stato scritto in un momento così particolare ( e non parlo solo della sconfitta del fascismo ma delle relazioni polotiche internazionali e delle malfidenze che si respiravano dell’anticamera della Camera ) della vita del Paese .
Siccome credo che tu non abbia capito in quella riunione il mio ragionamento ti re-invito ( Duccio, ti giuro che non lo faccio più) a visitare questa pagia del mio blog : http://andrealongoni.wordpress.com/voglio-essere-libero/ .
Utopia ? forse sì ma nella vita bisogna cominciare a darsi degli obbiettivi da raggiungere per poi raggiungerli, altrimenti è meglio smetterla di far politica.
scusate se parlare di riforma del contratto del lavoro o di chi ci rappresenta in Europa non è interessante…
la prossima volta mi preparerò sul cricket o su minnie e topolino….
mi premeva solo sottolineare i giochi di potere legati alla riforma sulle europee che penso possano rigurdare ttt(scambio di favori riforma giustiza-questione rai con legge europee)…
Torniamo al tema in discussione, ovvero all’urgenza di spazi per i giovani in città.
Mi pare che mendicare spazi all’amministrazione comunale sia un segno di debolezza;
non si può fare un’analisi precisa come fa il Duccio sulla condizione giovanile oggi, per poi arrivare a una proposta impolitica come quella di ottenere uno spazio per gentile concessione dal potere locale.
Se i giovani vogliono contrapporsi alla deriva nichilista ed individualista della città (ma più in generale dell’occidente liberalcapitalista) allora gli spazi se li devono conquistare da soli, con sacrifici, rinunce, sforzi organizzativi.
Questa è una condizione necessaria per poter essere credibili soprattutto a se stessi. Altrimenti si scade nel solito teatrino di persone immature politicamente; spettacolo che molti di noi hanno purtroppo vissuto alle superiori (Allora okkupiamo? Si ma solo dopo che il preside da il via libera..)
E cmq perdonate, ma non si capisce quale progetto politico-culturale sosterrebbe questa richiesta di spazi.
Anche qui sembra il solito vecchio fillm in biancoenero visto e rivisto nelle università: si ottiene l’aula sotto i migliori auspici di inziative e proclami, poi dopo quattro mesi diventa il ritrovo dei soliti quattro “pseudo-alternativi”, che ne fanno un bivacco personale per farsi un cannone in amicizia, tra suonate di bongo e cantate sui testi di Miriam Makeba
Con l’ultimo commento io dichiaro la mia uscita da questa discussione. Nel caso, chiedete dove abito se proprio volete fare quattro chiacchiere.
Ma il tentativo di mettere insieme persone di diversi gruppi, associazioni e idee politiche per seguire un obiettivo comune, quello di ottenere uno spazio pubblico in città per i giovani, è segno di debolezza?
A me sembra un modo lodevole di impegnarsi. L’iniziativa non si ferma certo ad una lettera o ad un post sul sito, questo è solo l’inizio. Le riunioni e le serate di raccolta firme dove le mettiamo? Chi ha provato almeno una volta ad organizzare qualcosa di simile saprà quanto tempo e fatica ci vuole.
A me piace l’idea del Palazzo delle Paure perchè edificio caratteristico e soprattutto in centro. Penso a qualche appassionato di fotografia che potrebbe fare una mostra. A quelli di Dinamo con il loro corso sul cinema non più in periferia e con pochi mezzi ma nella centralissima piazza. Al Mena e suoi amici con un dj set dei Mother Inc liberi d’esprimersi senza essere relegati in una baretto. A noi 10 gatti che scriviamo commenti su un sito che potrebbero trovarsi dal vivo per un dibattito sui temi caldi del lecchese.