Parole d’onore

“Il problema delle infiltrazioni mafiose in un territorio dove c’è benessere esiste e per questo non dobbiamo abbassare la guardia, ma il lavoro che stiamo facendo con la Prefettura con il comitato di controllo e sicurezza e ordine pubblico punta proprio al controllo e alla prevenzione. Dobbiamo tenere alta l’identità del territorio il che non significa negare il problema ma nemmeno considerarlo una metastasi. Io parlo piuttosto di foruncoli che vanno tolti per evitare infezioni.”
Virginio Brivio
La Provincia di Lecco, 22 dicembre 2010, pag. 15

Non potevamo attenderci peggior regalo di Natale. Parole, quelle del Sindaco Brivio, un po’ sconsolanti e un po’ vergognose.
L’ennesimo capitolo di una brutta storia che non vuole conoscere pagine di trasparenza e di chiarezza. Tra difese d’ufficio offerte ad indifendibili e offese più o meno istituzionali rivolte ai più esposti, la filastrocca recitata dal Sindaco Brivio non ha più alcuna logica. O forse il problema è che ne ha una ben definita. Definita come le parole pronunciate in Consiglio Comunale dal Primo Cittadino lo scorso lunedì e riportate dal quotidiano locale “La Provincia di Lecco”.

Ai nuovi Pillitteri rivolgiamo un accorato appello: approfittate della pausa natalizia per leggervi le carte.

PS dalla Treccani:

metàstaṡi s. f. [dal gr. μετάστασις «spostamento», comp. di μετα- «meta-» e tema di ἵστημι «porre, collocare»]. – 1. In medicina, riproduzione, nel medesimo organismo, di un processo infettivo o, soprattutto, tumorale, per distacco e migrazione a distanza di materiale settico o di cellule neoplastiche e loro fissazione e moltiplicazione nella nuova sede d’impianto: prodursi, riprodursi, diffondersi per m., e anche produrre, dare m., con riferimento al processo morboso. 2. In fonetica, termine usato da alcuni linguisti per indicare la terza fase, altrimenti detta soluzione, nell’articolazione di una consonante occlusiva (che segue alla catastasi e alla tenuta).

forùncolo (letter. furùncolo; ant. furùnculo, furóncolo, foróncolo) s. m. [dal lat. furuncŭlus, propr. «ladruncolo» (dim. di fur «ladro»), usato metaforicamente per indicare il tralcio della vite che toglie il succo al ramo principale, quindi la gemma, infine il foruncolo]. – Nel linguaggio medico (ma anche nell’uso com.), processo infiammatorio acuto, a carattere necrotico e purulento, provocato abitualmente dallo stafilococco piogeno aureo a livello del follicolo pilifero e del tessuto circostante (follicolite e perifollicolite); dà luogo ad arrossamento e tumefazione circoscritti, che si accompagnano a dolore e qualche volta anche a febbre; successivamente si ha formazione di pus denso giallastro, che si fa strada verso l’esterno, ed è seguito dall’eliminazione del cosiddetto cencio, che rappresenta la parte di tessuto necrosato.

infezióne s. f. [der. di infettare; cfr. lat. tardo infectioonis «tintura», der. di inficĕre «tingere», part. pass. infectus]. – Propriam., ogni processo morboso provocato da microrganismi patogeni unicellulari (batterî, protozoi, miceti) o da virus: localizzare, circoscrivere un’i.; un focolaio d’i.; i. focale, provocata in organi più o meno distanti da un processo infettivo inizialmente localizzato. Con sign. più ampio, nel linguaggio com., nome dato in genere a processi suppurativi o infiammatorî: avere un’i. al dito, a un dente; patire di i. intestinale; anche, sinon. di contagio: impedire che l’i. si propaghi; e fig., corruzione, opera o stato di pervertimento sociale o morale.

sottovalutare v. tr. [comp. di sotto- e valutare] (io sottovalùto, ecc., meno corretto ma più com. io sottovàluto, ecc.). – Valutare una persona o una cosa meno di quello che effettivamente vale: non bisogna s. il nemico; tu sottovaluti le tue capacità; nel linguaggio econ., s. impianti, scorte, beni immobili, aziende; s. il cambio di una moneta, fissarlo a un livello inferiore a quello che si stabilirebbe spontaneamente sul mercato.

omertà s. f. [variante napol. di umiltà, dalla «società dell’umiltà», nome con cui fu anche indicata la camorra per il fatto che i suoi affiliati dovevano sottostare a un capo e a determinate leggi]. – In origine, la consuetudine vigente nella malavita meridionale (mafia, camorra), detta anche legge del silenzio, per cui si doveva mantenere il silenzio sul nome dell’autore di un delitto affinché questi non fosse colpito dalle leggi dello stato, ma soltanto dalla vendetta dell’offeso. Più genericam., nell’uso odierno, la solidarietà diretta a celare l’identità dell’autore di un reato e, con senso ancora più estens., quella solidarietà che, dettata da interessi pratici o di consorteria (oppure imposta da timore di rappresaglie), consiste nell’astenersi volutamente da accuse, denunce, testimonianze, o anche da qualsiasi giudizio nei confronti di una determinata persona o situazione: tutti sapevano, ma nessuno osò infrangere il muro dell’omertà.

2 pensieri riguardo “Parole d’onore

  • 4 Gennaio 2011 in 07:12
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    Foruncoli…

    Sarebbe bello si trattasse di questo: basterebbe una bella cura antibiotica per far passare tutto! Perchè nessuno ci ha ancora pensato?!? Infondo per dei banali foruncoli non occorre devastare il fisico a suon di chemioterapia con esito per altro incerto…

    Poveri Giovanni e Paolo (tanto per citare due persone che non si erano accorte che bastava recarsi in farmacia…): hanno lottato con tutte le loro forze rimettendoci la vita per dei semplici foruncoli…

    Ignobile destino… -,-

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