“Metastasi”: la lettera di Aristide Stucchi
Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera di Aristide Stucchi, travolto – insieme alla sua famiglia – da un capitolo intero del libro “Metastasi”. Capitolo che, come buona parte del libro, suscita perplessità manifestando sordi scricchiolii.
QUI la lettera integrale.
Qui Lecco Libera
Solo la mia famiglia sa veramente il dolore provato da tutti noi e da mia mamma in quei terribili momenti e quanto quello che sta succedendo ora sia per noi tutti assurdo e sconvolgente.
Fortunatamente noi adulti siamo forti abbastanza, sappiamo come le cose sono andate veramente e siamo in grado di valutare la ‘moralità’, e non mi riferisco solo a quella di sedicenti collaboratori di giustizia, ma anche a quella di persone che, in nome di un qualche profitto, usano titoli ad effetto e buttano fango sulla memoria di mia mamma senza neppure preoccuparsi di verificare la veridicità di affermazioni così gravi e infamanti.
Se da un lato mi dispiace che mia mamma non sia più tra noi per difendersi con le proprie parole (cosa che fra l’altro rende, se possibile, ancor più intollerabile quanto scritto), sono in qualche modo sollevato dal fatto che non sia costretta a subire questa ulteriore sofferenza. Mia mamma è stata una persona forte che la vita ha voluto mettere più volte alla prova. Lei, con la sua bontà, umanità e caparbietà, ha avuto la forza di passare quei momenti devastanti ed è stata la mamma e la nonna migliore che chiunque si possa augurare.
E proprio ai suoi nipoti so che andrebbe subito il suo pensiero, così come sta andando in questi momenti quello della mia intera famiglia. Io, mia sorella, le nostre famiglie, i nostri zii e i nostri cugini tutti insieme siamo a chiederci come si fa a spiegare a 5 bambini tra i 3 e i 10 anni che qualcuno, per una qualche voglia di protagonismo, per difendersi, o per vendere qualche copia in più sta inventandosi cose assurde e totalmente false e sta dicendo che la loro nonna ha fatto uccidere il loro nonno?!
Mio padre, in una lettera fattaci pervenire durante la sua prigionia, ha scritto: “qualunque cosa succeda non voglio che i miei figli crescano con il rancore nel cuore” e mia mamma ci ha sempre cresciuti con questo in mente e dicendoci di “lottare sempre per i più deboli e fare agli altri solo quello che vorresti che gli altri facessero a te”.
Semplici insegnamenti che hanno guidato tutta la mia vita e che io spero di essere in grado di trasmettere ai miei figli. Non mi resta che augurare a questi nuovi ‘paladini della giustizia’, che si permettono di gettare fango su mia mamma, che possano un giorno fare propri questi insegnamenti o che, per lo meno, lo facciano per i loro figli.
Aristide Stucchi
La lettera del signor Aristide Stucchi, sebbene QLL sia stata fin da subito – forse addirittura la prima – guardinga e dubbiosa sul Libro Metastasi, e quindi anche chi come me ne legge quotidianamente il sito ne fosse preparato e sciettico, ha la forza di rimettere a fuoco un quadro che ci sfugge spesso.
La lettera del signor Stucchi mette sul piatto gli occhi e l’innocenza dei bambini. In questo caso i suoi figli, nipoti.
E con il dono della misura ci riporta lì. A pensare come il problema dell’informazione-spettacolo non sia, non è, evidentemente solo un problema televisivo.
Il giornalismo pattumeria, spesso, è solo più forbito, bene incolonnato e tirato in centinaia di migliaia di copie dentro una copertina di grido.
Menefreghista degli occhi dei bimbi, dell’innocenza dei bambini. Menefreghista.
I libri scritti senza documentarsi appieno, senza incrociare le fonti, senza il ripetto innanzitutto per i bimbi, e per le persone in generale, come evidenziato con garbo dal signor Aristide Stucchi hanno un solo pregio, indiretto, quello di dimostrare ancora una volta che è molto raro, nel nostro oscuro e omertoso paese, che i “misteri” trovino spiegazione, e i morti la pace.
A volte la ferocia e l’ipocrisia del potere e del mercato, contribuiscono a trasformare ogni tragedia – e molte morti illustri – in un interminabile e grottesco faldone di atti e controatti, deduzioni e sospetti.
Sebbene ultimamente siamo capaci di occuparci solo di bunga bunga e deputati pecore, il vero immenso scandalo è il deficit di verità.
E forse solo una lettera delicata, ferma, onesta di un figlio di questi drammi, ci può aiutare a restituirci l’insolito sollievo di provare pietà per i morti.
In silenzio, in pace, al riparo dal veleno della menzogna.
Ringrazio da questo sito quindi pubblicamente il signor Stucchi per la sua lettera, nonchè il lavoro serio, meticoloso, documentato, di Qui Lecco Libera.
Che questo deficit di verità provano caparbiamnete a colmare.
paolo Trezzi
Molti (per convenienza) potrebbero pensare che Di Bella era attendibile fino all’altro giorno e quindi deve esserlo pure ora. Molti altri (per convenienza) potrebbero pensare che Di Bella non lo è ora e quindi non lo era nemmeno prima.
Cioè fanno di tutt’erba un fascio. Qui Lecco Libera, con Duccio Facchini e la sua combriccola di caparbi lampadieri, ci ha insegnato in questi anni sul tema delle mafie, più di altri, forse addirittura da soli, che serve studio, passione, meticolosità, discernimento, precisione e ancora precisione…
Così non si può fare di tutta l’erba un fascio.
Per restare a Lecco: La vicenda Stucchi è vergognosa ed altrettanto sottovalutare le parole del magistrato Spataro quando parla di Giuseppe Crippa, per esempio.
Cosa ha detto?
Cercatelo su questo sito.
Non delegate: informatevi, approfondite, date peso a chi lo merita e verificate ancora.
La mappa di QLL può essere un primo passo per parlare e approfondire l’Ndrangheta non solo di 20 anni fa ma di oggi. Non l’unico passo ma un serio primo passo.
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