Lunedì sera: “Servi”
Lunedì 1 febbraio, alle 21, Marco Rovelli ci parlerà dei nuovi, (s)conosciutissimi, utilissimi, servi. I migranti sepolti in clandestinità. Ci vediamo all’Officina della Musica.
Lunedì 1 febbraio, alle 21, Marco Rovelli ci parlerà dei nuovi, (s)conosciutissimi, utilissimi, servi. I migranti sepolti in clandestinità. Ci vediamo all’Officina della Musica.
Come al solito una serata interessante e ricchi di spunti sui quali riflettere.
Il concetto che più mi ha colpito è questo: il problema dell’immigrazione clandestina si perpetua nel tempo perchè gli schiavi moderni sono funzionali al nostro sistema economico.
Semplice. Chiaro. Impietoso.
Il cancro del lavoro sommerso e l’atomicità del nostro tessuto produttivo sono il bacino ideale per lo sfruttamento di migranti in cerca di una vita migliore.
Ho provato a discutere di immigrazione, anche con persone dalle idee politiche diverse dalle mie, arrivando ad una conlcusione simile, forse qualunquista, ma non per questo errata a priori: se un problema resiste da decenni (a mia memoria ricordo negli anni ’90 le carrette provenienti dall’Albania – e allora portavo i pantaloni alla zuwawa (cit.)) è per incapacità di chi ci governa ed interesse di tutti gli altri.
Il passo successivo è: se cavalcare la paura dello straniero ti porta consenso e potere, perchè lavorare per risolvere davvero il problema, piuttosto che formulare soluzioni pagliative e populiste che perpetuano la situazione attuale?