No al ritorno del nucleare in Italia!
Abbiamo già scritto e motivato quanto riteniamo insensato un eventuale ritorno al nucleare, ad esempio qui e qui.
Una recente notizia riporta che, con il sopraggiungere del caldo estivo, la Francia spegnerà un terzo dei suoi reattori e sarà costretta a importare energia dall’Inghilterra!! Infatti le alte temperature non permettono di raffreddare a sufficienza l’acqua del sistema di refrigerazione.
Nel paese del sole, invece di prendere atto e di puntare sul sole (appunto!), si vara il “Decreto Sviluppo” che vuole riportare il nucleare in Italia e risolvere così tutti i nostri problemi energetici, a detta loro almeno.
I media servi non esitano a celebrare la lungimiranza del governo, l’Enel e la sua centrale nucleare in Slovacchia.
Qui Lecco Libera, invece, sottoscrive il comunicato stampa del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” che abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo.
Comunicato stampa del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”
Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” contesta la decisione del Parlamento per l’energia atomica
No al ritorno del nucleare in Italia!
“Occorre puntare sul risparmio energetico e sul solare”
“No al ritorno del nucleare in Italia, poiché è una tecnologia vecchia, inquinante e pericolosa!”.
È questa la denuncia del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” che contesta i contenuti del Decreto Sviluppo votato ieri dal Parlamento, col quale viene reintrodotta la possibilità di realizzare nuove centrali nucleari.
Col Decreto Sviluppo, il Parlamento ha votato la delega al Governo per la realizzazione di nuove centrali nucleari. Questo a distanza di 22 anni dal referendum che aveva chiuso la parentesi del nucleare nel nostro Paese.
Denunciano i responsabili del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”: “Illegittimamente il Parlamento ha ignorato il parere dei cittadini italiani che nel 1987 avevano detto no ad una produzione energetica vecchia, inquinante e pericolosa! A distanza di 22 anni, le ricerche sul nucleare non hanno scongiurato i rischi legati ad eventuali incidenti che avrebbero conseguenze disastrose sulla popolazione di un intero continente. Così come rimangono i problemi relativi alla pericolosità delle scorie radioattive: basti pensare che in Italia non si è mai risolto il problema dello stoccaggio delle scorie delle vecchie centrali dismesse”.
Anche se il Decreto Sviluppo (quale sviluppo?) evita di considerarle, le vere alternative al nucleare esistono. Infatti la più grande risorsa energetica è il risparmio, che da solo ridurrebbe di oltre il 30% i consumi. E poi il ricorso alle fonti rinnovabili, in particolare all’energia solare, ancora poco sfruttata in Italia.
Per tutti questi motivi il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” invita tutti i cittadini e le forze politiche e sociali a mobilitarsi per scongiurare la possibilità che in Italia si progettino e realizzino nuove centrali nucleari.
CIRCOLO AMBIENTE “Ilaria Alpi”
Merone, 10 luglio 2009
CIRCOLO AMBIENTE “Ilaria Alpi”
via Dante Alighieri 3 22046 Merone (CO) tel/fax 031 617306
sito web: www.circoloambiente.org e-mail: info@circoloambiente.org
Una nuova tecnologia eolica molto promettente è quella del Kitgen. Peraltro è tutta italiana!!
http://www.aspoitalia.it/blog/nte/2009/07/13/eolico-di-alta-quota-unera-di-abbondanza/
Che realizzare un nucleare ancora legato ad impianti tecnologicamente superati, quando sarebbe possibile ricorrere ad una più alta e sicura tecnologia non sia una buona proposta è un’ obiezione più che legittima, però non va scordato che il referendum del 1987 ha avuto un esito comandato anche dalla paura sorta successivamente al disastro di Chernobyl, quindi risulta inutile condannare il nucleare in Italia in quanto tale, ma piuttosto, ovviamente di fronte ad una proposta tecnologicamente ed economicamente accettabile, bisognerebbe essere capaci di eliminare pregiudizi e saper eventualmente valutare oggettivamente.
Il risparmio energetico deve essere una politica ovviamente da attuare, tuttavia non va ignorato che le imprese italiane, proprio perché il costo dell’energia in Italia è molto più alto della media europea (anche a causa della scarsità della sua produzione), anzi il costo dell’elettricità in Italia è maggiore che nel resto d’Europa, sono avvantaggiate rispetto alle sorelle europee per quanto riguarda il risparmio d’energia.
L’utilizzo delle fonti rinnovabili, in particolare quella solare, ancora non è una tecnologia efficiente, non sarebbe capace di reggere l’intero sistema sociale-economico-produttivo, la ricerca deve migliorarle e devono essere integrate con gli altri sistemi di produzione energetica, ma di certo non è possibile illudersi e pensare di reggersi unicamente su queste.
In conclusione non si deve condannare il nucleare, ma piuttosto essere capaci di accettare proposte qualora queste possano risultare efficienti e innovative.
Cavoli Giulio, meno male che hai portato un po’ di sano ottimismo informato!! ;-))))
Non te la prendere, ma permettimi di dirti che le tue affermazioni banalotte suonano molto di slogan ritriti di chi vuole a tutti i costi le “grandi opere”, in primis le centrali nucleari.
Nessuno detiene la verità, ma secondo me ti sbagli su tutti i fronti. Ti rimando ai post precedenti per i qualche info in più o, tanto per avere un punto di vista alternativo, ai blog divulgativi di seguito:
http://aspoitalia.blogspot.com/
http://www.aspoitalia.it/blog/nte/
http://petrolio.blogosfere.it/
Mi limito a ricordarti che il nucleare che vogliamo realizzare in Italia (e che forse potrebbe produrre il primo watt solo nel 2020 ad essere ottimisti) costerà uno sproposito di miliardi di euro e si basa su reattori di terza generazione, che sono già vecchi oggi. Il loro EROEI è del tutto paragonabile a quello del solare fotovoltaico e anche inferiore a quello dell’attuale eolico. Lo stesso eolico che a livello mondiale fornisce già piu’ energia del nucleare!!!
Peraltro l’energia elettrica in italia e’ molto cara anche per i famosi e assurdi CIP6, ma e’ un altro discorso…
Maicol
intendevo dire 2030 (sempre a essere ottimisti, considerato che siamo pur sempre in Italia)
Rispondo a Maicol, cerco di seguire il tuo consiglio e vedrò di non mettere nulla sul piano personale, certo che comunque la mia intenzione non è quella di esporre dati e mostrare quanto ogni singolo sappia più di un altro, poiché ad esempio all’interno della stessa pagina qui sopra è possibile per tutti trovare spunti per una personale ricerca anche in internet per farsi una propria opinione sull’argomento.
Ritengo comunque possibile che ciò da me scritto non sia stato compreso completamente; vorrei solo sottolineare che il mio precedente commento ho voluto iniziarlo proprio esponendo come reputo opportuna l’obiezione alla creazione di impianti ormai considerati superati.
Differentemente però io non voglio bollare la tua risposta dicendo che sia scorretta su tutti i fronti.
Purtroppo però temo che non sia stato compreso che ritengo che la ricerca e l’utilizzo sempre maggiore in un futuro di tecnologie in grado di utilizzare le risorse rinnovabili sia di grande importanza,tuttavia a livello mondiale gli impianti idroelettrici, eolici e fotovoltaici generano poco meno del 5% dell’elettricità che consumiamo (S. Zabot, C. Monguzzi), motivo per il quale è impossibile immaginare di potersi reggere improvvisamente unicamente su questa tipologia di produzione.
Il mio intervento puntava ad esporre come non sarebbe accettabile che il dibattito sul futuro energetico si caratterizzi di aspetti ideologici, come purtroppo sembra che stia sempre più accadendo; se sarà possibile la creazione di impianti efficienti e sicuri non si dovrebbero eliminare dal dibattito solo perché trattano il tema del nucleare, come dice Carlo Rubbia, la situazione può cambiare di molto se sarà possibile la creazione del nucleare di nuova generazione, un nucleare che affronta alla radice molti problemi legati alla sicurezza e alla gestione delle scorie e che può ridurre significativamente i costi (Illusione Nucleare).
Spero di aver chiarito sufficientemente in modo tale da non rischiare che i miei commenti possano apparire slogan.
Giulio
Giulio,
grazie per la tua pacatezza e ti riconosco la volontà di discutere seriamente e, per quanto possibile, senza preconcetti sull’argomento.
Ti ricordo come in questo mondo non è tutto bianco o tutto nero, anzi tutto ha sempre una diversa sfumatura di grigio.
Tu dici che le rinnovabili producono non piu’ del 5% dell’energia mondiale. Ora potrei citare mille fonti che sostengono il contrario e tu fare poi altrettanto, ma non andremmo da nessuna parte e finiremmo entrambi col restare sulle proprie idee.
La ricerca e’ fondamentale e studi su ad esempio la fusione (calda o fredda che sia) sono sacrosanti, pero’ bisogna prendere atto della situazione in cui siamo. Viviamo in un mondo finito, anche l’uranio, come i combustibili fossili e’ limitato. Costruire impianti costosissimi e che richiedono tempi lunghissimi non risolve il problema di oggi.
Poi su cosa ha senso investire (oltre alla gia’ citata ricerca)? Su un nucleare gia’ vecchio e in declino (checche se ne dica la potenza nucleare installata sta diminuendo) o su delle rinnovabili in forte crescita?
Il sole irradia ogni giorno la terra con qualcosa come 10000 (qualcuno dice 14000) volte l’energia che tutta l’umanita usa in ogni forma. Un ipotetico impianto solare di circa 200 km di lato nel Sahara basterebbe a soddisfare il fabbisogno ti tutta l’Europa (con le tecnologie attuali). E poi c’e’ l’eolico, anche di alta quota, l’idroelettrico (che in Italia rappresenta già qualcosa come il 12% dell’energia elettrica utilizzata), etc. etc.
Poi non è vero che il nucleare creerebbe molta occupazione, o che non emette CO2. Infatti le centrali occupano poche persone e per sia per costruirle che per arricchire l’uranio servono grandissime quantità di energia che deriverebbero comunque in gran parte da fonti fossili o non rinnovabili.
L’Italia peraltro e’ uno dei paesi con maggior disponibilità di energie rinnovabili. Ci siamo ormai fatti sorpassare dalla Germania che ha puntato in forza sul solare, peraltro certo non disponendo del sole della Sicilia!!
Insomma, io non voglio demonizzare il nucleare a tutti i costi. Solo lo ritengo essere decisamente obsoleto, antieconomico, pericoloso e inquinante. Sono convinto che anche qualora costruissimo le famigerate centrali in Italia, queste sarebbero con molta probabilità le ultime installate in tutto il mondo (almeno per attuale generazione). Ha davvero senso tutto ciò?
Ciao Giulio!
Il tuo discorso del secondo post in sè, a mio parere non presenta grosse falle, se non in un paio di punti:
1) Non è che si voglia caratterizzare ideologicamente o meno lo sviluppo energetico, soltanto si sollevano dei dubbi in merito ad un particolare tipo di produzione, ovvero quella nucleare, che comporta comunque una certa dose di inquinamento e la produzione di rifiuti difficilmente smaltibili. In un momento in cui il pianeta è sul punto di collassare o comunque ci si avvicina, credo che sia indispensabile, come dici tu, avanzare tecnologicamente con la produzione energetica, tentando però di orientarsi sempre più su forme sostenibili non tanto da noi umani, quanto da casa nostra che, diciamolo, ne ha un po’ piene le palle di noi! =)
2) Ok, sarebbe difficile stare al passo con un così radicale cambiamento, tuttavia non sarebbe rapido in quanto comunque alcune fonti energetiche le abbiamo ed altre le importiamo; se il cambiamento viene portato avanti dolcemente ed in maniera accorta e graduale non si avrà un “gradino”. Inoltre, come diceva Maicol, se il modo per non lasciare il gradino fosse tecnologia antiquata e costosissima, non ne vedo l’utilità.
Ribadisco che questa è la MIA personale idea, non quella di QLL. Non vorrei offendere nessuno!
Ciao!
Nicola Fumagalli
Giulio,
so che ho detto che non lo avrei fatto.. ma non resisto. ;-) Tu dicevi che le fonti rinnovabili contano per un 5%. La cosa non mi quadrava molto, allora ho cercato qua e là e devo dire che e’ un dato ragionevole, pero’ si deve fare una precisazione.
Probabilmente la tua fonte si riferisce al totale dell’energia utilizzata sul pianeta, e non per la sola produzione elettrica.
Mi spiego meglio: fatto 100 il consumo totale di energia dell’umanità (che include quella che usiamo per eletrricità, ma anche per il trasporto, per scaldarci, etc..) la maggior parte dell’energia la prendiamo dai fossili mentre le rinnovabili contano pochi punti percentuali. Quindi hai pressapoco ragione.
Stando anche a wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Risorse_e_consumo_di_energia_nel_mondo
le rinnovabili hanno contribuito a circa il 7% nel 2004, ma il bello e’ che il nucleare è messo ancora peggio, infatti sta al 6,3% nel 2005!!
Punto percentuale in piu’ o in meno cambia poco. Fatto sta che 4 o 5 anni fa nucleare e rinnovabili avevano circo lo stesso speso peso, ma le rinnovabili crescono mentre il nucleare scende. Oggi il divario è quindi sicuramente ancora più marcato (a vantaggio delle rinnovabili). Quindi su cosa puntare per il futuro?
Sarò ripetitivo, ma secondo me l’Italia ha bisogno di una vera politica energetica che non nasce dagli annunci ad effetto per farsi belli all’opinione pubblica, ma da un duro e lungo lavoro di analisi, ricerca e sviluppo.
Finchè l’agenda in tema di energia viene ispirata da Enel, Eni e compagnia bella dove pensate che andremo? Il nucleare ai politici piace perchè ha un non so che di “potente”, di “accentrato e” e soprattutto fa muovere un sacco di soldi pubblici (i nostri!!!!). Poi se veramente poseranno una pietra si vedrà.
Domanda: ma nelle zone vicine ai confini e alle centrali nucleari estere ci sono dei piani di emergenza in caso quelle centrali avessero dei problemi?
Abbiamo voluto cacciare Rubbia e quindi teniamoci il nucleare almeno, se non vogliamo tornare al medioevo. Maicol le cifre sono strumenti, non dei. Ed è molto piu facile fare 2 centrali nucleari in 10 anni che tappezzare il sahara di celle fotovoltaiche, ed è comunque meglio delle centrali a carbone e petrolio.
Io avevo mandato una mail al Ministro dello Sviluppo Economico per esprimere le mie perplessità
e vi riuassumo cosa mi ha risposto il capo della segreteria Dr. Giuseppe Guerrera .
Ha puntato sul fatto che ormai gli impianti sono molto più sicuri di quelli chiusi nell’87, che produrrà energia a costi competitivi, che il 30% dell’energia nell’UE si produce con il nucleare, che il 14% dell’energia in italia è importata da impianti nucleari . Ha poi citato un recente sondaggio( era giugno 2008 ) in cui il 60% degli italiani erano a favore del nucleare. Ha aggiunto il minore impatto nell’ambiente per assenza di emissioni di gas con effetto serra nell’ambiente.
Ha poi ammesso la possibile difficoltà di collocare gli impianti ma che supereranno con incentivi e forniture energetiche a condizioni favorevoli.
Non contento della risposta gli ho risposto con delle domande tra cui evidenziavo l’incoerenza fra il rispetto dell’ambiente e il nucleare( scorie radiazioni ecc ) incoerenza che non abbiamo con l’energia rinnovabile,
il fatto che forse anche solo per principio si sarebbe dovuto rifare il referendum e ho chiesto i dati citati nella mail da dove arrivassero…. ma non ho avuto più risposta .
Poi ho aggiunto dati relativi all’estrazione dell’uranio e altro preso da wikipedia .
alex
Cavoli Filippo mi hai aperto gli occhi: eolico e solare anche se prendono piede ovunque sono il medioevo, un nucleare vecchio di cinquantanni il futuro e i numeri inutili anche se ci dicono che l’uranio costerà molto di piu’ per quando avremo le centrali… (sempre se ce ne sarà ancora abbastanza, di uranio)
Massi facciamo una bella centrale nucleare a Pescarenico, un bel po’ di trivelle a Montevecchia e una discarica di scorie nucleare a Mandello.
Quando vorremo trovare un posto decente per vivere basterà accendere la TV e sognare di vincere al superenalotto.
Forse è meglio che io spieghi il mio commento: è vero che è possibile usufruire delle tecnologie eoliche e fotovoltaiche di ultima generazione, tecnicamente. Ma vorrei sottolineare la differenza tra ciò che è tecnicamente fattibile e ciò che è verosimile pensare che accadrà: in un paese che ha cacciato Carlo Rubbia (che con le sue ricerche ha portato effettivamente questa tecnologia a rendimenti altissimi) e in cui vediamo lo scarso risultato dei forti incentivi statali per l’installazione di impianti fotovoltaici e geotermici nelle case private, è difficile pensare che possa avvenire a breve una “rivoluzione verde” di tale portata da poter estinguere il deficit energetico italiano. Infatti i due fatti sopracitati sottolineano la sostanziale impreparazione, culturale sia dell”intellighenzia” scientifico-tecnica, cioè chi deve prendere le decisioni, che non ha saputo/voluto valorizzare le idee di un premio nobel italiano, sia sopratutto della gente comune, che non ha dato una risposta significativa allo stato che pur sovvenzionava in modo molto pesante (quasi scandaloso per chi ha idee liberal) l’installazione di sistemi privati di autosufficenza energetica. Ripeto, è vero che il nucleare non è sicuramente una tecnologia nuova o tantomeno completamente verde, però in questo momento la richiesta di energia a costi accettabili da parte sia delle famiglie, ma sopratutto delle imprese è forte, e la soluzione più veloce e sicuramente, che si dica o no, economica dal punto di vista della produzione, è il nucleare.
Filippo, il tuo ragionamento è corretto da un punto vi vista razionale, ma, permettimi, è basato su ipotesi false.
Il nucleare non è economicamente conveniente, non è veloce da realizzare (specialmente in Italia), non dà ritorni occupazionali importanti, non riduce le emissioni di CO2. Invece è costoso, pericoloso, inquinante, lascia più problemi di quanti ne risolve (quante generazioni future dovranno preoccuparsi dei rifuti radioattivi?), etc etc.
Ma la questione ecologica non e’ la piu’ rilevante in questa fase. Il nucleare costa troppo e non potrà che rappresentare solo qualche punto percentuale sul totale del fabbisogno energetico italiano. E il nucleare può prendere piede solo con pesantissimi incentivi statali, anche più dei contributi “molto poco liberal” del fotovoltaico. Ricordo, fra le altre cose, che lo stato francese paga i costi di produzione del combustibile nucleare in quanto parte essenziale del programma nucleare militare.
Quante risorse economiche impegnerà per vent’anni prima di poter produrre anche un solo watt?
Inoltre gia’ nel 2008 si e’ consumata meno energia elettrica che nel 2007 (primo calo dal dopoguerra), serve davvero puntare su un carrozzone come il nucleare per risolvere i nostri problemi energetici?
Una domanda: Sapete cosa succede al costo di una materia prima quando questa si riduce e la domanda aumenta?
@ Davide
aumenta fintanto che in qualche modo si torna all’equilibrio. Proprio come e’ successo al petrolio quando, secondo alcuni, ha recentemente raggiunto il suo picco massimo di estrazione. Finita la speculazione e arrivata in pieno la crisi, il prezzo è crollato per poi ricominciare a salire.
Come probabilmente succederà anche per l’uranio, molti metalli più o meno rari, il gas, e così via per tutto quello che non e’ rinnovabile.
Il club di Roma ci aveva preso in pieno già negli anni sessanta prevedendo da li a poco il picco di produzione petrolifero negli Stati Uniti. Se ci ha preso anche solo di striscio nel suo grafico più famoso sui limiti dello sviluppo ci aspetterà un lungo periodo di vacche molto magre:
http://www.aspoitalia.it/images/stories/ugo/cassandra/cassandra002.gif
cito Alex:
Ha poi citato un recente sondaggio( era giugno 2008 ) in cui il 60% degli italiani erano a favore del nucleare.
Sarà lo stesso dove alla domanda “Ma la vorrebbe una centrale vicino casa sua?” il 90% rispose “No”?
x Filippo:
è difficile pensare che possa avvenire a breve una “rivoluzione verde” di tale portata da poter estinguere il deficit energetico italiano
Siamo qui per questo! Per contrapporre le nostre idee. che riteniamo migliori, a quelle che ci propinano piccole persone però con grande potere ed enormi interessi economici
Un’altro aspetto sul quale non si accenna abbastanza è l’inquinamento da radiazioni prodotto dalle centrali. Mi riferisco a quelle disperse in aria, alla radioattività nelle circostanze delle centrali ecc. che danneggiano chi vive intorno agli impianti.
“L’azione dell’Oms (sullo studio degli effetti del nucleare) è blindata da un accordo del 1959 con L’AIEA (Organizzazione internazionale per l’energia atomica) che a sua volta dipende dal Consiglio di sicurezza dell’ Onu: in poche parole quello che sappiamo degli effetti del nucleare sulla nostra salute dipende dagli interessi dell’industria atomica.”
Guardatevi la puntata di Report intitolato L’Inganno: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-17f2ebfb-98a5-428f-8df2-d1634b60decc.html?p=0
il trattato di kyoto raccomanda oltre alle rinnovabile anche il nucelare, obam lo ritiene imprescindibile per poter ridurre le emissioni di co2, lovelock ritiene che chi é contro di fatto é un visionario..
io sono per lo sviluppo delle rinnovabili ma so anche che non sono una soluzione per problemi tecnici ed economici connessi.
quanto agli interessi grandi fiumi di denaro vanno anche nella direzione delle rinnovabili credete che li non facciano i loro interessi le multinazionali?