“Muoversi meglio. Muoversi ora!” – Le nostre idee per una mobilità sostenibile
“Facile criticare quando non ci sono alternative”. E’ questa l’osservazione che più volte abbiamo patito quando si è trattato di mobilità sostenibile. Da una parte lo status quo, fatto di lamiera, inquinamento, socialità occupata dal traffico e una città resa ostaggio; dall’altra alcune proposte di buon senso, ampiamente realizzate nel resto d’Europa e in alcune oasi (virtuose) del Paese. Gli stessi che hanno contribuito alla disfatta si affrettano immediatamente a spegnere qualsiasi scintilla di alternativa: “sognatori, dove credete di vivere?”, “non c’è alternativa, siate realisti!”, “non ci sono soldi”. Come direbbe Guido Viale: “Ecco la loro democrazia”.
Qui Lecco Libera ha un’idea diversa di mobilità, non che sia l’unica immaginabile o la verità rivelata. E’ un’idea che risponde ad un’esigenza sostanziale: il rispetto del Bene Comune. E’ una proposta praticabile, coerente e caratterizzata da una scelta politica chiara: il problema principale della mobilità (in generale e nella nostra città) è il traffico. Se non si agisce su questo fattore – limitandolo e organizzandolo – qualunque altra soluzione (giusta) rischia di risolvere ben poco.
Riportiamo qui di seguito l’introduzione al nostro documento focalizzato sulla mobilità sostenibile – dal titolo “Muoversi meglio. Muoversi ora!”. Cliccando di seguito potrete scaricarlo.
“Mangiamo troppo e buttiamo via troppi avanzi”, così Francesco Gesualdi, autore de “L’Altra Via”, fonte di visioni alternative rispetto allo sviluppo disgraziato in cui siamo immersi.
Guido Viale scrive: “Il traffico è la quintessenza della condizione urbana e della vita – o della morte – delle città”. Ne costituisce il curriculum, l’impronta.
Una città veramente “sviluppata” non può esimersi dal sostenere senza se e senza ma l’idea di una mobilità sostenibile, condivisa e consapevole.
Mobilità e vivibilità sono concetti per noi indissolubili.
Senza una mobilità intelligente e sobria, una città non può essere vivibile dai propri cittadini.
In Italia le città sono a misura di automobile. Qualsivoglia prerogativa della collettività è subordinata ai desideri, alle mode e agli istinti irrazionali di certa sub-cultura automobilistica.
D’altronde il modello sociale alimentato dalla propaganda pubblicitaria è sempre lo stesso:
Crescita smodata che chiama altra Crescita ancor più cieca.
Noi non ci stiamo. Far sì che un territorio possa beneficiare di una buona, sobria e intelligente mobilità significa in prima istanza ribellarsi alla cultura egoista, sprecona e sconsiderata degli anni tristi di un capitalismo distruttivo. Distruttivo dei Beni comuni e dei servizi alla persona.
Nel nostro Paese su 330 mila chilometri di rete infrastrutturale, 310 mila sono strade. A fronte di un aumento del 45% del numero delle automobili, la domanda di trasporto pubblico è calata di un terzo negli ultimi quindici anni. Contemporaneamente, a causa di politiche “inquinanti”, la mobilità privata è aumentata dell’85%.
Più del 50% degli spostamenti motorizzati in Italia avviene tra i 3 e i 5 chilometri e più di un terzo copre meno di 2 chilometri. Calcolando i tempi di spostamento, la pazienza persa, i disagi causati dal traffico e tutte le problematiche che l’automobile determina, è di tutta evidenza la necessità e l’utilità dell’uso della bicicletta e di tutte le alternative sostenibili (trasporto pubblico, andare a piedi).
Lecco ha un evidente problema legato alla gestione della mobilità, determinato da politiche dissennate degli anni passati. Un mix di lassismo e spregiudicato interventismo ha determinato un paradosso politico: nonostante sfarzose infrastrutture (pensiamo specialmente all’attraversamento della città) la situazione è peggiorata. Non può altresì costituire una scusante il fatto che le automobili siano aumentate in numero e misura negli ultimi anni. Inoltre, il progressivo degrado della gestione del traffico è avvenuto in palese contrasto con teorie politiche e programmatiche elaborate dalle Amministrazioni comunali passate (si pensi al Piano di Azione Comunale del 2005, ad. es. pag. 24, “Perseguire la mobilità sostenibile”).
I recenti tagli ai trasferimenti delle Regione e degli Enti Locali causeranno una riduzione ai minimi termini del trasporto pubblico su ferrovia e su linee autobus. La sforbiciata di oltre il 30% dei trasferimenti regionali per il contratto di trasporto pubblico esistente va contrastata duramente.
Battersi per una mobilità sostenibile significa innanzitutto agire contro l’eliminazione strisciante del trasporto pubblico, per i diritti dei pendolari ad avere un servizio decente e puntuale, treni puliti e dignitosi e un’integrazione tra trasporto su ferro e su gomma.
Nei collegamenti pubblici su autobus vanno privilegiati i collegamenti dai Comuni con la più vicina stazione ferroviaria ed è assolutamente necessario un potenziamento del trasporto su ferro.
I trasporti ferroviari da Lecco e verso i Comuni vicini (ad es. Calolziocorte, Maggianico, Mandello) vanno rafforzati come servizio metropolitano leggero con corse e fermate frequenti. Senza un servizio pubblico efficiente e per tutti non si può parlare di mobilità sostenibile. Singole misure (bike sharing; car pooling; car sharing; etc.) da sole non bastano e, singolarmente prese, sono condizioni necessarie ma non sufficienti affinché la mobilità in città e fuori sia realmente sostenibile e non inquinante. I trasporti pubblici devono essere usufruibili da tutti e le tariffe devono tenere conto delle condizioni economiche e sociali dell’utenza.
Occorre tornare ad un sistema tariffario che non faccia pagare a tutti allo stesso modo ma preveda tariffe agevolate per studenti, lavoratori, specie se precari, e pensionati. Se ciò non si dovesse realizzare è giusto e corretto promuovere anche forme di lotta di autoriduzione da organizzarsi con le associazioni sindacali dei lavoratori e dei consumatori, creando magari un consiglio rappresentativo dei pendolari che escono ed entrano in città.
L’organizzazione e l’attuazione delle misure per arrivare ad una mobilità sostenibile (specie car pooling, car sharing e bike sharing) e a un rafforzamento del trasporto pubblico devono essere le linee di indirizzo dell’azienda pubblica di trasporto del Comune di Lecco – Linee Lecco SPA.
Nella revisione del Piano triennale di Programmazione dei Trasporti il Comune di Lecco deve inserire misure che favoriscano economicamente l’utilizzo del mezzo pubblico come: il biglietto integrato ferro-gomma (si può acquistare un unico biglietto sia per autobus che treni con tariffe agevolate); l’introduzione di tariffe agevolate per studenti, lavoratori, pensionati legate alle proprie condizioni economiche e sociali. Si possono introdurre, d’intesa con sindacati e associazioni di categoria, forme di incentivo salariale legate all’utilizzo della bicicletta del car pooling ovvero del trasporto pubblico. In questa ottica il Comune può, d’intesa con la Provincia e gli altri Enti pubblici con sede a Lecco, nonché con le scuole soprattutto superiori, costruire un piano partecipato anche dai lavoratori, degli orari degli uffici e di mobilità casa/lavoro. Sarebbe un utilissimo strumento per decongestionare il traffico considerato che ormai le “aziende” con più dipendenti a Lecco sono proprio gli Enti pubblici.
Il Piano di Governo del Territorio dovrà porsi come obiettivo irrinunciabile quello del raggiungimento di una mobilità cittadina quanto più virtuosa e intelligente possibile. Progetti ammirevoli – che qui proponiamo – come il “car pooling” o il “bike sharing” presumono fondamenta che mancano ancora alla nostra città. E’ del resto elementare quanto sia poco lungimirante isolare l’importanza simbolica e pratica dei diritti (e doveri) della bicicletta. Come detto, la bicicletta è parte della battaglia politica per una mobilità sobria e condivisa, non può però esserne l’unica attrice.
Il futuro della mobilità nel lecchese è, ad esempio, la metropolitana ferroviaria leggera e non le decine di milioni di euro per inutili e costose varianti stradali (nuovo ponte sull’Adda + sovrappasso di Rivabella + 2° e 3° lotto della variante Lecco – Bergamo sono costati e costeranno oltre 150 milioni di euro) che distruggono sempre più territorio e illudono solo di decongestionare un traffico in aumento sragionato.
E’ davvero Utopia parlare di metropolitana leggera, “car pooling”, “mobility management”, piste ciclabili, parcheggi di scambio, Ztl scolastiche? Qualcuno potrebbe lamentarsi accennando ai costi necessari per dare gambe alle nostre idee. E’ un errore. La bilancia va ribaltata. Pensiamo ai disagi causati dal traffico: dal dissesto dell’abbandonato trasporto pubblico alla sua regolazione, dagli incidenti alle malattie provocate dall’inquinamento, dal dovere di risanamento ambientale alle emissioni incontrollate nell’aria. Quanto ci costa il traffico? Più in particolare: quanto ci pesa l’automobile?
Non possiamo poi dimenticare la preziosa presenza sul territorio lecchese del Politecnico. Perché, ci chiediamo, non creare virtuose collaborazioni tra Istituzioni – facendo leva sulle competenze indiscusse del Polo Universitario? Informazione, Tecnologia e Comunicazione: le famose ITC, ovvero le basi per un trasporto (pubblico e privato) sostenibile, coordinato, flessibile e intelligente.
Queste nostre proposte vogliono essere in primo luogo un appello: la difesa dei Diritti fondamentali passa anche dalla progettazione delle nostre città. La dittatura del traffico, delle barriere architettoniche, dell’invasione di infrastrutture costose quanto inutili, dell’arroganza nei confronti delle forme alternative e virtuose di spostamento, sono quotidiane violazioni della nostra libertà e delle nostre prerogative di cittadini consapevoli. Un Amministratore serio e capace deve saper indirizzare il traffico, non farsi indirizzare.
Qui Lecco Libera
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