Expo e il cemento
44 miliardi di euro, 70.000 nuovi posti di lavoro, 7.000 eventi sul territorio, 29 milioni di turisti e 36.000 volontari mobilitati.
Le cifre di Expo 2015 a Milano sono impressionanti. La vulgata vuole però che Expo costituisca per Milano, per il Nord del Paese e per l’Italia intera una sicura panacea.
Nell’estate ’08, l’assessore alle Politiche del Lavoro e dell’Occupazione del Comune di Milano, Andrea Mascaretti, dichiarò proprio a Lecco che “Expo è come il sole, chi aprirà l’ombrello non potrà godere dei suoi raggi”. Parafrasando: chi non si sbriga a saltare a bordo resterà a bocca asciutta.
Nel panorama politico nazionale son in pochi a ribellarsi alla falsa retorica che aleggia su Expo, anzi. Il Partito Democratico, in puro stile “ma anche”, rivendica “l’ambientalismo del fare” e tutte le altre scuse per sdoganare una razzia imminente che – a quanto pare – accontenterà tutti quanti. Specie chi governa.
Il valzer delle poltrone all’interno di Expo 2015 Spa (ex SoGe), società unica che gestirà la montagna di soldi che si riverseranno in occasione dell’Esposizione, evidenzia quanto forte sia l’interesse ad accaparrarsi questo o quello spicchio di potere. “Guerra tra Moratti e Tremonti”, ancora, “Berlusconi media con Formigoni” eccetera eccetera. Ora il nome scelto pare esser quello di Lucio Stanca (parlamentare del Pdl e contemporaneamente Ad della società unica per Expo. Ovvero: doppio stipendio).
Una delle poche voci fuori dal coro è quella del consigliere comunale di Milano Basilio Rizzo (della lista di Dario Fo), il quale chiede con forza, e da tempi non sospetti, uno specifico organismo istituzionale che controlli e monitori senza sosta il flusso di appalti miliardari che Expo si porterà addietro.
La ‘Ndrangheta, così come tutte le altre mafie confederate presenti in Lombardia, già si strofina le mani all’idea di tutti quei miliardi di euro (44 secondo la Moratti) che pioveranno al Nord nell’arco di qualche anno.
Rendere trasparenti, almeno, le procedure burocratiche ed amministrative inerenti ad Expo (appalti, consulenze, etc.) non sembra però la priorità dei padroni di Milano.
Il sindaco Moratti, purtroppo per noi, ha stretto recentemente un patto d’intesa in vista di Expo con la collega di Lecco Antonella Faggi. Poco meno di due mesi fa infatti, le sorridenti sindachesse hanno sottoscritto un accordo per “la progettazione comune di eventi nei territori su argomenti che riguardano il tema della grande Esposizione e che sono di reciproco interesse”. Quel che lascia perplessi è l’entità concreta di quest’alleanza “federalista”.
Dunque sorge una domanda: l’accordo prevede specifici interventi di “sviluppo” della città in vista di Expo? Se sì, di che tipo?
Scorrendo la stampa locale già s’incominciano ad intravedere sorprendenti propositi di chi – profittando della retorica per cui Expo significhi “meglio” – traveste vecchie “idee”, rimaste nel cassetto o bocciate precedentemente, facendole passare come prerogativa di sviluppo in vista di Expo 2015.
Così ad esempio l’Assessore alla Famiglia della Regione Lombardia Giulio Boscagli, ala ciellina del Pdl nonché cognato di Formigoni, e il Presidente dei Commercianti, Giuseppe Ciresa (ex Assessore comunale di Forza Italia), hanno ripreso il progressivo rilancio della “necessità” di un porto turistico per la città di Lecco. Perché? “Per favorire il turismo”. Semplice.
Il tutto è reso ancor più preoccupante dal “piano casa” dell’Esecutivo. “Il grande piano” delle case di Berlusconi – che di piani se ne intende (tessera P2 1816) – non è altro che un maxi condono per cementificatori e furbastri del mattone.
La possibilità, concessa in deroga ai piani regolatori comunali, di aumentare del 20 o del 35% la propria abitazione è un’evidente forzatura che contribuità definitivamente allo spolpamento sregolato del paesaggio italiano.
Lecco è in grave pericolo. Tra Expo e manovre edilizio-eversive del “Berlusconi IV”, il cemento appare all’orizzonte come le navi achee per i troiani; è bene che non ci si faccia imbambolare da qualche cavallo di Troia. Mobilitiamoci prima che sia troppo tardi. Come? Vigilando e denunciando, nel nostro piccolo, abusi da parte degli aficionados del mattone facile ed eventuali infiltrazioni mafiose nella torta milionaria che si va ingigantendo.
Duccio Facchini
PS: Prima del disastro in Abruzzo, Roberto Fumagalli (Circolo Ambiente Ilaria Alpi) aveva rivolto alla cittadinanza un appello contro il “piano casa” del Governo; lo trovate QUI.
PS2: questo è il documento programmatico sottoscritto dalle prime cittadine lombarde l’11 febbraio 2009. Chi dovesse reperirvi concretezza si faccia vivo.
a volte mi sembra di vivere in un paese di pazzi! il governo e gli enti territoriali non fanno altro che favorire le speculazioni edilizie e la costruzioni di nuove case. ma quante case dovremo comprare a testa perché le vendano tutte? ricordiamoci che la crisi economica che stiamo vivendo nasce proprio dalla bolla edilizia scoppiata in America. grazie alla politica di Bush e amici un sacco di speculatori più o meno improvvisati si sono buttati nel business seguendo la teoria che il mattone è un investimento sicuro, che le case si vendono sempre. peccato che poi non si siano vendute e questi, conseguentemente, non hanno pagato i mutui. il seguito è a tutti tristemente noto. questi vogliono risolvere la crisi usando quei mezzi che l’hanno causa. una cosa per lo meno idiota!
Grande Ducio a La7! :-)
sì, ma avete visto quale propaganda allo stanziamento straordinario di “8,5 mln di euro senza aumentare le tasse” [cfr yahoo]
Ma il buon Facchini ci suggerisce altro: in continuità con la “oversize” connette Lecco a Milano; Milano all’Expo15; l’Expo15 al cemento; il cemento alla infiltrazione mafiosa.
ergo… direbbe un aristotelico…
E qui temo abbia proprio ragione, di quelle ragioni indimostrabili come il teorema di Euclide (chissà perchè stasera son geometrico?!) ma non perquesto meno valide.
Stante forse il 25 aprile incombente, ecco che mi sorge uno stimolo: se volessi agire per come voglio agire, dove dovrei agire? (lo sapevo, 20 secondi di scienza, e subito non reggo e mi rifugio in totò!)
(ve la ricordate la risposta del ghisa? “ma va’ là, che è meglio!)